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Messaggio eu-angelico. In principio era il Logos - non il "logo" ... e nemmeno il "van-gelo"!!!

L’ITALIA, "LA SAPIENZA", "BONIFACIO VIII", E IL "PAPA-DAY" IN PIAZZA S. PIETRO. IL PAPA, I CARDINALI, LA TEORIA DELLA "DOPPIA TESTA" E LA PRATICA DELLA "LINGUA BIFORCUTA". FINIAMOLA CON QUESTA "STORIA"!!! - a cura di pfls

Il magistero di Dio-Amore ("charitas") è diventato il magistero di Dio-Mammona ("caritas")?! Un tragico "lapsus" (Sigmund Freud) più che millenario .... contro la "divina commedia" (Dante Alighieri).
giovedì 17 gennaio 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] Il Papa non può imporre "ad altri in modo autoritario la fede", ma può mantenere "desta la sensibilità per la verità": così spiega Benedetto XVI, nel discorso che avrebbe dovuto tenere domani all’Università della Sapienza [...]
PER UN RI-ORIENTAMENTO TEOLOGICO-POLITICO E
ANTROPOLOGICO!!!
LA "CHARTA CHARITATIS" (1115), LA "MAGNA CHARTA" (1215) E LA FALSA "CARTA" DELLA "DEUS CARITAS EST" (2006).
[...] Il Cardinale vicario Camillo Ruini ha oggi invitato tutti i fedeli e i cittadini (...)

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> ROMA. LA SAPIENZA, IL VATICANO E LA TEORIA DELLA "DOPPIA" VERITA’. Il Papa non può imporre "ad altri in modo autoritario la fede", ma può mantenere "desta la sensibilità per la verità": così spiega Benedetto XVI, nel discorso che avrebbe dovuto tenere domani all’Università della Sapienza. Il Cardinale vicario Camillo Ruini ha oggi invitato tutti i fedeli e i cittadini romani ad una manifestazione riparatoria e di solidarietà con Benedetto XVI, una sorta di "Papa-day" dopo l’"oltraggio" subito da Ratzinger ad opera dei contestatori anti-pontifici dell’Università La Sapienza - ..... “Chi semina vento raccoglie tempesta”! (di don Aldo Antonelli).

mercoledì 16 gennaio 2008

PERCHE’

“Chi semina vento raccoglie tempesta”!

A me non piace ricorrere ai detti o citare proverbi perché li ritengo la tomba della ragione, una sorta di cristallizzazione della pigrizia mentale. Ma questa volta il detto/proverbio mi si è presentato immediato e spontaneo nella sua apoditticità.

Quando ci si ingolfa in un processo di sovraesposizione, mediatica e/o politica che sia, non ci si può che aspettare una reazione altrettanto alta di intolleranza e di insofferenza.

Da troppi anni andiamo assistendo ad una prevaricazione da parte della gerarchia ecclesiastica che mortifica la politica, emargina la diversità e condanna l’altrui pensiero. La brama ossessiva e possessiva nel rivendicare privilegi ed esenzioni, finanziamenti e protezioni; gli interventi altezzosi sul parlamento perché legiferi a suo (di lei Chiesa) piacimento; la miopia tutta autoreferenziale nel non scorgere valori là dove laicamente pur ci sono; tutto ciò ha contribuito a infliggere nella Chiesa una mutazione genetica tale da rendere difficile scorgere sul suo volto i lineamenti di quella comunità nella quale “le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo” (Lumen Gentium 1). Il volto di tenerezza e di simpatia che guarda al mondo con la passione dell’attenzione e dell’amore ha lasciato il posto, in questi lunghi e tristi anni, alla maschera del cipiglio che ordina e redarguisce. Il pastorale è diventato bastone, al grembiule del servo è stato sostituito il paludamento del principe e la testimonianza, unica, legittima forma di presenza della chiesa nella società, ha ceduto il passo all’ordinanza. Questo stravolgimento, a sua volta, ha trasformato la base stessa della chiesa “appiattita sulle logiche dello scambio, impoverita di ogni slancio profetico, lontana dal compito di offrire ad una società inquieta e per tanti aspetti lacerata motivi di fiducia, di speranza, di coesione” come ebbe a dire Pietro Scoppola già nel febbraio del 2001. La penna di Eugenio Scalfari, su Repubblica di domenica 13 Gennaio, ha descritto molto bene la situazione disastrosa in cui è stata ridotta ultimamente la comunità ecclesiale e quella civile insieme. «In Italia ci sono oggi due minoranze, quelle dei cattolici autentici e quella degli autentici laici. In mezzo c’è un corpaccione di laici e di cattolici “dimezzati”, che ostentano virtù civiche e religiose che non praticano affatto. Quella è la maggioranza del paese». E aggiunge «Il guaio è che la gerarchia ecclesiastica e il Magistero non sono affatto turbati da questa situazione paganeggiante. La loro preoccupazione è l’otto per mille, i contributi pubblici....».

Ora, se una tale affatto evangelica presenza della Chiesa nel paese lascia l’amaro in bocca a molti credenti, teologi e semplici fedeli, cosa non può creare nella coscienza dei dubbiosi e dei diffidenti? Se questa regia devastante riesce a disaffezionare il fedele, come non seminerà odio e risentimento nell’animo del miscredente?

Non c’è dubbio che nel ritorno di questo vecchio e becero anticlericalismo una buona parte di responsabilità è da addebitare alla chiesa stessa.

Il cardinale Ruini, sordo e miope allo stesso tempo, invece che chiedersi se non sia stato lui stesso il fautore di tanto sfascio, pervicacemente insiste sulla linea dello scontro, convocando in piazza San Pietro tutti i romani che “amano il papa”. Ci toccherà assistere ancora una volta al pubblico concubinaggio tra chiesa e politica, tra semplici, sprovveduti fedeli e interessati opportunisti politici, tra l’impudenza di atei devoti e l’imprudenza di pietosi devoti.

Siamo lontani anni luce dalla chiesa che emergeva dal Vaticano II, che era una Chiesa più attenta a lavare i piedi dell’umanità che non preoccupata di curare le vesti che portava addosso.

Lontani dall’ardire del grande teologo Enrico Chiavacci che nel 1996 scriveva: «Nessuna preoccupazione per il proprio trionfo e neppure per la propria sicurezza e tranquillità deve dettare le scelte della Chiesa...Tutte le espressioni esterne di autocompiacimento, di reclamizzazione o promozione dell’immagine, di trionfo ecclesiastico, devono essere senza esitazione bandite; esse annunciano un vangelo falso, e rendono non credibile l’autentico annuncio cristiano».

Aldo Antonelli

Antrosano 16 Gennaio 2008


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