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Terra, Terra .... "olimpicamente"!!!

TIBET E CINA. Lhasa in fiamme, numerose persone morte negli scontri. L’esercito assedia i monasteri. Il Dalai Lama esprime la sua preoccupazione e denuncia: "E’ in atto un genocidio culturale" - a cura di pfls

NEPAL CHIUDE EVEREST PER PASSAGGIO FIAMMA OLIMPICA
domenica 16 marzo 2008 di Maria Paola Falchinelli
[Tibet, il governo in esilio
"Ci sono almeno 80 morti"
Ancora tensione a Lhasa,
nuovi scontri nel Sichuan dove
migliaia di monaci si confrontano
con le forze di
sicurezza cinesi
11:12 A Lhasa caccia ai rivoltosi, casa per casa, e 200 veicoli militari
In attesa della scadenza dell’ultimatum di Pechino perchè i rivoltosi si consegnino senza condizioni, la polizia cinese sta setacciando tutte le case di una zona di Lhasa, nei pressi del Potala Palace, dove il Dalai Lama ha vissuto (...)

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> TIBET E CINA. Lhasa in fiamme, numerose persone morte negli scontri. ---- NEW DELHI - Il Dalai Lama, in esilio in India, ha lanciato oggi un nuovo appello per riavviare il dialogo con la Cina (Ansa).

venerdì 28 marzo 2008

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Ansa» 2008-03-28 14:56

DALAI LAMA NUOVO APPELLO ALLA CINA PER DIALOGO

NEW DELHI - Il Dalai Lama, in esilio in India, ha lanciato oggi un nuovo appello per riavviare il dialogo con la Cina.

Alcuni diplomatici stranieri a Pechino sono partiti oggi per Lhasa, la capitale del Tibet, per un viaggio di due giorni organizzato dal governo cinese. Lo si apprende da fonti diplomatiche. I rappresentanti di Stati Uniti, Gran Bretagna. Francia, Australia e Italia figurano tra le persone invitate a compiere un viaggio simile a quello compiuto ieri da un gruppo di giornalisti stranieri. "Sono già partiti e saranno di ritorno domani notte" ha precisato un portavoce dell’ambasciata italiana. A Washington, il portavoce del dipartimento di Stato Sean McCormack ha apprezzato il gesto anche se lo giudica insufficiente.

BOICOTTAGGIO DIVIDE MINISTRI UE

Il possibile boicottaggio della cerimonia di apertura delle Olimpiadi cinesi, in segno di protesta contro la repressione esercitata dalla Cina in Tibet, sarà preso in esame dai ministri degli esteri della Ue che oggi e domani si riuniscono informalmente a Brdo (Slovenia). I 27 sono divisi sul boicottaggio. La Francia, con il presidente Nicolas Sarkozy, guida il drappello dei Paesi più determinati a lanciare un forte segnale alle autorità cinesi per il rispetto dei diritti umani e un maggior dialogo con il Tibet.

Il ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner presenterà ai colleghi il testo di una dichiarazione che dovrebbe essere adottata collegialmente entro domani. Improbabile però che passi la linea più dura. "Non credo che questo sia il momento giusto" per parlare del boicottaggio della cerimonia di apertura dei Giochi olimpici, ha frenato il ministro tedesco Frank-Walter Steinmeier, parlando con i giornalisti al suo arrivo a Brdo. "Un boicottaggio non è di aiuto né alla Cina né alle associazioni sportive".

Steinmeier ha riferito che né lui, né il cancelliere e neppure il ministro degli Interni Schauble (che é anche titolare per lo sport) hanno previsto "in ogni caso" di andare a Pechino l’8 di agosto. "Non possiamo cancellare un appuntamento che non abbiamo neppure previsto", ha detto. Per il ministro tedesco, è comunque impossibile pretendere che le Olimpiadi siano ospitate solo dai "Paesi buoni. Al contrario - ha affermato - devono potere essere fatte dappertutto". Per Steinmeier, i Giochi olimpici costituiscono una buona occasione per contribuire all’apertura e alla trasparenza dei Paesi. A fianco della Francia, si sono però già espressi diversi altri esponenti europei. Il presidente della Repubblica ceca Vaclav Klaus ha annunciato che diserterà la cerimonia di apertura dei Giochi e lo stesso hanno fatto il premier polacco Donald Tusk, e il presidente dell’Estonia Toomas Hendrik Ilves. Sul fronte contrario, i ministri esteri di Danimarca e Cipro che hanno dichiarato che si opporranno all’ipotesi del boicottaggio della cerimonia dell’8 agosto.

"La questione dei giochi olimpici dovrebbe restare fuori dalla politica. Sono due questioni separate", ha motivato il ministro cipriota Markos Kyprianou. Un invito alla cautela è giunto dall’Austria. "E’ importante non limitare la questione del rispetto dei diritti dell’uomo in Cina e in Tibet esclusivamente alla presenza alla cerimonia di apertura dei giochi olimpici", ha detto il ministro austriaco Ursula Plassnik, parlando alla radio nazionale. Plassnik si è augurata una posizione unanime tra i 27 per inviare a Pechino un messaggio "di fermezza e pazienza" in grado di persuadere la Cina di riprendere il dialogo con il Dalai Lama, "simbolo di una politica non violenta". Da parte sua, il ministro degli Esteri Massimo D’Alema (che non partecipa ai lavori della riunione di Brdo, da Napoli ha affermato che "le iniziative per il Tibet sono efficaci se discusse a livello europeo, non se c’é una rincorsa di singole dichiarazioni che rischiano soltanto di creare confusione. Oltre al Tibet e alle ricadute sulle Olimpiadi, i ministri esamineranno la situazione nei Balcani, gli ultimi sviluppi in Medio Oriente e le relazioni dell’Unione europea con la Russia, in vista del vertice bilaterale del prossimo giugno, il primo con la presidenza di Dmitry Medvedev.


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