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Terra, Terra .... "olimpicamente"!!!

TIBET E CINA. Lhasa in fiamme, numerose persone morte negli scontri. L’esercito assedia i monasteri. Il Dalai Lama esprime la sua preoccupazione e denuncia: "E’ in atto un genocidio culturale" - a cura di pfls

NEPAL CHIUDE EVEREST PER PASSAGGIO FIAMMA OLIMPICA
domenica 16 marzo 2008 di Maria Paola Falchinelli
[Tibet, il governo in esilio
"Ci sono almeno 80 morti"
Ancora tensione a Lhasa,
nuovi scontri nel Sichuan dove
migliaia di monaci si confrontano
con le forze di
sicurezza cinesi
11:12 A Lhasa caccia ai rivoltosi, casa per casa, e 200 veicoli militari
In attesa della scadenza dell’ultimatum di Pechino perchè i rivoltosi si consegnino senza condizioni, la polizia cinese sta setacciando tutte le case di una zona di Lhasa, nei pressi del Potala Palace, dove il Dalai Lama ha vissuto (...)

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> TIBET E CINA. Lhasa in fiamme, numerose persone morte negli scontri. --- Un nuovo accorato appello rivolto alla comunità internazionale è stato lanciato oggi dal Dalai Lama a New Delhi. "Per favore", ha detto il capo spirituale, "aiutate" i tibetani a risolvere la crisi nella regione, aggravatasi dopo la violenta repressione delle proteste contro la Cina

sabato 29 marzo 2008

Il capo spirituale a New Delhi ha chiesto aiuto alla comunità internazionale Pechino offre risarcimenti alle vittime delle violenze a Lhasa Appello del Dalai Lama al mondo: "Per favore, aiutate i tibetani"

NEW DELHI - Un nuovo accorato appello rivolto alla comunità internazionale è stato lanciato oggi dal Dalai Lama a New Delhi. "Per favore", ha detto il capo spirituale, "aiutate" i tibetani a risolvere la crisi nella regione, aggravatasi dopo la violenta repressione delle proteste contro la Cina.

"Non abbiamo altro in nostro potere che giustizia, verità, sincerità. Questo è il motivo per cui chiedo alla comunità internazionale, per favore, aiutateci", ha detto il leader dei tibetani in esilio, oggi a New Delhi, per un incontro di meditazione. "Sono qui inerme, posso solo pregare", ha aggiunto il Dalai Lama che poco prima si era recato a rendere omaggio sul luogo in cui furono cremate le spoglie del Mahatma Gandhi e aveva pregato per le vittime della rivolta in Tibet, insieme agli altri leader delle religioni indiane (musulmani, indù, sikh e jain).

Successivamente, incontrando i giornalisti in una conferenza stampa, il Dalai Lama ha ripetuto di volere aprire un canale di dialogo con le autorità cinesi: "siamo pronti, e in attesa", ha detto.

Intanto, secondo quanto scrive Nuova Cina, Pechino ha offerto di pagare risarcimenti alle famiglie dei civili che sono morti nelle violenze dei giorni scorsi nel capoluogo tibetano Lhasa e cure mediche gratuite per i feriti. Le famiglie dei morti nei disordini tibetani - che le autorità di Pechino li quantifica ufficialmente in 18 mentre per il governo in esilio del Dalai Lama sono almeno 140 - riceveranno ciascuna 200.000 yuan (poco più di 18.000 euro), dice Nuova Cina citando il governo regionale del Tibet. "Le misure sono finalizzate ad aiutare la gente a ricostruire le loro case e i loro negozi danneggiati nei disordini o a costruirne di nuovi", si legge nell’annuncio.

La Cina ha dato la colpa degli incidenti a quella che ha definito la "cricca" separatista del Dalai Lama. Quest’ultimo ieri, nell’offrire dialogo al governo cinese, ha criticato Pechino per aver diffuso sui media di stato "menzogne e immagini distorte", mostrando, dice, solo i cinesi attaccati dalla violenza dei tibetani.

* la Repubblica, 29 marzo 2008.


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