"Alleanza segreta Rai-Mediaset": inchiesta interna a Viale Mazzini
Veltroni: «Quanto è emerso è di una enorme gravità». Gentiloni: «Da intercettazioni clima collusivo»
ROMA Un’altra bufera investe il mondo della televisione, in particolare Rai e Mediaset: dalle intercettazioni sulla vicenda HDC spunta una presunta alleanza tra l’azienda pubblica e la sua concorrente diretta.
"Patto di non aggressione"
Risalirebbe a qualche anno fa e che avrebbe avuto più protagonisti, secondo le rivelazioni pubblicate questa mattina dal quotidiano la Repubblica: ovvero l’allora direttore generale di viale Mazzini Flavio Cattaneo, l’allora direttore del Tg1 Clemente Mimun e l’allora direttore del Tg5 Carlo Rossella. Presunta intesa che sarebbe stata finalizzata ad una sorta di "patto di non aggressione" sul piano dell’informazione televisiva, interessando anche fatti di grande rilevanza ed impatto mediatico, come la copertura degli ultimi giorni di vita di Giovanni Paolo II nell’aprile 2005 o le elezioni amministrative di quella stessa primavera.
Immediate le reazioni
Intanto in casa Rai, dove è stata annunciata un’inchiesta interna, insieme alla decisione di costituirsi parte lesa per eventuali danni subiti. E poi dai consiglieri di centrosinistra sono arrivate prese di posizione: Sandro Curzi ha parlato di «infiltrazione nel servizio pubblico con dirigenti al servizio di interessi terzi e della concorrenza»; Carlo Rognoni ha invocato «di corsa una legge ad hoc per la Rai»; Nino Rizzo Nervo ha parlato di «fatto inquietante» e si attende le dimissioni di dirigenti e giornalisti Rai coinvolti nelle intercettazioni. In casa Mediaset ha replicato per tutti Gina Nieri, consigliere d’amministrazione del gruppo di Cologno Monzese, che ha parlato di «stupidaggini» e sottolineato che «è sotto gli occhi di tutti che Rai e Mediaset si facciano concorrenza, e per 72 ore al giorno...», aggiungendo che è normale che ci siano consultazioni tra direttori, come spesso avviene tra i vertici di quotidiani. E Carlo Rossella, chiamato in causa, ha dal canto suo rivendicato il diritto di «essere libero anche quando parlo al telefono, ammesso che abbia detto quelle cose» di cui si parla. E comunque «l’intera vicenda mi ha molto divertito».
Veltroni: «Tv pubblica calpestata»
È intervenuta anche la Fnsi, che con Paolo Serventi Longhi parla di vicenda di «assoluta gravità», se vera, e di «offesa arrecata a centinaia e centinaia di giornalisti onesti». Reazioni anche nel mondo della politica. Per il leader del Pd, Walter Veltroni, si deve parlare di «tv pubblica calpestata», e «sta emergendo un intreccio e una commistione» che mortifica il ruolo del servizio pubblico radiotelevisivo. E il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni ha detto di «clima collusivo che affiora all’ombra del duopolio e non edificante per il servizio pubblico e per la sua autonomia». Mentre il presidente della Vigilanza, Mario Landolfi, nel definire adeguata l’inchiesta interna Rai ha invitato comunque ad evitare «strumentalizzazioni politiche» per non rendere «ancor più drammatica la già caotica situazione nella Rai».
* La Stampa, 21/11/2007.