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Approfondimenti

Speciale su FRANCO BASAGLIA. OLTRE I VINCOLI DEL POSSIBILE. Un breve saggio di M.G. Giannichedda - a cura del prof. Federico La Sala

mercoledì 31 agosto 2005 di Emiliano Morrone
BASAGLIA
Oltre i vincoli del possibile
Un pomeriggio estivo del 1961 Franco Basaglia varcò per la prima volta i confini del manicomio di Gorizia. Da allora non avrebbe smesso di tormentarsi sulla forza di quella istituzione, e sulla necessità di smantellarne le mura, edificate prima di tutto dentro di noi
Alla fine di agosto di venticinque anni fa moriva lo psichiatra al lavoro del quale dobbiamo la legge 180. Per rendere accettabile il dolore mentale, smembrare i manicomi e terremotare la (...)

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> Speciale su Basaglia - ---- «Per prima cosa slegate i pazienti». L’eredità di Sergio Piro --- Un protagonista dei processi di modernizzazione e di trasformazione della psichiatria italiana (diMARIA GRAZIA GIANNICHEDDA)

mercoledì 14 gennaio 2009

L’addio a Sergio Piro

Un protagonista dei processi di modernizzazione e di trasformazione della psichiatria italiana

di MARIA GRAZIA GIANNICHEDDA (il manifesto, 10 gennaio 2009)

Si e’ fermata mercoledi’ notte la vita di Sergio Piro, per un infarto arrivato verso le undici e mezzo mentre lavorava al computer nella sua casa di Napoli. Negli ultimi anni, cercava di proteggere il suo cuore malandato che aveva subito due operazioni, ma non rinunciava a vivere con generosita’, allegria e progetti. Lo scorso 27 maggio aveva fatto con una certa fatica la lunga scalinata che porta alla sala della Protomoteca in Campidoglio, dove si svolgeva la cerimonia di consegna del Premio "Trenta anni per la 180" istituito dalla Cgil.

Tra i venti premiati, la standing ovation era stata per Agostino Pirella, per Sergio Zavoli e per lui, che si era presentato in maniche di camicia, una camicia azzurrissima come i suoi occhi, un po’ perche’ faceva caldo ma anche perche’ non voleva assecondare la cerimoniosita’: cosi’, nel suo intervento aveva raccontato l’avventurosa costruzione, nei primi anni ’60, della sezione Cgil nel manicomio di Materdomini, un’Opera Pia convenzionata con la Provincia di Salerno, ma aveva poi continuato con un’analisi puntuale e dura sulle politiche sanitarie recenti e soprattutto sull’universita’, che continuava a ignorare o a minimizzare i contributi teorici, le realizzazioni e le trasformazioni culturali che avevano preceduto e seguito la legge di riforma e avevano fatto uscire la psichiatria italiana dall’isolamento culturale del dopoguerra.

Di questi processi di modernizzazione e di trasformazione della psichiatria Sergio Piro e’ stato fin dall’inizio un protagonista. Era nato nel 1927, quasi coetaneo di Franco Basaglia (che era del ’24) e i loro percorsi furono molto simili: entrambi avevano iniziato a lavorare all’universita’, alla fine degli anni ’50 avevano conseguito la libera docenza secondo il sistema concorsuale dell’epoca ma poi erano andati entrambi a dirigere un manicomio pubblico: Piro al Materdomini di Nocera Superiore nel 1959, Basaglia a Gorizia nel ’61.

L’incontro tra i due, che divenne poi collaborazione e amicizia, risale a quegli anni di grande vivacita’ culturale e di sperimentazioni, condotte da gruppi di operatori in gran parte esterni all’universita’, respingenti, o quanto meno non attraenti per gli studiosi piu’ vivaci e piu’ presenti nel dibattito internazionale. In un libro del 1988, Cronache psichiatriche. Appunti per una storia della psichiatria italiana dal 1945 (Esi), Piro ricostruisce con l’accuratezza che gli era propria le vicende, i personaggi, le idee, gli incroci culturali di quel "periodo di modernizzazione", a cui segui’ la fase "del mutamento" (tra il 1968 e il ’78) che in Italia ebbe un percorso del tutto peculiare, in cui ebbero poco o nessun peso le ideologie "antipsichiatriche" di derivazione sia anglosassone che francese, mentre presero piede in molti ospedali psichiatrici processi di trasformazione che disturbavano e coinvolgevano comunita’ locali, movimenti sociali, amministratori pubblici, giornalisti, intellettuali, artisti. Sergio Piro in quegli anni continuo’ a scrivere - Il linguaggio schizofrenico e Le tecniche della liberazione vennero pubblicati da Feltrinelli nel 1967 e nel 1971. Nel 1974 fu tra i fondatori di Psichiatria Democratica, diresse per un breve periodo l’Ospedale Psichiatrico Leonardo Bianchi di Napoli (dopo essere stato costretto, nel 1969, a lasciare la direzione del Materdomini), e poi dal 1975 diresse l’altro ospedale psichiatrico di Napoli, il "Frullone".

Gli anni del dopo riforma sono stati molto difficili per Sergio Piro. La sua competenza e il suo carisma lo rendevano un interlocutore privilegiato quando si trattava di collaborare alla scrittura della legge regionale campana per l’attuazione della "legge 180", che venne approvata nel 1983 e fu tra le prime leggi regionali. Assai piu’ duro fu invece il fronte della chiusura dei manicomi e della creazione dei nuovi servizi, dove lo scontro esplicito o la resistenza muta dei piccoli e grandi potentati di psichiatri e amministratori rendevano assai arduo il percorso verso un cambiamento vero, in Campania non meno che nel resto d’Italia, e talvolta di piu’.

Sergio Piro ha resistito con grande coerenza. Ha insegnato molto sia all’Universita’ di Napoli che all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, ha continuato il suo lavoro di ricerca (Introduzione alle antropologie trasformazionali e Trattato della ricerca diadromico-trasformazionale sono stati pubblicati nel 1997 e nel 2005 da La Citta’ del Sole), ha chiuso con troppa fatica l’ospedale psichiatrico "Frullone".

Nel 1994, che fu un anno di svolta per il destino della riforma dato che la legge finanziaria del primo governo Berlusconi aveva reiterato l’obbligo di chiusura di quello che la neolingua psichiatrica definiva il "residuo manicomiale", Piro gia’ dirigeva il Frullone dove erano stati ricavati, da alcuni reparti, degli appartamenti per le persone in via di riabilitazione. Il sistema fognario era pero’ in condizioni pessime e grandi topi contendevano lo spazio ai ricoverati, mentre l’amministrazione si limitava a ignorare il problema. Piro, che era un grande estimatore dei gatti, ne porto’ una ventina e li presento’ ai giornalisti come suoi collaboratori.

Il prossimo 7 febbraio, a Nocera, e’ stato promosso un incontro per ricordarlo, nella sala, che prendera’ il suo nome, della Fondazione Cerps (Centro Ricerche sulla Psichiatria e le Scienze Umane). Gli amici e i suoi collaboratori chiedono a chi lo ha conosciuto di scrivere due, tre pagine, che saranno raccolte in un volume, perche’ possa restare, insieme alle cose che Sergio Piro ha scritto e fatto, la memoria del suo modo di essere, della sua capacita’ di coinvolgere le persone e di tenerle insieme per creare pezzi di mondo in cui tutti possano avere spazio, parola, dignita’.

Postilla biobibliografica. Percorsi di generosita’

Sergio Piro era nato a Palma, in Campania, il 9 settembre del 1927. Trascorse l’infanzia a Cagliari, ma si trasferi’ a Napoli quando si tratto’ di iscriversi alla Facolta’ di medicina, dove si laureo’ nel 1951 e cinque anni piu’ tardi consegui’ la specializzazione in neuropsichiatria con una tesi sulla "Semantica del linguaggio schizofrenico". Dal giugno del 1959 al febbraio del 1969 e’ stato direttore dell’ospedale psichiatrico Materdomini di Nocera Superiore, in provincia di Salerno: e’ qui che avvio’ un esperimento di psichiatria alternativa, dal quale nacque la seconda "comunita’ terapeutica" funzionante in Italia, dopo quella di Basaglia a Gorizia. Sergio Piro fu uno dei fondatori di Psichiatria Democratica.

Diresse il Materdomini di Nocera Superiore dal 1959, ma dieci anni dopo fu costretto a lasciare. Si sposto’ per per un breve periodo alla direzione dell’ospedale Leonardo Bianchi di Napoli, poi nel 1975 ando’ a dirigere l’altro ospedale psichiatrico di Napoli, il "Frullone". Ha stilato il progetto da cui derivo’ la Legge regionale n. 1/83 della Regione Campania sulla psichiatria. Tra i suoi libri: Il linguaggio schizofrenico, Feltrinelli, 1967; Le tecniche della liberazione. Una dialettica del disagio umano, Feltrinelli, 1971; I mille talenti. Manuale della Scuola sperimentale antropologico-trasformazionale, Franco Angeli, 1995; Introduzione alle antropologie trasformazionali, La Citta’ del Sole, 1997; L’io mancante, Loggia de’ Lanzi, 1997.


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