Qui abbiamo due sole scelte: lasciare la nostra terra, oppure diventare organici a questo sistema. Potremmo avere una terza strada che è quella di lottare e resistere, ma sarebbe una lotta impari.
Giorgio Greco
Ricordo con molto piacere di Roberto Galullo un potente articolo del 9 agosto 2008, dal titolo: Antonino Scopelliti o Enzo Sculco? Io non ho dubbi Per questo ed altro grazie infinite a Roberto Galullo, che si interessa spesso della Calabria e del marciume politico che manipola ed utilizza il potere della ‘ndrangheta e della massoneria, potentissima qui, per ottenere il controllo assoluto del voto. Con ricatti, promesse e menzogne da un lato accontenta un certo numero di persone, complici, (siete tutti complici voi che in un modo o nell’altro riuscite a guadagnare e a vivere in Calabria con i favori dei politici e degli ‘ndranghetisti, siete colpevoli come chi vi ricatta e anche responsabili dei loro assassini, come fate a far finta di nulla?) e da un altro costringe generazioni e generazioni di calabresi onesti a vivere in esilio.
La stampa locale e anche quella nazionale sono quasi - per fortuna esiste qualche raro esempio come il suo - interamente asservite al potere e funzionali ad esso, e comunque l’intervistatrice di Enzo Sculco dovrebbe vergognarsi. Certo potere politico a Roma, la parte corrotta della magistratura, la massoneria segreta, proteggono la classe politica calabrese, corrotta, ingorda, mafiosa, la stessa classe che ha fatto scomparire nel nulla svariati miliardi di euro di finanziamenti pubblici e che farà sicuramente scomparire tutti i finanziamenti che dovranno ancora arrivare, come hanno denunciato all’Europa De Magistris, Travaglio e Grillo; come da tempo denunciamo io ed Emiliano Morrone.
Il motivo è semplice: perpetuare il sottosviluppo, la disoccupazione, l’assistenzialismo, l’emigrazione, la disperazione, la morte, e con questo ricattare quotidianamente la gente per un posto di lavoro, annientare l’imprenditoria onesta, eliminare ogni dissenso, costringere prima alla fame e all’isolamento e poi alla fuga le coscienze vigili ed oneste.
Il potere politico è ormai completamente sganciato dai bisogni della gente, e si perpetua eternamente e con arroganza come in monarchia. Ad esempio Mario Oliverio, attuale presidente della Provincia di Cosenza, e già deputato per quattro legislature, assessore regionale, sindaco di San Giovanni in Fiore, quindi da decenni al potere nel luogo più arretrato e disastrato d’Europa (avrà delle responsabilità in questo sfacelo?), ha annunciato la sua ricandidatura alla provincia senza chiedere il parere di nessuno: la sua candidatura non è scaturita dalle primarie, cosa oramai consolidata in una democrazia, si è auto-ricandidato a seguito di una indagine da lui stesso condotta, senza esitazioni, semplicemente proclamandosi come candidato naturale. Attualmente porta spesso con se anche il figlio, forse per lasciargli le redini come in una dinastia imperiale.
Ed il buon Walter non dice nulla, anzi parla del nuovo nel suo partito. Vergogna!
Un grazie infinite soprattutto a Giorgio Greco, del quale il direttore Emiliano Morrone ha pubblicato la lettera al presidente della Repubblica, insieme all’articolo di Galullo su La Voce di Fiore.
Caro Giorgio, Napolitano sa benissimo quale è la situazione in Calabria, ma come tanti preferisce far finta che combattere la criminalità organizzata, la camorra, la ‘ndrangheta, la mafia, la sacra corona unita, sia fornire solidarietà a Saviano, che come scrive in un forum di Panorama il lettore de vulgari eloquentia : “[...] La Camorra Ha Cazzi acidi piu’ Importanti A Cui Pensare, Anziche’ Dare La Caccia A Uno Che Ha Raccontato L’acqua Calda Che Gia’ Si Sapeva Tutto”.
Quindi, anche se la sua lettera è bellissima, vera, crudemente basata sui fatti - le confesso che mi ha commosso - il presidente non le risponderà mai, perché nella sua lettera è scritta la verità. Ma la sua verità riguarda la casta, i politici calabresi, i veri ndranghetisti, e non un clan di esaltati cocainomani come quello dei casalesi che probabilmente per aver richiesto troppo ai politici, si è deciso dall’alto di far soccombere e di sostituire con clan più affidabili.
Come ha scritto olotrab , 18 ottobre 2008 su un forum di Ammazzateci Tutti: “[...] sarei curioso di conoscere il comportamento dei governi se il libro di Saviano anziché raccontare le gesta di un manipolo di disadattati-cialtroni avesse raccontato dei loro referenti politici che ricoprono importanti cariche pubbliche!” La lotta alla camorra, attualmente sembra limitata solo al clan dei casalesi e non ad altro.
La ‘ndrangheta politica calabrese non si deve toccare perché evidentemente rispetta i patti ed assicura i voti con meno rotture di scatole. La ringrazio anche per farmi sentire meno solo, le sue idee sulla realtà calabrese sono coincidenti con le nostre. Nella sua lettera il tema centrale è lo stesso del nostro libro La società sparente , del quale si è interessato anche Roberto Galullo intervistando l’altro autore Emiliano Morrone nella trasmissione Un abuso al giorno, e cioè che in Calabria o ci si piega alla NDRANGHETA o è meglio vivere in un altro luogo.
Io ho provato a lungo la terza strada, quella della lotta impari, ma, per sopravvivere ancora un po’, si è reso necessario fuggire, scegliere l’esilio.
Grazie ancora a Giorgio Greco e a Roberto Galullo.
Con stima ed ammirazione
è evidente che qualche calabrese ora ne ha le scatole piene,per non essere volgare uso "scatole",delle vicende che siamo costretti ad ingoiare ogni giorno...io sono di crotone ma vivo fuori per lavoro(chissà perchè)..leggo con interesse ed attenzione quello che la gente coraggiosa e per bene come voi scrive..sembrano barzellette: presidente di regione,politici vari(vedi l’innominabile sculco) e una giustizia che pinusce solo chi non ha il potere e tentomeno i soldi per pagare un buon avvocato...io dico stop!! Restituiteci la nostra bella calabria,il sole, il mare,la sila e tutte quelle cose buone che solo da noi si possono mangiare... Tutta quella gente che ti chiede il voto,che promette, promette...ci avete rotto le balle!!!
come disse un "grande" politico di nome sculco: la ’ndrangheta a Crotone? Letteratura...
vi ringrazio per quello che fate signori giornalisti ........con affetto antonio
Da Guardie e ladri, blog di Roberto Galullo
Caro Francesco Saverio Alessio (averne di ragazzi così coraggiosi e determinati), caro Gaetano Saffioti (imprenditore con la schiena dritta, drittissima che ho il piacere di conoscere), caro Nino, caro Lorenzo, avvocati (anzi, avvocatesse) difensori di Sculco, amici e sconosciuti Internauti, grazie per i vostri contributi sulla “questione Calabria”. Grazie anche alla diocesi vescovile di Locri-Gerace che - graditissima - ha voluto inserire nei commenti il discorso tenuto in occasione del terzo anniversario dell’omicidio Fortugno. Splendida occasione per fermarsi a riflettere ma nella quale - mi raccontano voci forse maligne - c’erano più forze dell’ordine che partecipanti. Certa e certificata, invece, la presenza di politici inconsolabili per la perdita e massoni deviati (ma forse l’una cosa equivale all’altra). Dunque: vi scrivo da una stanza di albergo del Sud dove sono appena atterrato per una delicata inchiesta i cui frutti si vedranno tra qualche settimana sul Sole 24 Ore e su Radio24 dove conduco tutti i giorni “Un abuso al giorno” alle 6.45 e in replica alle 20.45 e “Guardie o ladri” il sabato alle 19.30 (a proposito, questo sabato parlerò del business del caro estinto). I vostri commenti e i vostri contributi - compreso uno a sorpresa sul quale devo ancora riflettere prima di capirne bene il messaggio - sono per me una musica perché abbiamo la possibilità di accendere i riflettori sulla Calabria. Parlo di “questione Calabria” come si parla(va) di questione meridionale. Come ha avuto modo di dire Guglielmo Epifani, segretario nazionale della Cgil a Catanzaro il 20 ottobre, “per la Calabria c’è la necessità di un tavolo romano”. Senza non se ne esce, sembra affermare Epifani. Mentre lo ascoltavo fare questa affermazione che ho anche riportato l’indomani sul servizio che ho scritto per il mio giornale, mi domandavo - però - chi della classe dirigente (non ridete) calabrese dovrebbe partecipare al tavolo. Visto che nomi non me ne vengono, mi chiedo se non sia il caso di (ri)fondare prima una classe dirigente degna di questo nome in Calabria. Il mio compito - di giornalista - è e resta quello di fare il cane da guardia della democrazia, fare pelo e contropelo agli amministratori pubblici e a chi - a vario livello - governa o ha un ruolo di responsabilità nella crescita sociale ed economica della regione (a partire dagli imprenditori, che soprattutto nella provincia di Reggio e Crotone, in troppe zone grigie si sono crogiolati negli anni). Motivi per i quali - statene certi - continuerò su questo blog, su Radio24 e sul Sole, a martellare con inchieste e servizi che possano e debbano dare fastidio a chi manovra indegnamente le leve del potere in Calabria, al Sud e in Italia. Visto che chi mi segue sa che amo scrivere e parlare di criminalità economica ed economia criminale, vi invito a seguire nei prossimi giorni e nelle prossima settimane due inchieste scritte a quattro mani con un collega del Sole molto bravo, Beppe Oddo, sulle “Mani di Cosa Nostra sui rifiuti”. Scoprirete alcuni livelli di raffinatezza criminale per fare affari con la politica che nulla invidiano ai guru delle strategie aziendali (speriamo che la gran parte dei politici calabresi non le leggano perché altrimenti potrebbero “importare” il modello!) Un saluto a tutti voi