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Eu-ropa. Italia....

LA ROSA BIANCA E’ LA ROSA BIANCA. IL RESTO E’ SOLO INDECENZA MORALE E POLITICA, E CONNIVENZA!!! Un articolo di Maurizio Chierici - a cura di Federico La Sala

giovedì 20 marzo 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] Vorrei ricordare che la denuncia di Grazia Villa, presidente dell’Associazione Rosa Bianca, distribuita alle agenzie cinque giorni fa, è stata raccolta dal un solo giornale: pagine di Como del Corriere della Sera. Nessun accenno nell’edizione che gira l’Italia. Gli altri, silenzio. Imbarazzati anche gli studiosi della vera Rosa Bianca. Come spiegarlo alla vecchia signora Aneliese Knoop Graft, sorella di Willy, uno dei cinque ragazzi ghigliottinati? Giovanissima ha sofferto la (...)

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> LA ROSA BIANCA E’ LA ROSA BIANCA. ----- A scuola dalla Rosa bianca contro l’antipolitica, sulle montagne trentine della Val di Sole, a Terzolas (di Tobia Morandi).

lunedì 5 settembre 2011

A scuola dalla Rosa bianca contro l’antipolitica

di Tobia Morandi (Europa, 3 settembre 2011)

Sulle montagne trentine della Val di Sole, a Terzolas, come ormai tradizione, si è svolta la Scuola di formazione politica della Rosa bianca. Con questa suggestiva sigla opera un’associazione liberal di cattolici per l’educazione alla politica e alla democrazia che ha preso nome e ispirazione dal gruppo di studenti antinazisti (Die Weiße Rose) della Baviera che si opposero in modo non violento al regime di Hitler.

Pagarono con la vita la loro scelta coraggiosa derivante da una forte e intensa religiosità. Numerosi gli ospiti e i relatori: tra gli altri, Romano Prodi autore di una brillante relazione su “I sud e le porte del mondo”, David Sassoli, Valerio Onida, padre Verdoscia e Rosy Bindi. In Italia il nome della Rosa bianca è stato fatto conoscere attraverso la testimonianza di alcuni patrioti segnati dalla tragedia nazista, come Vittorio Emanuele Giuntella, padre dell’ispiratore della Rosa bianca italiana Paolo Giuntella, indimendicato scrittore e giornalista.

La Rosa bianca sceglie di diventare una comunità di vita politica, prima ancora che un’associazione, adotta un decalogo di comportamento, propone una piccola regola riassunta nei tre stilemi: povertà di potere, castità di intenti, obbedienza ai bisogni reali dei poveri. Un’animazione segnata da un forte spirito di solidarietà umana, pervasa da autentica sensibilità cristiana e caratterizzata dalla ricerca della giustizia sociale.

Il folto gruppo di giovani partecipanti ha vissuto un’esperienza umana di alto valore per la diffusa e intensa spiritualità che è all’origine di ogni generoso e onesto impegno politico al servizio di istituzioni democratiche realmente orientate alla costruzione di una società aperta e solidale e che sappia ridurre progressivamente il peso delle diseguaglianze e delle ingiustizie presenti e in via di aggravamento, non solo a livello nazionale ma in Europa e in tutto il mondo, con le eccezioni del Brasile e dei paesi scandinavi.

Una concezione alta della politica, sottratta alle miserie dell’individualismo e riaffidata a una dimensione di serietà e compostezza. Una politica nuova che non sia schiava di una ossessiva ricerca del potere, ma che sappia promuovere la pace, l’equità e la giustizia.

La prospettiva dell’unificazione europea resta la chance più interessante per il nostro paese, nella scia delle intuizioni di De Gasperi e del lavoro politico di tanti cattolici democratici italiani ed europei. In effetti, ormai tre generazioni di europei non hanno conosciuto la guerra fratricida intereuropea che tanti lutti e devastazioni ha creato per molte generazioni del passato. La Rosa bianca mira a ristabilire le premesse per la costruzione di una politica moderna espressione di interessi sociali e di speranze di cambiamento. Occorre contrastare con determinazione la deriva dell’antipolitica strumentalmente alimentata da ambienti oligarchici che intendono imporre i propri disegni di potere all’interno della società italiana. Ad esempio, è necessario difendere con molta energia la sanità pubblica, contro i sempre più rozzi tentativi di imporre modelli privatistici e a volte di pseudoconsumismo che renderebbero difficilissimo l’accesso alle cure più costose a larghi strati della popolazione.

Un altro impegno prioritario dovrà essere dedicato alla lotta a evasione ed elusione fiscale. È oggettivamente lontano in Italia un fisco equo dove “astrusi” personaggi a giorni alterni sono impegnati in ruoli contrapposti di super consulenti della grande evasione e poi di ispirati fautori di durissime e spietate lotte contro gli evasori fiscali. È tempo di alzare lo sguardo dal contingente e dalla piccola politica del giorno per giorno e ridare centralità al parlamento e alle assemblee elettive, superando uno sterile presidenzialismo che a tutti i livelli, comunale, regionale, nazionale è sempre più ingombrante ed autoreferenziale. Serve una nuova connessione ideale tra tutte le componenti popolari che operano nel paese, riannodando rapporti di fiducia fra politica e società in senso riformatore e progressista. Occorre coniugare la solidarietà con l’ordine e la sicurezza personale all’interno di una equilibrata convivenza civile.

Pensiamo ai danni culturali e alle regressioni in materia di accoglienza verso gli stranieri ed i migranti prodotti da spregiudicate strumentalizzazioni messe in atto dalla destra. È toccato al coraggio del cardinale Tettamanzi porre fine ad una autentica campagna di odio contro gruppi di rom che rischiava di degenerare in atti gravi e inconsulti. Ancora una volta l’umanesimo cristiano ha trovato le ragioni per difendere valori fondamentali di carattere civile.

Nell’autonomia dei cattolici impegnati in politica il momento chiama a scelte non strumentali nei confronti del magistero della Chiesa come interlocutore ineludibile allo scopo di superare le attuali difficoltà aggravate dalla incapacità operativa del governo Berlusconi, sempre più inadeguato e ormai privo della necessaria autorità morale.

Tobia Morandi


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