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Terra, Terra .... "olimpicamente"!!!

TIBET E CINA. Lhasa in fiamme, numerose persone morte negli scontri. L’esercito assedia i monasteri. Il Dalai Lama esprime la sua preoccupazione e denuncia: "E’ in atto un genocidio culturale" - a cura di pfls

NEPAL CHIUDE EVEREST PER PASSAGGIO FIAMMA OLIMPICA
domenica 16 marzo 2008 di Maria Paola Falchinelli
[Tibet, il governo in esilio
"Ci sono almeno 80 morti"
Ancora tensione a Lhasa,
nuovi scontri nel Sichuan dove
migliaia di monaci si confrontano
con le forze di
sicurezza cinesi
11:12 A Lhasa caccia ai rivoltosi, casa per casa, e 200 veicoli militari
In attesa della scadenza dell’ultimatum di Pechino perchè i rivoltosi si consegnino senza condizioni, la polizia cinese sta setacciando tutte le case di una zona di Lhasa, nei pressi del Potala Palace, dove il Dalai Lama ha vissuto (...)

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> TIBET E CINA. Lhasa in fiamme, numerose persone morte negli scontri. --- L’Europa fa fronte comune contro il regime comunista di Pechino, e si appella alla Cina, perchè affronti con moderazione la repressione della rivolta dei monaci tibetani, che nelle ultime ore ha raggiunto toni più gravi.

sabato 15 marzo 2008

LA PROTESTA CONTRO IL GOVERNO DI HU JINTAO

.L’Ue si appella alla Cina ."Rispettate i diritti dei tibetani"

I Ventisette chiedono a Pechino di affrontare con moderazione la repressione della rivolta in Tibet, e di rilasciare gli arrestati. La Francia "no al boicottaggio delle Olimpiadi"

L’Europa fa fronte comune contro il regime comunista di Pechino, e si appella alla Cina, perchè affronti con moderazione la repressione della rivolta dei monaci tibetani, che nelle ultime ore ha raggiunto toni più gravi.

I capi di Stato e di Governo dei Ventisette riuniti oggi a Bruxelles per il consueto vertice europeo di primavera hanno approvato un testo di risoluzione messo a punto dalla presidenza di turno slovena, che chiede a Pechino il rilascio delle persone arrestate e, soprattutto, il rispetto dei diritti umani. «Gli ultimi sviluppi in Tibet preoccupano molto l’Italia e l’Unione europea» ha dichiarato il ministro degli esteri Massimo D’Alema, che ha poi voluto sottolineare la distanza di questi episodi con le proteste avvenute in Birmania lo scorso anno.

Gli ha fatto eco il collega francese Bernard Kouchner, che ha precisato che «la condanna è forte, poichè proviene dal Consiglio europeo nel suo insieme e dai 27 Paesi membri». Nel testo i Ventisette chiedono alla Cina di porre fine alla repressione, di avere rispetto dei diritti dei tibetani e delle loro tradizioni, ma non fanno alcun riferimento ai giochi olimpici che si svolgeranno la prossima estate. Nei prossimi giorni, ha spiegato il premier sloveno Janez Jansa (nella foto), la presidenza di turno dell’Ue chiederà alla Cina di «prendere in conssiderazione la situazione in Tibet dal punto di vista dei diritti umani» e inviterà le autorità cinesi al dialogo con la comunità tibetana».

Anche di fronte all’infiammarsi delle proteste nella capitale tibetana, Kouchner ha escluso la possibilità di boicottare i giochi olimpici di Pechino: «la Francia è contraria» ha ribattuto a chiare lettere. Ma a Bruxelles c’è chi inizia a credere che un blocco possa essere «l’unica soluzione possibile» a porre un freno agli episodi di violenza e ai comportamenti non democratici del governo di Hu Jintao. «Non possiamo più accettare episodi che evidenziano l’assoluta indifferenza a qualsiasi forma di dialogo del regime comunista» ha dichiarato in serata il vicepresidente del Parlamento europeo Mario Mauro (Pdl), che, nell’unirsi all’appello del Dalai Lama - «stop all’uso della violenza» - ha definito «sconsiderata e antidemocratica» la reazione delle autorità cinesi.

* La Stampa, 14/3/2008


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