SENZA BIGLIETTO OCCUPANO BINARI, STAZIONE TIBURTINA BLOCCATA *
ROMA - Un gruppo di viaggiatori senza biglietto, che provenivano da Salerno con il treno 830 Salerno-Milano, ha occupato i binari della stazione Tiburtina di Roma rifiutandosi di regolarizzare il loro biglietto.
La circolazione ferroviaria è al momento bloccata con pesanti ritardi sul traffico ferroviario. Lo riferiscono le Ferrovie dello Stato.
Sono circa 200 le persone che alle 4:25 hanno bloccato i binari. A quanto si e’ appreso, si tratta di pendolari settimanali che la domenica notte partono da Salerno e Napoli per raggiungere Milano con il treno 830, stamani composto da 13 vetture con a bordo circa un migliaio di passeggeri. Ai controlli fatti a Napoli e’ risultato che molti pendolari avevano pagato il biglietto soltanto fino a Roma. Alla Stazione Tiburtina sono stati invitati a scendere oppure a pagare i biglietto Roma-Milano, ma circa duecento pendolari si sono rifiutati ed hanno bloccato i binari. Secondo le Fs, fino al 2005 i pendolari, grazie ad un contributo dato dalla Regione Campania, pagavano un biglietto ridotto, ma scaduto l’accordo si e’ aperto questo contenzioso che va avanti da parecchio tempo e che stamani e’ esploso paralizzando, in parte, la circolazione ferroviaria.
E’ in corso tra Fs e i pendolari una trattativa per far entrare nella stazione Tiburtina sette treni provenienti dal nord, bloccati alle porte di Roma, ad Orte e Orvieto. Migliaia di persone, tra le quali anziani e bambini, in una giornata particolarmente afosa non possono raggiungere la stazione per il blocco attuato dai pendolari campani. A tutto cio’ si aggiunge il fatto che sono saltate le corse di una quarantina di treni regionali, in particolare Orte-Fara Sabina e la Fr1 Roma-Fiumicino (mentre la Leonardo Express svolge regolare servizio), che partono ogni 15 minuti. Due Eurostar provenienti da Firenze e diretti a Roma sono stati istradati verso Pisa e avranno ritardi, stimati dalle stesse Fs, di circa due ore.
UN TRENO ENTRATO IN STAZIONE
Un treno proveniente da Fara Sabina e’ entrato nella Stazione Tiburtina. E’ il frutto della trattativa in corso tra i pendolari e le Fs. Ai passeggeri la protezione civile sta distribuendo bottiglie d’acqua. Intanto, l’occupazione della Stazione sta causando qualche disagio anche alla stazione ferroviaria dell’aeroporto di Fiumicino. Al momento, infatti, il blocco temporaneo dei treni regionali delle Fs provenienti da Orte e Fara Sabina, ha creato problemi, soprattutto ai tanti pendolari che lavorano nello scalo romano, ma anche ad alcuni turisti stranieri. Sta funzionando regolarmente, invece, il treno ’’Leonardo Express’’ che effettua il collegamento senza fermate intermedie con la stazione Termini.
RAGAZZA SVIENE SUL TRENO
Una passeggera del treno 830 fermo dalle 4.25 alla stazione Tiburtina ha accusato un malore e per questo e’ stata portata giu’ dal treno. La ragazza, che ha perso i sensi per qualche secondo, e’ stata fatta sdraiare da alcuni altri passeggeri sulla banchina mentre, qualcun altro le offriva dell’acqua fresca. ’’Da ieri sera - ha urlato uno dei passeggeri - non ci hanno dato nemmeno dell’acqua, e quando l’abbiamo chiesta ci hanno detto di andare al bar’’
RITARDI E TRENI CANCELLATI
La protesta in corso alla stazione Tiburtina di Roma sta causando ritardi da una a tre ore e cancellazioni di treni, interregionali, intercity ed Eurostar, su tutta la direttrice nord-sud. Trenitalia assicura che non vi sono treni bloccati fuori dalle stazioni.
ARRIVA POLIZIA A BINARIO 4
Circa 50 agenti della polizia in tenuta antisommossa sono stati schierati sul binario 4 della stazione Tiburtina, all’altezza della carrozza 10 del treno 830, ed hanno formato una sorta di linea di demarcazione per isolare i passeggeri ancora fuori dalle carrozze. La protezione civile sta, nel frattempo, distribuendo bottiglie d’acqua ai passeggeri del treno, molti dei quali vengono fatti scendere a piccoli gruppetti dal personale di Trenitalia.
* ANSA 2007-06-25 11:58
La rivolta dei fantasmi
di Enrico Pugliese (il manifesto, 26 giugno 2007)
Giovanna Marini raccontava, in uno spettacolo di qualche anno addietro, storie vere e da lei vissute di viaggi tra il sud e il nord Italia (e viceversa). Nel suo scompartimento di seconda classe un giovane pendolare, morto di sonno, le era letteralmente cascato addosso (senza alcuna cattiva intenzione, mi parve di capire). Sulla base della conversazione con il giovane, Marini aveva abbozzato un quadro della mobilità territoriale e delle nuove migrazioni interne.
Cerchiamo di vedere cosa è successo ieri alla stazione di Roma Tiburtina e cosa c’entra con la storia raccontata da Giovanna Marini. Che dei pendolari blocchino talvolta una stazione ferroviaria, è sempre successo. Si tratta di proletari, che in generale vivono peggio degli altri e lottano per migliorare le condizioni di vita e di lavoro. E il viaggio, gravoso per il costo del biglietto e la qualità dei treni, riguarda vita e lavoro. Quando poi il costo del biglietto aumenta, le condizioni diventano ancora più insopportabili: i pendolari si arrabbiano e ricorrono alla loro tradizionale forma di lotta, che è appunto quella che abbiamo visto. E’ una storia antica e ha sempre irritato i benpensanti, i quali ritengono che «le proteste devono essere misurate rispetto ai disagi che si ripercuotono nei confronti dei cittadini. Bisogna trovare il modo per protestare che sia meno insopportabile per la vita dei cittadini»: così ha dichiarato ieri (Ansa.it) il sindaco di Roma, dopo aver sentito il prefetto Achille Serra. Che sia stato il sindaco di Roma Valter Veltroni a prendersela con l’inciviltà dei pendolari mi sembra già una novità importante, ancorché particolarmente sgradevole. Avremmo preferito che avesse ascoltato, oltre al prefetto, anche qualche pendolare. Speriamo che l’abbia fatto
Ma la novità vera non è questa. Semmai è quella di cui parleranno oggi tutti i giornali e che già si trovava nelle note di agenzia di ieri. La protesta è cominciata alle ore 4,25 e i protagonisti venivano dalla Campania diretti a Milano: pendolari a lunga distanza. Sono fantasmi non registrati dalle statistiche sulle migrazioni (anche se qualcosa dicono i dati Istat sul pendolarismo). Fantasmi - notturni come sono i fantasmi - che risparmiano due notti di pensione o di affitto a settimana stando in treno. Fantasmi morti di sonno che non si muovono «come ombre nella notte», ma - essendo dotati di una pesante materialità corporea - sono costretti a muoversi in treni scadenti, dove viaggiavano solo loro. O, forse, viaggiavano solo loro giacchè ora glieli hanno anche tolti, e comunque i prezzi del viaggio sono aumentati.
Le proteste di ieri dovrebbero aprire un dibattito che va ben oltre la questione del, pur scandaloso, aumento del prezzo dell’abbonamento. Gli episodi cominciati alle 4,25 di ieri mattina dovrebbero far riflettere sulla nuova realtà del lavoro. Nei reportages sugli operai di una volta la giornata in treno per gli operai comnciava proprio a quell’ora. Solo che questi napoletani o salernitani erano già a metà del loro viaggio. Che poi guadagnino 500 euro al mese - come ha dichiarato uno di loro - è un’altra storia. Non sarà vero per tutti, ma per la grande maggioranza di loro i salari sono molto bassi. Perciò il loro progetto migratorio non è definito: continuano a fare i pendolari, spesso da anni, senza poter emigrare una volta per tutte.
mi sembra ottimo lo spunto per cominciare a discutere su di una regolarizzazione del pendolarismo. desideravo sapere a quale opera della Marini si è fatto riferimento per continuare la mia ricerca.
luigigreco@hotmail.it