[...] sul nuovo partito, il leader dà appuntamento a domani, quando "presenteremo la nuova iniziativa". "Invitiamo tutti - dice - a venire con noi contro i parrucconi della politica in un nuovo grande partito del popolo. Chiediamo a tutti di mettere da parte ogni timore e ogni remora: questo è quello che la gente vuole".
Poco dopo, a chiarire meglio le modalità organizzative del nuovo partito, ci pensa il coordinatore di Forza Italia, Sandro Bondi: "Vi annuncio - dichiara - che la prossima settimana ci sarà una nuova mobilitazione con i gazebo in tutta Italia per le adesioni al nuovo partito" [...]
Berlusconi lancia una nuova sfida
"Nasce il Partito del popolo delle libertà"
Prima cauta apertura sulle riforme: "Disponibili a soluzioni utili per il Paese"
MILANO - Di fronte alle critiche dei leader alleati, Silvio Berlusconi scende in piazza nella sua città, Milano, fa una prima apertura sul tema riforme, e annuncia la sua ultima iniziativa: "Oggi nasce ufficialmente qui il nuovo grande partito del popolo italiano, un partito aperto che è contro i parrucconi della vecchia politica. Invito tutti ad entrare senza remore e a venire con noi, questo è quello che la gente vuole: Forza Italia si scioglierà nella nuova formazione", che si chiamerà, appunto, "Partito del popolo italiano delle libertà".
Queste le parole pronunciate dal Cavaliere al gazebo di piazza San Babila per la raccolta di firme contro il governo Prodi: "Sono sette milioni", sottolinea con orgoglio. Un vero e proprio show, il suo. Che lo vede attorniato da cori da stadio e urla, da una grande bolgia in cui si distingue Michela Vittoria Brambilla ("siamo stati l’avanguardia del nuovo partito, in cui adesso confluiremo", dichiara"). Intanto, il leader di Fi arringa a folla con un megafono, per poi improvvisare un comizio in mezzo alla piazza. Quindi, sul nuovo partito, il leader dà appuntamento a domani, quando "presenteremo la nuova iniziativa". "Invitiamo tutti - dice - a venire con noi contro i parrucconi della politica in un nuovo grande partito del popolo. Chiediamo a tutti di mettere da parte ogni timore e ogni remora: questo è quello che la gente vuole".
Poco dopo, a chiarire meglio le modalità organizzative del nuovo partito, ci pensa il coordinatore di Forza Italia, Sandro Bondi: "Vi annuncio - dichiara - che la prossima settimana ci sarà una nuova mobilitazione con i gazebo in tutta Italia per le adesioni al nuovo partito".
Ma Berlusconi, nel suo intervento milanese, parla anche d’altro. Ad esempio, riguardo agli italiani che hanno firmato la sua petizione, sostiene che per "la metà" si tratta di persone che non hanno votato per il centrodestra. Lo scopo, spiega ancora lui, è "avere nuove elezioni, ed eleggere un nuovo governo. Un governo che sia in armonia con i suoi cittadini, un governo che sappia governare".
Sul tema al primo posto dell’agenda politica, l’eventuale apertura di un dialogo tra i poli sulle riforme (così come chiesto anche da Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini) da Berlusconi arriva invece una prima seppure parziale apertura: "Se l’altra parte avanzerà delle proposte o dirà di sì a nostra proposte saremo i primi ad essere lieti di trovare, per il nostro Paese, una direzione di svolta che assicuri la democrazia, lo sviluppo e la libertà".
A tenere banco, però, resta la novità del nuovo partito berlusconiano. Su cui interviene, ad esempio, il vicepresidente Udc alla Camera, Maurizio Ronconi. Secondo cui "un partito non può nascere nè in provetta nè dalle alchimie di un pur attento marketing politico. L’Udc vuole concorrere al partito popolare in Italia che non nasce però da un atto di intelligente fantasia ma da un confronto serio e meditato; non nasce dalla pancia ma dal cervello".
Umberto Bossi, interpellato sul nuovo partito di Berlusconi, dice: "Ho paura che sia solo un favore a Prodi". E Roberto Maroni, intervistato dal Tg1, aggiunge che il Carroccio non è interessato a questo nuovo partito del centrodestra. La Lega, spiega, è orientata soprattutto alle riforme. Da qui l’annuncio che in settimana lui stesso incontrerà il segretario del Pd, Walter Veltroni.
* la Repubblica, 18 novembre 2007
Sul tema, nel sito, si cfr.:
Il leader azzurro riunisce lo stato maggiore di Fi a palazzo Grazioli
Decisa la road map per la costituzione del partito-network. Processo rigorosamente dal basso
"Fi non si scioglie. Pdl sarà un partito-rete"
Berlusconi traccia il futuro della Cdl
Fini: "Allora non avevamo capito nulla. Da tempo, poi, chiedo una confederazione dei partiti della Cdl"
Sulla legge elettorale Cavaliere e Veltroni più vicini. Ok anche alla modifica dei regolamenti parlamentari
di CLAUDIA FUSANI *
ROMA - Il partito nuovo? Il partito del Popolo delle Libertà o il Popolo della Libertà? No, aspettate, forse siamo andati troppi in fretta. Forse, annuncia Berlusconi allo stato maggiore di Fi riunito a palazzo Grazioli, è bene chiarire che "Fi non si scioglie" e che è meglio "il partito rete" di cui faranno parte i partiti della Cdl, i circoli e poi chi vuole entrare della società civile.
Il proporzionale modello tedesco? Requiem per il maggioritario? Un attimo, anche sul nuovo sistema elettorale siamo andati un po’ troppo in fretta. "Forse - è l’ultimo pensiero del Cavaliere - è meglio lo spagnolo, vedrò venerdì le carte di Veltroni sulla legge elettorale, le nostre condizioni però sono di lavorare a un sistema proporzionale con un’alta soglia di sbarramento che non cancelli il bipolarismo ma lo renda più maturo ed efficiente".
Via via che passano i giorni e il Berlusconi-furioso sul predellino della Mercedes in piazza San Babila lascia il posto al leader della Cdl, si registrano passi indietro e chiarimenti, aggiustamenti vari. Il Cavaliere ha tracciato, riunito con i suoi a Palazzo Grazioli, la road map di Fi e della Cdl.
Di fronte a questo programma incalzante resta perplesso e diffidente il leader di An Gianfranco Fini. "Fi non si scioglie? Bene, vuol dire che nessuno di noi ha capito nulla...". Il pdl il partito network? "Era un anno e mezzo che spingevo sulla costituzione di una casa dei moderati. Ho chiesto per un anno e mezzo l’apertura dell’officina, l’ho sempre trovata chiusa per ferie...".
Il partito-rete - Il percorso comincia oggi ed è tracciato tutto dal basso: iscritti, organismi comunali che eleggono i provinciali che poi eleggono i regionali che poi eleggono i nazionali. Obiettivo: la costituzione del "partito network", il nuovo soggetto politico a cui confluiranno, oltre a Fi, anche gli altri partiti della Cdl, i vari circoli, le liste civiche locali, i movimenti nazionali e territoriali e spezzoni di partito. La speranza del Cavaliere è che "entrino nel nuovo soggetto politico anche An e Udc perchè è quello che volevano e che hanno sempre detto".
I soggetti politici che confluiranno nel nuovo partito dovranno fornire l’elenco aggiornato degli iscritti. Sulla base di questi elenchi si darà vita al "processo costituente". Seguiranno la convocazione dei congressi comunali ai quali avranno diritto di voto gli iscritti ai movimenti che confluiranno nel Pdl, e tutti coloro che si iscrivono per la prima volta. I congressi comunali, invece, eleggeranno i delegati che daranno vita al al coordinamento provinciale; quest’organo eleggererà il coordinatore regionale e contribuirà all’elezione di una "Consulta nazionale" che avrà tre obiettivi: l’approvazione dello Statuto, l’approvazione della Carta dei valori e l’elezione del Gruppo dirigente e del leader del Partito-Rete.
Il partito-network ha un modello, "il Ppe, il partito popolare europeo", una confederazione di partiti e formazioni. Ancora incerti i tempi, anche se saranno sicuramente veloci. "C’è un comitato costituente e tutto sarà fatto nella massima trasparenza e sotto gli occhi di tutti" aggiunge Berlusconi. Intanto, sabato e domenica ancora i gazebo, per le pre-iscrizioni e decidere il nome del partito. In pratica il Cavaliere sta provando a fare in poche settimane quello che il Pd ha impiegato mesi per realizzare. Non è offensivo dire che il Cavaliere sta un po’ copiando.
Fi non si scioglie - Forza Italia resta dov’è e come è, a partire dagli iscritti per arrivare ai vertici passando per la sua struttura. "Ci sarà un doppio tesseramento - assicura il Cavaliere che dopo la riunione a palazzo Grazioli nel pomeriggio ha continuato a "spiegare" l’evoluzione del pdl facendo due passi nel centro di Roma - chi ha la tessera di Forza Italia potrà anche avere quella della nuova formazione".
Capitolo riforme - Il Cavaliere ribadisce la sua posizione: no alle modifiche costituzionali, che richiedono tempi lunghi con un doppio passaggio alle Camere. Lascia un’apertura, invece, al riordino dei regolamenti parlamentari per impedire la nascita di gruppi parlamentari che non si sono presentati alle elezioni.
Sulla legge elettorale le posizioni di Berlusconi e Veltroni sembrano, oggi, avvicinarsi. Il leader azzurro preferirebbe aumentare il numero dei collegi previsti dal ’Vassallum’, che diventerebbero così più piccoli. Con un centinaio di collegi, infatti, il sistema avrebbe un’impronta più maggioritaria. Berlusconi avrebbe ribadito il suo no a doppi turni, puntando su un sistema proporzionale con sbarramento alto. E, come già assicurato al Carroccio, ha promesso anche di voler evitare di arrivare al referendum.
Fini diffidente - Il presidente di An sta registrando Matrix mentre Berlusconi sviluppa a puntate il suo nuovo pensiero sul futuro del centrodestra. E di fronte alle nuove prospettive del Cavaliere (Fi non si scioglie; Pdl partito network; spero entrino anche An e Udc) resta scettico e diffidente. "Attendo ancora di sapere - dice il presidente di An - se Berlusconi è rimasto fedele all’idea di mani libere o se Berlusconi ammette di aver fatto un errore dicendo di buttare via il bipolarismo". Sul sistema elettorale sarcasticamente Fini suggerisce di aspettare perchè, dopo essere passati dalla Germania alla Spagna "chissà venerdì in quale punto della carta geografica dovremo guardare". Poi va giù durissimo: tutto quello che è successo in questi giorni è stata "una strategia unilaterale" che lascerà da solo "il Cavaliere". E se ora dovesse cadere il governo Prodi "non è detto che Berlusconi sarebbe automaticamente il leader della Cdl". D’altra parte è lui che l’ha sciolta dicendo che era "un ectoplasma".
* la Repubblica, 28 novembre 2007.
"Alleanza segreta Rai-Mediaset": inchiesta interna a Viale Mazzini
Veltroni: «Quanto è emerso è di una enorme gravità». Gentiloni: «Da intercettazioni clima collusivo»
ROMA Un’altra bufera investe il mondo della televisione, in particolare Rai e Mediaset: dalle intercettazioni sulla vicenda HDC spunta una presunta alleanza tra l’azienda pubblica e la sua concorrente diretta.
"Patto di non aggressione"
Risalirebbe a qualche anno fa e che avrebbe avuto più protagonisti, secondo le rivelazioni pubblicate questa mattina dal quotidiano la Repubblica: ovvero l’allora direttore generale di viale Mazzini Flavio Cattaneo, l’allora direttore del Tg1 Clemente Mimun e l’allora direttore del Tg5 Carlo Rossella. Presunta intesa che sarebbe stata finalizzata ad una sorta di "patto di non aggressione" sul piano dell’informazione televisiva, interessando anche fatti di grande rilevanza ed impatto mediatico, come la copertura degli ultimi giorni di vita di Giovanni Paolo II nell’aprile 2005 o le elezioni amministrative di quella stessa primavera.
Immediate le reazioni
Intanto in casa Rai, dove è stata annunciata un’inchiesta interna, insieme alla decisione di costituirsi parte lesa per eventuali danni subiti. E poi dai consiglieri di centrosinistra sono arrivate prese di posizione: Sandro Curzi ha parlato di «infiltrazione nel servizio pubblico con dirigenti al servizio di interessi terzi e della concorrenza»; Carlo Rognoni ha invocato «di corsa una legge ad hoc per la Rai»; Nino Rizzo Nervo ha parlato di «fatto inquietante» e si attende le dimissioni di dirigenti e giornalisti Rai coinvolti nelle intercettazioni. In casa Mediaset ha replicato per tutti Gina Nieri, consigliere d’amministrazione del gruppo di Cologno Monzese, che ha parlato di «stupidaggini» e sottolineato che «è sotto gli occhi di tutti che Rai e Mediaset si facciano concorrenza, e per 72 ore al giorno...», aggiungendo che è normale che ci siano consultazioni tra direttori, come spesso avviene tra i vertici di quotidiani. E Carlo Rossella, chiamato in causa, ha dal canto suo rivendicato il diritto di «essere libero anche quando parlo al telefono, ammesso che abbia detto quelle cose» di cui si parla. E comunque «l’intera vicenda mi ha molto divertito».
Veltroni: «Tv pubblica calpestata»
È intervenuta anche la Fnsi, che con Paolo Serventi Longhi parla di vicenda di «assoluta gravità», se vera, e di «offesa arrecata a centinaia e centinaia di giornalisti onesti». Reazioni anche nel mondo della politica. Per il leader del Pd, Walter Veltroni, si deve parlare di «tv pubblica calpestata», e «sta emergendo un intreccio e una commistione» che mortifica il ruolo del servizio pubblico radiotelevisivo. E il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni ha detto di «clima collusivo che affiora all’ombra del duopolio e non edificante per il servizio pubblico e per la sua autonomia». Mentre il presidente della Vigilanza, Mario Landolfi, nel definire adeguata l’inchiesta interna Rai ha invitato comunque ad evitare «strumentalizzazioni politiche» per non rendere «ancor più drammatica la già caotica situazione nella Rai».
* La Stampa, 21/11/2007.
Berlusconi presenta il suo nuovo partito
"Aperti al dialogo su riforme e legge elettorale"
ROMA - Conferenza stampa di Silvio Berlusconi a Roma. Che dopo l’annuncio di ieri sullo scioglimento di Forza Italia dentro un nuova formazione spiega che il nuovo partito si chiamerà "Popolo della libertà" o "Partito della libertà". Poi ribadisce la sua intenzione di dare vita ad un soggetto che nasca dal basso, senza "politici politicanti", e l’apertura sulle riforme.
Nel merito, l’ex premier sottolinea che la sua forza aprirà un dialogo con il centrosinistra per una nuova legge elettorale che dovrà essere "non machiavellica, perché noi vogliamo un sistema proporzionale puro con sbarramento". Anche perché oggi in Italia, secondo il leader zzurro, "con queste forze politiche, con queste individualità, il bipolarismo non è più possibile".
Ma attenzione. Il capo di Forza Italia dice che il dialogo sulle riforme è possibile solo se poi si torna alle urne. "Si possono fare anche con questo governo, a patto che poi si vada a votare".
Si tratta, ha detto il Cavaliere tornando sulla svolta di ieri, "di una decisione sofferta in sintonia con gli italiani. E in questo partito ci saranno porte spalancate. L’unica condizione è che "non ci siano giochetti, veti e compromessi. Comuque vi ricorderete di questo giorno, perchè oggi segnerà la storia politica, e non solo, dell’Italia nei prossimi decenni".
Su Fini, poche battute e il tentativo di smorzare la tensione: "Non rispondo alle piccole polemiche del momento o a polemiche occasionali sia quando vengono dai nostri alleati che dai competitors. Dobbiamo pensare alla mobilitazione della gente che vuole un partito unito dei liberali. Spero che chi non la pensi così possa cambiare presto idea".
* la Repubblica, 19 novembre 2007.