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Terra, Terra .... "olimpicamente"!!!

TIBET E CINA. Lhasa in fiamme, numerose persone morte negli scontri. L’esercito assedia i monasteri. Il Dalai Lama esprime la sua preoccupazione e denuncia: "E’ in atto un genocidio culturale" - a cura di pfls

NEPAL CHIUDE EVEREST PER PASSAGGIO FIAMMA OLIMPICA
domenica 16 marzo 2008 di Maria Paola Falchinelli
[Tibet, il governo in esilio
"Ci sono almeno 80 morti"
Ancora tensione a Lhasa,
nuovi scontri nel Sichuan dove
migliaia di monaci si confrontano
con le forze di
sicurezza cinesi
11:12 A Lhasa caccia ai rivoltosi, casa per casa, e 200 veicoli militari
In attesa della scadenza dell’ultimatum di Pechino perchè i rivoltosi si consegnino senza condizioni, la polizia cinese sta setacciando tutte le case di una zona di Lhasa, nei pressi del Potala Palace, dove il Dalai Lama ha vissuto (...)

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> TIBET E CINA. ---- Dalai Lama: ’’Fate pressioni per la fine delle violenze’’. Sul web l’appello della massima autorità religiosa tibetana a leader di governo, parlamentari, Ong e gente comune. Gruppo di esiliati: ’’Assurdo parlare di squadre suicide, è un’accusa inventata dalla propaganda cinese. Soldati si sono vestiti come monaci e temiamo che possano farlo anche per compiere attentati’’. Oltre mille manifestanti verranno processati entro fine mese

giovedì 3 aprile 2008

Lhasa di nuovo aperta ai turisti dal primo maggio

Dalai Lama: ’’Fate pressioni per la fine delle violenze’’

Sul web l’appello della massima autorità religiosa tibetana a leader di governo, parlamentari, Ong e gente comune. Gruppo di esiliati: ’’Assurdo parlare di squadre suicide, è un’accusa inventata dalla propaganda cinese. Soldati si sono vestiti come monaci e temiamo che possano farlo anche per compiere attentati’’. Oltre mille manifestanti verranno processati entro fine mese

Pechino, 3 apr. (Adnkronos/Ign) - Il Dalai Lama chiede alla comunità internazionale di continuare a esercitare pressioni per far cessare la violenta repressione dei militari cinesi in Tibet. Sul suo sito web la massima autorità religiosa tibetana esorta i leader di governo, parlamentari, Ong e la gente comune a sostenere la richiesta di una fine immediata delle violenze, della liberazione di tutti i detenuti e di assistenza medica per i feriti negli scontri.

Il Dalai Lama ricorda quindi che la repressione militare è in corso non solo in Tibet, ma anche nelle aree tradizionalmente tibetane che ora fanno parte delle regioni cinesi Qinghai, Gansu, Sichuan e Yunnan, dove vivono milioni di tibetani. "Secondo fonti affidabili - dice - le autorità cinesi hanno dispiegato grandi contingenti di truppe in queste regioni".

Il numero due del partito comunista in Tibet, Wang Xiangming, ha annunciato che oltre mille partecipanti alle proteste anticinesi a Lhasa verranno portati in tribunale entro la fine del mese. Wang ha affermato che oltre 800 "criminali" sono stati arrestati dalle autorità cinesi in Tibet e più di 280 si sono consegnati alla polizia. Il loro processo, ha aggiunto, si svolgerà prima del primo maggio. Il numero due del partito comunista tibetano ha poi assicurato che i disordini del 14 marzo a Lhasa "non si ripeteranno più".

Secondo le autorità di Pechino, negli incidenti del marzo scorso sarebbero morte 19 persone, mentre fonti del governo tibetano in esilio hanno denunciato circa 140 morti.

Quanto alle accuse di terrorismo, Tsering Choedup, coordinatore per l’Asia del sud di ’International Tibet Support Network’, ad AsiaNews ha affermato che ’’è assurdo dire che ci sono ’squadre tibetane suicide’ pronte a fare attentati contro le Olimpiadi. E’ un altro tentativo della Cina di farci passare per estremisti e terroristi’’. All’accusa di Wu Heping, portavoce del ministero cinese della Pubblica sicurezza, di ’’avere organizzato squadre suicide per lanciare attentati violenti", Choedup risponde che è stata ’’inventata dalla propaganda cinese’’ ed è ’’del tutto priva di fondamento e assurda’’.

’’E’ invece nota l’enfasi dei tibetani per la non violenza - ricorda Choedup - Gli esuli tibetani sono al 100% seguaci della non violenza. La propaganda cinese persegue questa strategia dalla prima pacifica marcia il 10 marzo. Da allora ci accusano di violenze del tutto slegate alle proteste pacifiche. Dal 10 marzo in modo sfacciato descrivono i tibetani come violenti e distruttivi, ora parlano al mondo del ’terrorismo tibetano’’’.

Si sappia, dice Choedup, ’’che alcune centinaia di soldati si sono vestiti come monaci’’ e lo confermano anche testimoni oculari che hanno ’’visto soldati e agenti di sicurezza cinesi cambiarsi con vestiti da monaci e incitare la folla. Dopo le accuse di Wu Heping - aggiunge - temiamo che cinesi possano vestirsi da tibetani e fare attentati’’.

Intanto si apprende che i turisti stranieri potranno tornare a Lhasa dal primo maggio, dopo il divieto di ingresso deciso a seguito degli scontri violenti delle settimane scorse. Ne hanno dato notizia fonti locali, precisando che nel capoluogo tibetano potranno tornare anche i turisti cinesi.

A tutte le agenzie di viaggio sarà permesso di organizzare tour e "anche i visitatori indipendenti saranno i benvenuti", ha detto all’agenzia di stampa Xinhua Zhanor, vice direttore dell’Ufficio del turismo tibetano. L’annuncio segue la promessa fatta nei giorni scorsi dal segretario regionale del Partito comunista di Lhasa, Zhang Qingli, secondo cui "la normalità dell’ordine sociale" sarebbe stata ripristinata in tempo per la stagione turistica, che in Tibet ha il suo picco a maggio.


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