Lhasa di nuovo aperta ai turisti dal primo maggio
Dalai Lama: ’’Fate pressioni per la fine delle violenze’’
Sul web l’appello della massima autorità religiosa tibetana a leader di governo, parlamentari, Ong e gente comune. Gruppo di esiliati: ’’Assurdo parlare di squadre suicide, è un’accusa inventata dalla propaganda cinese. Soldati si sono vestiti come monaci e temiamo che possano farlo anche per compiere attentati’’. Oltre mille manifestanti verranno processati entro fine mese
Il Dalai Lama ricorda quindi che la repressione militare è in corso non solo in Tibet, ma anche nelle aree tradizionalmente tibetane che ora fanno parte delle regioni cinesi Qinghai, Gansu, Sichuan e Yunnan, dove vivono milioni di tibetani. "Secondo fonti affidabili - dice - le autorità cinesi hanno dispiegato grandi contingenti di truppe in queste regioni".
Il numero due del partito comunista in Tibet, Wang Xiangming, ha annunciato che oltre mille partecipanti alle proteste anticinesi a Lhasa verranno portati in tribunale entro la fine del mese. Wang ha affermato che oltre 800 "criminali" sono stati arrestati dalle autorità cinesi in Tibet e più di 280 si sono consegnati alla polizia. Il loro processo, ha aggiunto, si svolgerà prima del primo maggio. Il numero due del partito comunista tibetano ha poi assicurato che i disordini del 14 marzo a Lhasa "non si ripeteranno più".
Secondo le autorità di Pechino, negli incidenti del marzo scorso sarebbero morte 19 persone, mentre fonti del governo tibetano in esilio hanno denunciato circa 140 morti.
Quanto alle accuse di terrorismo, Tsering Choedup, coordinatore per l’Asia del sud di ’International Tibet Support Network’, ad AsiaNews ha affermato che ’’è assurdo dire che ci sono ’squadre tibetane suicide’ pronte a fare attentati contro le Olimpiadi. E’ un altro tentativo della Cina di farci passare per estremisti e terroristi’’. All’accusa di Wu Heping, portavoce del ministero cinese della Pubblica sicurezza, di ’’avere organizzato squadre suicide per lanciare attentati violenti", Choedup risponde che è stata ’’inventata dalla propaganda cinese’’ ed è ’’del tutto priva di fondamento e assurda’’.
’’E’ invece nota l’enfasi dei tibetani per la non violenza - ricorda Choedup - Gli esuli tibetani sono al 100% seguaci della non violenza. La propaganda cinese persegue questa strategia dalla prima pacifica marcia il 10 marzo. Da allora ci accusano di violenze del tutto slegate alle proteste pacifiche. Dal 10 marzo in modo sfacciato descrivono i tibetani come violenti e distruttivi, ora parlano al mondo del ’terrorismo tibetano’’’.
Si sappia, dice Choedup, ’’che alcune centinaia di soldati si sono vestiti come monaci’’ e lo confermano anche testimoni oculari che hanno ’’visto soldati e agenti di sicurezza cinesi cambiarsi con vestiti da monaci e incitare la folla. Dopo le accuse di Wu Heping - aggiunge - temiamo che cinesi possano vestirsi da tibetani e fare attentati’’.
Intanto si apprende che i turisti stranieri potranno tornare a Lhasa dal primo maggio, dopo il divieto di ingresso deciso a seguito degli scontri violenti delle settimane scorse. Ne hanno dato notizia fonti locali, precisando che nel capoluogo tibetano potranno tornare anche i turisti cinesi.
A tutte le agenzie di viaggio sarà permesso di organizzare tour e "anche i visitatori indipendenti saranno i benvenuti", ha detto all’agenzia di stampa Xinhua Zhanor, vice direttore dell’Ufficio del turismo tibetano. L’annuncio segue la promessa fatta nei giorni scorsi dal segretario regionale del Partito comunista di Lhasa, Zhang Qingli, secondo cui "la normalità dell’ordine sociale" sarebbe stata ripristinata in tempo per la stagione turistica, che in Tibet ha il suo picco a maggio.