QUARESIMA E CONVERSIONE
"Se non vi convertirete perirete tutti allo stesso modo" (Luca 13,13)
Convertirsi da dove a dove?
di don Aldo Antonelli
Da "dove" è chiaro: dalla attuale "impasse" in cui la chiesa di RatzingherRuini-RuiniRatzingher si è cacciata. Non si va avanti, ingolfati in una bulimia mediatica e di potere che ci inchioda a noi stessi. Ieri stesso, in una telefonata privata con Casini, il card. Ruini, nuovo grillo parlante, avrebbe detto che i cattolici "devono essere più visibili"! Non si vive più, infartuati da una overdose di autoreferenzialità e di autosufficienza che ci pone in continuo, strutturale conflitto con quel mondo che dovremmo amare. Sembra di ritornare secoli in dietro. Nel XIX secolo il vescovo di Canton scrisse una lettera alla regina Vittoria. In quel periodo l’Inghilterra prendeva dall’India oppio che poi vendeva in Cina, distruggendo la popolazione cinese; l’imperatore cinese aveva scritto una lettera chiedendo per favore alla regina di non distruggere il suo popolo con l’oppio; la risposta della regina Vittoria fu la distruzione di Canton a cannonate. In quell’occasione il vescovo di Canton scrisse queste parole (la lettera si può vedere a Roma a Propaganda Fide): «Su questi ignobili esseri somiglianti più a scimmie che a persone finalmente può ancora trionfare la croce di Cristo».
Vista dall’altra sponda dell’oceano questa Chiesa appare ancora più assurda di quanto non possa apparire agli occhi addomesticati di noi europei e, ancor più, italiani.
Da Cuba Cincio Vitier scrive: "Quanti simboli sacri equivoci! La spada venne con la croce e la croce molte volte divenne spada. Croce e spada trasformate in bilancia. E non a servizio della giustizia ma dell’ingiustizia e della crudeltà. Non la bilancia dell’angelo ma quella del mercante impuro che commercia con gli esseri umani".
Verso "dove" anche è chiaro: una Chiesa libera e serva, compagna di strada dei disperati e degli abbandonati, grido strozzato delle vittime più che passaparola dei carnefici e portabastone dei potenti.
Il domenicano Quintìn Garcia Gonzales su El Paìs del 28.10.2007 scriveva: "Ho appreso nell’eredità del Cristo ad avere orizzonti e sentimenti universali -cattolici- secondo lo spirito delle Beatitudini. Non a sentirmi membro di una Chiesa autistica e immisericordiosa che guarda solo agli interessi e alle ferite dei suoi soci tesserati". Un mio compagno di studi al seminario di Verona dall’America Latina scrive: "La Chiesa che emergeva dal Vaticano II era una Chiesa più attenta a lavare i piedi dell’umanità che non preoccupata di curare le vesti che portava addosso".
Buona Domenica.
Aldo [don Antonelli]