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Per l’ Eu-ropa ...

EUROPA E RUSSIA: LA DEMOCRAZIA ASSOLUTA, IL CONFLITTO D’INTERESSI, E LA CORRUZIONE CHE DIVORA PRESENTE E FUTURO. Putin e la manna sprecata - di Barbara Spinelli.

mercoledì 27 febbraio 2008 di Federico La Sala
[...] Questo modello ha le sue seduzioni: ne vediamo tracce in Italia, in Francia. Abolire il classico conflitto fra destra e sinistra è la felicità nuova promessa agli stanchi della democrazia. Riacquista forza l’ideologia, atavica, del Noi: in Russia uno dei movimenti giovanili di Putin ­ nazionalisti messianici, anche naziskin ­ si chiama Nash, Noi. Non un noi inclusivo ma esclusivo, xenofobo. Il modello è attraente per le élite, anche in Europa. Xenofobia, identità governanti-governati, (...)

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> EUROPA E RUSSIA: LA DEMOCRAZIA ASSOLUTA, IL CONFLITTO D’INTERESSI, E LA CORRUZIONE CHE DIVORA PRESENTE E FUTURO. ---- RUSSIA: OSSERVATORI ’BOCCIANO’ VOTO (Ansa).

lunedì 3 marzo 2008

Ansa» 2008-03-03 10:46

RUSSIA: OSSERVATORI ’BOCCIANO’ VOTO

MOSCA - "I risultati delle elezioni presidenziali russe riflettono la volontà degli elettori ma il potenziale democratico non è stato realizzato pienamente": è il giudizio di Andreas Gross, capo della missione di osservatori dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (Apce), l’unica missione occidentale. Il voto, a suo avviso, ha avuto un carattere plebiscitario. Lo riferisce l’agenzia Itar-Tass.

E’ stato una sorta di plebiscito sulla politica degli ultimo otto anni, ha aggiunto Gross. "Nel corso delle elezioni abbiamo osservato i limiti registrati anche alle legislative del 2007", ha spiegato. Limiti, ha proseguito, "notati anche dal gruppo pre-elettorale degli osservatori dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’ Europa, ma i dirigenti russi non hanno tenuto presente alcuna delle nostre preoccupazioni nel corso della preparazione delle presidenziali". In particolare, secondo Gross, "non hanno voluto tener presente la preoccupazioni riguardante la registrazione dei candidati, che mette in dubbio la libertà di queste elezioni. Tra l’altro non hanno migliorato l’approccio dei candidati ai mass media, il che li ha messi in posizione non paritaria". La delegazione dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’ Europa si è rammaricata che alle elezioni non sono stati presenti i suoi partner tradizionali, ossia gli osservatori dell’Odihr, l’ufficio preposto al monitoraggio elettorale dell’organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), che hanno rinunciato alla missione per le restrizioni poste dalle autorità russe. "La qualità dell’osservazione dipende dall’analisi e dall’informazione che presenta tale ufficio", ha sottolineato Gross.

APPELLO OSSERVATORI A MEDVEDEV PER DEMOCRAZIA

MOSCA - La delegazione di osservatori dell’ assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha lanciato oggi in una conferenza stampa a Mosca un appello al nuovo presidente russo Dmitri Medvedev perché "manifesti come primo passo una sufficiente fiducia verso il proprio Paese e la democrazia, in modo che in futuro possa garantire una rappresentanza degli osservatori ufficiali più ampia e con una permanenza più lunga". Parlando a nome della delegazione, il capo missione Andrea Gross ha indicato anche le correzioni legislative auspicabili in Russia: "perfezionare la legge elettorale che riguarda il finanziamento della campagna elettorale per garantire più trasparenza del processo di voto, rendere più facile l’iter di registrazione dei candidati indipendenti (quelli di partiti non rappresentanti in Parlamento, costretti a raccogliere due milioni di firme, ndr), creare una televisione indipendente pubblica, come già proposto dopo le elezioni presidenziali del 2004 e quelle legislative del 2007". Secondo Gross, è necessario rivedere anche le modalità di partecipazione al voto delle persone che occupano posti di primo piano nella vita politico-istituzionale del Paese. Nel ribadire che in queste presidenziali la Russia non ha usato tutto il suo potenziale democratico, la delegazione ha precisato "che i risultati delle elezioni non sarebbero cambiati se nel corso del voto fossero state tenute presenti tutte le nostre raccomandazioni"

PLEBISCITO PER MEDVEDEV

MOSCA - Come era largamente nelle previsioni il ’delfino’ di Vladimir Putin, Dmitri Medvedev, ha trionfato nelle elezioni presidenziali di ieri in Russia, ponendosi come il naturale sostituto del presidente uscente del quale, ha subito sottolineato, intende proseguire il corso politico. Dopo lo spoglio del 70,6% delle schede, a Medvedev era andato oltre il 70% delle preferenze, una percentuale molto vicina al 71,3% con il quale Putin era stato riconfermato al Cremlino nel 2004.

Al secondo posto sembra consolidarsi il leader comunista Ghennadi Ziuganov, che si aggiudica il 17,77%, seguito dal candidato ultranazionalista, l’eccentrico Vladimir Zhirinovski con il 9,27%. Quarto, distanziato di molto, l’altro candidato semisconosciuto Andrei Bogdanov, al quale è andato finora solo l’1,29% delle preferenze. Sembra confermata anche la alta affluenza alle urne, che la commissione elettorale prevede intorno al 67%, contro il 64,4% delle presidenziali di quattro anni fa. L’opposizione tuttavia solleva forti dubbi su quella e altre cifre, fioccano le denunce di brogli e si annunciano ricorsi. Al di là dell’effettiva affluenza (in alcune zone come la Cecenia troppo alta per essere verosimile), la percentuale di consensi attribuiti a Medvedev appare credibile, dato il relativo peso politico dei soli rivali ammessi. Zhirinovski aveva in un primo tempo annunciato ricorso contro i risultati, ma ha subito dopo detto di voler rinunciare, affermando di non essere in grado di dimostrare i probabili brogli. Ziuganov invece ha confermato il ricorso in tribunale, sostenendo che il dato reale dei suoi consensi è "almeno del 30%" e che il suo partito ha raccolto un dossier su 200 casi di irregolarità.

Bogdanov invece ha incassato il flop con grazia, definendo "corretto" il voto. Quanto all’opposizione democratica, non è stata messa in condizione di produrre neanche una candidatura: all’ex campione mondiale di scacchi Garry Kasparov è stato in pratica impedito di creare un suo gruppo di iniziativa; l’ex premier liberale Mikhail Kasianov si è visto respingere come false le firme a suo sostegno; il leader dell’Unione delle forze di destra Boris Nemtsov ha rinunciato invitando al boicottaggio dopo che il candidato da lui indicato, lo scrittore dissidente Vladimir Bukovski, era stato bocciato dalla Corte costituzionale per un problema di doppio passaporto. Kasparov ieri era stato bloccato da una ventina di agenti mentre tentava di raggiungere la Piazza Rossa con in mano una busta di plastica su cui era scritto "non partecipo a questa farsa". Medvedev, che al momento del voto aveva spiegato l’evidente buonumore col fatto di "sentire la primavera nell’aria", potrà iniziare il 7 maggio, dopo il periodo previsto per il passaggio delle consegne, la sua stagione di numero uno del Cremlino. Con Putin come premier: il successo del neo-presidente è dovuto essenzialmente al ticket creato col predecessore, che ha accettato di guidare il nuovo governo. Se Vladimir manterrà la parola - c’é chi pensa che l’annuncio sia stato solo un espediente per blindare il successo del ’delfino’ -si assisterà nei prossimi mesi a una delicata coreografia fra i due sodali. L’attuale presidente, stando al tam-tam dei corridoi del Cremlino, avrebbe già detto che non terrà foto del suo pupillo appese sopra la scrivania. Medvedev comunque, parlando coi giornalisti a Mosca nella tarda serata di ieri, ha sottolineato la sua intenzione di continuare il corso politico di Putin, anche se - ha rilevato - spetta al presidente, e quindi a lui, la definizione della politica estera. "Penso che vi sarà una diretta continuazione della politica portata avanti al presidente Putin", ha detto Medvedev, che ha assistito insieme a Putin a un concerto rock organizzato dai fedelissimi del Cremlino a ridosso della Piazza Rossa per festeggiare la vittoria. "Noi abbiamo fiducia l’uno nell’altro e questa è probabilmente la cosa più importanté, ha aggiunto il futuro presidente riferendosi ai suoi rapporti con Putin. Medvedev ha tenuto a rilevare che è il presidente, "in virtù della costituzione, a determinare la politica estera". Tema principale della sua politica internazionale ha osservato, sarà la difesa degli interessi russi con tutti i mezzi legali.

L’immagine di Dmitri Medvedev e di Vladimir Putin l’uno accanto all’altro al concerto rock sulla Piazza Rossa ha simboleggiato al meglio il passaggio di poteri indolore e la continuità nella politica del Cremlino, diretta a ridare alla Russia il suo posto di grande potenza che aveva perso dopo la caduta del comunismo e gli anni della presidenza di Boris Ieltsin. Una politica, quella del tandem Medvedev-Putin, che punta a restituire al paese più grande del mondo una posizione di punta nella politica internazionale, facendone una autentica potenza economica e diplomatica.


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