Esiste da oltre vent’anni un’associazione omonima, che
organizza incontri
e dibattiti. Anche con i big della politica.
E che ora si ribella all’iniziativa centrista
Spine sulla via di Baccini e Tabacci
"Giù le mani dal nome Rosa Bianca"
Protestano anche due studiosi italiani della "Weisse Rose" tedesca
"Loro combattevano Hitler e Goebbels, non Casini e Berlusconi"
di CLAUDIA MORGOGLIONE *
ROMA - Mario Baccini e Bruno Tabacci, transfughi dell’Udc e fondatori di un nuovo soggetto politico centrista e moderato, l’hanno annunciato oggi: la Rosa Bianca è qualcosa di più di un vago progetto. Concorrerà alle elezioni, equidistante dai due poli, e per questo stanno sorgendo comitati organizzativi sparsi in tutta Italia. Ma c’è a chi questa iniziativa proprio non va giù. In Italia, infatti, esiste già un’associazione che si chiama Rosa Bianca. Ed è decisa a far valere il copyright sul proprio nome. Nome che si ispira, come è noto, alla memoria della Weisse Rose tedesca, il gruppo di studenti oppositori del nazismo, e condannati a morte dal Fuhrer.
Insomma, una reazione forte. E anche una rivendicazione della bontà dell’azione dell’associazione, ispirata "al cristianesimo libero e fedele dei giovani antinazisti". "Da oltre 27 anni - è scritto ancora nella nota - organizziamo incontri estivi di formazione politica", a cui hanno partecipato, tra gli altri, Romano Prodi, Walter Veltroni, Massimo D’Alema, Rosy Bindi e altri. "Confidiamo pertanto - è questa la conclusione - che nel futuro si tenga conto della preesistenza della Rosa Bianca italiana e della possibile confusione che potrebbe ingenerarsi proprio oggi, quando viene auspicata da parte di tutti, anche dai promotori di questa nuova formazione politica, una maggiore trasparenza". Per ora, comunque, la Villa ha escluso azioni legali.
E contro l’appropriazione del nome Rosa Bianca si sono schierati anche due studiosi italiani del movimento tedesco, Paola Rosà e Marco Ghezzi: "Ci sono tante altre ’cose’ bianche con cui etichettarsi - hanno scritto - senza toccare le spine di una Rosa che, 65 anni fa, prometteva: ’La Rosa Bianca non vi darà mai pace’. Ma allora dovevano misurarsi con Hitler e con Goebbels, mica con Berlusconi e Casini".
*la Repubblica, 5 febbraio 2008.
LA ROSA BIANCA: "LA BILANCIA DELL’ESISTENZA". Commemorazione di Romano Guardini...
Sul tema del "logo", nel sito, si cfr.:
L’ITALIA "CONFUSA E AGITATA" E OFFESA!!!
Elezioni, Beppe Grillo: “Se logo del M5S è confondibile, non parteciperemo”
di Redazione *
Chiunque abbia gestito l’Italia nei secoli, dai Romani a i Goti, dai Longobardi agli Spagnoli, dai Borboni ai Savoia, si vergognerebbe di fronte a un simile spettacolo”. E’ l’amara riflessione a cui si lascia andare Beppe Grillo sul suo sito nel raccontare le peripezie che nuovi partiti e movimenti devono affrontare per presentare i propri simboli alle elezioni e che non li mette al riparo dalle ‘clonazioni’ delle cosiddette “liste civetta“.
Ed è proprio contro questa che il Movimento 5 Stelle è stato costretto a ricorrere. Così “dovremo aspettare il 15 gennaio pomeriggio - afferma Grillo - per sapere se il M5S parteciperà alle elezioni. In caso della presenza di un simbolo confondibile non parteciperemo. Questa è l’Italia che non c’è più, che non ci appartiene, che va cambiata dalle fondamenta”.
“Per depositare la scheda elettorale e i documenti correlati - racconta Grillo sul web - è necessario recarsi al Viminale. E’ esentato chi è già presente in Parlamento, ma non chi ha già partecipato con il simbolo a cinque elezioni regionali e qualche centinaio di elezioni comunali, come il MoVimento 5 Stelle. Ma questo è un dettaglio. Dopo verifiche di legge, consultazioni con studi legali, firme dai notai, ordini, contrordini, gazzette ufficiali e interpretazioni e contro interpretazioni, giunge il giorno fatidico del deposito“. “Il deposito - prosegue - è aperto a tutti, anche a chi non ha raccolto una sola firma con il suo simbolo. I moduli con le firme vanno depositati la settimana successiva nei vari tribunali delle circoscrizioni, quindi chiunque può partecipare alla farsa. Il giorno fatidico arriva quando arriva, a sua discrezione, è come la sorpresa dell’uovo di Pasqua. All’improvviso, nella settimana del deposito, vengono poste le transenne davanti al ministero degli Interni: è il segnale che è scoccato il momento della coda. Se stai mangiando un maritozzo nel bar davanti o ti sei appostato nell’appartamento con vista sul Viminale o hai ricevuto una soffiata, allora hai un’alta probabilità di occupare il primo posto della fila. Una volta piazzato lì, in piedi, come uno stoccafisso, nessun pubblico ufficiale ti lascia un riscontro della tua posizione: un bigliettino, un pezzo di carta di formaggio, un numero della tombola. Devi difendere il posto come in trincea“.
“Davanti al M5S - prosegue il racconto di Grillo - ci sono ben tre gruppi con il loro simbolo che però tengono gelosamente segreto. L’11 gennaio due avvocati e un tecnico di supporto del M5S si presentano all’ufficio elettorale. I documenti vengono letti e il deposito accettato. Nel caso ci siano delle richieste o delle contestazioni da parte dell’ufficio saranno comunicate da domenica pomeriggio. Da allora avremo due giorni per presentare ricorsi o integrazioni. Salutati i funzionari, i nostri vedono nel tabellone elettorale due simboli quasi identici. Chi era in fila prima di noi ha consegnato all’ufficio il simbolo del M5S senza l’indirizzo del sito. Assolutamente confondibile dall’elettore. Abbiamo fatto ricorso. Dovremo aspettare il 15 gennaio per sapere se il M5S parteciperà alle elezioni. In caso della presenza di un simbolo confondibile non parteciperemo. Questa è l’Italia che non c’è più, che non ci appartiene, che va cambiata dalle fondamenta. Se entreremo in Parlamento lo apriremo come una scatola di tonno. Se non ci lasceranno partecipare si prenderanno la responsabilità della delegittimazione dello Stato e delle inevitabili conseguenze”, conclude Grillo.
Assoc. Rosa Bianca: Aggiornamenti e appuntamento a Bologna 30/3
Segreteria Rosa Bianca [rosabianca@rosabianca.org]
Carissime e carissimi,
in questo periodo in cui abbiamo visto il nome dell’Associazione utilizzato, strapazzato nel nome di un’altra Rosa abbiamo raccolto segni di ombre, ma anche segnali di luce.
La campagna elettorale sta muovendosi lentamente e non è senz’altro un buon segnale il fatto che vengano riproposte (con nostalgia) scelte passate: si va dal recupero dello scudo crociato (con tutte le campagne anti annesse) fino al recupero delle vecchie ricette liberiste reaganiane e thatcheriane.
L’invito di Berlusconi al matrimonio d’interesse e le pallide reazioni dei politici maschi di turno, anche quelli che ci apprestiamo a votare, (con qualche lodevole eccezione), più preoccupati a difendere il precariato che l’onore delle "proprie donne", almeno come risarcimento della loro condanna all’invisibilità e dello squallore dei criteri di scelta utilizzati nella formazione delle liste, diventa un fatto simbolico che si aggiunge al ritorno della caccia alle abortiste ed all’aumento della violenza come sopraffazione della libertà femminile.
La Chiesa italiana nella sua voce ufficiale tace imbarazzata, costretta ad una non ingerenza, almeno fino ad oggi, non già per una ripresa di consapevolezza sul valore della laicità della politica, ma per il disorientamento provocato dalla non riuscita operazione del centro, compresa la meteora della povera Rosa Bianca bacciniana, dalla candidatura Ciarrapico (conservatori-moderati, sì, ma così fascistoni, come si fa?), dalla lista pro-life che rompe le uova nel paniere con una maldestra reductio ad unum dei valori non negoziabili, il "cadde, risorse e giacque" dei teodem nel PD, la sparizione mediatica dei bindiani, la vergognosa liquidazione di Prodi, ecc.
Il tutto condito anche con le nostre difficoltà, i nostri silenzi o per certi versi la nostra impotenza a far sentire una flebile voce.
Di certo, però, ciò che non ci possiamo permettere è lo scoraggiamento, la dismissione, la rassegnazione: abbiamo ricevuto troppo per non restituire, abbiamo gli strumenti per poter reagire, abbiamo le risorse di pensiero, relazioni, storie, coraggio per poter riprendere e/o continuare il nostro cammino di testimonianza e fedeltà
Tornando alla nostra piccola storia, chissà, se in un’Italia in cui il problema della "monnezza" è esploso ci sia da sperare che il letame possa concimare la rosa.
Mentre, infatti, continuano ad arrivare agli indirizzi di posta elettronica dell’associazione richieste di candidature, di sottoscrizione di programmi, di raccomandazioni che dovevano essere indirizzate ai Tabaccini & Co, ci sono pervenute diverse richieste per incontri sul territorio con la Rosa Bianca (quella vera) a partire dalle presentazioni di pubblicazioni recenti e passate.
Per questo sono stati proposti diversi incontri di presentazione del volumetto della casa editrice il Margine "Aldo Moro e Vittorio Bachelet - Memoria per il futuro".
A Roma l’11 marzo si è tenuta la prima presentazione: una rilettura da parte di testimoni diretti e di giovani di generazioni successive (nati negli anni ’80 e ’90).
La presentazione verrà riproposta a Bologna sabato 29 marzo alle ore 21 presso la parrocchia della Dozza. Parteciperanno oltre a Grazia Villa, Paola Gaiotti De Biase, Tommaso Giuntella e Vincenzo Passerini.
Il 9 maggio 2008 - 30° anniversario dell’assassinio di A.Moro - il volumetto sarà presentato al salone del libro di Torino. Saranno presenti Grazia Villa, Vincenzo Passerini e il prof. Traniello.
Altri incontri sono da programmare in Toscana, a Lugano, in Sicilia, ecc.
VI RICORDIAMO POI CHE:
Il 30 marzo a Bologna, sempre presso la Parrocchia di Sant’Antonio di Padova a La Dozza (in Via della Dozza 5/2) si terrà l’incontro del Consiglio Nazionale. Date le questioni affrontate, l’invito viene esteso ai simpatizzanti.
Il programma prevede:
h. 9.15 Ritrovo
h. 9.30 Inizio incontro
h. 11.15 Ss.Messa celebrata da don Giovanni Nicolini
seguirà pranzo e ripresa lavori
h. 17.30 Conclusioni
A titolo indicativo i punti che verranno affrontati saranno i seguenti: 1) Breve resoconto delle iniziative in corso; 2) Punto sulla situazione politica in prossimità delle elezioni; 3) Organizzazione della scuola estiva di formazione; 4) Proposte per iniziative locali di presentazione; 5) Aggiornamenti e contributi per il sito; 6) Rendiconto economico.
Per segnalare la propria presenza: rosabianca@rosabianca.org. Fabio Caneri (348 4526033).
A Bologna sarà l’occasione per valutare le ipotesi sul programma della scuola.
Per la scuola estiva siamo alla ricerca della disponibilità di una struttura. Vi chiediamo di far pervenire in anticipo eventuali indicazioni. Il punto di riferimento per l’organizzazione della scuola è Roberto Rossi (roberto.rossi@unipd.it)
Vi dobbiamo anche dare un aggiornamento sul procedimento avviato contro Rosa per l’Italia. Vi segnaliamo peraltro che un articolo dal titolo "La Rosa Bianca in tribunale" è stato pubblicato quest’oggi 17 marzo su l’Unità a cura di Maurizio Chierici. Come è ormai noto l’iniziativa di Baccini, Pezzotta e Tabacci ha creato una gravissima confusione con l’identità dell’Associazione Rosa Bianca, associazione di cultura politica operante sul territorio italiano da oltre trent’anni., mettendone a rischio la reputazione. Il 24 febbraio a Montecatini Terme, nel corso della convention della Rosa per l’Italia abbiamo fatto un volantinaggio ai convenuti (trovate un resoconto sul sito). Nonostante la sbandierata decisione di nominarsi "Una Rosa per l’Italia - Libertà e Solidarietà" l’uso illegittimo del nome Rosa Bianca è perdurato sia da parte dei fondatori del neo movimento politico, direttamente e tramite l’apertura di un sito con la medesima denominazione, sia da parte dei media, senza alcuna smentita pubblica, comportando un aggravamento del danno all’immagine, connesso alla maggiore visibilità della campagna elettorale. Nemmeno la presunta fusione con il Partito U.D.C. ha condotto alla soluzione del problema , rimanendo intatta la denominazione Rosa Bianca per le elezioni amministrative siciliane ed in altre realtà locali (ad es. Comune di Roma), con la conseguenza che nei sondaggi, nei lanci di agenzia, sulle testate giornalistiche continua l’utilizzo del nome, facilitato dalla scelta di inserire nel simbolo del movimento una rosa bianca. Per tutti questi motivi l’Associazione Rosa Bianca ha promosso un’azione giudiziaria d’urgenza a tutela del nome. Il 12 marzo c’è stata a Roma l’udienza di comparizione innanzi al Giudice competente, il quale, dopo aver sentito le parti, si è riservato ogni decisione.
Abbiamo lanciato per l’occasione una campagna straordinaria di raccolta fondi per far fronte alle spese sostenute in questo periodo. Per adesioni o per un contributo spese legali vi ricordiamo che i versamenti potranno essere effettuati sul conto corrente postale n. 17173600 intestato a Paolo Pizzichini, via Martiri della resistenza 34 - 60015 Falconara (AN).
Come avete probabilmente avuto modo di vedere il sito (http://www.rosabianca.org) rappresenta un’opportunità significativa per far circolare testi, interventi, riflessioni. Nel caso abbiate contributi significativi (testimonianze, documenti, immagini) che possono essere riportati, fateceli pervenire.
Vi aspettiamo numerosi a Bologna.
Un abbraccio
Grazia Villa Fabio Caneri
P.S. Alcune proposte di presentazioni di libri del Margine da proporre localmente:
1. Paola Rosà, "Willi Graf. Con la Rosa Bianca contro Hitler".
Scava nella formazione e nella vita di Willi Graf dentro i piccoli gruppi cattolici anticonformisti fino all’approdo alla Rosa Bianca. Con due pagine sulla associazione italiana Rosa Bianca (la nostra). Contatti: paola.rosa@tin.it
2. A. Ardigò-P.Giuntella-R.Ruffilli
P.Scoppola, "Aldo Moro e Vittorio Bachelet. Memoria per il futuro" A cura di V.Passerini.
Nell’agosto del 1983 a Brentonico, nell’ambito della "scuola estiva" della Lega Democratica e della Rosa Bianca, ci fu una serata in ricordo di Moro e Bachelet. Per la prima volta vengono pubblicate in questo volumetto le brevi ma intense, splendide relazioni di quell’incontro. Ruffilli verrà assassinato cinque anni dopo, il 16 aprile 1988. Quest’anno è il trentesimo dell’assassinio di Moro e il ventesimo di quello di Ruffilli. Tema centrale degli interventi è il rapporto fede-politica. Davvero un volumetto prezioso, un vademecum più attuale che mai. Con diversi riferimenti alla Rosa Bianca.
3. Luigino Bruni, "La ferita dell’altro. Economia e relazioni umane". E’ un saggio, uscito nello scorso ottobre e giunto già alla seconda edizione, che affronta con uno sguardo nuovo il tema della crisi delle relazioni umane nelle società di mercato. Contatti: luigino.bruni@focolare.org
Altri libri: Kapuscinski, Olivetti, Rosmini, Guccini, Giuliani (Ebraismo-cristianesimo-Islam)..li troverete segnalati sul sito della casa editrice: www.il-margine.it Alla casa editrice potete rivolgervi via mail (editrice@il-margine.it) oppure tel. 0461-1871871 (ore 9-13).
AGGIORNAMENTI DALL’ASSOCIAZIONE - ROSA BIANCA
Carissime e carissimi,
ho atteso qualche giorno nell’inviarVi questa mia lettera di aggiornamento, essendo difficile sintetizzare il lavoro svolto e le decisioni prese in questi giorni così impegnativi e convulsi, perchè gli eventi si sono succeduti molto rapidamente ed il tempo per adeguare le mosse è stato ristrettissimo.
Voglio ringraziare tutti coloro che ci hanno contattato attraverso il sito, che hanno manifestato solidarietà e che si sono resi disponibili ad attivarsi per la tutela dell’onore e del decoro della nostra piccola, grande storia.
A) TUTELA DEL NOME
Molti di voi ci hanno sollecitato ad intraprendere un’azione legale per tutelare il nostro nome. Abbiamo tentato ogni strada per evitarlo, sia contattando direttamente gli interessati per chiedere loro di desistere dallo "scippo", sia inviando loro una prima diffida a non utilizzare il nome della Rosa Bianca e una seconda al gestore del sito copiato, per chiedere la modifica dell’intestazione.
Come tutti avrete notato dopo la scelta del nome "Una rosa per l’Italia", preannunciato da Pezzotta a Giovanni Colombo, come un suo apprezzato contributo personale nella direzione di risolvere pacificamente la questione, cambiamento che ci aveva illuso, ci siamo accorti subito che tutta la stampa, come era prevedibile non solo per la facilità del nome e per il suo valore evocativo, ma anche per l’inserimento del fiore nel simbolo, ha continuato e continua ad usare il nome Rosa Bianca.
Evidentemente se il problema si fosse limitato a questo avremmo dovuto attivarci, e possiamo comunque farlo, per richiedere direttamente, con un comunicato stampa, di non utilizzare il nome Rosa Bianca (N.B. Vedi in fondo tra le proposte).
In realtà abbiamo dovuto constatare che i nostri "amici" hanno continuato ad autodefinirsi nelle interviste televisive e cartacee con il nome" Rosa Bianca" e con apertura di ben tre siti con lo stesso nome.
A questo punto e non avendo avuto riscontro alle nostre diffide abbiamo dato mandato per promuovere un’azione inibitoria.
La scelta del collegio difensivo è scaturita da una personale disponibilità a tutelare i nostri diritti del Prof. Valerio Onida, persona molto stimata per le cariche ricoperte alla Corte Costituzionale e per la serietà del suo impegno politico e civile. Il prof. Onida ha chiesto di essere affiancato anche dallo studio del Prof G. Ghidini, uno dei più rinomati studiosi di tutela del nome, dei marchi e brevetti. Anche lo studio dell’avvocato N.Lipari di Roma, amico della Lega Democratica, giurista molto noto e stimato, è stato incluso nel collegio difensivo.
La quantificazione dei costi ha fatto ritenere che ci fosse una proporzione tra i mezzi da utilizzare (somme di denaro da raccogliere ed energie delle persone!) e i fini da perseguire (la tutela di un significativo patrimonio spirituale, civile e politico).
Chiediamo quindi a ciascuno un aiuto economico, naturalmente a seconda delle proprie possibilità, che possa consentire di far fronte alle spese legali.
Il versamento potrà essere effettuato sul conto corrente postale n. 17173600 intestato a Paolo Pizzichini, Via Martiri della Resistenza 34 - 60015 Falconara (AN).
Sullo stesso conto si può versare la quota di adesione all’Associazione (15€ ordinaria, 25€ famiglia, 50 € sostenitore), che vi invito a rinnovare.
B) INIZIATIVE
L’azione migliore, quella più efficace, in ogni caso è quella di continuare ad esserci, ad ESISTERE, magari trasformando questo risveglio di passioni in un futuro associativo vivo, scattante, fresco, non muffo, sia durante sia dopo le elezioni ed indipendentemente dal loro esito.
Per noi è sempre stato così: quando Ë stato necessario negli anni ottanta mettevamo già al centro il problema del cittadino come arbitro o la questione morale; negli anni novanta proclamavamo la necessità "di rompere le connivenze" ed in seguito con l’avvento del berlusconismo, denunciavamo con Dossetti tutti i pericoli per la democrazia; nei primi anni 2000, richiamavamo l’esigenza di tornare alle fonti, di ripensare la politica nell’ottica di un neo personalismo comunitario...ed oggi???
Quali le nostre priorità, le nostre parole, quelle che non possiamo tacere?
Ancora la laicità della politica, ancora la fede che si fa carne e si fa storia nell’orizzonte aurorale del cielo, ancora il rispetto del principio di legalità, ancora la questione morale come premessa di ogni impegno politico, ancora una chiesa fuori dal tempio, ancora il popolo di Dio, ancora le Scritture, ancora il Concilio, ancora le donne e gli uomini di buona volontà, ancora la libertà di coscienza, ancora l’invisibilità politica delle donne, ancora i fanciulli e le bambine, ancora, ancora, ancora...
Per dare nuova visibilità alla nostra Associazione possiamo organizzare:
1) Incontri territoriali: sia attraverso la presentazione di libri de Il Margine (vedi catalogo www.il-margine.it) non solo quello bellissimo su Willi Graf, ma anche altri testi legati agli interessi di chi organizza e/o al territorio. Ovunque si svolgano diventano un’occasione di dibattito e di incontro anche con i più giovani. (Riusciamo almeno 10 in tutta Italia?)
2) Iniziative politiche, se ne abbiamo le energie, su questioni dirompenti e irrinunciabili che sicuramente emergeranno in campagna elettorale (ad esempio: volantini con un SI alla 194; SI ai DICO; sulla laicità della politica).
3) Organizzare un’assemblea nazionale con almeno trecento partecipanti.
C) STRUMENTI
Detto ciò è necessario non mollare la presa sulle riviste, sui giornali, se possibile sulle televisioni, sui siti.
A questo proposito vi proponiamo alcuni strumenti, che vi preghiamo di utilizzare nella formula indicata in fondo.
Al fine di monitorare le nostre iniziative vi preghiamo di segnalare l’eventuale inoltro a questo indirizzo di posta elettronica, allegando anche il testo.
1) testo comunicato stampa per chiedere non utilizzo nome Rosa Bianca ma rosa per l’Italia;
2) testo telegramma o mail da inviare a Montecatini Terme all’Assemblea costituente Rosa "pezzottabaccina" che si terrà sabato 23 e domenica 24 febbraio;
3) lettera standard ai direttori delle riviste e/o quotidiani a cui siamo abbonati o di cui siamo semplici lettori per raccontare la nostra storia;
4) diffusione comunicato ADISTA.
CONSIDERAZIONI FINALI
Basta così. Finisco con il dirvi che la preparazione del materiale per gli avvocati ci ha costretto a raccogliere, selezionare e organizzare tutta la documentazione relativa all’attività svolta ed ha messo in luce la ricchezza del nostro patrimonio, delle relazioni, del pensiero e delle azioni, degli incontri, dei vincoli di amicizia che ci legano e questi nessuno ce li potrà portare via, anzi se ci ruberanno il mantello noi abbiamo tantissime tuniche da regalare!!!
Non dobbiamo infatti cadere nella trappola delle parole dure, degli epiteti, del giudizio personale. Manteniamo uno stile il più evangelico possibile, tutti immersi nello scandalo della mitezza! Con stima Vs. Grazia Villa- Presidente.
1) Testo telegramma da indirizzare (entro sabato 23) a: Rosa per l’Italia, Palazzetto dello Sport - Montecatini
Associazione "Rosa Bianca" operante da quasi trent’anni ambito culturale spirituale politico invita amici riuniti Montecatini desistere appropriazione indebita storia identità notissime non riducibili entro interessi elettorali et augura prosecuzione lavoro Rosa per Italia.
(segue firma del mittente)
2) Comunicato stampa per chiedere il non utilizzo del nome Rosa Bianca ma di rosa per l’Italia (verrà inviato a cura della presidenza dell’Associazione, ma, chi crede, può inoltrarlo agli organi di stampa locale)
A seguito del comunicato stampa in data 31 gennaio 2008 -"La Rosa Bianca c’è già". (PER CHI NON LO AVESSE E’ SCARICABILE DAL SITO)
Come è noto l’iniziativa di Baccini, Pezzotta e Tabacci ha creato una gravissima confusione tra l’identità, la storia trentennale e la reputazione dell’associazione "Rosa Bianca" italiana (che rappresento).
Malgrado la decisione di chiamare il movimento politico "Una Rosa per l’Italia, Libertà e Solidarietà", i fondatori vengono continuamente definiti segretario o presidente della Rosa Bianca, senza peraltro nessuna loro smentita pubblica. Inoltre le loro attività, i sondaggi e le notizie, vengono tutte attribuite alla definizione semplificata della Rosa Bianca, facilitata dalla scelta di inserire nel simbolo del movimento una rosa bianca.
Al di là delle azioni intraprese, dirette alla tutela del nome, l’associazione Rosa Bianca italiana chiede che venga correttamente utilizzato il nome "Una Rosa per l’Italia" ogni volta che si intenda far riferimento al nuovo movimento politico promosso dai signori Baccini, Pezzotta e Tabacci .
3) Lettera standard ai direttore delle riviste e/o quotidiana a cui siamo abbonati, o di cui siamo lettori, per raccontare la nostra storia;
Gentile direttore,
Sono una lettrice/lettore/abbonato del Suo giornale. Le chiedo di dare rilievo ad una storia che sui giornali non ha trovato uno spazio adeguato e che riguarda la "Rosa Bianca" italiana.
La "Rosa Bianca" non è il nome di un neonato movimento politico, partorito dalla mente di Baccini, Pezzotta e Tabacci. E’ il nome di un’associazione di cultura e impegno politico, che è viva e operante in Italia da circa trenta anni.
L’associazione "Rosa Bianca", pur ispirandosi nella scelta delle parole di presentazione anche ad una nota poesia del sudamericano Josè Marti e nel simbolo ad una rosa bianca con una colomba al posto del bocciolo, prese il nome dal gruppo di studenti tedeschi, che si opposero, fino al martirio, al regime nazista per difendere l’ideale di libertà e di dignità di tutti gli esseri umani.
L’ispiratore della nascita della Rosa Bianca italiana fu il giornalista scrittore Paolo Giuntella, alla fine degli anni settanta. La prima iniziativa pubblica risale al convegno di Pisa "Riamare la politica" organizzato nel 1980 e l’ultima è del 4 febbraio 2008: la presentazione, a Milano, con la partecipazione della sorella Anneliese Graf, della biografia di Willi Graf (uno degli studenti tedeschi decapitati nel 1943), edita da Il Margine.
Nel 1988 veniva formalmente costituita l’associazione Rosa Bianca , che dopo tanti anni di organizzazione di convegni, incontri estivi di formazione politica, incontri di spiritualità, numerosissime pubblicazioni, il 9 giugno 2000 registrava anche un sito con il nome a dominio www.rosabianca.org.
L’iniziativa Baccini, Pezzotta e Tabacci ha creato una gravissima confusione tra l’identità, la storia trentennale e la reputazione dell’associazione Rosa Bianca e il movimento politico cosiddetto "Una Rosa per l’Italia - Libertà e Solidarietà", confusione aggravata dal fatto che il nome del sito è stato copiato e i contenuti saccheggiati.
L’associazione ha fatto ogni passo, in via amichevole, per far desistere i fondatori del partito dall’usurpazione del nome e dal furto di una storia e di un’identità. E’ stato tutto inutile e la stessa associazione è stata costretta a valutare l’utilizzo di altri strumenti di tutela del proprio nome e, indirettamente, di quello, glorioso, della "Rosa Bianca" tedesca, che -si noti- in Germania nessuno si è mai permesso di associare ad un partito politico. Nonostante la decisione di chiamare il movimento politico "Una Rosa per l’Italia, Libertà e Solidarietà", i fondatori vengono continuamente definiti segretario o presidente della Rosa Bianca, senza peraltro nessuna loro smentita pubblica. Inoltre le loro attività, i sondaggi e le notizie, vengono tutte attribuite alla definizione semplificata della Rosa Bianca, facilitata dalla scelta di inserire nel simbolo del movimento una rosa bianca.
Confido che il Suo giornale possa contribuire a mettere ordine in questa confusione, se non altro utilizzando solo il nome "La Rosa per l’Italia" ogni volta che si faccia riferimento alla nuova formazione politica.
Con i più vivi ringraziamenti per la Sua attenzione
4) Diffusione comunicato ADISTA
[23 febbraio 2008] Benvenuti nella newsletter di www.adista.it. Adista Notizie N. 15 - 23 Febbraio 2008
LA ROSA RUBATA: TABACCI, BACCINI E PEZZOTTA COME GLI STUDENTI TEDESCHI TRUCIDATI DAI NAZISTI?
OPPOSIZIONE AL NAZISMO E FEDELTA’ AL CONCILIO. LE STORIE DELLA "WEISSE ROSE" E DELLA "ROSA BIANCA"
La rosa (bianca) rubata
di Maurizio Chierici *
Rubare un fiore ormai non è reato. La morale si adegua al marketing della modernità. Nell’Italia politica dei Dini e dei Mastella, viados alla ricerca del marciapiede d’alto bordo; o dei Cuffaro, Previti, Dell’ Utri, insomma, gente così, il peccato sembra veniale e nessuno se ne meraviglia. Purtroppo c’è chi insiste nel brontolare con la malinconia del sopravvissuto a una morale trascurata: non si rassegna alle mani lunghe dei nostri tempi. È successo a Milano, qualche sera fa, fondazione Lazzati, Corsia dei Servi. Nel presentare il saggio di Paola Rosà, Willy Graf - Con la Rosa Bianca contro Hitler, prefazione commossa di Moni Ovadia, la piccola casa editrice Il Margine distribuisce due foglietti. E li distribuisce in ogni città dove si parla del libro: Novara, Brescia, Rovereto. Continuerà; non si rassegna. La gente deve sapere.
«Va bene che la rosa e il bianco non sono marchi brevettati - è un po’ la rabbia di Paola Rosà e Paolo Ghezzi (autore de La Rosa Bianca, gruppo di resistenza nel nome della libertà e Sophie Scholl e la Rosa Bianca) - ma i parlamentari dell’Udc Baccini e Tabacci hanno esagerato, usurpando un nome storico per battezzare il loro gruppo politico col nome del gruppo di studenti ghigliottinati dai nazisti nel 1943 per aver stampato e diffuso sei volantini contrari al regime. Cosa c’entra il neocentrismo moderato con la gloriosa storia del radicalismo resistenziale? Invitiamo il senatore Baccini e l’onorevole Tabacci a ripensarci, visto che non sembra vogliano candidarsi all’eroico martirio». Anche perché dall’Ottanta esiste un’Associazione Nazionale Rosa Bianca, sigla depositata, presidente Grazia Villa la quale apprende «con stupore la notizia del possibile utilizzo del nome Rosa Bianca per la costituzione di un nuovo partito. La nostra è una storia di incontri, convegni, azioni politiche e culturali stratificate nel corso di 27 anni».
Hanno creato un’identità nella quale si riconoscono migliaia di persone legate dal «comune sentire fin dall’inizio ispirato alla memoria pericolosa della Weisse Rose: cristianesimo libero e fedele dei giovani antinazisti. La loro resistenza interiore trasformata in azione politica non violenta, il coraggio di seguire la propria libertà di coscienza, l’assunzione di responsabilità fino al martirio, continuano ad essere gli ideali sui quali cresce la nostra attività. Confidiamo che si tenga conto della possibile confusione, proprio oggi, mentre viene auspicata da parte di tutti, anche dai promotori della nuova formazione, una maggiore trasparenza “fiore di speranza per la politica italiana”». Ultime parole del duo Baccini-Tabacci, propensi al “tanto chi si ricorda”. Invece ricordano. Ricorda Vincenzo Passerini, presidente del Margine, casa editrice di nicchia: «Per 30 anni non abbiamo osato usare il simbolo della Rosa Bianca per fare politica». Molti di loro ne sono protagonisti. Anche Passerini ha un passato da consigliere delle province autonome Trento-Bolzano, base Lega Democratica e La Rete. Senza contare i corsi di formazione che alla fine di ogni agosto raccolgono i giovani con lezioni ispirate all’etica che non accetta compromessi; insegnamenti della Rosa Bianca analizzati da David Turoldo, Camillo Dal Piaz, Paolo Giuntella, Ermanno Gorrieri, Scoppola, Prodi, Ardigò, Veltroni, D’Alema, Martinazzoli, Rosy Bindi, Angela Finocchiaro, Nino Andreatta, Alexander Langer, Roberto Ruffilli, Luca Orlando, Franco Monaco, Nando dalla Chiesa, Adornato, eccetera. Elenco disperso nel tempo, generazioni di giovani invitate ad affrontare la vita pubblica senza le ipocrisie e i tatticismi compagni di viaggio delle vanità Italia 2000. E i ragazzi tornano nelle loro città: diventano sindacalisti, politici, cooperanti magari ispirati dall’innocenza che i protagonisti della Rosa Bianca allungano ai nostri giorni. Nell’incontro di Milano, Anneliese Knoop-Graft, sorella minore di Willi, ascolta la storia dello strano «furto» e scuote la testa. Ha 87 anni e non riesce a capire come il sacrificio di un gruppo di credenti possa trasformarsi nella griffe per allodole politiche.
Per chi non ha letto i libri o visto il bellissimo film, ecco la storia dei veri protagonisti Rosa Bianca. Sophie Scholl viene giustiziata a 22 anni. Dopo la maturità lavora come maestra d’asilo e studia a Monaco città della quale è ospite il fratello Hans che ha lasciato disgustato la gioventù hitleriana: galera e poi università. Incontra fra i banchi Alexander Schmorell e Willi Graft. Non sopportano la violenza settaria del nazismo. Nasce la Rosa Bianca, scrivono e stampano i primi quattro volantini. Assieme partono per il fronte russo. Al ritorno tentano un collegamento con la resistenza berlinese. Scholl viene arrestato assieme alla sorella mentre distribuiscono manifestini. Tortura e ghigliottina. Dopo la caduta dei due fratelli, Schmorell prova a scappare in Svizzera, ma un’amica lo tradisce: per lui è finita. L’odissea di Willi Graft comincia presto: arrestato per l’appartenenza all’Ordine Grigio, giovani cattolici illusi di poter restare lontani dall’isterismo delle associazioni hitleriane. Ritrova Monaco dopo la Russia. Assiste alla stesura degli ultimi due volantini e viene arrestato con la sorella Annelise, proprio la vecchia signora invitata in Italia dalla Rosa Bianca pre Baccini-Tabacci. Ricorda le ultime parole di Willi condannato a morte, seviziato per settimane e poi decapitato il 19 aprile 1943. Due mesi prima era stato giustiziato (definizione rivoltante) un loro insegnante. Professore di filosofia e musicologia all’università, Kurt Huber non faceva mistero dell’avversione al nazionalsocialismo. Lezioni frequentate dai ragazzi della Rosa Bianca. Huber aveva scritto il quinto e il sesto volantino. La moglie e due figli restano abbandonati.
Difficile cucire queste vite trasparenti alle carriere politiche della Rosa Bianca partitica, made in Italy due. Baccini è cresciuto alla scuola romana di Antonio Gerace (detto er Luparetta), famoso per storie dalla trasparenza strapazzata, soprattutto per essere venuto quasi alle mani in Campidoglio col socialdemocratico Robinio Costi mentre si stava decidendo se concedere o non concedere la licenza di un chiosco. Anni della Roma andreottiana, tangenti e verde saccheggiato da costruttori d’assalto diventati rispettabili man mano che allargavano palazzi e potere. Roma dello squalo Sbardella, grondante avvisi di garanzia. Ricorda Jacopo Iacoboni, sulla Stampa, il Baccini che si defilava mormorando: «Ce sto ma nun me faccio vede’ troppo». Col Polo della Libertà si è fatto vedere per quattordici anni: chissà per quale background sottosegretario agli esteri, più adatto come ministro della funzione pubblica essendosi irrobustito politicamente nelle reti delle burocrazie. Tabacci è diverso. Viene dalla provincia mantovana, concreta e attenta ai numeri dei capitani d’industria: Colaninno, Marcegaglia. Ha attraversato i giardini degli imprenditori che contano: Parma, Milano, Brescia. C’è chi millanta la sua amicizia nel comprare terreni e costruire supermercati. Tabacci non lo sa e non se ne può dargli colpa. Bisogna dire che assieme a Baccini ha a lungo meditato sull’inesistenza del conflitto di interessi, riforme giudiziarie, legge elettorale porcellum. Con introspezioni diverse. Tabacci si dissociava in Tv ma si rassegnava a votare in sintonia con Giovanardi mentre Baccini votava non facendosi vedere. Bisogna riconoscere il coraggio di una decisione che taglia col Cavaliere mentre i corridoi delle alleanze sono in subbuglio.
Chi va, chi viene, chi torna. E loro, decisi: adesso basta, ecco la Rosa Bianca. Ma proprio quando la vocazione all’indipendenza è finalmente maturata, per quale ragione appropriarsi di un nome che ha un’altra storia? Diciamolo: Pezzotta non assomiglia al professor Huber anche se il filo della devozione lo accompagna nelle interviste o durante i raduni Papa e Family Day. «Noi siamo un luogo aperto di ispirazione cristiana. Parliamone, ma presto». Insomma, i protagonisti della Rosa Bianca made in Italy ricordano pochissimo i protagonisti silenziosi della vera Rosa Bianca. All’università di Tubinga, 4 novembre 1945, mesi dopo la fine della guerra, il teologo Romano Guarini ha sottolineato l’umiltà del sacrificio dei giovani e del loro professore: «Hanno misurato le azioni sull’onesta, sulla chiarezza, sul silenzio, virtù poco appariscenti ma faticose e fondamentali nella vita di un credente. La virtù del coraggio che abbandona il terreno protetto ed esce all’aperto perché sente una chiamata; la forza di cominciare che rinuncia alle cose conosciute e ne osa di nuove».
Guarini era un teologo nato a Verona ma cresciuto in Germania. I nazisti gli strappano la cattedra a Berlino dove ritorna con la fine del regime. Il giovane don Joseph Ratzinger lo seguiva con attenzione. Sfogliando la sua commemorazione, si resta ammirati dell’ardire dei quattro politici che oggi ne vogliono indossare la memoria. Come può essere nata l’improprietà dell’idea? Si diceva sempre cosa bianca, così fan tutti, ma era la copertura provvisoria dei lavori in corso. Bisogna dire che anche terzo polo non suona bene: aria di una gobba inutile da quando Galileo ha raccontato del polo nord e del polo sud che ruotano. Con l’obbligo di mantenere l’aggettivo «bianco» dovevano inventare qualcosa ritoccando la cosa. Le consonanti utilizzabili sono appena due: la “r” di rosa e la “t” di tosa, ma presentarsi col partito della Tosa Bianca poteva suscitare equivoci nel ricco nord est. Senza contare la delusione di chi pretende la novità urgente di una morale che non rimastichi vecchie promesse. Non per i brontoloni del Margine o per l’inquietudine degli autori impegnati a scavare il sacrificio dei giovani tedeschi, ma Pezzotta, Baccini, Tabacci devono augurarsi che il paragone con la Rosa vera non li rimpicciolisca agli occhi di chi vorrebbe votarli. Vendere una cosa per un’altra può essere controproducente. Ricordo la delusione di tre famiglie italiane, viaggio in camper fra i parchi California-Nevada. Padri, madri, ragazzi. Sfogliando la mappa di Reno (vice capitale del gioco dopo Las Vegas) cercavano il «chiosco delle sorelle di Santa Chiara», immaginando un monumento dimenticato dalla colonia spagnola. Appena arrivati, hanno capito: posto per soli adulti abitato da signore operose di piccola virtù. Addio a Reno per sempre.
mchierici2@libero.it
* l’Unità, Pubblicato il: 11.02.08, Modificato il: 11.02.08 alle ore 8.18
La Rosa bianca va da sola. Tabacci candidato premier *
Una rosa bianca con lo stelo verde e due foglie blu incorniciano le parole libertà e solidarietà. È il simbolo della Rosa bianca, la nuova formazione capitanata dai fuoriusciti Udc Mario Baccini e Bruno Tabacci. Che ora si candida a nuovo contenitore dei centristi, «il grimaldello - lo definisce Tabacci - che romperà lo schema bipolare». Il 13 e 14 aprile il simbolo sarà sulle schede elettorali con liste tutte sue e come candidato premier lo stesso Tabacci.
Con l’Italia del Valori di Antonio Di Pietro, resta possibile «un percorso comune» - è lo stesso Di Pietro a dirlo, da Torino - ma senza fusioni. «Loro - spiega ancora l’ex pm- vogliono fare una cosa di centro, noi invece non vogliamo essere etichettati ma rivolgerci a tutti i cittadin in nome di una politica programmatica del fare».
La Rosa bianca nasce e spera di crescere nel solco del "terzo polo", senza dunque un’alleanza strategica con il Pd, come invece Di Pietro che già nei prossimi giorni rivedrà i vertici dei Democratici per l’incontro risolutivo.
Ma la Rosa di Baccinie Tabacci, proprio perché centrista, non ritiene invece di escludere a priori di riannodare il dialogo interrotto con i vecchi compagni di partito. Se l’Udc, come ha già dichiarato il segretario Cesa, non entrerà nella lista unica di Forza Italia e An, Tabacci ricorda che «noi stiamo qui...ci siamo». A lui non è andata giù la scelta di correre dietro a Berlusconi, di non aver voluto provare a sostenere Marini per un governo di riforme. Per questo ha scelto di andare per la sua strada.
Quanto alle previsioni sull’esito delle urne, Tabacci è fiducioso del fatto che la Rosa bianca possa raccogliere consensi: «Ora - ricostruisce Tabacci - nel panorama politico c’è Berlusconi, che interpreta una destra populista. C’è la sinistra garibaldina e romantica di Bertinotti e c’è Veltroni che non può pensare di occupare il centro anche perché la borghesia del Nord ha bisogno di essere interpretata da qualcuno che faccia quadrare i conti. Le aree - conclude - si restringono praticamente a quattro e un elettore su due non ha ancora deciso come votare».
Baccini e Tabacci, insieme all’ex-segretario della Cisl Saverio Pezzotta, ora a capo del Forum Famiglie e nella parte di presidente della Rosa Bianca, vogliono offrire al cittadino-elettore un proprio menù. «Ognuno di noi sarebbe potuto salire su carri più sicuri - ha spiegato - abbiamo preferito rischiare con un progetto che mette in campo la nostra idea morale della politica». E per Pezzotta, già portavoce del Family Day, i temi etici, è chiaro, sono soprattutto «la tutela della vita in tutti i suoi aspetti e la famiglia».
* l’Unità, Pubblicato il: 08.02.08, Modificato il: 08.02.08 alle ore 15.43
il caso
Per la prima volta in Italia la biografia del cattolico studente in medicina che prese parte al movimento anti-hitleriano e fu giustiziato in carcere nell’ottobre 1943
Rosa Bianca, il terzo petalo
Non solo i fratelli Scholl: nel famoso gruppetto di giovani tedeschi che s’opposero al nazismo c’era Willi Graf, un altro martire della libertà
di MARCO RONCALLI (Avvenire, 06.02.2008)
« Questo libro presenta per la prima volta ai lettori italiani la biografia di mio fratello, dopo che altri volumi hanno raccontato della Rosa Bianca e dei fratelli Scholl..., in questo modo l’eredità di Willi continua a vivere e può essere riproposta alle giovani generazioni, come esempio di coraggio e impegno civile...». Così, nella postfazione, l’ottantasettenne Anneliese Knoop-Graf, unica sopravvissuta fra quanti conobbero bene quel gruppetto di studenti tedeschi che pagò con la vita l’opposizione al nazismo, per «avere voluto svegliare la coscienza del popolo tedesco» come sintetizza nella prefazione Moni Ovadia.
A proporci un nitido profilo del giovane cattolico che, dopo settimane di torture della Gestapo (nell’inutile tentativo di estorcergli i nomi di altri compagni), fu ghigliottinato il 12 ottobre 1943 (come aveva chiesto il verdetto di Roland Freisler, presidente della Corte del Popolo), è la giornalista Paola Rosà. Il suo Willi Graf, Con la Rosa Bianca contro Hitler (Il Margine, pp. 240, euro 16), offre un canovaccio biografico basato sulla bibliografia dedicata alla Weiße Rose e ai suoi protagonisti (ricordiamo anche Hans e Sophie Scholl, Christoph Probst, Alexander Schmorell, cui si unì il professor Kurt Huber) arricchito da inedite testimonianze (come l’intervista a Marianne Thoeren, quella che un tempo fu l’amica che sapeva ascoltare l’inquieto Willi in un modo speciale).
Non solo; queste pagine bene rispecchiano un coerente percorso di formazione, dove s’intravedono le ragioni di una scelta radicale che si fonde nel martirio: epilogo di una vita breve, consumata con consapevolezza e responsabilità, sorretta dalla fede e dalla cultura, nel segno di una resistenza non violenta - per vocazione umana e cristiana - affidata alla forza delle parole della verità contro quelle della menzogna. Il libro si apre con diverse immagini emblematiche.
Innanzitutto quella di Saarbrücken, capoluogo della Saar, la regione di confine con la Francia dove i Graf si erano trasferiti.
Dopo 15 anni di amministrazione da parte della Società delle Nazioni, la città, con il voto del 13 gennaio 1935 sull’onda del patriottismo, sancisce l’annessione alla Germania di Hitler. Nulla sarà come prima. Il diciassettenne Willi solo per poco potrà portare in pubblico la divisa della Neudeutschland, l’organizzazione giovanile cattolica di cui fa parte. E ancora per poco le sfide alla Gioventù hitleriana sembreranno giochi di rivalità fra ragazzi.
Dopo queste inquadrature generali l’autrice, come in film documentario, stringe lo zoom sulla famiglia di Willi colta in un conformismo obbligato (la madre Anna Gölden, fervente cattolica, conosce il dovere dell’obbedienza, il padre Gerhard si preoccupa che il figlio non possa continuare gli studi...), poi si ferma sul protagonista, questo giovane «selettivo nelle amicizie..., distante con chi non gli ispira fiducia» che si apre invece «senza riserve a chi sente parte del suo mondo» e che soprattutto «ama sopra ogni cosa la libertà, senza compromessi».
Insomma, in nuce, c’è già il manifesto di un’etica: «Ci hanno detto delle belle cose sull’onestà, non tutti sono educati all’onestà in famiglia, ma dall’onestà dipende tutta la vita del gruppo». Parole del giovane Willi, nel quale cui Paola Rosà si preoccupa subito di assicurare l’assenza di ideologia e il solo desiderio di un’autentica giustizia cristiana.
È un aspetto da tener presente che non viene travolto dall’avanzare inarrestabile della nazificazione anche nella Saar con cui il ragazzone «dalle spalle larghe» deve sempre più fare i conti. E con lui i suoi amici dell’Ordine Grigio, oltre cento giovani che si ritrovano in campeggi e viaggi (proibiti dal regime nazista), ma anche gli altri con cui condivide la passione per le letture di scrittori profondi (come Ernst Wiechert ).
Capitolo dopo capitolo Willi viene seguito sin dal primo arresto nel 1938 a Mannheim (uscirà poi di prigione grazie all’amnistia concessa con l’annessione dell’Austria al Reich), quindi nei primi mesi di servizio forzato a Dillingen fra marce, esercitazioni, conferenze sulla razza, poi all’inizio dei suoi studi di medicina a Bonn, nelle tappe del suo servizio militare - in Francia e Yugoslavia (dove nell’estate ’42 conosce Hans Scholl, Alexander Schmorell e Jurgen Wittenstein), sul fronte russo - sino al ritorno a Monaco e alla decisione di entrare nella Rosa Bianca che affida ai primi volantini i suoi appelli alla resistenza: «Ovunque vi troviate, ostacolate il cammino di questa atea macchina da guerra, prima che sia troppo tardi». Willi è sempre più arrabbiato e deciso e nel novembre 1942 ripete: «La follia dei criminali che ci stanno governando porterà tutti alla rovina!».
Nonostante questo impegno, non trascura i suoi libri (in questo periodo lo appassionano le Meditazioni sulla divina liturgia di Gogol: «Il dramma della Divina Liturgia è grandioso: si svolge in pubblico, dinanzi agli occhi di tutti e tuttavia segretamente...». Poi il dramma all’inizio del 1943: WIlli tiene in valigia ciclostile e volantini... Di qui l’arresto, gli interrogatori della Gestapo, la custodia cautelare a Neudeck, la lunga detenzione.
Sino al 12 ottobre, quando il procuratore di Monaco scrive al ministro della Giustizia del Reich: «Oggetto: Causa penale contro Graf Wilhelm. L’esecuzione della pena di morte contro il suddetto ha avuto luogo nel carcere penale di Stadelheim il 12 ottobre 1943. Il procedimento è durato dall’abbandono della cella esattamente 1 minuto e 11 secondi, dalla consegna al boia sino alla caduta della lama 11 secondi. Non sono da segnalare intoppi o altri».
**** E Willi «contagiò» anche il suo maestro: Höffner, il cardinale che salvava gli ebrei
Tra gli amici della prima ora di Willi Graf c’è un giovane cappellano: Joseph Höffner, classe 1906, quattro lauree, assegnato a Saarbrücken nel 1934 dopo gli anni alla Gregoriana, dove due anni prima era stato ordinato sacerdote. Nella Saar Höffner resta solo tre anni; come Willi nel 1937 lascia Saarbrücken per studiare: il cappellano economia politica a Friburgo, il diciannovenne Willi medicina a Bonn.
Tre anni da non sottovalutare. Anzi un periodo fondamentale per il chierichetto Willi affascinato da quel teologo sempre chino in sacrestia o in biblioteca e che - sostiene Paola Rosà - con buona probabilità incoraggiò la sua ribellione silenziosa. Höffner sarà poi cardinale, arcivescovo di Colonia per quasi due decenni, nonché rappresentante della Conferenza episcopale tedesca.
Willi s’iscrisse a medicina per sfuggire al nazismo; in realtà - testimonia la sorella Anneliese - voleva fare teologia, «chiave d’ingresso di ogni altra sfera del pensiero ». Glielo dimostrò Höffner, quando in quegli anni lavorava sul tema «giustizia sociale e amore sociale», studi poi entrati negli annali della dottrina sociale della Chiesa.
Parola e azione: il binomio che inquietava già il sedicenne Willi. «In questo, senza che però abbia la possibilità di venirlo a sapere, il suo cappellano gli farà da modello - ricorda Paola Rosà -. Nel 1943, proprio mentre Willi è in carcere in attesa del patibolo, Joseph Höffner parroco in un villaggio sulla Mosella ospita in canonica sotto falso nome una bambina ebrea, salvandole la vita; lo stesso farà insieme alla sorella con una coppia di adulti, nascosti nella casa dei genitori a Horhausen».
Di giustizia Höffner continuerà ad occuparsi nella nuova Repubblica Federale come docente onorario negli atenei di Münster e Treviri, finché anche in Israele si ricorderanno di lui. 16 anni dopo la morte, nel 2003, Yad Vashem gli conferirà il titolo di «Giusto tra le nazioni».
Marco Roncalli
PEZZOTTA, IL NOME NON SARA’ ’ROSA BIANCA’
Roma, 7 feb.- (Adnkronos) - Domani verra’ presentata ufficialmente la nuova formazione politica che fa capo a Mario Baccini, Bruno Tabacci e Savino Pezzotta. E l’ex leader della Cisl mette in guardia dal parlare subito del nome della ’Cosa bianca’, e tantomeno della ’Rosa bianca’, perche’, assicura all’ADNKRONOS, "non si chiamera’ cosi’".
18:20 Pezzotta (Rb): "Con l’Udc patto elettorale e fase costituente" "Noi proponiamo all’Udc un patto elettorale e l’avvio della fase costituente per la creazione di un nuovo soggetto politico nel nostro Paese. Un soggetto centrale". Lo ha detto Savino Pezzotta nel corso dell’assemblea della Rosa Bianca che si è inaugurata oggi a Montecatini Terme.
18:10 Baccini: "Presto costituente per nuova forza politica" "Lanceremo un appello a tutti i ’liberi e forti’ perché nel Paese c’è bisogno di una forza politica sociale che esca da questo bipolarismo che ha massacrato il Paese negli ultimi 15 anni". Così Mario Baccini, segretario della Rosa Bianca. "Noi vogliamo vedere come risponde il grande popolo della Rosa Bianca che abbiamo autoconvocato a Montecatini - ha spiegato - e sentiremo anche da loro cosa ne pensano".
17:52 Baccini (Rb): "No ai giochetti" "Diciamo no ai giochetti e sì alla politica alta per le riforme che si faranno in Parlamento. Ci sarà una Rosa Bianca che sarà disponibile a qualsiasi maggioranza nell’interesse del bene comune". Lo ha detto il segretario della Rosa Bianca Mario Baccini.
Il via libera arriva dopo una nottata travagliata. Il Movimento di Tabacci e Baccini
aveva liste già pronte. L’intesa dettata dai sondaggi che credono sul centro
Udc e Rosa Bianca trovano l’accordo
Casini premier, Pezzotta segretario
Tre passaggi: lista unica per le politiche; costituente; separati alle amministrative
Restano però alcuni nodi cruciali: numero di candidati e codice etico
di CLAUDIA FUSANI *
ROMA - Nasce il nuovo partito di centro. Nasce il quarto polo di questa campagna elettorale e a questo punto sarà più difficile parlare di voto "inutile". Udc e Rosa Bianca correranno insieme alle elezioni del 13-14 aprile: il premier sarà unico e sarà Casini ma il segretario diventa Savino Pezzotta, uno dei quattro padri fondatori della Rosa Bianca; il simbolo sarà quello dell’Udc con lo scudocrociato e "qualche ritocco come la dicitura Costituente di centro"; unica sarà anche la lista "dove Rosa Bianca e Udc inseriranno i propri candidati secondo i rispettivi codici etici" mette le mani avanti l’ex segretario della Cisl. Con Udc e Rosa Bianca, nei termini che sono in definizione in queste ore, anche gli amici ex popolari, e quelli delle associazioni laiche e cattoliche. A ore è attesa la decisione di Ciriaco De Mita uscito polemicamente dal Pd perchè escluso dalle liste per sopraggiunti limiti di mandato. Una cosa è certa e la dicono tutti chiaramente, da Casini a Baccini passando per Tabacci: "Nessuno ha intenzione di rifare la Dc".
Il via libera è arrivato in tarda mattinata dopo un lungo e tormentato ufficio politico della Rosa Bianca riunito negli uffici di via Ludovisi 35 da ieri pomeriggio alle 17 quasi ininterrottamente. Il comunicato arriva intorno alle 13. E’ di poche ma eloquenti righe. Soprattutto è il via libera che in via Due Macelli, sede dell’Udc, aspettavano dalla scorsa notte.
"L’ufficio politico della Rosa Bianca, riunito per esaminare la situazione politica - recita il comunicato - ha deliberato di concorrere alla Costituente di centro da portare avanti assieme agli amici dell’Udc, agli ex popolari e alle associazioni laiche e cattoliche". Inoltre e in questo senso "i vertici del movimento sono incaricati di raggiungere un’intesa per definire la propria partecipazione alle elezioni politiche". Due notizie in poche righe. La prima è che è nata una Costituente per dare vita e far crescere un nuovo soggetto politico di centro: si tratta - spiega Pezzotta - "di un percorso lungo in cui ogni anima di questo centro si dovrà confrontare per superare i rimasugli che ognuno di noi si può portare dietro". L’ex segretario della Cisl, l’inventore del Family day sarà il coordinatore, garante e notaio di questa fase. Nell’immediato, per non perdere tempo, è stato stretto - ed è la seconda notizia - un patto elettorale per le elezioni politiche che vede alleati e fusi insieme Rosa Bianca e Udc. Significa che il Movimento, nato la sera del 30 gennaio con l’uscita di Bruno Tabacci e Mario Baccini dall’Udc, è destinato a scomparire? "Neanche per idea - spiega Pezzotta - la Rosa Bianca avrà sue liste e il suo simbolo alle elezioni amministrative. Correrà da sola per il rinnovo dei comuni, delle provincie e delle regioni".
Chi ha dovuto fare un passo indietro è sicuramente Bruno Tabacci, che era già stato presentato come candidato premier della Rosa Bianca, l’uomo che più ha spinto per uscire dall’Udc quando ancora il partito di Casini sembrava ben saldo nella coalizione col Cavaliere e Fini e pronto a un trionfo elettorale. "Farà un passo indietro adesso per farne poi due in avanti dopo perchè il progetto che abbiamo delineato va avanti".
La verità è che nessuno - nè dalle parti della Rosa nè da quelle dell’udc - sta facendo i salti di gioia. "Vado avanti fino in fondo con la Rosa Bianca e cerco di costruire il centro che vorrei per scardinare i due poli correndo il rischio di non arrivare al quattro per cento? O faccio un accordo con l’Udc, costruisco un partito nuovo che nasce già con mille difetti ma almeno non mi assumo la responsabilità storica di frantumare l’unico spazio politico che nel tempo aiuterà l’Italia ad uscire dall’incubo del duopolio in cui si è cacciata?" scriveva ieri sul suo blog Tabacci parlando del dubbio che da notti gli leva il sonno.
Ha prevalso la seconda opzione, l’accordo con l’Udc "seppur pieno di difetti". La svolta è arrivata tra la scorsa notte e questa mattina. Ieri per tutto il giorno è stato un braccio di ferro prima ravvicinato - in mattinata durante un incontro tra lo stato maggiore dei due partiti - poi a distanza, Udc da una parte, Rosa dall’altra. Il tutto condito con una serie di messaggi di opposto significato: "C’è l’accordo" dicevano dalle parti dell’Udc; "non c’è ancora nulla, infatti noi stiamo facendo le nostre liste" replicavano dalle parti della Rosa Bianca in via Ludovisi dove era presente anche il finanziatore dell’operazione, Pellegrino Capaldo. Alla fine hanno deciso i sondaggi: insieme, i due partiti, viaggiano tre l’8 e il 10 per cento. Senza aver fatto ancora un giorno di campagna elettorale. "E’ la prospettiva che ha fatto scattare la svolta" semplifica Pezzotta, un po’ il grande tessitore di questo accordo. "Alla fine credo che nessuno avrà più voglia di scherzare".
I nodi restano sulle candidature, sia dal punto di vista numerico (Casini è disposto a concedere 5-6 seggi di circa 40 che pensano di poter prendere, trenta meno di quelli attuali) e qualitativo. La Rosa, per essere chiari, non vuole Cuffaro in lista. La questione non è da poco per un movimento che ha messo la questione etica in cima alla propria carta dei valori.
Molto potrebbe cambiare se De Mita accettasse di diventare un compagno di questo nuovo viaggio politico al centro. "Faccio un forte appello a De Mita perchè entri nella Costituente di centro". De Mita significa qualcosa come 250 mila voti e almeno tre senatori in Campania. Dettagli che pesano in momenti come questi.
* la Repubblica, 28 febbraio 2008
Sulla scheda anche "No monnezza" e "Io non voto"
di Pasquale Colizzi *
Mirella Cece, fondatrice di un partito monarchico dalla dicitura chilometrica che si richiama al Sacro Romano Impero, ha trascorso dieci giorni davanti al Ministero degli Interni per essere la prima a consegnare il simbolo del suo movimento.
Dal 19 al 29 febbraio, quando le hanno aperto le porte dell’Ufficio per il deposito del contrassegno, ha riposato in macchina e usato la toilette del bar di fronte. E distribuito i bigliettini come al supermercato man mano che dietro di lei la fila si allungava: «Sono arrivata a 50, poi ho lasciato il blocchetto a quelli dopo».
Alla fine il logo con le scritte in latino e tre sue foto (l’unica a metterci “la faccia” tra quelli presenti) si è conquistato la terza postazione sul grande tabellone allestito al Viminale per rendere pubblici i simboli dei partiti che concorreranno alle elezioni di aprile. Ha lasciato passare gli amici “Grilli” di Torino, primi e secondi con “Lista del Grillo Parlante” e “Grillo Presidente”. Che il comico genovese c’entri qualcosa è improbabile.
Sicuramente è il più “citato”: almeno sei liste lo richiamano, addirittura tre fra i primi sei registrati. C’è un indice un po’ minaccioso nel logo “Amici di Beppe Grillo” e pure un “Forza Grillo”.
Le stranezze non mancano, anche perché il panorama di nomi e disegni è ampio. Non siamo arrivati ai 190 simboli, il record delle elezioni del 2005, ma sono comunque 177, contro i 170 del 2006, al termine ultimo per la presentazione, domenica pomeriggio alle 16.
I piantoni che presidiano l’ingresso del Viminale ancora ricordano Giuliano Ferrara seduto sugli ampi gradoni antistanti in attesa di depositare la sua lista Pro-life, finita poi accanto al simbolo del Sole che ride.
Altri, più impazienti, si sono finti giornalisti o hanno millantato appuntamenti inesistenti. Tutti rispediti alla porta. Un imprenditore è arrivato da Treviso in auto - «C’erano tre aeroporti chiusi per nebbia» - per depositare uno dei tanti loghi che giocano sugli equivoci: il suo si chiama “Il Partito delle libertà”, un altro “Il Partito della Libertà” ed entrambi si richiamano al “Popolo della Libertà” di Berlusconi.
Quanto al simbolo di Forza Italia, è finito a una posizione di distanza da quello dell’Unione di Centro di Casini. In attesa di sapere se ci sarà anche uno “scudo rosato”, come ironizza qualcuno rispetto all’accordo tra Udc e Rosa bianca.
E se di scudi crociati per ora ce ne sono quattro, ci stanno anche sette simboli con falce e martello e anche il simbolo dei Ds. Lo ha depositato Antonio Corvasce, capogruppo consiliare Ds di Barletta, insieme a pochi transfughi dal progetto veltroniano.
PD e Italia dei Valori stanno appaiati e a poca distanza spunta il PDD, il “Partito democratico donne”, registrato da Stefania Ariosto, il teste Omega che tanto fece infuriare Previti. Altro nome noto Emanuele Filiberto, che si presenta solo nelle circoscrizioni estere con “Valori e futuro”.
E in mezzo a decine di movimenti federalisti o indipendentisti del Nord, della Sardegna e del Sud, spuntano i soliti animali. Tra quelli ancora disponibili, dopo asinelli ed elefantini, ci sta la lista col cane “Il Veltro” e quella del “Delfino”, oltre ad un cavallo bianco, i gabbiani di Di Pietro e un logo molto simile che si chiama “Le Ali”.
Richiederebbero delle spiegazioni la lista “100%” e quella del “Nucleo Tremmista” (per la meritocrazia), mentre è una dichiarazione di resa quella del partito fondato dal dr. Cirillo: gli “Impotenti esistenziali”. Sembra in balia delle onde la zattera del Ppl, il partito del “Pane pace lavoro”.
Pronti ad azioni clamorose, tutte in rima, i “Giovani Poeti d’azione” mentre stupisce per quanto è triste il sito del “Partito internettiano”, che vuole rendere “internet patrimonio dell’umanità”. Anche il logo non scherza: una @ sopra una W.
Quattro i movimenti nati “contro”: quello del no all’aborto di Ferrara, quello “No ai Pacs”, la lista “No Mondezza” e quella, tranchant e un po’ paradossale, che recita: “Io non voto”.
* l’Unità, Pubblicato il: 01.03.08, Modificato il: 03.03.08 alle ore 10.08
Elezioni, ammessi 147 simboli elettorali su 177. ’La Destra’ deve cambiare logo
Roma - (Adnkronos/Ign) - A quanto apprende l’Adnkronos per il partito di Storace, il Viminale chiede una modifica. In 21 casi chiesta la sostituzione del contrassegno entro 48 ore
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Attacco a Cuffaro: «Perché la presenza di certi candidati?»
Famiglia Cristiana critica l’Udc di Casini
E lui promette: «Faremo la Costituente»
Il settimanale cattolico contro l’accordo Udc-Rosa Bianca: era meglio soggetto nuovo: occasione sciupata
ROMA - «"Coatti" al centro, pasticci nel Pd e anarchia dei valori nel Pdl»: non usa mezzi termini, neanche questa settimana, l’editoriale di prima pagina di Famiglia Cristiana. A finire nel mirino del settimanale cattolico è questa volta il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini. Il titolo, dai toni assai duri, è accompagnato da una dichiarazione ancora più incisiva: «Cattolici col bollino ma senza coraggio». «Di fronte all’unica forza che afferma espressamente la sua ispirazione cristiana - scrive Famiglia Cristiana - ci saremmo aspettati qualcosa di diverso e più innovativo, per allontanare il dubbio di una buona occasione (forse l’ultima?) sciupata malamente. Ci saremmo aspettati, da Casini soprattutto, un gesto di coraggio in più, che avrebbe dato a questo tentativo un profilo più alto e più credibile».
«RISPONDEREMO CON LA COSTITUENTE» - La replica del numero dell’Udc non si è fatta attendere: «Condivido il giudizio di Famiglia Cristiana - ha detto Casini -. È ovvio - ha aggiunto - che un processo politico che si realizza in una settimana non può essere perfetto. Siamo consapevoli dei limiti di questo accordo, ma la risposta a Famiglia Cristiana arriverà con la costituente di centro che nascerà con le elezioni politiche».
CONTRO CUFFARO - L’editoriale di Paolini prende di mira in particolar modo l’alleanza Udc-Rosa Bianca. «Avremmo preferito - si legge - un soggetto totalmente nuovo e non l’assemblaggio di due simboli, in modo da collocarsi definitivamente al di fuori delle ambiguità di un passato non sempre lineare (perché i voti e le presenze di certi candidati, tipo Cuffaro?)».
«CI ASPETTIAMO MAGGIORANZE TRASVERSALI» - «Famiglia Cristiana ha messo in guardia contro il "pasticcio veltroniano in salsa pannelliana" e contro l’"anarchia dei valori berlusconiana". Ora, poiché i cattolici sono presenti in ogni schieramento - prosegue - da parte nostra e in coerenza con il Concilio, ribadiamo la libertà di scelta dei cattolici, purché ovunque la loro presenza sia significativa e non "mortificata". Sulle questioni che veramente contano, in particolare sui temi eticamente sensibili, ci aspettiamo unità e maggioranze trasversali». Click here to find out more!
L’ESPERIMENTO DEL CENTRO - «L’esperimento del Centro di ispirazione cristiana, di per sé, non è né nuovo né originale. Ci avevano già provato Martinazzoli con il suo Ppi nel 1994 e Sergio D’Antoni con Andreotti nel 2001. L`insuccesso era stato determinato dalla legge elettorale maggioritaria che non dava chance ad alcun tentativo isolato». Ed ecco una critica al sistema elettorale: «Nei mesi scorsi, Berlusconi e Veltroni - scrive il settimanale cattolico - hanno affossato qualsiasi possibilità di introdurre in Italia il sistema elettorale tedesco, per non avere fra i piedi una forza di interposizione che stava nascendo su iniziativa di Savino Pezzotta e del mondo cattolico del Family Day. Ma ciò che era stato negato rifiutando il sistema elettorale tedesco è rinato con la decisione di Veltroni (seguito a ruota da Berlusconi) di correre da solo (da soli?), che ha sfoltito il sistema politico, dando vita a quattro blocchi esattamente come in Germania. Il Centro ora c’è - conclude Famiglia Cristiana - e ridefinisce le posizioni politiche. Si può discutere a lungo se ciò sia l’effetto di una scelta "obbligata" e non spontanea di un Casini che, a differenza della decisione libera e forte di Tabacci e Pezzotta, è stato costretto a smarcarsi dal Centrodestra. Sia come sia, ora il Centro esiste e bisogna farci i conti».
* Corriere della Sera, 11 marzo 2008
IERI I TEDESCHI ASSISTEVANO SENZA INTERVENIRE ALLE SEVIZIE INFLITTE DALLA GESTAPO. OGGI I POPOLI EUROPEI ASSISTONO SENZA INTERVENIRE ALLE SEVIZIE PER FAME E DENUTRIZIONE INFLITTE ALL’ INFANZIA GRECA ED AL POPOLO GRECO I CUI SUICIDI NON SI CONTANO PIU’. 21 luglio 2012 La Germania oggi disperatamente cerca testimoni antinazisti per dimostrare al mondo che non tutti i tedeschi sono stati “VOLONTEROSI CARNEFICI DI HITLER“. Oggi i popoli dell’ Europa assistono indifferenti alla distruzione della Grecia, ai patimenti per fame dell’ infanzia greca inutilmente denunciati dall’ UNICEF.
Nell’ Europa del 2012 migliaia di bambini denutriti contrarranno malattie e menomazioni che segneranno per sempre la loro vita. E chi è silente un giorno non lontano dovrà giustificarsi per aver permesso che la smisurata e volgare avidità del parassitismo finanziario li distruggesse.
Coloro che capiscono la drammaticità di questa sconvolgente violenza debbono solidarizzare ed elaborare una valida azione oppositiva per non essere vili ,opportunisti e vittime silenti a loro volta.
1) Come è possibile sopportare storicamente e socialmente che un gruppo di famelici privati scavalchino gli stati e si arroghino il diritto di stampare carta filigranata al costo di pochi centesimi, di scriverci sopra la cifra da 5 a 500 € ed imporla, con la complicità dei politici corrotti, a debito per interi popoli ?
2) Come è possibile che un popolo dotato di Costituzione propria, frutto di secoli di sedimenti culturali ed elaborazioni dialettiche, che della dignità, del rispetto e della centralità di ogni uomo ha fatto la più alta espressione della propria civiltà, possa permettere che operatori, che in America i giovani studenti di economia definiscono “gli impuniti predoni di Wall Street”, possano espropriare beni e distruggere esistenze ?
Le classi politiche non corrotte debbono distinguersi, denunciare i gravissimi danni causati dai collaborazionisti che infestano le nostre istituzioni e dare segni espliciti e tangibili nel difendere i popoli europei
proponendo da subito nei parlamenti disegni di legge per:
la distinzione giuridica delle banche ordinarie da quelle speculative;
la funzione della BCE che deve essere prestatore di ultima istanza;
la proibizione agli stati di finanziare la speculazione e di salvare le banche indebitando i cittadini;
finanziare le imprese produttive;
imporre tasse elevate sui guadagni da speculazioni finanziarie
promuovere la collaborazione degli stati europei e la conseguente disponibilità di farsi credito adattando lo schema e la funzione della Clearing Union proposta nell’ incontro di Bretton Wood personalmente da Keynes.
Lotta frontale ai traditori introdotti in posti chiave che collaborano subdolamente con la finanza predatoria mettendo di fatto in ginocchio i loro popoli. I loro nomi e la loro infamia dovranno essere svelati alle presenti e future generazioni.
francesco miglino