«Scioperiamo, non si può scaricare la crisi sui lavoratori»
Referendum, Oggi e domani seggi aperti negli uffici pubblici per la consultazione sui contratti del comparto firmati da Cisl e Uil. Se tra i lavoratori, iscritti e non, passasse il sì anche la Cgil si adeguerà.
intervista a Carlo Podda di Felicia Masocco l’Unità 9.2.09
Le misure varate dal governo contro la crisi «sono quelle di questa estate». «Non siamo in presenza di una sottovalutazione del momento - sostiene il leader di Fp-Cgil Carlo Podda -. Il governo ha deciso di affrontarlo attraverso una riduzione della spesa sociale, dell’occupazione, scaricando il costo sulle spalle dei lavoratori e dei pensionati». Inoltre «sta cogliendo questa occasione per dare un colpo definitivo al mondo del lavoro e alla sua rappresentanza. È una scelta, non un caso». Per questo venerdì Fp e Fiom Cgil scioperano e manifestano a Roma.
Non le sembra un paradosso uno sciopero con questa crisi?
«È una domanda che nasconde il tentativo di mostrare la crisi come una calamità naturale, indipendente dall’agire dei governi e delle forze economiche: quasi si aspetta che passi o che si risolva da sola. Non è possibile. Il governo francese, per avendo varato misure per 20 miliardi, si è preso il più grande sciopero generale unitario degli ultimi 20 anni. Vale anche per gli inglesi che hanno annunciato sciopero e manifestazione a Londra. In Germania hanno già scioperato in vari settori. Non mi pare marginale l’idea che bisogna lottare per ottenere un cambio di indirizzo nella politica economica. Semmai l’eccezione è l’Italia».
L’alleanza tra i lavoratori pubblici e quelli dell’industria è inedita, che cosa li unisce?
«Lo sciopero ha due parole d’ordine recuperate dalla piattaforma Cgil che ci sono sembrate le più unificanti non solo tra pubblico e privato, ma tra lavoro precario e non. La continuità del rapporto del lavoro, innanzitutto: chiediamo di non licenziare i precari e chiediamo ammortizzatori sociali per tutti, che l’indennità di cassa integrazione venga riportata all’80% della retribuzione sapendo che per molti anni questa voce del bilancio Inps è stata lautamente in attivo e ha finanziato altre spese dello Stato. E chiediamo una reale misura di sostegno al reddito, con interventi fiscali sul salario nazionale, aumento delle detrazioni e restituzione del fiscal drag. Peraltro due misure che un anno fa portarono Cgil, Cisl e Uil a dichiarare uno sciopero al governo Prodi. Sono indispensabili ora come allora».
E allora non c’era il disagio sociale che si avverte ora...
«Peraltro... comunque questo non è solo uno sciopero contro, un incrociare il malcontento che pure crescerà. Diamo voce al dissenso, ma lo sciopero è molto sindacale, con una piattaforma moderata volta ad ottenere risultati. Le risorse si possono trovare».
E i nuovi contratti? A detta dei firmatari, daranno grandi risposte al lavoro e al Paese. Voi cosa vedete?
«Due aspetti inquietanti: il primo è il passaggio dallo stato sociale allo stato bilaterale che vuol dire riprodurre un sistema corporativo e diseguale tra realtà lavorative. Per la sanità ad esempio, le aziende più ricche, faranno forme più ricche di sanità e quelle più povere se le faranno più povere. E sotto c’è un’idea di sindacato sempre meno contrattuale e sempre più gestore di servizi. Secondo, la questione della democrazia, con la beffa che si vuole limitare il diritto di sciopero. Si vuole introdurre una soglia del 50% di rappresentatività, mentre per poter validare un contratto non c’è nessuna maggioranza di cui tener conto. Curioso no?».
Eppure anche il Pd fa fatica a starvi dietro e si è diviso. Lei lo ha votato e sostenuto. Che cosa gli chiede?
«Vorrei che avesse un proprio progetto e che decidesse di volta in volta sulla base di quello. Il non averlo li costringe a fare una scelta che è comunque di schieramento: quando si decide di non andare a una manifestazione non è che si è equidistanti, si è d’accordo con quelli che a quella manifestazione non vanno. Penso che il Pd debba cambiare rotta. Lo dico da elettore: non sono affatto soddisfatto di come affronta i temi del lavoro».