CENTRO STUDI TEOLOGICI DI MILANO
CHIESA ANTICA CATTOLICA E APOSTOLICA
Diocesi di Milano - Monza
Comunicato Stampa
MILANO, 28 Febbraio 2008
DON SCIORTINO: LA PRESUNZIONE DELLA VERITA’ IN TASCA - IL PRETE NORMALIZZATO DAL VATICANO COME SI PERMETTE DI AGGREDIRE CHI NON LA PENSA COME LUI?
I VALORI NON SONO SOLTANTO CATTOLICI!
E’ ORA DI FINIRLA CON QUESTE DELEGITTIMAZIONI, COME SE I LAICI INCARNASSERO SOLTANTO IL MALE!
PERCHE’ FAMIGLIA CRISTIANA (MEGLIO CHIAMARLA FAMIGLIA CATTOLICA) NON AGGREDIVA IN QUESTA MANIERA I POLITICI DELLA DC FILOMAFIOSI CHE DAL DOPOGUERRA AGLI ANNI OTTANTA HANNO DILANIATO IL TESSUTO ETICO E MORALE DI QUESTO PAESE?
Don Antonio Sciortino - il prete Direttore normalizzato dal pontificato polacco prima e tedesco poi con l’arrivo in Redazione di quel Vescovo commissario che portava nel suo nome un vero programma "Mons. Buoncristiani": adesso, dopo aver ripreso l’uso della parola (prima paralizzata...) attacca la presenza dei Radicali e poi dell’oncologo di fama mondiale Prof. Veronesi, con una dovizia di puntualizzazioni da lasciar stupiti per l’acribia: questa acribia non veniva però usata nei confronti di politici della DC (detta Democrazia Cristiana) degli anni addietro, una lunga scia di personaggi collusi con ambienti e personalità mafiose, che hanno fatto manbassa e dilapidato beni morali e materiali di questo Paese: è una vergogna che uomini di Chiesa si mettano a giudicare altre personalità politiche quando hanno sostenuto per decenni lo scudo crociato in cui hanno prosperato i peggiori nemici del vero cristianesimo.
Non si usava questa critica perchè questi signori portavano tanti denari alle borse di Giuda della Chiesa cattolica!.
Don Sciortino non è titolato a dare pagelle a chicchessia, se lo metta bene in testa: lui è parte di quella Chiesa che ha portato questa Italia a questo sfascio presente!
Siamo esasperati dalle continue gratuite polemiche contro chi ha una visione etica diversa dalla Chiesa cattolica romana, e vuol per forza vedere tutti gli altri con gli occhi del relativismo nichilista, della disonestà etica e della malafede! quasi che solo i cattolici siano buoni, virtuosi e migliori degli altri!
Questo atteggiamento farisaico è ora che venga abbandonato, caro don Sciortino, nè io nè lei nè altri credenti cattolici e non, siamo migliori di chicchessia!
Mettiamoci dinanzi a Cristo e di fronte alla Sua Signoria vera e reale, di maestà divina, non di presupponenza umana ierocratica, di servi che vogliono essere padroni (parabola evangelica)!... Mettiamoci in umiltà e cerchiamo - con le nostre difficoltà e debolezze - di dare testimonianza invece di pretendere di mettere un cappello cattolico in testa ad ogni legge che esce dal Parlamento italiano, con l’intento di obbligare chi cattolico non è a comportarsi da cattolico.
Noi troviamo che Famiglia Cristiana, perde l’occasione per farsi profetica, e di indicare la vera via di Cristo: e mentre dice di "difendere la legge naturale" abbandona la stessa verità della parabola del Samaritano. - la legge naturale infatti non è compito della Chiesa difendere, poichè l’unica vera legge per noi è quella evangelica, e non presunte leggi morali naturali che sono costruzioni umane, non fondate se non in presunzioni razionaliste di matrice cattolica (leggi S. Tommaso di Aquino) contro l’unica vera sovranità di Dio, la cui preminenza deve far tacere ogni voce giudicatrice nel presente e nel contingente!
Non si giudicano gli uomini politici a partire da una fede, resa ideologia politica, ma si testimonia la fede ogni giorno, senza voler far uscire dallo Stato leggi che uniformino le menti delle persone: perchè mai questa volontà di onnipotenza del cattolicesimo attuale, reso in realtà irrilevante dalla modernità...?
Perchè chiedere l’aiuto al braccio secolare, per tenere in piedi proibizioni e divieti, o agevolazioni e privilegi, quando lo spirito stesso, i contenuti del cristianesimo sono naufragati nella società odierna e persino nel cuore dei credenti?
Non è meglio ricomininciare con una testimonianza vera e quotidiana, vissuta, e non proclamata a vuoto...? Quando finirà la kermesse dei cattolici trionfali, e comincerà la testimonianza che sa prevedere rispetto e non giudizio su tutto e su tutti? In un momento poi in cui la Chiesa è dilaniata da scandali interni che fanno pure rabbrividire? Oggi occorre una Teologia alta e non una teologia da baraccone dietro ad altri baracconi... politici o militanti ....
Caro don Sciortino occorre meno presunzione di verità e più amore della verità a partire dalla verità storica, dove il cristianesimo cattolico politico ha fallito e ha costituito un tradimento totale del Vangelo!
IL COMITATO DIRETTIVO dei TEOLOGI DEL CENTRO STUDI TEOLOGICI di MILANO + Mons. Giovanni Climaco Mapelli Vescovo e Presidente
CENTRO ECUMENICO
tel 339.5280021
02.95310741 fax
www.centrostuditeologici.too.it
* Chiesa di tradizione e successione apostolica autentica risalente all’Apostolo San Pietro nel 35 d.C. ad Antiochia non dipendente dal Vaticano e dal Papa ( denominata ANTICA CATTOLICA ED APOSTOLICA DEL PRIMO MILLENNIO )
Sul tema, nel sito, si cfr.:
L’antropologia e’ antropologia. Per i Vescovi "cattolici" è "andro-pologia" e "andr-agatia"!!!
EDITORIALE
dalla Rivista ECCLESIA DEI
n.2/2209 - novembre *
FAMIGLIA CRISTIANA e I DIRITTI NEGATI
Don Sciortino e le leggi per i gay
L’ultimo editoriale del Direttore di Famiglia Cristiana sulla questione dei diritti alle persone omosessuali ci ha colpito non poco: leggendo Don Antonio Sciortino, assurto in un baleno ad esperto di filosofia della natura, teologo di teologia fondamentale, antropologo e poi ancora giurista di insigne fama, esperto dei diritti umani e di diritto internazionale lo sconcerto dilaga.
Leggiamone una perla, di questo lavoro di alto profilo giuridico: "Il rispetto incondizionato, che si deve alla persona omosessuale e ai suoi diritti non include però il diritto al matrimonio (così come all’adozione o al figlio con ricorso alla fecondazione artificiale), perché tale diritto non esiste." Ha pontificato il Direttore che "tale diritto non esiste!"
E’ interessante che anzichè argomentare nel diritto, secondo un profilo storico-critico e culturale circa l’istituzione matrimoniale, questo epigono ratzingeriano delle proibizioni si limita alle negazioni.
Negare tutto, negare sempre su tutta la linea....
Ecco il senso dell’editoriale, ed anche purtroppo il senso di un pontificato che si è messo di traverso, con una sfacciataggine senza pari ed un peso ingombrante, a tutto il corso della storia contemporanea e della modernità.
Don Sciortino, già normalizzato dal Vaticano ai tempi della sostituzione di Don Leonardo Zega alla Direzione del settimanale dei Paolini, adesso fa’ il teologo divulgativo del pensiero unico ratzingeriano e mentre fa’ una pallida "apertura" (come odio questo sciocco termine...) sui "diritti individuali " dei gay, chiude su ogni altro fronte anche il semplice confronto possibile tra visioni antropologiche e culturali del fatto matrimoniale.
Come se al mondo esistessero persone che hanno diritti pieni e complementari, diciamo sociali, e altri invece che ne hanno soltanto di individuali.
Questa assurda teoria partorita da teologi vaticani, di cui si fanno portavoce la Conferenza Episcopale italiana e altri soggetti ecclesiali è una vera "porcheria" giuridica e va detto con forza.
La legge è urguale per tutti, tutti!
E sotto il profilo teologico Dio non crea uomini e donne inferiori come creature dotate di corporeità e di spiritualità.
Si potrà eccepire sul termine "matrimonio", ma arrivare a dire che quelle dei gay sono solo "unioni", cosa vuol significare?
Cosa è poi una "unione"?
Vi è la consapevolezza della relazione tra due persone? ribadiamo persone ai teologi che si riempiono spesso la bocca e ci riempiono spesso le orecchie, della parola persona, e che ciò che nasce e si realizza dentro il legame tra due individui di stesso sesso è sempre e comunque relazione inter-personale?
Perchè dunque circoscrivere questa umana relazione ad un grado infimo quasi fosse un legame sconveniente che non merita tutela ma soltanto una forma di rilievo individualistico, partorendo una specie di codice di diritto civile ad hoc, quasi che il diritto fondamentale non si applichi a talune categorie di persone?
E’ obbrobriosa questa visione che si sposta dal piano più strettamente etico (per modo di dire) a quello ontologico e poi civilistico e diremmo anche statale.
La furibonda lotta dei cattolici istituzionali per sminuire, negare, ostacolare, cavillare, spostare l’attenzione in merito ai diritti delle coppia gay è una lotta impari e sudicia.
Don Sciortino ci è o ci fa’?
Ecco cosa dice ancora:
"Il termine coppia riferito agli omosessuali (e ancora più il matrimonio) è del tutto fuori luogo; più appropriato, forse, è il termine unione..."
Bene anche il nome coppia è del tutto fuori luogo... e perchè mai?
Perchè la coppia cosa è?
Viene fuori una incapacità ad accettare che la natura fa’ attrarre due persone dello stesso sesso allo stesso modo in cui ne fa attrarre due di sesso diverso.
Viene fuori la visione della sessualità soltanto procreativa e per nulla significativa a livello della sua specificità relazionale e affettiva, di completamento reciproco e profondamente umanizzante.
Si pensa la sessualità a partire probabilmente dai propri fallimenti esistenziali ed anche vocazionali, siano essi papali , presbiterali, o di direttori di testate cattoliche, per lanciare lo sguardo su tutto il resto e insinuare malignità e dubbi di ogni sorta verso un legame di per sè degno di considerazione e naturale.
Tutto ciò per impedire che la società cambi il suo sguardo e il suo modo di giudicare, spesso così volgare e così infelice....
Tutto ciò perchè lo Stato sia irretito in una paura atavica e superstiziosa che lo fa’ regredire ad epoche veramente tristi, e perchè rimanga di fatto immobile persino su una legge che contrasti l’omofobia.
Perchè questa visione così gretta quando sono in gioco i destini stessi delle persone?
Non riusciamo a capacitarci davvero.
Succede oggi ciò che succedeva negli anni ’30, quando le leggi razziali stabilivano per natura la superiorità e l’inferiorità e dunque la soppressione di alcune "razze umane".
Oggi gli inferiori socialmente parlando sono i gay e le lesbiche o i transessuali, inferiori perchè titolari di soli "diritti individuali".
Durante il fascismo era l’Avvenire d’Italia, organo dei Vescovi italiani, padre dell’attuale Avvenire del già Direttore Dino Boffo, che salutava come socialmente utili e provvidenziali le leggi razziali contro ebrei e poi le restrizioni contro rom, zingari e omosessuali.
Era l’Osservatore Romano, da ben più altro scranno di visuale, che ne tesseva le lodi, dopo i Patti del Laterano, che avevano "cristianizzato" il Duce e il suo fascio littorio.
Il giornale vaticano chiedeva dopo il 1945 di tenere in piedi qualche legge del 1938, almeno per gli ebrei non convertiti al cattolicesimo romano:
questa lezione della storia,la Chiesa e Famiglia Cristiana e Don Sciortino non l’hanno mai imparata?!
Forse no, perchè chiedono adesso le stesse cose verso i gay, facendoli passare per "impediti" nel diritto e nella rilevanza sociale.
Non imparano mai niente dai propri errori, i clericali di oggi e di sempre: e quando le leggi le scrivono o vogliono scriverle i clericali e i teologi del momento, non possono sortire che brutte leggi anticostituzionali e leggi che ci fanno vergognare.
Lo sapeva in qualche modo anche la vecchia Democrazia Cristiana, e tutto quanto si dibatteva allora tra Gedda e De Gasperi.
Ma oggi non è un italiano che siede a San Pietro, è un tedesco, che mentre vede fallire ogni sua impresa restauratrice e dittatoriale
pure in patria, qui da noi - regnante una indegna gazzarra politica e una pletora vuota sui valori condivisi - riesce ancora a farla da padrone.
Padrone e ostacolo al progresso civile, alle leggi giuste e in linea con la civiltà europea, ostacolo ad ogni dialogo e confronto sociale, sempre incline all’intimidazione morale e al diniego.
Don Sciortino, che si distingue per ben altre battaglie di legalità in Italia, qui cade nel pozzo stesso della ostilità preconcetta, convinto di difendere l’unico matrimonio possibile...
Ma era Cristo che invitava a dar vita ad un norma che non umilia l’uomo ma invece lo eleva, e che la norma non era più dell’uomo stesso.
Ma oggi nella Chiesa di Roma è venuta avanti una teologia che preferisce non confrontarsi con nessuna istanza del mondo contemporaneo e pensa di chiudersi in una sorta di negazione totale, sortendo insieme due risultati paralleli: da una parte allontana progressivamente una moltitudine di persone e fedeli e dall’altra, mentre si pretende portatrice del Vangelo di Gesù Cristo, di fatto ottunde il messaggio evangelico stesso in una sorta di fariseismo settario e oltranzista dove nessuno è a proprio agio, e dove il volto di Dio somiglia sempre più a un volto corrucciato e stizzito, e sempre più incomunicabile e freddo.
Questa incapacità di essere come Papa Roncalli Giovanni XXIII ed altri uomini di Chiesa, voce del dialogo e non dei diktat....
Una Chiesa ormai andata, che lo aveva voluto Papa, amato dai lontani e dai vicini, da dentro e da fuori la Chiesa. Questa assenza e incapacità
nei fatti produce il vuoto totale di Dio in Occidente e un degrado spirituale senza pari, che in Italia si assomma al deserto morale della politica e dei suoi politici.
Che linguaggio parla la Chiesa di oggi?
Quello di Pio V?
Il linguaggio teologico della Chiesa si è fatto ostico e refrattario, è divenuto simile al legalismo dei farisei e dottori della legge che oberavano di pesi i fedeli, senza toccarli loro con un dito, ed è divenuto linguaggio di chiusura del Regno dei Cieli a sè e agli altri....
Non solo, anche i visi, i volti dei preti e dei vescovi e i loro gesti, sono divenuti, più del linguaggio verbale, icona della frustrazione e del pessismismo e della solitudine esistenziale, della infelicità stessa che la teologia cattolica romana profonde negli animi religiosi.
Vi è un panorama clericale desolante in giro!...
Il lieto annuncio del Vangelo, quella gioia primigenia del Cristo risorto, è soffocata da prediche e pratiche clericali e devozionali che ammorbano l’aria e intristiscono... La parola della Chiesa è parola di negazione e di deserto... In questo deserto, umano e divino insieme, fiorisco le frotte di giovani e giovinastri nichilisti, picchiatori dei deboli, delle donne, degli extracomunitari e poi sempre di più dei gay e delle lesbiche o dei transessuali. Che Dio sia lontano lo dice il silenzio che i Vescovi e il Papa stesso, come ordine di scuderia interno, mantengono sui pestaggi dei "diversi sessuali". Se una parola si può dire sul resto degli emarginati, sui gay no, su questi si tace in una specie di teutonico silenzio che origina dal disprezzo e dalla incultura divenuta teologica e fiera di sè.
Senza Dio, e con tanti vescovi e papa in silenzio, si compiono le brutalità più inaudite. I giovani smutandati d’Italia se ne vanno in giro magari convinti di salvaguardare l’onore, la famiglia, i valori tradzionali.
Il desolante panorama italico è sotto gli occhi di tutti. E i clericali o teologi di corte ci vengono a dire cosa si deve in genere negare agli omosessuali. Come accaduto il 13 ottobre scorso, dove un’altra pagina nera e nefanda è stata scritta nella nostra storia d’Italia.
*
+ Giovani Climaco Mapelli Arcivescovo
CENTRO STUDI TEOLOGICI di MILANO
L’attacco di Famiglia Cristiana a Berlusconi
Rassegna Stampa a cura di Patrizia Vita *
Fonte: http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200906articoli/44874girata.asp
"Indifendibili i suoi comportamenti" Famiglia Cristiana striglia Berlusconi
Il settimanale cattolico: «Superata la decenza. Ora la Chiesa intervenga»
L’«In altre nazioni se i politici vengono meno alle regole o hanno comportamenti discutibili, sono costretti alle dimissioni. Perchè tanta diversità in Italia? L’autorità senza esemplarità di comportamenti non ha alcuna autorevolezza e forza morale. È pura ipocrisia o convenienza di interessi privati. Chi esercita il potere, anche con un ampio consenso di popolo, non può pretendere una "zona franca" dall’etica. Nè pensare di barattare la morale con promesse di leggi favorevoli alla Chiesa: è il classico "piatto di lenticchie", da respingere al mittente».
Così si chiude il duro editoriale di Famiglia Cristiana dedica al "caso delle feste del premier". «Chi ha l’onore e l’onere di servire il Paese (senza servirsene), per di più con una larga maggioranza, quale mai si era vista nella storia della Repubblica, è doveroso - scrive il direttore don Antonio Sciortino - che si dedichi a questo importante compito senza "distrazioni", che un capo di Governo non può permettersi. L’alta responsabilità comporta restrizioni di movimenti e comportamenti adeguati alla carica, per servire a tempo pieno il Paese e dedicarsi totalmente al "bene comune" dei cittadini». Nella tradizionale rubrica "Colloqui col padre" don Sciortino sottolinea che «oggi il Paese più che di polveroni e distrazioni, necessita di maggiore sobrietà, coerenza e rispetto delle regole. E, soprattutto, chiarezza. Non solo a parole, ma concretamente, con i fatti».
«A poco servono - scrive - imbarazzanti e deboli difese d’ufficio dei vari "corifei", "caudatari" o "maschere salmodianti" (come li ha definiti qualcuno), che ci propinano a ogni ora ritornelli e moduli stantii, a difesa dell’indifendibile». Il sacerdote paolino definisce addirittura «autolesionista» il tentativo di «minimizzare tutto, spostando la mira su altri bersagli. Ancora peggio, poi, quando ’la pezza è più grande dello sbregò come si dice, e si definisce il presidente del Consiglio "l’utilizzatore finale" di un giro di prestazioni a pagamento (ammesso che sia vero), e si considerano le donne "merce", di cui "si potrebbe averne quantitativi gratis". Naturalmente». «Che esempio si dà alle giovani generazioni con comportamenti ’gaudenti e libertinì, o se inculchiamo loro i valori del successo, dei soldi, del potere: traguardi da raggiungere a ogni costo, anche tramite scorciatoie e strade poco limpide?», si domanda don Sciortino affermando che «non basta la legittimazione del voto popolare o la pretesa del ’buon governò per giustificare qualsiasi comportamento, perchè con Dio non è possibile stabilire un ’lodò, tanto meno chiedergli liimmunità morale. La morale è uguale per tutti: più alta è la responsabilità, più si ha il dovere del buon esempio. E della coerenza, che è ancora una virtù, e dà credibilità alle persone e alle loro azioni».
«Sull’operato del presidente del Consiglio - continua il direttore di Famiglia Cristiana - oggi fanno riflettere certi silenzi "pesanti", anche all’interno della stessa maggioranza. La Chiesa, però, non può abdicare alla sua missione e ignorare l’emergenza morale nella vita pubblica del Paese. Nessuno pensi di allettarla con promesse o ricattarla con minacce perchè non intervenga e taccia. I cristiani (come dismostrano le lettere dei nostri lettori) sono frastornati e amareggiati da questo clima di decadimento morale dell’Italia, attendono dalla Chiesa una valutazione etica meno "disincantata". Non si può far finta che non stia succedendo nulla, o ignorare il disagio di fasce sempre più ampie della popolazione, e dei cristiani in particolare». Infatti, «il problema dell’esempio personale è inscindibile per chiunque accetta una carica pubblica».
Fonte: http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-10/barlusconi-famiglia-cristiana/barlusconi-famiglia-cristiana.html
Il direttore Don Antonio Sciortino parla di "emergenza morale"
Il settimanale cattolico era intervenuto anche sul caso Noemi
Famiglia Cristiana contro il premier
"Indifendibile, ora parli la Chiesa"
ROMA - "E’ stato superato il limite della decenza". Scrive così il direttore del settimanale Famiglia Cristiana, don Antonio Sciortino rispondendo alle lettere dei lettori e definendo "indifendibile" il comportamento del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. La Chiesa italiana, continua Sciortino "non può ignorare l’emergenza morale" di fronte allo scandalo-escort. "Non si può far finta che non stia succedendo nulla, i cristiani (come dimostrano le lettere dei nostri lettori) sono frastornati da questo clima di decadimento morale, attendono dalla Chiesa una valutazione etica meno disincantata".
Don Antonio Sciortino è duro anche nei confronti di chi pensa "di barattare la morale con promesse di leggi favorevoli alla Chiesa: è il classico piatto di lenticchie da respingere al mittente. La Chiesa non può abdicare alla sua missione, nessuno pensi di allettarla con promesse o ricattarla con minacce perchè non intervenga e taccia". E critica il comportamento "gaudente e libertino" di chi considera le donne come "merce" di cui "si potrebbe averne quantitativi gratis". "Che esempio si dà alle giovani generazioni?" chiede don Sciortino.
Già nelle scorse settimane Famiglia Cristiana era intervenuta sulle vicende del presidente del Consiglio. Sempre don Antonio Sciortino, in un editoriale di fine maggio, aveva esortato il premier a dire la verità sui suoi rapporti con Noemi Letizia, parlando di "incongruenze e contraddizioni". E il settimanale cattolico a gennaio aveva lanciato anche un attacco a tutto tondo contro un governo accusato di vivere "fuori dalla realtà. "Siamo un paese incredibile, metà fiaba e metà incubo" si legge nell’articolo, che ritraeva un Silvio Berlusconi preoccupato più dai sondaggi per la cessione di Kakà e del passaggio di Fiorello a Sky che dalle sfide della crisi economica.
Le reazioni. Da Daniela Santanchè, leader del Movimento per l’Italia, la prima risposta all’attacco del settimanale cattolico: "Famiglia Cristiana rappresenta solo un gruppetto eversivo all’interno della Chiesa, Berlusconi non si deve preoccupare". Dello stesso tenore anche il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi ("Per fortuna la Chiesa è altra cosa e normalmente non esprime giudizi sommari sulle persone") e il vicepresidente dei senatori del Pdl Gaetano Quagliariello, che biblicamente avverte: "A furia di sostituire il moralismo alla morale si rischia di fare la fine dei farisei". "Grottesco che chi fino a qualche settimana fa su altre vicende si proponeva come interprete e campione delle fede cattolica, oggi si produca in un attacco così scomposto nei confronti di un giornale che costituisce un importante punto di riferimento per milioni di famiglie italiane come Famiglia Cristiana" E’ invece il commento del portavoce del Pd, Andrea Orlando.
Fonte: http://www.agi.it/ultime-notizie-page/200906232005-pol-rom1181-garofani_pd_basta_attacchi_a_famiglia_cristiana
GAROFANI (PD), BASTA ATTACCHI A FAMIGLIA CRISTIANA
(AGI) - Roma, 23 giu. - "Il direttore di ’Famiglia Cristiana’, don Antonio Sciortino, ha perfettamente ragione ad occuparsi dell’inchiesta di Bari. Non si tratta di pettegolezzi o di gossip, ma di notizie vere, purtroppo molto gravi e serie, come hanno ben compreso testate autorevoli in tutto il mondo, esclusi certi telegiornali di casa nostra". Francesco Saverio Garofani, deputato PD, aggiunge: "Adesso basta. Gli attacchi della destra sono ancora piu’ inaccettabili quando pretendono di insegnare come si dovrebbe comportare la Chiesa riguardo all’etica pubblica o alla testimonianza dei principi cristiani. Questo, davvero, puzza di vecchio regime".
Fonte: http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/italia/news/2009-06-23_123378451.html
Berlusconi: interviene F. Cristiana Superata decenza, Chiesa parli: scrive il direttore Sciortino
(ANSA)- ROMA, 23 GIU -Il ’limite della decenza’ e’ stato superato dal premier, la Chiesa intervenga, chiede Famiglia Cristiana che interviene sull’inchiesta di Bari. Nel definire ’indifendibile’ il comportamento del presidente del Consiglio, il direttore don Antonio Sciortino, rispondendo alle lettere di lettori, scrive che la Chiesa italiana ’non puo’ ignorare l’emergenza morale’. ’I cattolici italiani -scrive Sciortino- sono frastornati e amareggiati da questo clima di decadimento morale dell’Italia’.
Fonte: http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE55M0R820090623
F. Cristiana: Berlusconi indifendibile, cattolici disorientati
ROMA (Reuters) - I cattolici italiani sono disorientati dal decadimento morale: è quanto scrive don Antonio Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana, rispondendo nel prossimo numero ai suoi lettori sulle vicende personali del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi giudicato ormai "indifendibile". "I cristiani (come dimostrano le lettere dei nostri lettori) sono frastornati e amareggiati da questo clima di decadimento morale dell’Italia, attendono dalla Chiesa una valutazione etica meno ’disincantata’", afferma Sciortino, aggiungendo che "a tutto c’è un limite". "Quel limite di decenza è stato superato. Qualcuno ne tragga le debite conclusioni", sottolinea il direttore del settimanale cattolico, in un apparente riferimento alla frequentazione di "escort" da parte del premier, ipotesi emersa in un’inchiesta della procura di Bari. "Non si può far finta -- spiega il religioso -- che non stia succedendo nulla, o ignorare il disagio di fasce sempre più ampie della popolazione, e dei cristiani in particolare". "Il problema dell’esempio personale è inscindibile per chiunque accetta una carica pubblica. In altre nazioni se i politici vengono meno alle regole (anche minime) o hanno comportamenti discutibili, sono costretti alle dimissioni. Perché tanta diversità in Italia?", si chiede Sciortino. "Chi esercita il potere, anche con un ampio consenso di popolo, non può pretendere una ’zona franca’ dall’etica", continua. Berlusconi nega di aver mai pagato per avere la compagnia di una donna e parla di complotto dietro l’inchiesta barese sull’induzione alla prostituzione in cui è coinvolto un imprenditore pugliese, che avrebbe pagato giovani donne per partecipare a feste nelle residenze del premier, Villa Certosa in Sardegna e Palazzo Grazioli a Roma. Il presidente del Consiglio non risulta indagato. La vicenda è scoppiata quando Patrizia D’Addario, 42enne pugliese, ha nei giorni scorsi depositato presso la Procura video, foto e registrazioni delle sue visite a Berlusconi. La donna ha anche detto di aver partecipato a queste serate in casa del premier per soldi la prima volta, poi in cambio della promessa di un interessamento per una sua licenza edilizia. Anche altre ragazze hanno dichiarato di aver partecipato a queste feste presso le residenze del premier. "C’è da augurarsi, quanto prima, che da una ’politica da camera da letto’ si passi alla vera politica delle ’camere del Parlamento’, restituite alla loro dignità e funzioni. Prima che la fiducia dei cittadini verso le istituzioni prenda una via senza ritorno", conclude Sciortino su Famiglia Cristiana.
*Il Dialogo, Martedì 23 Giugno,2009 Ore: 20:30