IL COMMENTO
Attacco la scienza autosufficiente
ma la fede non può essere individualista
di MARCO POLITI
Scienza e progresso senza Dio non portano alla costruzione della società perfetta, anzi possono produrre orrori come si è visto con gli esiti della Rivoluzione russa. La seconda enciclica di papa Ratzinger contiene una critica serrata dell’autosufficienza della scienza e del puro dominio della ragione, come si delinea all’inizio dell’età moderna nel filosofo Francesco Bacone, e al tempo stesso una critica radicale della pretesa marxista di realizzare il "regno di Dio" in terra nell’ambito di una visione puramente materialista, che in ultima analisi non tiene conto della libertà dell’uomo.
In realtà l’enciclica riflette ancora una volta l’ansia di Benedetto XVI per un’Occidente diventato religiosamente tiepido e il suo desiderio profondo che i cristiani siano coscienti della loro fede e la sappiano mettere in pratica. L’idea di un cristianesimo individualista e che si rifugia in una dimensione di salvezza unicamente privata viene da lui respinta. A Marx , benché criticato per il suo "errore fondamentale", vengono riservate parole di inusitato apprezzamento per la sua vigoria di pensiero e acutezza di analisi. "Anche io mi sono stupito per il quasi-elogio a Marx", ha confessato il cardinale Gorge Cottier durante la conferenza stampa.
Il fatto è che papa Ratzinger chiede ai cristiani di essere veramente animati nella loro esistenza dalla fede. L’incontro con Cristo, spiega, costituisce la possibilità di una vera speranza, che assicura la vita eterna ma è anche pungolo a cambiare le cose in terra. L’amore redime, implica la giustizia verso gli altri, la com-passione con le sofferenze degli altri, la responsabilità concreta nei confronti dell’umanità. Insomma, "un continuo impegno per il miglioramento del mondo", sottolinea Benedetto XVI.
L’enciclica contiene anche una reinterpretazione suggestiva del Giudizio Finale, dell’Inferno e soprattutto del Purgatorio. "La grazia non esclude la giustizia. Non cambia il torto in diritto. Non è una spugna che cancella tutto". L’incontro con Cristo nel momento supremo "brucia" la sporcizia di un’anima e "la durata di questo bruciare non la possiamo calcolare con le misure cronometriche di questo mondo".
Un testo complesso, da studiare attentamente, che offre il fianco a riflessioni critiche. Affermare che nessuna giustizia autentica è realizzabile senza un’apertura alla trascendenza può essere giocato in chiave integralista nell’arena politica. E colpisce, nel mondo attuale globalizzato, l’assenza totale di un’attenzione alle concezioni di salvezza presenti in altre religioni.
* la Repubblica, 30 novembre 2007.