Inviare un messaggio

In risposta a:
Europa. Italia: Roma...

LA QUESTIONE ROM, LA CIVILTA’ EUROPEA E I DORMIENTI. La lezione di Emilia, la donna Rom che s’è sdraiata sull’asfalto davanti a un autobus per denunciare il Rom assassino di Giovanna Reggiani, e di Kafka. L’analisi di Barbara Spinelli e una nota di Michele Ainis - a cura di pfls

domenica 4 novembre 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] l’integrazione resta indispensabile, che chiuder le porte non basta, che è necessario far luce sui pericoli che corre non solo la sicurezza ma la democrazia. Dice Franz Kafka: «Bisognerà pure che nel campo dei dormienti qualcuno attizzi il fuoco nella notte». Questo invito a far luce sui veri tabù vale per i dormienti dell’Est e per l’Europa. Vale per i Rom (il loro faro non dovrebbe esser la figura della vittima ma la donna Rom che s’è sdraiata sull’asfalto davanti a un autobus per (...)

In risposta a:

> LA QUESTIONE ROM, LA CIVILTA’ EUROPEA E I DORMIENTI. La lezione di Emilia, la donna Rom che s’è sdraiata sull’asfalto davanti a un autobus per denunciare il Rom assassino di Giovanna Reggiani, e di Kafka. L’analisi di Barbara Spinelli e una nota di Michele Ainis - a cura di pfls

martedì 6 novembre 2007

Dove guarda la Spinelli *

di Vincenzo Vasile *

Da un attico di una lontana città del Nord Europa, Barbara Spinelli su La Stampa accusa l’Unità di avere scritto «parole strane» sul martirio di Giovanna Reggiani. Avere scritto che nella misera baraccopoli dove è maturato il delitto si aggira «tutta un’umanità brutta sporca e cattiva» (citazione di un film di Ettore Scola che negli anni Settanta svelava senza ipocrisie la disperazione e la brutalità delle condizioni di vita in certe baraccopoli romane); avere scritto di «città italiane che funzionano come miele per le mosche di uno sciame incontrollato che viene dall’Est Europa» (immagine che ci sembrava persino tenue rispetto alla formidabile e «incontrollata» pressione di immigrati «comunitari» e anche di delinquenza che l’ingresso della Romania nella Ue da un anno a questa parte ha determinato).

Come i nostri lettori ricordano, il giorno dell’assassinio di Giovanna Reggiani abbiamo voluto porre con forza la questione di misure urgenti ed efficaci per dare risposta alla stringente domanda di sicurezza della gente comune, per scongiurare il pericolo che essa venga incanalata e cavalcata da xenofobi e irresponsabili: isolare e cacciare via i violenti, per tutelare sia la popolazione in allarme, sia la parte operosa e onesta delle comunità straniere. Un modo, l’unico modo per sedare i focolai di odio e impedire che divampino. Così estrapolate, invece, le nostre due frasi conducono Spinelli a una conclusione sbalorditiva: esse rivelerebbero l’intenzione della sinistra di accodarsi alla destra razzista «sperando di ricavare guadagni elettorali», e sarebbero addirittura criminogene: «Spesso il capro espiatorio nasce così (...) spesso nascono così i pogrom, come quello scatenato venerdì sera contro i romeni di Tor Bella Monaca». Le aggressioni verbali che intanto la destra ha lanciato in questi giorni contro il governo centrale e l’amministrazione comunale di Roma, che si sono mossi sulla linea che questo giornale ha cercato di stimolare, forse basterebbero per rispondere a un processo alle intenzioni che si basa su una banalità che delude gli attenti e affezionati lettori di Barbara Spinelli: avremmo rotto, scrive, il nostro tabù «buonista». Si potrebbe aggiungere che abbiamo semplicemente scritto le cose come stanno. Attenendoci a un principio di realtà che consideriamo essenziale sia per la buona politica, sia per il buon giornalismo. E cioè, per esempio, abbiamo scritto, e ripetiamo che il particolare «privilegio» di impunità di cui godono piccoli, medi e grandi racket importati e fioriti nella disperazione delle favelas italiane ha prodotto una evidente e chiara statistica: viene proprio da quei «nuovi europei» il 75 per cento dei reati della cosiddetta microcriminalità nella capitale (e si parla solo di quelli denunciati e solo dei colpevoli identificati!). Ma, rudezza per rudezza, vogliamo anche ricordare che una sinistra astratta e salottiera non comprese, e a volte avversò, negli anni passati la battaglia che, al fianco di magistrati e poliziotti valorosi, una sinistra più concreta e un giornale poco «buonista» come l’Unità hanno condotto contro le grandi forme di criminalità organizzata. Dagli uomini e dalle donne di acuta cultura ci aspetteremmo che al cospetto dell’emergenza della violenza quotidiana non chiudessero gli occhi e non perseguissero lo stesso, identico errore.

* l’Unità, Pubblicato il: 05.11.07, Modificato il: 05.11.07 alle ore 8.44


Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Titolo:

Testo del messaggio:
(Per creare dei paragrafi separati, lascia semplicemente delle linee vuote)

Link ipertestuale (opzionale)
(Se il tuo messaggio si riferisce ad un articolo pubblicato sul Web o ad una pagina contenente maggiori informazioni, indica di seguito il titolo della pagina ed il suo indirizzo URL.)
Titolo:

URL:

Chi sei? (opzionale)
Nome (o pseudonimo):

Indirizzo email: