Domani a Galatina i funerali del funzionario dell’Aise ucciso dai talebani
I testimoni afgani: "Un uomo coraggioso, ha salvato quattro italiani prima di essere assassinato"
Rientrata a Roma da Kabul
la salma dell’agente segreto Colazzo *
ROMA - E’ atterrato all’aeroporto di Ciampino l’aereo con a bordo la salma del funzionario dell’Aise Pietro Antonio Colazzo. Espletate le formalità di rito, una camera ardente sarà allestita presso l’ospedale militare del celio dalle 15 alle 18. Il feretro raggiungerà quindi Galatina, città di origine di Colazzo, dove domani in Duomo si terrà la cerimonia funebre. Sull’aereo militare, che era partito ieri dalla capitale afgana, anche la salma del regista francese Severin Blanchet, rimasto vittima dell’attentato. Il feretro non sarà fatto scendere e proseguirà per la Francia.
Ad accogliere la salma di Colazzo, naturalmente, i familiari, in particolare la sorella Stefania, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, che ha la delega per i servizi, Massimo D’Alema, presidente del Copasir (il comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), i vertici dei servizi, in primo luogo il generale Adriano Santini, capo dell’Aise (l’Agenzia informazioni sicurezza esterna). Presenti anche i vertici delle forze armate e di polizia. Sulla pista un picchetto interforze, che ha reso omaggio alla salma.
Colazzo è rimasto vittima di un attacco suicida sferrato dai talebani venerdì mattina nella capitale afgana Kabul, facendo 17 morti. Secondo il portavoce del ministero dell’Interno afgano Zemeri Bashary, tre kamikaze hanno partecipato all’attacco, anche se il portavoce dei talebani Zabiullah Mujahid nella sua rivendicazione ha parlato di cinque attentatori suicidi.
Colazzo era un agente dei servizi segreti italiani dell’Aise, l’agenzia informazioni e sicurezza esterna. Parlavo perfettamente il dari, la lingua locale, e prima di arrivare in Afghanistan dove ricopriva di fatto il ruolo di capo missione, era stato in Oman. Secondo quanto emerso dalle prime ricostruzioni dell’attentato, il funzionario dei servizi segreti italiani si trovava nella hall del Residence Park. Stando alle dichiarazioni del capo della polizia afgana, il generale Abdul Rahman, Colazzo sarebbe stato ucciso da alcuni colpi d’arma da fuoco mentre era al telefono con la polizia locale per informarla sulla posizione dei combattenti islamici. "Era un uomo coraggioso", ha commentato. "Stava fornendo delle informazioni grazie alle quali la polizia ha potuto evacuare sani e salvi altri quattro italiani".
* la Repubblica, 01 marzo 2010