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"Deus caritas est": la Legge di "Mammona" e "Mammasantissima"......

SE ATENE PIANGE, SPARTA NON RIDE. BENEDETTO XVI, RUINI, BAGNASCO, E BERLUSCONI ALL’ASSALTO DELL’ITALIA E DELLA SUA "BIBBIA CIVILE", LA COSTITUZIONE. IL GOVERNO PRODI NELLA DOPPIA MORSA DI "FORZA VATICANO", DI "FORZA ITALIA" E DI MASTELLA, NEL RUOLO DEL SALDATORE DELLA NUOVA SANTISSIMA ALLEANZA. Una nota di Ida Dominijanni.

mercoledì 23 gennaio 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] Non si tratta più infatti di una Chiesa che va alla conquista dell’egemonia sull’etica pubblica presentandosi come unica riserva di senso in un mondo senza bussola. Si tratta di una Chiesa che scende direttamente in campo, con Ratzinger Ruini e Bagnasco, come soggetto dichiaratamente politico che dichiaratamente detta l’agenda politica mobilitando dall’alto le sue divisioni [...]
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Governo, Prodi ottiene la fiducia alla Camera
Ipotesi di dimissioni (...)

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> SE ATENE PIANGE, SPARTA NON RIDE. BENEDETTO XVI, RUINI, BAGNASCO, E BERLUSCONI ALL’ASSALTO DELL’ITALIA. IL GOVERNO PRODI NELLA DOPPIA MORSA DI "FORZA VATICANO", DI "FORZA ITALIA" E DI MASTELLA, NEL RUOLO DEL SALDATORE DELLA NUOVA SANTISSIMA ALLEANZA. ---- Il Vaticano sfiducia Prodi (di Sandro Magister).

mercoledì 23 gennaio 2008

Il Vaticano sfiducia Prodi. Botta e risposta tra la CEI e Palazzo Chigi *

Con procedura irrituale, una nota emessa da Palazzo Chigi la sera di lunedì 21 gennaio ha contraddetto un’affermazione fatta quello stesso giorno dal cardinale Angelo Bagnasco nella prolusione al consiglio permanente della conferenza episcopale italiana.

Il presidente della CEI aveva detto che la rinuncia di Benedetto XVI a recarsi il 17 gennaio all’università di Roma La Sapienza “si era fatta necessariamente carico dei suggerimenti dell’autorità italiana”.

In effetti, proprio così aveva titolato con grandissima evidenza in prima pagina, il 16 gennaio, il quotidiano della CEI “Avvenire”:

“Il rischio di disordini blocca il Papa”.

Con questo sottotitolo esplicativo:

“Rettorato occupato, Digos preoccupata. «Sconsigliata» la visita alla Sapienza. La decisione di annullare l’appuntamento presa ieri sulla base delle informazioni acquisite. Le autorità vaticane si sono fatte carico anche delle preoccupazioni italiane”.

In concreto era accaduto questo, come ha poi riferito Andrea Tornielli su “il Giornale” avvalendosi di autorevoli fonti vaticane:

“La decisione di rinunciare alla visita era stata presa dal papa e dai suoi collaboratori dopo una telefonata del titolare del Viminale, avvenuta nella serata di lunedì 14 gennaio. Parlando con il segretario di stato Tarcisio Bertone, il ministro dell’Interno Giuliano Amato, d’accordo con il premier Romano Prodi, aveva suggerito al porporato di consigliare a Benedetto XVI l’annullamento della visita, paventando incidenti. Non solo, il ministro avrebbe persino suggerito che il papa s’inventasse un’indisposizione «diplomatica». Joseph Ratzinger avrebbe cioè dovuto annunciare solo la mattina di giovedì 17 gennaio che l’influenza gli impediva di tenere la lezione all’università. Il giorno dopo, davanti alle dichiarazioni pubbliche del ministro che non solo assicurava l’incolumità del papa (da nessuno mai messa a rischio) ma sembrava smentire pure l’esistenza di preoccupazioni per l’ordine pubblico, i principali collaboratori del papa coinvolti nella decisione (Bertone, Ruini e Bagnasco) sono trasaliti. Lo stesso Benedetto XVI è rimasto molto amareggiato, perché proprio «i suggerimenti» delle autorità italiane lo avevano fatto desistere per evitare incidenti”.

Il cenno fatto da Bagnasco nella sua prolusione era dunque fondato, stando a questa ricostruzione dei fatti.

Ma a Palazzo Chigi la cosa è stata presa malissimo. Come appare dalla smentita emessa subito dopo:

“Il governo italiano non ha mai suggerito alle autorità vaticane di cancellare la visita di papa Benedetto XVI all’università La Sapienza di giovedì scorso. Sia il presidente del consiglio dei ministri che il ministro dell’Interno, dopo la riunione del comitato provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico alla quale erano presenti anche responsabili della gendarmeria vaticana, hanno infatti comunicato alle autorità locali che lo stato italiano garantiva assolutamente la sicurezza e l’ordinato svolgimento della visita del Santo Padre”.

L’indomani, il quotidiano della CEI “Avvenire” ha riportato la smentita facendola seguire da un richiamo a quanto scritto dallo stesso giornale alla vigilia della visita annullata, quando segnalò che le autorità vaticane “si erano fatte carico anche delle preoccupazioni espresse dalla parte italiana”.

Il lettore giudichi. Di certo, i giudizi maturati nei giorni scorsi in Vaticano sul comportamento di Romano Prodi non sono benevoli. Il 17 gennaio, un editoriale di prima pagina dell’”Osservatore Romano” prendeva di mira anche il presidente del consiglio là dove criticava “chi addirittura si preoccupa e rammarica dopo aver osservato nei giorni precedenti un silenzio pressoché totale”.

Dopo la nota emessa da Palazzo Chigi, le quotazioni del premier, in Vaticano, hanno avuto un ulteriore ribasso.

* Settimo Cielo di Sandro Magister, Martedì, 22 Gennaio, 2008


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