Ecco la gaia etica di Thomasius
Per la prima volta in italiano l’opera del pensatore tedesco, teorico di una morale secondo «sana ragione» convergente con le Sacre Scritture
di FRANCESCO BELLINO (Avvenire, 03.11.2007)
Delle opere degli illuministi tedeschi esistono poche traduzioni in lingua italiana; del suo fondatore, Christian Thomasius (1655-1728), neppure una. Ora Raffaele Ciafardoni, ordinario di Storia della filosofia moderna all’Università di Chieti-Pescara, ha curato e tradotto l’opera di Thomasius, Introduzione alla dottrina dei costumi. La distinzione tra morale e diritto fu approfondita a tal punto da Thomasius da determinare le categorie autonome e specifiche della giuridicità (intersoggettività, esteriorità, coercibilità). Il diritto naturale non è più considerato un diritto vero e proprio, ma un consilium, perché non vi è alcuna istituzione che lo possa imporre dall’esterno tramite organi coercitivi. Egli distinse tre principi fondamentali dell’attività umana: l’honestum («Fa’ a te stesso quello che vuoi che gli altri facciano a se stessi»), il justum («Non fare all’altro quello che non vuoi sia fatto a te»), il decorum («Fa’ agli altri quello che vuoi che altri facciano a te»). Tali principi corrispondono rispettivamente alla morale, al diritto e alla politica.
L’ Introduzione alla dottrina dei costumi fu pubblicata nel 1692 e fino al 1726 ebbe sette edizioni in tedesco e una in latino. Il tema centrale dell’opera è l’amore razionale: l’arte di amare in modo razionale e virtuoso è l’unico mezzo per giungere a una vita felice, galante e gioconda. Quella di Thomasius vuol essere un’etica ’umana’, fondata esclusivamente sulla «sana ragione» e avente come oggetto l’amore umano inteso come amore del prossimo. La sana ragione è la facoltà, comune a tutti gli uomini, su cui si fondano le poche verità semplici che sono inattaccabili dal dubbio e dalla critica; nel campo morale, insegna che la vita è il fondamento di ogni bene e che pertanto occorre mantenerla, favorendo le attività che la incrementano ed evitando quelle che la diminuiscono o la distruggono. Il sommo bene è ciò conserva e accresce le potenzialità umane.
La natura dell’uomo, come quella di tutte le cose, consiste in un movimento continuo, che ha ricevuto da Dio una certa misura e un certo modo che consentono all’uomo di passare da un essere imperfetto a un essere perfetto. L’esercizio dell’etica è come un farmaco contro l’amore irrazionale, che nasce dalle tre passioni disordinate: la cupidigia, l’ambizione e l’avarizia. La massima felicità non consiste nella salute, né nella virtù, ma nella tranquillità o giocondità dell’animo. «La tranquillità dell’animo non può esistere senza diletto, il diletto senza l’amore per altri uomini, questo amore senza l’unione degli animi, e questa unione senza lo sforzo reciproco di cercare di compiacere alla persona amata, anche trascurando il suo proprio».
«L’amore razionale altro non è che un’unione di animi eguali che possiedono il sommo bene ». L’animo tranquillo è come l’acqua di un fiume che scorre placido e silenzioso. La tranquillità dell’animo non comporta indifferenza o isolamento dagli altri, né l’imperturbabilità del saggio di fronte alle vicissitudini della vita, ma si realizza in un rapporto positivo con chi abbia la stessa disposizione d’animo, nella dimensione sociale, che è costitutiva dell’uomo, dell’amore reciproco.
Non è l’intelletto, ma la volontà la facoltà più nobile dell’uomo. L’attività pratica ha in Thomasius il primato su quella teoretica, anche nel rapporto dell’uomo con Dio. Ricollegandosi ad Agostino, a Scoto e a Occam, Thomasius concepisce Dio più come creatore e conservatore dell’essere che come puro intelletto infinito. «Essendo creatore, Dio è anzitutto onnipotente e volontà infinitamente buona, la quale comanda all’uomo di essere amato, piuttosto che essere conosciuto nella sua essenza. Dunque la relazione uomo-Dio è pratica, non teoretica; essa richiede - commenta Ciafardoni nella sua introduzione - amore fervido e ubbidienza incondizionata, non contemplazione metafisica». L’etica ’umana’ è distinta ma non in contrapposizione all’etica ’divina’, fondata sulla rivelazione e avente per oggetto l’amore soprannaturale. Thomasius si auspica, al termine della sua ricerca, di mostrare in un trattato specifico che in tutti i suoi scritti filosofici non ha insegnato «nient’altro che quanto concorda con la Sacra Scrittura, quando essa parla di saggezza e virtù filosofiche, e come la mancanza e l’imperfezione che si trovano nella saggezza naturale e nella virtù filosofica debbano essere integrate dalla saggezza divina dei veri cristiani. In una parola: sono deciso a mostrare - afferma il padre dell’illuminismo tedesco, smentendo il riduzionismo laicistico - che la vera filosofia deve essere invero una manuduction e una guida alla teologia, ma che in e per se stessa è impotente a conseguire la teologia ».
Christian Thomasius
INTRODUZIONE ALLA DOTTRINA DEI COSTUMI
Testo tedesco a fronte
Sigraf. Pagine 391. Euro 31,20