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Altro che amore ("charitas") evangelico. Il magistero della chiesa cattolico-romana ("Deus caritas est" di Benedetto XVI) è il magistero del Dio "mammona" ("caritas") dei Faraoni.

RADICI CATTOLICO-ROMANE E "MAGISTERO DI MAMMONA". Contro la legge 194, tutta la famiglia di "Mammasantissima". La senatrice Paola Binetti all’attacco con "Forza Vaticano" e "Forza Italia". Che ruina per l’Italia e per il messaggio cristiano!!! - a cura di pfls

La "Sacra Famiglia" della Gerarchia vaticana è zoppa e cieca: il Figlio ha preso il posto di "Giuseppe" e del "Padre Nostro" ... e continua a "girare" il suo "film" preferito, "Il Padrino".
giovedì 21 febbraio 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] la Binetti per difendere «la dignità della persona e il valore sacro della vita» è disposta a sedersi a fianco della battaglia lanciata da quello che dovrebbe essere, se non un suo acerrimo avversario, almeno uno con le idee diverse dalle sue, Giuliano Ferrara. Ma la sua posizione viene sconfessata in serata da Enzo Carra, altro teodem del Pd [...]
SCIENZA E FEDE VATICANA: LA CATTEDRA DELL’EMBRIONE. DOPO LE TRACCE DEL DNA, TROVATE LE IMPRONTE DIGITALI DI DIO!!! IL DISEGNO (...)

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> Contro la legge 194 e la "sacra famiglia" di Giuseppe e Gesù, la senatrice Paola Binetti all’attacco con "Forza Vaticano" e "Forza Italia". Che ruina per l’Italia e per il messaggio cristiano!!! - Come si fa a non sospettare che il periodico rigurgito "sulla 194" non sia in realta’ il solito espediente per ricordare a tutte che la nostra e’ una liberta’ condizionata? (UNIONE DONNE ITALIANE)

sabato 5 gennaio 2008

EDITORIALE. UNIONE DONNE IN ITALIA: DI QUESTO [Dall’Udi - Unione donne in Italia (per contatti:udinazionale@tin.it) riceviamo e diffondiamo]

Come si fa a non sospettare che il periodico rigurgito "sulla 194" non sia in realta’ il solito espediente per ricordare a tutte che la nostra e’ una liberta’ condizionata?

La verita’ e’ che le richieste di modifica della 194 prescindono dalle statistiche e dalla stessa realta’: l’aborto tra le italiane e’ in costante diminuzione, la natalita’ e’ aumentata, sono costrette a ricorrere all’aborto soprattutto le donne straniere che non possono liberamente accedere alla contraccezione.

La verita’ e’ che abbiamo davanti un Parlamento che balbetta e nel quale la laicita’ annaspa. Fuori e dentro di esso, la Cei con toni insinuanti e ipocritamente protettivi nei confronti delle donne, interviene a reclamare modifiche, pur mostrandosi refrattaria, come sempre, alla contraccezione.

E’ vero, la legge 194 ha trenta anni e forse si potrebbe insieme - uomini e donne, cattolici e laici, italiane e immigrate - ragionare per renderla piu’ funzionale e piu’ adeguata alle avanzate possibilita’ che la scienza ci offre: tutte le possibilita’.

Ma, in assenza di atti e di parole che garantiscano un reale confronto, si alimentano l’ostilita’ e il dubbio che quello che si vuole veramente e’ contrastare la piena liberta’ per le donne di decidere: nei rapporti con l’altro sesso, sul lavoro, in politica e soprattutto rispetto al loro corpo fertile.

Questo e’ il vero problema.

Non fonderemo niente di nuovo se non si mettono le basi per una responsabilita’ duale della vita. Dove duale non vuol dire che gli uomini decidono insieme alle donne della loro pancia, ma che uomini e donne fanno della loro differenza il possibile cardine per una convivenza civile.

Alla base di questa differenza c’e’ pero’ una disparita’: le donne hanno un corpo fertile, le donne possono concepire. E possono - se vogliono, quando vogliono - far nascere, quindi dare la vita.

Quando una donna decide di non portare avanti una gravidanza, nei tempi e nei modi previsti dalla legge, assume una responsabilita’ di cui, in coscienza, e’ l’unica titolare.

Ogni essere umano e’ al mondo per volonta’ di una donna.

Parliamo di questo.

Non giriamo intorno al problema.

La liberta’ delle donne passa per l’autodeterminazione e il suo esercizio segna i confini tra una possibile democrazia e l’incivilta’.

L’autodeterminazione femminile nella legge 194 e’ l’unica acquisizione di questa democrazia che possiamo traghettare in una democrazia paritaria come atto politicamente condiviso tra uomini e donne.

Questi sono i termini della questione che noi riteniamo debbano essere discussi e lo faremo pubblicamente. Ci renderemo ovunque visibili e riconoscibili e parleremo con uomini e donne di buona volonta’ che hanno a cuore un autentico dibattito politico.

Lo faremo con chiarezza e fermezza, affinche’ la possibilita’ di decidere delle donne sia piena e autentica.

Di decidere ovunque, nel mondo.

Ovunque, del nostro corpo.

*

-  Unione Donne in Italia
-  sede nazionale: via dell’Arco di Parma 15. 00186 Roma, tel, 066865884,
-  e-mail: udinazionale@tin.it, sito: www.udinazionale.org

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* NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE. Numero 151 del 5 gennaio 2008
-  Supplemento de "La nonviolenza e’ in cammino"
-  Direttore responsabile: Peppe Sini.
-  Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo,
-  tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it


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