«Siamo tutte parte lesa» Le donne in piazza per la 194 A Roma tafferugli con la polizia
di Paola Zanca *
Più che di salute, quello che è successo a Napoli è una questione di giustizia. E a Roma le donne scese in piazza per rivendicare il loro diritto all’autodeterminazione, lo fanno capire chiaro e tondo: il sit in convocato davanti al ministero della Sanità, si trasforma presto in un corteo che arriva fino al ministero di Grazia e Giustizia. Polizia volente o nolente.
Già dall’inizio la manifestazione era iniziata tesa: le centinaia di donne - ma c’è anche qualche uomo, pochi purtroppo - bloccano il traffico di Roma e nessuno sembrava averlo previsto. Lungotevere in tilt, vigili urbani nel panico e automobilisti arrabbiatissimi. Insomma, obiettivo raggiunto: «Bisogna creare disagio, perché non se ne può più - gridano le manifestanti - Vi rendete conto di come si è sentita quella donna?». Già, quella donna, Silvana. Il suo nome è scritto su centinaia di cartelli che le dicono «siamo tutte con te». Nessuna, dalla più giovane fino alle donne che di storie simili a questa ne hanno viste e vissute tante, riescono a capacitarsi di come possa essere successo. La polizia a indagare su un aborto.
Tanti gli striscioni contro Giuliano Ferrara e la sua lista antiaborista. Come preannunciato, in strada c’è anche il ministro Livia Turco, che è qui a «affermare il grande valore della responsabilità e l’autonomia delle donne». Molte le parlamentari da Elettra Deiana a Titti de Simone, da Tana de Zulueta a Heidi Giuliani. C’è l’esponente del Pd e di GayLeft Paola Concia, già protagonista di un’accesa querelle con la senatrice Paola Binetti è felicissima: «Sono uscite tutte!» esclama guardando la strada gremita. C’è Dacia Maraini, scrittrice e femminista, che per descrivere le contraddizioni della Chiesa, usa una metafora di stretta attualità: «Non si può proibire l’aborto - spiega - se non hai alternative alla castità. Sarebbe come dire “combattiamo le morti bianche” e allo stesso tempo vietare l’uso di caschi e imbracature».
Poi, di caschi se ne vede qualcuno. Sono quelli della polizia che arriva in assetto antisommossa. Le manifestanti sono riuscite a “far fuori” la sparuta manciata di poliziotti che presidiava il sit in. Le donne vogliono fare un corteo, e lo fanno. «Mettetevi nei nostri panni, non è giusto, queste cose vanno autorizzate», le implora il delegato del questore. Loro insistono che «nemmeno quello che è successo a Napoli è giusto». Si trova l’accordo, ma ogni metro in più è un mezzo tafferuglio. Alla fine, si arriva agli spintoni, e c’è pure una donna fermata e subito rilasciata. Nel corteo fiero e triste tutte mormorano: «...Capirai, mo’ se vince la destra...»
* l’Unità, Pubblicato il: 14.02.08, Modificato il: 14.02.08 alle ore 20.32