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SVOLTA USA. Riprendere il cammino della liberazione, insieme .... Yes, We can.

OBAMA BARACK. La sua filosofia consiste nel dire, anche se sgradevole, la verità - di Barbara Spinelli

domenica 10 febbraio 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] Cosa significa quando Obama scandisce: yes we can - uno slogan che ha ammaliato i blog e, in Italia, Veltroni? Vuol dire che la politica si fa trascendendo le divisioni di razza, di genere e di schieramenti, ma non significa la cancellazione di differenze. Significa che il futuro, di nuovo centrale dopo un’era dominata dall’istante brevissimo, esige che ciascuno ripensi il domani senza inibizioni. Significa che si può riaprire alla speranza, e che la politica in quanto tale deve (...)

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> OBAMA BARACK. ---- PRIMARIE POTOMAC: OBAMA SUPERA HILLARY, MCCAIN VOLA.

mercoledì 13 febbraio 2008

Ansa» 2008-02-13 08:44

PRIMARIE POTOMAC: OBAMA SUPERA HILLARY, MCCAIN VOLA

WASHINGTON - Altre tre vittorie, con relativo tesoro di delegati, arricchiscono il medagliere sempre piu’ scintillante di Barack Obama. Il senatore nero dell’Illinois ha proseguito la serie d’oro di successi inanellati dal Super Martedi’ della settimana scorsa, battendo in modo schiacciante Hillary Clinton in Virginia, Maryland e nel Distretto di Columbia - dove sorge la capitale Washington - ed e’ passato a condurre nettamente nel conto dei delegati per la convention.

Le primarie del Potomac, il fiume che attraversa l’area della capitale, hanno confermato che il senatore nero ha il vento il poppa e la Clinton e’ in crisi. Obama si e’ aggiudicato buona parte dei delegati in palio nella notte elettorale e, come bonus inatteso, ha ricevuto i risultati finale del caucus nello stato di Washington celebrati nel fine settimana, che gli hanno assegnato 56 dei 78 delegati in palio.

Anche nel conteggio ’prudente’ della Cnn, che assegna alla Clinton un vantaggio di 234 a 156 in termini di ’superdelegati’ (gli esponenti di partito non vincolati nel voto), Obama dopo il voto sul Potomac conduce in modo netto: 1.195 a 1.178 delegati in totale sono ora allineati con il senatore nero. Per vincere la nomination ne occorrono 2.025 e la Clinton, per farcela, secondo i calcoli della Nbc deve aggiudicarsi almeno il 56% dei delegati ancora in palio.

’’I cinici adesso non possono piu’ dire che la nostra speranza e’ falsa’’, ha detto Obama, parlando a una folla a Madison, in Wisconsin. ’’Abbiamo vinto a est e a ovest, a nord e a sud - ha aggiunto -. Abbiamo vinto in Maryland, in Virginia, e sebbene abbiamo vinto anche a Washington questo movimento non si fermera’ fino a quando non porteremo il cambiamento a Washington’’.

’’Lo status quo non vincera’, non stavolta, non quest’anno’’, ha concluso, senza fare il nome di Bill e Hillary Clinton, ma riferendosi a loro oltre che ai repubblicani.

La tripletta di Obama era attesa, ma e’ stata la sua portata a stupire gli osservatori. In Virginia il senatore ha vinto 63-36% (con il 93% dei voti scrutinati). I dati parziali del Maryland indicano una vittoria analoga, mentre nella citta’ di Washington, dove i Clinton sono di casa da anni, e’ stata una valanga per Obama: 76 a 24% (con l’89% dei voti scrutinati).

Altri dati della Virginia, dove le donne e i neri si sono spostati decisamente verso Obama e dove anche gli elettori bianchi della classe media sembrano aver tradito Hillary, offrono una serie di segnali d’allarme per l’ex First Lady. L’elenco di scuse con cui la Clinton ha reagito alle sconfitte dell’ultima settimana va esaurendosi e la strategia di attendere il voto in stati popolosi puo’ essere rischiosa.

La senatrice sapeva che sarebbe stata un’altra serata nera ed e’ andata ad attendere i risultati in Texas, lo stato di George W.Bush da dove spera a marzo di lanciare la rimonta. Ma prima ancora di partire per il West, aveva ricevuto la lettera di dimissioni del numero due della sua campagna, Mike Henry, la cui testa e’ la seconda a cadere dopo quella della manager Patti Solis Doyle. Un altro segnale della crisi in corso dentro lo staff.

A El Paso, dove ha incontrato gli elettori nelle ore in cui chiudevano i seggi sulla costa est, la Clinton ha evitato qualsiasi commento sul voto appena concluso, concentrandosi su quelli in arrivo.

REPUBBLICANI: TRIPLA VITTORIA PER MCCAIN - Il senatore John McCain si e’ avvicinato ulteriormente martedi’ notte alla candidatura repubblicana vincendo in modo netto le primarie in Maryland e nel Distretto di Columbia (dove si trova la capitale Washington) e imponendosi anche, ma in modo piu’ sofferto, in Virginia dopo una lotta testa a testa col suo rivale Mike Huckabee.

Con le tre vittorie McCain si e’ portato oltre gli 800 delegati ma per avere la certezza matematica della nomination repubblicana dovra’ raggiungere quota 1.191.

L’ex-predicatore Huckabee, pur deluso per una serata senza successi , ha detto che intende restare nella battaglia finche’ l’avversario non avra’ raggiunto la quota delegati vincente.

’’Ognuno ha diritto a votare - ha detto - Tutti devono avere la possibilita’ di effettuare una scelta. Molti stati devono ancora votare e molti delegati sono ancora in palio’’.

La difficolta’ del successo di McCain in Virginia, dove ha ottenuto solo il 50 per cento dei voti repubblicani, contro il 41 per cento per Huckabee ha confermato che i conservatori del suo partito preferiscono appoggiare il suo rivale perche’ non amano alcune delle sue scelte politiche (come quelle sulla riforma delle norme sulla immigrazione).

Nelle settimane passate Huckabee aveva vinto una serie di elezioni sfruttando la sua forza nel sud, tra i conservatori e tra gli attivisti religiosi.

Il senatore McCain, considerando ormai vinta la battaglia per la nomination, ha cercato negli ultimi giorni di ricucire l’unita’ nel partito repubblicano ottenendo il sostegno del presidente George W. Bush.

I rapporti personali tra i due hanno lasciato a desiderare in diverse occasioni in passato ma tutto e’ stato dimenticato adesso per la causa cxomiune di vincere le elezioni e lasciare il partito repubblicano alla Casa Bianca.

McCain ha detto martedi’ sera , dopo la triplice vittoria, che intende ’’cercare la presenza con umilta’’’. Strappando lo slogan ad uno dei suoi avversari democratici, Barack Obama, l’eroe del Vietnam ha detto, con una allusione ai suoi lunghi anni di prigionia in mano ai vietcong, che ’’la speranza e’ un bene prezioso: penso di saperne qualcosa’’. McCain ha chiuso il suo discorso di vittoria con un altro slogan di Obama: ’’Sono pieno di entusiasmo e pronto all’azione’’.


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