La denuncia di Mario Colucci responsabile del Dsm di Trieste
Le parole del più grande psichiatra del secolo non hanno patria
L’Università non ama Basaglia. I suoi scritti ignorati dai prof
di Luigina Venturelli (l’Unità, 11.12.2008)
Lunedì prossimo verrà presentato a Napoli, alle ore 17 nella straordinaria cornice del Conservatorio di Musica di San Pietro a Majella il volume «Centottanta», antologia a cura di Emilio Lupo e Salvatore di Fede realizzata per il trentennale della Legge Basaglia. Informazioni sul sito psichiatriademocratica.it
Dicembre è l’ultimo mese per ricordare la legge 180 che compie 30 anni. Un convegno a Milano è stato un’occasione per indagare le nuove prospettive del rapporto fra disagio psichico e società.
Il suo più grande successo è stata anche la sua condanna. Franco Basaglia riuscì nell’impresa impossibile: trasformò l’utopia in realizzazione politica, la sua visione teorica diventò norma dello stato, ma questa conquista relegò il suo pensiero a mera circostanza. Fatta la storia - l’approvazione della legge 180, che trent’anni fa sancì la chiusura dei manicomi - l’idea è passata in secondo piano. «Invece gli scritti di Basaglia sono di profondissima attualità, non solo per il percorso politico - ha spiegato lo psichiatra Mario Colucci, del Dipartimento di salute mentale di Trieste - ma anche per la posizione etica di fronte alle persone con disagio psichico, tesa non al controllo della libertà dell’altro, ma alla capacità di far esprimere l’altro». Un principio etico che nella pratica diventa anche principio terapeutico, «ma queste sono parole senza patria, oggi gli scritti del più grande psichiatra del secolo scorso non trovano spazio in molti corsi universitari».
Per questo va segnalato il convegno organizzato ieri all’Università statale di Milano dalla fondazione Bertini Malgarini, Franco Basaglia e la filosofia del ‘900: un’occasione per riaprire il confronto sullo studioso e per indagare le nuove prospettive del rapporto fra disagio psichico e società, per opporsi ai tentativi di revisione ideoligica della 180 e per promuoverne una migliore applicazione sul territorio. «È una legge meravigliosa che tutta l’Europa ci invidia, purtroppo applicata a macchia di leopardo perchè poco conosciuta dagli stessi operatori. Il suo fondamento è sempre valido: la psichiatria deve ridare diritto di cittadinanza alle persone con disagio psichico» ha affermato Carmen Mellado, direttore del Dipartimento di salute mentale dell’ospedale milanese Sacco.
«Basaglia è un’anomalia nella nostra cultura, non è mai stato letto davvero, nemmeno dai suoi allievi» ha sottolineato Massimo Recalcati, docente di Psicopatologia presso l’Università degli Studi di Pavia. «Nella sua elaborazione teorica, ad esempio, è centrale il problema dell’integrazione: lo psichiatra triestino si poneva già negli anni Settanta il tema del confine, che delimita l’identità del singolo, ma che non si deve inspessire fino a trasformarsi in barriera di segregazione». Un confine poroso, dunque, in grado di comunicare con l’esterno e assorbirne gli stimoli.