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EUROPA. ITALIA. Costituzione, Politica, Confusione .... e Ri-orientamento!!!

ELEZIONI IL 13 E 14 APRILE 2008: DELUSIONE DI NAPOLITANO PER LA MANCATA RIFORMA ELETTORALE. ORA PER UNA CAMPAGNA ELETTORALE CORRETTA, ATTENZIONE MASSIMA AI SIMBOLI DEI PARTITI. CONTRO L’APPROPRIAZIONE DEL NOME DELL’ "ITALIA" E DEL NOME DELLA "ROSA BIANCA", UN APPELLO AL MINISTRO DELL’INTERNO PER EVITARE ORRORI E ABUSI - a cura di pfls

I simboli dei partiti devono essere depositati al Viminale tra la mattina di venerdì 29 febbraio e domenica 2 marzo.
martedì 12 febbraio 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] «CONTINUI IL DIALOGO» - Napolitano ha però voluto esprimere pubblicamente l’auspicio che il confronto tra i Poli non sia del tutto tramontato: «Il dialogo su questi temi, ora rottosi, resta un’esigenza ineludibile per il futuro del Paese - ha detto -. Mi auguro che campagna elettorale si fondi dunque su quell’esigenza ed è il momento per le forze politiche di dare prova di senso di responsabilità per fare fronte agli impegni a cui l’Italia è chiamata» [...]
***
Sul tema dei simboli (...)

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> ELEZIONI IL 13 E 14 APRILE 2008: DELUSIONE DI NAPOLITANO PER LA MANCATA RIFORMA ELETTORALE. ORA PER UNA CAMPAGNA ELETTORALE CORRETTA, ATTENZIONE MASSIMA AI SIMBOLI DEI PARTITI. ---- Berlusconi: ’Schede ingannevoli’. Amato: ’Sono come le hai volute tu’. "Tutto come deciso dal decreto del 2006".

domenica 6 aprile 2008


-  Il Cavaliere fa appello al capo dello Stato: "Rischio contestazioni a valanga"
-  Il Quirinale chiede al Viminale di rispondere: "Tutto come deciso dal decreto del 2006"

-  Berlusconi: ’Schede ingannevoli’
-  Amato: ’Sono come le hai volute tu’

-  Il leader del Pdl: "Serviva un nuovo provvedimento, bisogna ristamparle"
-  La replica del ministro dell’Interno: "Troppo tardi, ma non sono il capo dei furfanti"
*

ROMA - Niente politica economica, niente politica estera, niente curricula dei candidati. A una settimana dal voto, a tenere banco nella campagna elettorale non sono stati i programmi e le proposte delle forze politiche, ma la durissima polemica lanciata da Silvio Berlusconi contro il Viminale, colpevole secondo il Cavaliere di aver fatto stampare schede elettorali "confuse" e "ingannevoli" per gli elettori.

A non andare giù al leader del Pdl è il fatto che il foglio abbia uno sviluppo orizzontale su due righe, con simboli di partiti concorrenti sistemati lungo la stessa linea, uno a fianco dell’altro. Berlusconi avrebbe voluto invece una riedizione del sistema dei ’capolinea’, cioè una disposizione in file verticali, con le stesse righe orizzontali condivise solo dai simboli coalizzati. Quello della illeggibilità delle schede è un tema che l’ex premier batte con forza già da diversi giorni, ma oggi ha conquistato prepotentemente il centro della scena con un solenne appello al presidente della Repubblica.

"Rivolgo un appello al Capo dello Stato perché intervenga immediatamente a difesa della credibilità delle istituzioni democratiche e del diritto degli italiani a un regolare svolgimento delle elezioni", ha scritto Berlusconi in una nota, chiarendo che "le forze politiche che si presentano alleate, le più rappresentative degli elettori, rischiano di vedere i loro voti resi nulli da una disposizione dei simboli confusa e che confonde, l’esatto opposto di come dovrebbe essere una scheda elettorale. Con la conseguenza di esporre le prossime elezioni al rischio di innumerevoli contestazioni".

Gesto inconsueto, quello del Cavaliere, che ha motivato la sua mossa spiegando che ripetuti tentativi di sensibilizzare il Viminale al problema sono caduti nel vuoto. "Nonostante le numerose sollecitazioni che da ieri sono state rivolte al governo - ha spiegato - nulla ancora è stato fatto". Da qui, dunque, l’appello a Napolitano, che ha risposto invece in maniera immediata sollecitando con una nota ufficiale il ministro dell’Interno a "fornire tutti i chiarimenti opportuni" sulla conformazione delle schede elettorali.

Cosa che Giuliano Amato non ha potuto esimersi dal fare, convocando in serata una conferenza stampa nella quale ha ribadito di non aver agito "di fantasia". "Trovo sorprendente - ha esordito Amato incontrando i giornalisti - che possa essere stato chiamato a occuparsi della regolarità del voto il capo dello Stato Napolitano e che si sia potuto adombrare che il ministero dell’Interno abbia predisposto le schede in conformità alla propria fantasia". Il responsabile del Viminale ha ricordato quindi che la predisposizione della macchina elettorale "è in conformità della disciplina legislativa vigente e in particolare al decreto dell’8 marzo 2006 che ha la firma di Berlusconi e del mio predecessore al ministero dell’Interno".

A questo punto la polemica tra il leader del Pdl e Amato si è fatta tanto serrata quanto rovente. Pronta è arrivata la replica di Berlusconi per spiegare che visto il quadro politico mutato rispetto a quello delle precedenti elezioni, il governo avrebbe potuto riparare "con un ulteriore successivo decreto che privilegi la comprensibilità della scheda, e la certezza del voto che oggi mi pare non ci sia". Il Cavaliere ha quindi aggiunto che è comunque ancora possibile ristampare tutte le schede.

Nuovamente la risposta dal Viminale non si è fatta attendere. "Modificare oggi, e anche già la scorsa settimana, le schede elettorali - ha affermato il ministro dell’Interno - è impossibile, anche da parte del Parlamento, perché i nostri militari all’estero hanno già votato sulla base delle schede esistenti". Poi dal capo del Viminale è partita una stoccata a Berlusconi. "Trovo giusto - ha detto - che Berlusconi abbia invitato i rappresentanti di lista a stare svegli. Possono capitare, a volte, delle cose che non devono capitare, ma guai a dare un’immagine del nostro Paese che oggi non dà nemmeno lo Zimbabwe".

"Non sono a capo di una banda di furfanti - ha poi aggiunto Amato - e non abbiamo bisogno di essere messi sotto tutela, così come l’Italia non ha bisogno di essere dipinta come un Paese di brogli quotidiani". Una presa di posizione dura, davanti alla quale il Cavaliere ha finalmente tentato di raffreddare i toni. Dopo aver visto le schede elettorali, ha chiarito, "non ho pensato ai brogli, ma alla confusione che si crea in chi deve votare".

* la Repubblica, 5 aprile 2008


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