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Calabria

Via Bregantini, passeranno stagioni con il cielo già bruno

sabato 10 novembre 2007 di Emiliano Morrone
Gloria in excelsis deo. Trasferiscono Bregantini. De Magistris è con un piede fuori. Nonostante l’àncora popolare a Catanzaro e le sirene d’un popolo.
Con Saverio Alessio ho scritto, in "La società sparente", che "la Calabria è spettacolo a orario continuato". Ed è vero.
"C’è una scuola grande come il mondo - secondo Gianni Rodari -, e non si infinisce mai di imparare".
Probabilmente, nella regione degli utopisti Gioacchino da Fiore e Campanella, oggi è accademia della morte. Dove si (...)

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> Via Bregantini, passeranno stagioni con il cielo già - nero!!! --- Ernesto Rossi, di cui si è celebrato nei giorni scorsi il cinquantesimo anniversario della morte, descrisse, nel volume "Il manganello e l’aspersorio" i rapporti fra Chiesa cattolica e fascismo. Un suo volume sulla politica odierna della Chiesa romana lo intitolerebbe probabilmente "La lupara e l’aspersorio".

venerdì 9 novembre 2007

La lupara e l’aspersorio: il caso Bregantini

di Critica liberale

Riceviamo e pubblichiamo *

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-  via delle Carrozze 19 00187 Roma
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-  info@criticaliberale.it - www.criticaliberale.it

Linee di Orientamento della Fondazione Critica liberale (2007-11-10/N.8)

In un paese laico, o almeno normale, le nomine ecclesiastiche dovrebbero essere affare esclusivo delle chiese e dei loro membri. Dato che in Italia quasi tutta la classe politica ha elevato la Chiesa cattolica a maestra di vita, di morale e di etica pubblica, e dato che quella Chiesa pretende di fare ogni giorno la morale alla politica e ai privati cittadini anche non cattolici, è giusto che i suoi comportamenti etici e politici siano oggetto di pubblico dibattito.

La rimozione del vescovo di Locri è un messaggio politico devastante da parte del Vaticano. Il servilismo della politica e dei media era riuscito in pochi anni, grazie all’impegno di alcuni vescovi e sacerdoti cattolici, da Pappalardo a Bregantini, a far dimenticare decenni e decenni di pesantissime compromissioni e di intrecci con la mafia di esponenti della gerarchia ecclesiastica, a cominciare dai predecessori di Pappalardo sulla cattedra arcivescovile di Palermo. La rimozione da Locri di quello che era diventato un simbolo della lotta alla criminalità mafiosa calabrese costituisce ora, per il chiarissimo messaggio che esprime, un ritorno alle origini nel rapporto omertoso fra gerarchie cattoliche e criminalità mafiosa.

Il momento scelto in Calabria è il più significativo: quando il potere mostra di voler liquidare i magistrati che indagano sull’intreccio tra malaffare e politica, e rimuove i carabinieri che indagano, il potere ecclesiastico si affianca in questa indecente operazione. Il messaggio rivolto dal Vaticano ai fedeli cattolici è chiarissimo: meglio stare con i mafiosi e con la loro visione tradizionalistica della società e del potere che con la modernità europea. Il richiamo all’ordine e all’obbedienza politica, perfino tattica, nel referendum sulla inseminazione assistita, si estende e completa ora nel richiamo all’ordine contro il coinvolgimento dei cattolici nella lotta alla mafia assieme alla parte moderna, laica e secolarizzata della politica.

La Chiesa cattolica fa la sua scelta precisa: in Calabria sta con Mastella e non con De Magistris, sta con chi ritiene normale convivere con le mafie e non con i giovani di "Ammazzateci tutti". Rinuncia a nascondersi sotto la consueta ipocrisia buonista e getta la maschera. Mostrando un volto ripugnante.

Ernesto Rossi, di cui si è celebrato nei giorni scorsi il cinquantesimo anniversario della morte, descrisse, nel volume "Il manganello e l’aspersorio" i rapporti fra Chiesa cattolica e fascismo. Un suo volume sulla politica odierna della Chiesa romana lo intitolerebbe probabilmente "La lupara e l’aspersorio".

Critica liberale

* Il dialogo, Venerdì, 09 novembre 2007


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