La Rosa Bianca in tribunale
di Maurizio Chierici *
La parola d’ordine è: facciamo finta di niente. Politici, giornalisti, conduttori Tv nascondono nel silenzio il mistero buffo di un teatrino prima repubblica. Per favore, non disturbate i rosacroce che rubano voti al Cavaliere. Gente coraggiosa. Quattordici anni dopo hanno spezzato le catene della Cassa della Libertà (cassa, non Casa) sfiniti dall’obbedienza cieca, pronta e assoluta.
Partenze scaglionate, due o tre alla volta per non dare nell’occhio. Appena fuori si sono guardati in faccia: adesso come ci chiamiamo? Per i profughi Publitalia-Finivest non era facile trovare un simbolo non modulato dai persuasori occulti al lavoro nelle cantine dell’impero.
Spot e slogan per vendere biscotti, igiene intima e gaffe programmate a tavolino tanto per distrarre la gente dalla concretezza del domani. La solitudine dei transfughi ispira un logo traballante, non perché fragile, ma perché usurpato. In due mesi la vergogna lo cambia tre volte: Rosa Bianca, Rosa d’Italia, Libertà e Solidarietà, sempre rosa che galleggia nell’azzurro. Fa comodo e la gente non ricorda cosa rappresentava quella Rosa nella Germania del terzo Reich... Poi arriva il Casini respinto. Eccoli rimparentati sotto la vecchia croce Dc. Ma non se la sono sentita di mollare la medaglia che ricorda il martirio di cinque ragazzi tedeschi (decapitati dai nazisti) e del loro professore all’università di Monaco «giustiziato per impiccagione». Idealisti senza compromessi ormai fuori moda. Testimoniano un cristianesimo libero e fedele; resistenza interiore trasformata in azione politica non violenta. Appena sei manifestini di dissenso, ma gli stivali di Hitler non li hanno sopportati.
Troppo facile insistere sulle differenze che dividono il Baccini cresciuto politicamente nella Roma andreottiana (appalti e saccheggi edilizi) all’ombra dello squalo Sardella, per di più intimo di Antonio Gerace, detto «er luparetta»; troppo facile segnalare la lontananza da chi si illudeva che la libertà di coscienza mai dovesse dipendere dalla protezione dei potenti, eppure è doveroso segnalare l’insostenibile leggerezza professionale che ne accompagna la mistificazione.
Giornalisti, politici, analisti, perfino suore e preti siciliani fanno finta di niente. Ascoltano Tabacci che risponde in Tv alla domanda di Gad Ledner: «Ma lei chi rappresenta?» «La Rosa Bianca...», non importa se le furbizie legali hanno suggerito un altro nome da depositare nell’elenco dei partiti associati. La Rosa Bianca del sacrificio degli altri è la patria comoda di altre ambizioni. Rosa Bianca Pezzotta, Rosa Bianca Baccini. Non so se per pigrizia o perché Rosa Bianca è un titolo che suona, due parole da ripetere in un soffio mentre Libertà e Solidarietà fa venire in mente le meline del passato: Bianco Fiore di vecchia memoria. Rosa Bianca per semplificazione nella reprimenda di padre Bartolomeo Sorge quando risponde a Famiglia Cristiana: «l’accordo con Casini ha rovinato la Rosa Bianca e Pezzotta non ha avuto la forza di resistere». Rosa Bianca per necessità di spazio nei corsivi fulminanti di Maria Novella Oppo. Rosa Bianca dell’inesauribile Tabacchi quando parla alla Stampa, Rosa Bianca in ogni Tg, Rosa Bianca fiore dei Televideo. Rosa Bianca for ever dietro la maschera di una legalità molto italiana. Parole libere; il simbolo resta un altro. Chissà la confusione quando si vota.
Ma è successo qualcosa. Mercoledì 12 marzo, il professor Gustavo Ghidini, avvocato Marco Mergati, professor Nicola Lipari, professor Valerio Onida, grande studio milanese, sono andati dal giudice con la denuncia presentata dall’avvocato Grazia Villa: «L’Associazione Rosa Bianca italiana (associazione di cultura politica operante sul territorio da oltre 30 anni) ha avviato un’azione giudiziaria urgente contro il perdurare uso confusorio del suo nome, nei siti e nei nomi a dominio, da parte del neo movimento politico partitico costituito dal senatore Mario Baccini, dal dottor Savino Pezzotta e dall’onorevole Bruno Tabacci». Nella prima udienza la difesa dei rosacroce resuscita quattro vittime della tragica storia. Per i tabacisti i martiri tedeschi sono appena due. Il giudice sta per decidere se accogliere o respingere.
Per capire cosa è successo bisogna sfogliare il copione dell’italico spettacolo. Mani sull’icona del cristianesimo eroico con la furbizia del tirar su voti. Come se a Roma per battere Alemanno (genero del naziSalò Pino Rauti) o lo Storace nero-nero, si presentasse il partito «Fosse Ardeatine». Suggestivo, ma a quale prezzo morale e di buon gusto?
Riassumo come è arrivata in tribunale la vera Associazione Rosa Bianca. Appena il trio Baccini, Pezzotta-Tabacci si presenta con la Rosa in mano, protesta la presidenza del centro culturale che da trent’anni si propone con quel nome assieme ai sopravissuti alla persecuzione nazista. Protesta prima di tutto perché Rosa Bianca già esiste ed è molto conosciuta nel mondo cattolico italiano.
Ogni anno organizza incontri-studio che analizzano il rapporto tra etica e politica: da Dossetti a Scoppola, David Turoldo, Paolo Giuntella, Nino Andreatta, D’Alema, Martinazzoli, Rosy Bindi, Romano Prodi, Franco Monaco, Angela Finocchiaro, Roberto Ruffilli (ucciso dalle Br), eccetera. Impegno che comincia nel 1980. La casa editrice Il Margine ne è la proiezione.
Ultimi volumi: la storia di Willy Graf, uno dei sei tedeschi sacrificati o il saggio che riunisce Moro-Bachelet, caduti sotto la stessa violenza per gli stessi ideali, interventi di Ardigò, Scoppola, Ruffilli. Una volta hanno invitato a parlare anche Tabacci ma all’ultimo minuto aveva un impegno. Insomma, per esperienza diretta conosce l’esistenza della vera Rosa Bianca. L’avvocato Villa ritiene sconveniente trascinare nella politica pronto cassa la profondità cristiana dei martiri di Monaco. Quando i fondatori della Rosa Bianca di Baccini si riuniscono nel primo convegno di Montecatini, un gruppo della vera Rosa Bianca distribuisce ai neorositi volantini dove si spiega perché non possono usarne il nome.
Tutti informati, tutti alzano le spalle. Tabacci tranquillizza: lo cambiamo, nessun problema. Ma è solo il 30 gennaio e non ha ancora assaporato il successo mediatico. Quando lui e gli altri capiscono che val la pena affacciarsi in Tv travestiti da giardinieri coraggiosi, cavalcano l’opportunità e non rispondono più. Solo una volta telefona Pezzotta: «Ho lottato e mi sono imposto. Ci chiameremo Rosa d’Italia». Lottato con chi? Negli stessi giorni aprono due siti web, naturalmente Rosa Bianca. Li dirige Francesco Sanseverino ombra del Baccini ministro berlusconiano, carriera giornalistica fuori dall’ordine dei giornalisti. La denuncia presentata dal professor Ghidini e dagli altri contrasta questa doppiezza. E il pasticcio è in agguato. I tabaccisti, perottiani o bacciniani sparsi in Italia e fuori, si offrono on line per un posto da onorevole. «Controllo tremila voti». «Gli italiani di Germania mi considerano un leader». «Chiedete in Puglia chi sono». «Manderò le firme degli amici disposti a seguirmi». Ma i tre siti Rosa Bianca confondono le ambizioni e buona parte dei messaggi arriva alla Rosa Bianca di Dossetti e Turoldo testimoniando ambizioni politiche da conservare nell’archivio delle vanità.
Altri affidano ai giornali locali la fede nel terzo polo nascente facendo sapere quale gruzzolo di consensi sono convinti di portare in dote. È successo a Parma: l’ex sindaco Elvio Ubaldi, ormai senza potere, non sopporta il bovarismo della provincia che lo trascura dopo il lungo cammino. Sinistra democristiana anni 90, cambia rotta per suggerimento di De Mita e col sostegno munifico di un gruppo di imprenditori fonda un partitino locale. Governa la città con Forza Italia avendo a disposizione i media di proprietà degli stessi imprenditori. E quando i giornali nazionali gli ricordano certi errori, insulta o querela l’Espresso (27mila euro di spese caricate sui i contribuenti) colpevole di non essere d’accordo sulla metropolitana ridicola in una piccola città.
Oppure convoca l’apposito Giornale, alleato berlusconiano, affidandosi alla penna di un teocon del Foglio - Camillo Langone, rubrica «Preghiera» - il quale un po’ distratto mette in fila gli improperi senza spiegarne la ragione. Bene accolti, arrivano in città uomini d’affari che si dicono amici di Tabacci, società fiduciarie scatenate nel comprare terreni e disegnare supermercati. Idillii del passato. Nella speranza di diventare senatore Rosa Bianca, improvvisamente Ubaldi attacca il Cavaliere e i candidati Forza Italia dimenticando che Forza Italia governa la città raggruppata nel movimento «per Parma con Ubaldi». Nessuna omonimia: sempre lui. Ha cambiato alleanze mentre marcia su Roma con in tasca i voti di fedelissimi che si stanno squagliando.
(Vorrei ricordare che la denuncia di Grazia Villa, presidente dell’Associazione Rosa Bianca, distribuita alle agenzie cinque giorni fa, è stata raccolta dal un solo giornale: pagine di Como del Corriere della Sera. Nessun accenno nell’edizione che gira l’Italia. Gli altri, silenzio. Imbarazzati anche gli studiosi della vera Rosa Bianca. Come spiegarlo alla vecchia signora Aneliese Knoop Graft, sorella di Willy, uno dei cinque ragazzi ghigliottinati? Giovanissima ha sofferto la tortura ed è complicato farle capire che in Sicilia la sua Rosa Bianca voterà compatta un signore condannato a cinque anni di galera per amicizie mafiose. Urgente mandarlo al Senato per garantirgli l’immunità).
* l’Unità, Pubblicato il: 17.03.08, Modificato il: 17.03.08 alle ore 12.51
Sul tema, nel sito, si cfr.:
IL NOME DEL PARTITO DI BACCINI, PEZZOTTA E TABACCI...
CONTRO L’APPROPRIAZIONE.... UN APPELLO
ELEZIONI, PARTITI E "LOGO". "FORZA ITALIA" HA FATTO "SCUOLA AL CENTRO".... LA ROSA BIANCA!!!
A scuola dalla Rosa bianca contro l’antipolitica
di Tobia Morandi (Europa, 3 settembre 2011)
Sulle montagne trentine della Val di Sole, a Terzolas, come ormai tradizione, si è svolta la Scuola di formazione politica della Rosa bianca. Con questa suggestiva sigla opera un’associazione liberal di cattolici per l’educazione alla politica e alla democrazia che ha preso nome e ispirazione dal gruppo di studenti antinazisti (Die Weiße Rose) della Baviera che si opposero in modo non violento al regime di Hitler.
Pagarono con la vita la loro scelta coraggiosa derivante da una forte e intensa religiosità. Numerosi gli ospiti e i relatori: tra gli altri, Romano Prodi autore di una brillante relazione su “I sud e le porte del mondo”, David Sassoli, Valerio Onida, padre Verdoscia e Rosy Bindi. In Italia il nome della Rosa bianca è stato fatto conoscere attraverso la testimonianza di alcuni patrioti segnati dalla tragedia nazista, come Vittorio Emanuele Giuntella, padre dell’ispiratore della Rosa bianca italiana Paolo Giuntella, indimendicato scrittore e giornalista.
La Rosa bianca sceglie di diventare una comunità di vita politica, prima ancora che un’associazione, adotta un decalogo di comportamento, propone una piccola regola riassunta nei tre stilemi: povertà di potere, castità di intenti, obbedienza ai bisogni reali dei poveri. Un’animazione segnata da un forte spirito di solidarietà umana, pervasa da autentica sensibilità cristiana e caratterizzata dalla ricerca della giustizia sociale.
Il folto gruppo di giovani partecipanti ha vissuto un’esperienza umana di alto valore per la diffusa e intensa spiritualità che è all’origine di ogni generoso e onesto impegno politico al servizio di istituzioni democratiche realmente orientate alla costruzione di una società aperta e solidale e che sappia ridurre progressivamente il peso delle diseguaglianze e delle ingiustizie presenti e in via di aggravamento, non solo a livello nazionale ma in Europa e in tutto il mondo, con le eccezioni del Brasile e dei paesi scandinavi.
Una concezione alta della politica, sottratta alle miserie dell’individualismo e riaffidata a una dimensione di serietà e compostezza. Una politica nuova che non sia schiava di una ossessiva ricerca del potere, ma che sappia promuovere la pace, l’equità e la giustizia.
La prospettiva dell’unificazione europea resta la chance più interessante per il nostro paese, nella scia delle intuizioni di De Gasperi e del lavoro politico di tanti cattolici democratici italiani ed europei. In effetti, ormai tre generazioni di europei non hanno conosciuto la guerra fratricida intereuropea che tanti lutti e devastazioni ha creato per molte generazioni del passato. La Rosa bianca mira a ristabilire le premesse per la costruzione di una politica moderna espressione di interessi sociali e di speranze di cambiamento. Occorre contrastare con determinazione la deriva dell’antipolitica strumentalmente alimentata da ambienti oligarchici che intendono imporre i propri disegni di potere all’interno della società italiana. Ad esempio, è necessario difendere con molta energia la sanità pubblica, contro i sempre più rozzi tentativi di imporre modelli privatistici e a volte di pseudoconsumismo che renderebbero difficilissimo l’accesso alle cure più costose a larghi strati della popolazione.
Un altro impegno prioritario dovrà essere dedicato alla lotta a evasione ed elusione fiscale. È oggettivamente lontano in Italia un fisco equo dove “astrusi” personaggi a giorni alterni sono impegnati in ruoli contrapposti di super consulenti della grande evasione e poi di ispirati fautori di durissime e spietate lotte contro gli evasori fiscali. È tempo di alzare lo sguardo dal contingente e dalla piccola politica del giorno per giorno e ridare centralità al parlamento e alle assemblee elettive, superando uno sterile presidenzialismo che a tutti i livelli, comunale, regionale, nazionale è sempre più ingombrante ed autoreferenziale. Serve una nuova connessione ideale tra tutte le componenti popolari che operano nel paese, riannodando rapporti di fiducia fra politica e società in senso riformatore e progressista. Occorre coniugare la solidarietà con l’ordine e la sicurezza personale all’interno di una equilibrata convivenza civile.
Pensiamo ai danni culturali e alle regressioni in materia di accoglienza verso gli stranieri ed i migranti prodotti da spregiudicate strumentalizzazioni messe in atto dalla destra. È toccato al coraggio del cardinale Tettamanzi porre fine ad una autentica campagna di odio contro gruppi di rom che rischiava di degenerare in atti gravi e inconsulti. Ancora una volta l’umanesimo cristiano ha trovato le ragioni per difendere valori fondamentali di carattere civile.
Nell’autonomia dei cattolici impegnati in politica il momento chiama a scelte non strumentali nei confronti del magistero della Chiesa come interlocutore ineludibile allo scopo di superare le attuali difficoltà aggravate dalla incapacità operativa del governo Berlusconi, sempre più inadeguato e ormai privo della necessaria autorità morale.
Tobia Morandi
Fine della Repubblica? Le parole della Rosa Bianca
di Grazia Villa (Presidente della Rosa Bianca)
www.rosabianca.org, 6 marzo 2010
«Per un popolo civile non vi è nulla di più vergognoso che lasciarsi " governare", senza opporre resistenza, da una cricca di capi privi di scrupoli e dominati da torbidi istinti. Non è forse vero che ogni tedesco onesto prova vergogna per il suo governo? E chi di noi prevede l’onta che verrà su di noi e sui nostri figli, quando un giorno cadrà il velo dai nostri occhi e verranno alla luce i crimini più orrendi, che superano infinitamente ogni misura?
(...) "tutto questo lo sappiamo già da tempo e non è necessario che ce lo rammentiate continuamente" Ma vi domando: se lo sapete, perché non reagite, perché tollerate che questi tiranni vi spoglino progressivamente, in modo aperto o velato, di un diritto dopo l’altro, fino a quando un giorno non rimarrà più nulla, null’altro che una macchina statale comandata da criminali e ubriaconi?
È già così vinto dalla violenza il vostro spirito da farvi dimenticare che non è soltanto vostro diritto, ma anche vostro dovere morale rovesciare questo sistema? Ma se un uomo non ha più la forza di reclamare i propri diritti, allora sì che egli deve inevitabilmente perire. Meriteremmo di essere dispersi per il mondo, come polvere al vento, se non ci sollevassimo in questa ultima ora, ritrovando finalmente il coraggio che ci è mancato fino ad oggi. Non nascondete la vostra viltà sotto il velo della prudenza. Ogni giorno in cui indugiate ad opporvi a questo mostro infernale, aumenta sempre più, come una curva parabolica, la vostra colpa.
Molti, forse la maggior parte dei lettori di questi volantini, non sanno con esattezza in che modo potrebbero fare resistenza. Non ne vedono alcuna possibilità. Cercheremo di dimostrare loro che ciascuno può contribuire alla caduta di questo regime. Non sarà certo possibile preparare il terreno per il rovesciamento di questo "governo", mediante una resistenza individuale, da solitari amareggiati, e tantomeno si potrà in tal modo affrettarne la caduta (...)
Vi è forse, chiedo a te che sei cristiano, in questa lotta per mantenere i tuoi beni più preziosi, una possibilità di esitare, di trastullarsi con intrighi, di rimandare la decisione in attesa che altri prendano le armi per difenderti? Non ti ha forse Dio stesso dato la forza ed il coraggio per combattere? » (dai Volantini della Rosa Bianca)
È la vergogna il sentimento che rischia di sopraffarci, è l’onta che potrebbe tracimare su di noi, sulle nostre figlie e sui nostri figli, se non accogliessimo ancora una volta l’invito di Sophie Scholl e dei ragazzi della Rosa Bianca a sollevarci in quest’ultima ora, a non nasconderci dietro il velo della prudenza, a non trastullarci con intrighi per mantenere beni più preziosi!!
Basta: tutti gli amici, le sorelle, i fratelli che ci hanno preceduto, le profete, i maestri, ci guardano dalle pagine delle nostre vite. La memoria delle loro parole, il ricordo dei loro sguardi, il suono profondo della loro voce, (ognuno ha i propri volti innanzi, io vedo gli occhi di Dossetti, sento la voce di Turoldo, penso alle parole di tutte le mie filosofe e sante) ci avvolgono, urgono, spingono, tuonano per farci nuovamente coraggio e rompere gli indugi!
In pochi giorni il percorso di demolizione della nostra Repubblica da parte di questo governo che si arroga il diritto di rappresentare la sovranità del popolo ha avuto un’altra pericolosa accelerazione. Dopo i vari tentativi di modificare in diritto la Costituzione, dopo i colpi di mano per svuotarne di fatto i principi fondamentali, dopo il piano di delegittimazione di tutte le istituzioni ed in particolare degli organi di garanzia e libertà, in primis la Corte Costituzionale, in meno di 48 ore l’articolo 1 del testo costituzionale sembra essere cancellato.
Il primo colpo inferto cade sul principio che la Repubblica sia fondata sul lavoro o come voleva qualche costituente sulla “fatica”. L’approvazione del DDL sul lavoro “collegato alla Finanziaria”, al di là dei patetici sforzi di natura tattica per difenderne il contenuto, sancisce la fine del diritto del lavoro.
Non solo e non già per le singole modifiche (vedi art.18 Stat. Lav.), ma per lo spirito complessivo che lo anima e che conferma proprio l’aleggiare di quello “spirito del legislatore” che da tempo ha relegato il cosiddetto giuslavorismo alle sedi accademiche, ai dibattiti politico-sindacali, a poche aree giudiziarie d’eccezione, facendo rapina di anni di fatiche manuali, domestiche ed intellettuali di donne e uomini “repubblicani”. Venendo meno il convincimento dell’esistenza di un’asimmetria tra chi presta la propria attività lavorativa e chi ne offre il corrispettivo, quale residuato obsoleto di derivazione marxiana o peggio ancora cattocomunista, non ha più senso il favor lavoratoris, vige il favor pecuniae, con il conseguente fondamento della Repubblica Italiana sul valore molto negoziabile del danaro. Il secondo colpo è stato dato alla democrazia, anche se sappiamo come sia già stato messo a dura prova il volto democratico della Repubblica in tutti questi anni, violato negli ultimi mesi, annullato nelle ultime ore. Ricordate? il monarca assoluto è tale perché legibus solutus, quante volte lo abbiamo studiato, ripetuto, insegnato, questo carattere distintivo della nascita della democrazia??
Ora è così: definitivamente il dux è legibus solutus e con esso i suoi vassalli, valvassori e lacchè. Con buona pace di tutti i giuristi da Giustiniano fino ai nostri giureconsulti costituenti e non, senza alcun pudore, con firma necessitata, ma quanto non auspicata nella triste serata di questo amaro venerdì di quaresima, del Capo dello Stato (non Presidente della Repubblica?), il governo del popolo supera se stesso: · si inventa la categoria inesistente di un decreto legge interpretativo; · il rispetto delle leggi diventa una “formalità”; · il presupposto formale dell’autenticità degli atti vien ridotto al rango di orpello; · ed infine se non fosse così tragico verrebbe solo da ridere, l’attestazione della presenza di un soggetto in un determinato luogo può essere dimostrato con qualsiasi mezzo di prova...
Alla faccia del valore generale delle leggi. eravamo già abituati a quelle ad personam, ma anche a quelle per ectoplasmi...è veramente troppo! Infine non dimentichiamoci del fatto che l’Italia sia una Repubblica o forse qualcuno comincia a dubitarne? Peccato che l’ultimo plebiscito degli italiani per la monarchia abbia riguardato il discendente monarca-ballerino! Attenzione, però, conviene vigilare perché la trasmissione dinastica del potere può sempre avvenire quando c’è un legibus solutus e nel nostro caso con cotanto numero di figlie e figli qualche novello Caligola potrebbe evitarci la nomina di un destriero.
Che fare? Ricordiamoci che il nostro spirito non è già così vinto da farci dimenticare che non è soltanto nostro diritto, ma anche nostro dovere morale rovesciare questo sistema. Tutti noi, con i nostri mezzi, le nostre parole, con la forza delle nostre relazioni ed ogni forma di azione creativa, possiamo continuare a non tacere. Ovunque noi siamo, come persone e come gruppi.
Come ci direbbe Paolo anche oggi, avanti e buon coraggio!
La Vostra Presidente.
Grazia Villa
Carissime amiche e carissimi amici,
vi comunico che è stato accolto il ricorso della nostra Associazione per la tutela del nome. Trovate riportato il Comunicato Stampa inviato oggi alle agenzie di stampa e alle redazioni dei giornali (il provvedimento completo emesso dal Tribunale di Roma è disponibile sul sito www.rosabianca.org).
Vi ricordo inoltre che domenica 30 marzo ci sarà un Consiglio Nazionale dell’associazione Rosa Bianca a Bologna. La partecipazione viene estesa ai simpatizzanti.
Sabato 29 alle ore 21 sempre a Bologna si terrà una presentazione del volume "Aldo Moro e Vittorio Bachelet - Memoria per il futuro" edito dalla casa editrice il Margine.
Entrambi gli incontri saranno presso la parrocchia di Sant’Antonio di Padova a La Dozza in via della Dozza 5/2. La sede è raggiungibile dalla stazione centrale di Bologna in circa 15 min. con l’autobus n. 18.
Allegata alla presente trovate la locandina dell’incontro di sabato 29/3 a Bologna.
A nome mio e di Grazia, un caloroso augurio per una santa Pasqua nel segno della Resurrezione.
Fabio Caneri
COMUNICATO STAMPA
Rosa Bianca: Il giudice ha deciso che l’uso esclusivo del nome sia riconosciuto all’associazione pre-esistente.
Il Tribunale di Roma ha accolto il ricorso presentato in via d’urgenza dall’Associazione Rosa Bianca contro il perdurante uso confusorio del suo nome, nei siti e nei nomi a dominio, da parte del neo movimento politico/partito costituito dal sen. Mario Baccini, dal dott. Savino Pezzotta, e dall’on. Bruno Tabacci.
Il Giudice, condividendo le argomentazioni sostenute dal collegio difensivo (composto da: prof. avv.Gustavo Ghidini, avv. Marco Mergati, prof. avv. Nicolò Lipari, prof. avv. Valerio Onida), ha stabilito l’esistenza del «diritto dell’associazione ricorrente ad agire per chiedere la tutela del proprio nome e della propria identità personale. Invero il nome "Rosa Bianca" identifica da decenni l’attività della ricorrente, come dimostrato da tutta la documentazione prodotta, individuando l’identità storica, politica e culturale dell’associazione. Come specificato nel ricorso si tratta di un’associazione di cultura e impegno politico, che prende il nome e l’ispirazione da un gruppo di studenti tedeschi che si opposero al regime nazista, e che fin dal 1978 opera con lo scopo di diffondere la cultura cattolico-progressista. Lo stesso nome dunque non può essere usato da un altro e diverso movimento politico, differente per storia e orientamento politico, essendo quell’uso idoneo a creare confusione ed a ledere l’identità personale dell’associazione ricorrente [...] Il danno che si può verificare per l’associazione ricorrente deriva inevitabilmente dall’oscuramento conseguente alla massiccia presentazione agli elettori del neo-costituito movimento politico e dal suo sito Internet. Sussiste conseguentemente anche il pericolo nel ritardo, in quanto attendere l’esito del giudizio di primo grado danneggerebbe l’associazione Rosa Bianca, che non avrebbe modo di far conoscere pienamente la propria attività discendente dalla sua identità culturale, con grave lesione dei diritti personalissimi».
L’accoglimento del ricorso comporta l’inibizione della prosecuzione dell’uso, a qualsivoglia titolo e con qualsiasi mezzo - e in particolare come nomi a dominio - di segni identici o simili al nome "Rosa Bianca", con la fissazione di una somma a titolo di penale per la mancata ottemperanza, la pubblicazione della decisione a spese del resistente sui quotidiani Il Corriere della Sera, La Repubblica e La Stampa e sui settimanali l’Espresso, Panorama e Famiglia Cristiana, nonché il rimborso delle spese legali.
L’Associazione Rosa Bianca, nell’esprimere soddisfazione per una decisione che rende ragione delle aspettative riposte sul riconoscimento e la tutela del proprio diritto al nome, confida nell’adempimento spontaneo dell’ordine del giudice da parte del neo movimento politico, al fine di poter finalmente spostare il confronto di idee ed il legittimo pluralismo delle opzioni politiche nello spazio del dibattito pubblico e leale, che solo può alimentare una democrazia partecipata.
Grazia Villa
Presidente nazionale associazione Rosa Bianca italiana.
Assoc. Rosa Bianca: Aggiornamenti e appuntamento a Bologna 30/3
Segreteria Rosa Bianca [rosabianca@rosabianca.org]
Carissime e carissimi,
in questo periodo in cui abbiamo visto il nome dell’Associazione utilizzato, strapazzato nel nome di un’altra Rosa abbiamo raccolto segni di ombre, ma anche segnali di luce.
La campagna elettorale sta muovendosi lentamente e non è senz’altro un buon segnale il fatto che vengano riproposte (con nostalgia) scelte passate: si va dal recupero dello scudo crociato (con tutte le campagne anti annesse) fino al recupero delle vecchie ricette liberiste reaganiane e thatcheriane.
L’invito di Berlusconi al matrimonio d’interesse e le pallide reazioni dei politici maschi di turno, anche quelli che ci apprestiamo a votare, (con qualche lodevole eccezione), più preoccupati a difendere il precariato che l’onore delle "proprie donne", almeno come risarcimento della loro condanna all’invisibilità e dello squallore dei criteri di scelta utilizzati nella formazione delle liste, diventa un fatto simbolico che si aggiunge al ritorno della caccia alle abortiste ed all’aumento della violenza come sopraffazione della libertà femminile.
La Chiesa italiana nella sua voce ufficiale tace imbarazzata, costretta ad una non ingerenza, almeno fino ad oggi, non già per una ripresa di consapevolezza sul valore della laicità della politica, ma per il disorientamento provocato dalla non riuscita operazione del centro, compresa la meteora della povera Rosa Bianca bacciniana, dalla candidatura Ciarrapico (conservatori-moderati, sì, ma così fascistoni, come si fa?), dalla lista pro-life che rompe le uova nel paniere con una maldestra reductio ad unum dei valori non negoziabili, il "cadde, risorse e giacque" dei teodem nel PD, la sparizione mediatica dei bindiani, la vergognosa liquidazione di Prodi, ecc.
Il tutto condito anche con le nostre difficoltà, i nostri silenzi o per certi versi la nostra impotenza a far sentire una flebile voce.
Di certo, però, ciò che non ci possiamo permettere è lo scoraggiamento, la dismissione, la rassegnazione: abbiamo ricevuto troppo per non restituire, abbiamo gli strumenti per poter reagire, abbiamo le risorse di pensiero, relazioni, storie, coraggio per poter riprendere e/o continuare il nostro cammino di testimonianza e fedeltà
Tornando alla nostra piccola storia, chissà, se in un’Italia in cui il problema della "monnezza" è esploso ci sia da sperare che il letame possa concimare la rosa.
Mentre, infatti, continuano ad arrivare agli indirizzi di posta elettronica dell’associazione richieste di candidature, di sottoscrizione di programmi, di raccomandazioni che dovevano essere indirizzate ai Tabaccini & Co, ci sono pervenute diverse richieste per incontri sul territorio con la Rosa Bianca (quella vera) a partire dalle presentazioni di pubblicazioni recenti e passate.
Per questo sono stati proposti diversi incontri di presentazione del volumetto della casa editrice il Margine "Aldo Moro e Vittorio Bachelet - Memoria per il futuro".
A Roma l’11 marzo si è tenuta la prima presentazione: una rilettura da parte di testimoni diretti e di giovani di generazioni successive (nati negli anni ’80 e ’90).
La presentazione verrà riproposta a Bologna sabato 29 marzo alle ore 21 presso la parrocchia della Dozza. Parteciperanno oltre a Grazia Villa, Paola Gaiotti De Biase, Tommaso Giuntella e Vincenzo Passerini.
Il 9 maggio 2008 - 30° anniversario dell’assassinio di A.Moro - il volumetto sarà presentato al salone del libro di Torino. Saranno presenti Grazia Villa, Vincenzo Passerini e il prof. Traniello.
Altri incontri sono da programmare in Toscana, a Lugano, in Sicilia, ecc.
VI RICORDIAMO POI CHE:
Il 30 marzo a Bologna, sempre presso la Parrocchia di Sant’Antonio di Padova a La Dozza (in Via della Dozza 5/2) si terrà l’incontro del Consiglio Nazionale. Date le questioni affrontate, l’invito viene esteso ai simpatizzanti.
Il programma prevede:
h. 9.15 Ritrovo
h. 9.30 Inizio incontro
h. 11.15 Ss.Messa celebrata da don Giovanni Nicolini
seguirà pranzo e ripresa lavori
h. 17.30 Conclusioni
A titolo indicativo i punti che verranno affrontati saranno i seguenti: 1) Breve resoconto delle iniziative in corso; 2) Punto sulla situazione politica in prossimità delle elezioni; 3) Organizzazione della scuola estiva di formazione; 4) Proposte per iniziative locali di presentazione; 5) Aggiornamenti e contributi per il sito; 6) Rendiconto economico.
Per segnalare la propria presenza: rosabianca@rosabianca.org. Fabio Caneri (348 4526033).
A Bologna sarà l’occasione per valutare le ipotesi sul programma della scuola.
Per la scuola estiva siamo alla ricerca della disponibilità di una struttura. Vi chiediamo di far pervenire in anticipo eventuali indicazioni. Il punto di riferimento per l’organizzazione della scuola è Roberto Rossi (roberto.rossi@unipd.it)
Vi dobbiamo anche dare un aggiornamento sul procedimento avviato contro Rosa per l’Italia. Vi segnaliamo peraltro che un articolo dal titolo "La Rosa Bianca in tribunale" è stato pubblicato quest’oggi 17 marzo su l’Unità a cura di Maurizio Chierici. Come è ormai noto l’iniziativa di Baccini, Pezzotta e Tabacci ha creato una gravissima confusione con l’identità dell’Associazione Rosa Bianca, associazione di cultura politica operante sul territorio italiano da oltre trent’anni., mettendone a rischio la reputazione. Il 24 febbraio a Montecatini Terme, nel corso della convention della Rosa per l’Italia abbiamo fatto un volantinaggio ai convenuti (trovate un resoconto sul sito). Nonostante la sbandierata decisione di nominarsi "Una Rosa per l’Italia - Libertà e Solidarietà" l’uso illegittimo del nome Rosa Bianca è perdurato sia da parte dei fondatori del neo movimento politico, direttamente e tramite l’apertura di un sito con la medesima denominazione, sia da parte dei media, senza alcuna smentita pubblica, comportando un aggravamento del danno all’immagine, connesso alla maggiore visibilità della campagna elettorale. Nemmeno la presunta fusione con il Partito U.D.C. ha condotto alla soluzione del problema , rimanendo intatta la denominazione Rosa Bianca per le elezioni amministrative siciliane ed in altre realtà locali (ad es. Comune di Roma), con la conseguenza che nei sondaggi, nei lanci di agenzia, sulle testate giornalistiche continua l’utilizzo del nome, facilitato dalla scelta di inserire nel simbolo del movimento una rosa bianca. Per tutti questi motivi l’Associazione Rosa Bianca ha promosso un’azione giudiziaria d’urgenza a tutela del nome. Il 12 marzo c’è stata a Roma l’udienza di comparizione innanzi al Giudice competente, il quale, dopo aver sentito le parti, si è riservato ogni decisione.
Abbiamo lanciato per l’occasione una campagna straordinaria di raccolta fondi per far fronte alle spese sostenute in questo periodo. Per adesioni o per un contributo spese legali vi ricordiamo che i versamenti potranno essere effettuati sul conto corrente postale n. 17173600 intestato a Paolo Pizzichini, via Martiri della resistenza 34 - 60015 Falconara (AN).
Come avete probabilmente avuto modo di vedere il sito (http://www.rosabianca.org) rappresenta un’opportunità significativa per far circolare testi, interventi, riflessioni. Nel caso abbiate contributi significativi (testimonianze, documenti, immagini) che possono essere riportati, fateceli pervenire.
Vi aspettiamo numerosi a Bologna.
Un abbraccio
Grazia Villa Fabio Caneri
P.S. Alcune proposte di presentazioni di libri del Margine da proporre localmente:
1. Paola Rosà, "Willi Graf. Con la Rosa Bianca contro Hitler".
Scava nella formazione e nella vita di Willi Graf dentro i piccoli gruppi cattolici anticonformisti fino all’approdo alla Rosa Bianca. Con due pagine sulla associazione italiana Rosa Bianca (la nostra). Contatti: paola.rosa@tin.it
2. A. Ardigò-P.Giuntella-R.Ruffilli
P.Scoppola, "Aldo Moro e Vittorio Bachelet. Memoria per il futuro" A cura di V.Passerini.
Nell’agosto del 1983 a Brentonico, nell’ambito della "scuola estiva" della Lega Democratica e della Rosa Bianca, ci fu una serata in ricordo di Moro e Bachelet. Per la prima volta vengono pubblicate in questo volumetto le brevi ma intense, splendide relazioni di quell’incontro. Ruffilli verrà assassinato cinque anni dopo, il 16 aprile 1988. Quest’anno è il trentesimo dell’assassinio di Moro e il ventesimo di quello di Ruffilli. Tema centrale degli interventi è il rapporto fede-politica. Davvero un volumetto prezioso, un vademecum più attuale che mai. Con diversi riferimenti alla Rosa Bianca.
3. Luigino Bruni, "La ferita dell’altro. Economia e relazioni umane". E’ un saggio, uscito nello scorso ottobre e giunto già alla seconda edizione, che affronta con uno sguardo nuovo il tema della crisi delle relazioni umane nelle società di mercato. Contatti: luigino.bruni@focolare.org
Altri libri: Kapuscinski, Olivetti, Rosmini, Guccini, Giuliani (Ebraismo-cristianesimo-Islam)..li troverete segnalati sul sito della casa editrice: www.il-margine.it Alla casa editrice potete rivolgervi via mail (editrice@il-margine.it) oppure tel. 0461-1871871 (ore 9-13).