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Eu-ropa. Eu-angelo: In principio era - la vita, non la morte!!!

2 NOVEMBRE. "CELESTE E’ QUESTA CORRISPONDENZA D’AMOROSI SENSI". LA LEZIONE DI FOSCOLO. I VIVI RICORDANO I VIVI (E ANCHE I MORTI) - a cura di pfls

"I diritti degli dèi Mani siano sacri" (XII Tavole).
giovedì 2 novembre 2017 di Maria Paola Falchinelli
[...]
A egregie cose il forte animo accendono
l’urne de’ forti, o Pindemonte; e bella
e santa fanno al peregrin la terra
che le ricetta. Io quando il monumento
vidi ove posa il corpo di quel grande
che temprando lo scettro a’ regnatori
gli allòr ne sfronda, ed alle genti svela
di che lagrime grondi e di che sangue;
e l’arca di colui che nuovo Olimpo
alzò in Roma a’ Celesti; e di chi vide
sotto l’etereo padiglion rotarsi
piú mondi, e il Sole irradïarli immoto,
onde all’Anglo che tanta ala (...)

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>LA LEZIONE DI FOSCOLO. I VIVI RICORDANO I VIVI (E ANCHE I MORTI) --- FOGLIE. Gli anziani come foglie (di Rosaria Gasparro)..

venerdì 17 aprile 2020

Gli anziani come foglie

di Rosaria Gasparro (Comune-info, 15 Aprile 2020)

Oggi ho chiamato Nzina, la mia vicina di casa di un tempo, vive da sola nel nostro vecchio angolo dove ci sedevano al sole a “la pantagne”. Ha più di ottant’anni, almeno credo. Come stai? Non c’è male. Oggi sono andata alle Poste con la mascherina. In chiesa non ci vado più da tempo. Non sto uscendo. Quando c’è il sole mi siedo fuori. Non c’è nessuno. Solo io.

Ho poi chiamato zia Lina, novantenne, che dice di non lamentarsi, che non le manca niente, che ringrazia Dio per come sta. E poi zia Vituccia, novantotto anni a maggio, ha una voce serena e allegra. Anche lei sta bene, solo che vede con “la muruscene”, per dire l’ombra. Faremo una festa per i suoi cento anni. No, meglio prima, dice mio cugino, che pattuglia le strade. Di notte non c’è nessuno, e di giorno sono medici e infermieri quelli che fermiamo. Non vedo la zia da tempo, gli dico di mandarmi una foto. Ha la faccia come la voce, mette di buonumore vederla.

Ieri la zia di cui mi prendo cura compiva gli anni, novantasei. Le ho preparato la torta con le fragole, non sapeva che fosse il suo compleanno. Na, sto pense... Si n’one sciuti li carabinieri (è convinta che siano loro a impedirmi di andarle a trovare ogni giorno)? ma ce stè succede? m’à scì a llu cimitere? E questa finale è la sua fissa, quella di andare a trovare i suoi cari. E vicina mia madre, novantacinque anni a giugno, che si sfinisce di preghiere. Povere Criste, lu sto mette a’n crosce.

Come foglie. Penso ai versi di Giorgio Caproni. Per dire degli anziani deceduti, una generazione scomparsa senza far rumore. Qualcuno darà conto di questa strage.

Quanti se ne sono andati...
-  Quanti.
-  Che cosa resta.
-  Nemmeno
-  il soffio.
-  Nemmeno
-  il graffio di rancore o il morso
-  della presenza.
-  Tutti
-  se ne sono andati senza
-  lasciare traccia.
-  Come
-  non lascia traccia il vento
-  sul marmo dove passa.
-  Come
-  non lascia orma l’ombra
-  sul marciapiede.
-  Tutti
-  scomparsi in un polverio
-  confuso d’occhi.
-  Un brusio
-  di voci afone, quasi
-  di foglie controfiato
-  dietro i vetri.
-  Foglie
-  che solo il cuore vede
-  e cui la mente non crede.

Ci vorrà una Spoon River della Val Seriana, del Pio Albergo Trivulzio e di tutte le Rsa d’Italia in cui sono morti migliaia di anziani soli. Ci vorrà la giustizia per la verità su quanto accaduto e la letteratura che racconti la piccola gente.

*

Rosaria Gasparro, maestra, vive in Puglia ed è una delle animatrici dell’associazione Attacco poetico. Ha aderito alla campagna di sostegno di Comune “Ricominciamo da tre“. Altri suoi articoli sono qui.


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