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Approfondimenti

Speciale su FRANCO BASAGLIA. OLTRE I VINCOLI DEL POSSIBILE. Un breve saggio di M.G. Giannichedda - a cura del prof. Federico La Sala

mercoledì 31 agosto 2005 di Emiliano Morrone
BASAGLIA
Oltre i vincoli del possibile
Un pomeriggio estivo del 1961 Franco Basaglia varcò per la prima volta i confini del manicomio di Gorizia. Da allora non avrebbe smesso di tormentarsi sulla forza di quella istituzione, e sulla necessità di smantellarne le mura, edificate prima di tutto dentro di noi
Alla fine di agosto di venticinque anni fa moriva lo psichiatra al lavoro del quale dobbiamo la legge 180. Per rendere accettabile il dolore mentale, smembrare i manicomi e terremotare la (...)

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> Speciale su FRANCO BASAGLIA. OLTRE I VINCOLI DEL POSSIBILE. --- Salute mentale, il recupero attraverso il lavoro funziona (di Gian Antonio Orighi).

lunedì 8 febbraio 2010


-  DIMENTICARE I MANICOMI

-  Salute mentale, il recupero
-  attraverso il lavoro funziona

-  Lavorare come matti: a trent’anni dalla morte di Basaglia si moltiplicano le esperienze di recupero.
-  In Spagna la catena di Zara apre un outlet di abbigliamento gestito da disabili psichici

di GIAN ANTONIO ORIGHI (La Stampa, 8/2/2010)

MADRID L’Italia celebra con una fiction televisiva la legge Basaglia, che nel 1978 cancellò i manicomi con l’intenzione di reinserire socialmente i disabili mentali. E mentre a Trieste, dove Franco Basaglia lavorò a lungo, si aprirà domani il forum mondiale «Che cos’è salute mentale», in cui mille delegati di quaranta paesi (dal Giappone alla Giordania) descriveranno i passi avanti del sistema Basaglia nei loro Paesi, in tutta Europa si moltiplicano gli esperimenti concreti di recupero attraverso il lavoro.

L’ultima iniziativa di grande respiro arriva dalla Spagna, dove la Inditex (una multinazionale leader mondiale della moda prêt-à-porter con i suoi otto marchi, tra cui il celeberrimo Zara) ha appena varato il progetto del suo quarto outlet gestito soltanto da «descapacitados». Inditex è una delle molte imprese di Amancio Ortega, l’uomo più ricco di Spagna (e numero 10 tra i Paperoni del mondo con i suoi 14 miliardi di patrimonio), e lavora con i malati di mente dal 2002, quando a Palafolls, nell’hinterland di Barcellona, aprì un grande magazzino in collaborazione con la Fundació Molí, una ong che da tempo si occupa dell’integrazione dei disabili psichici.

Il bilancio in attivo

Il negozio, 140 metri quadrati nel centro della cittadina, occupa a tempo pieno una dozzina di persone affette da disturbi mentali anche gravi. I risultati? Il fatturato è aumentato da 500 a 700 mila euro mentre i giorni di ricovero ospedaliero dei dipendenti si sono ridotti a zero. «Una delle scommesse vinte dal progetto è proprio la redditività economica - dice Javier Chércoles, direttore della divisione “Respon- sabilidad Social Corporativa” di Inditex - il che dimostra il suo autentico valore di integrazione». La performance è stata così brillante che l’azienda di Ortega (il cui primogenito soffre di un grave handicap) ha moltiplicato le iniziative: il quarto megastore che darà lavoro ai malati mentali aprirà tra qualche settimana ad Elche. «La risposta della clientela è eccellente - dice ancora Chércoles - E anche gli altri dipendenti valutano molto positivamente questa esperienza».

La legge e le persone

Passi in avanti verso un traguardo che, in ogni Paese, è ancora lontano dall’essere raggiunto. «Di salute mentale si parla poco e male - dice Peppe Dell’Acqua, erede di Basaglia al Dipartimento di Salute mentale a Trieste - Dopo gli anni di grande fermento, non siamo più riusciti a ritrovare una dimensione di verità, di concretezza, di onestà intellettuale nel discutere di queste cose. Tutto viene sempre rimandato all’assetto legislativo. Fa notizia solo quando c’è una tragedia: si potrà cominciare a parlarne in maniera diversa, quando ci si interrogherà sulla singolarità delle storie umane».


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