E il cardinale attacca Crocetta «Non faccia il pm antimafia»
di Massimo Giannetti (il manifesto, 1 novembre 2012)
«In queste ore ho sentito sbandierare che ora c’è un antimafia a presidente della Regione. Ma il presidente della Regione non è il procuratore antimafia, quello lo deve fare il procuratore antimafia, mentre il presidente della Regione se vuole combattere la mafia deve far funzionare gli uffici della Regione. Perchè se non funzionano c’è sempre chi, corrompendo, li farà funzionare come vuole lui». C’è sempre un filo di ambiguità negli interventi color porpora del cardinale di Palermo, Paolo Romeo. Ieri, dalle trombe di Radio Vaticana è partito a testa bassa contro Rosario Crocetta, neoeletto a governatore della Sicilia, lasciando intendere quasi quasi l’incompatibilità tra la funzione di presidente della regione e quello e della lotta alla mafia. Parole appunto ambigue che lasciano presagire un atteggiamento ostile delle alte gerarchie ecclesiastiche nei confronti dell’ex sindaco antimafia di Gela.
Che Romeo stia già rimpiangendo i due passati governi regionali, quello di Totò Cuffaro e quello di Raffaele Lombardo, entrambi dimessi anticipatamente da pesanti inchieste per fatti di mafia? Certamente non è questo il sentimento del cardinale, il quale però di sicuro non disdegnerebbe un grande inciucio per la governabilità della Sicilia, visto che Crocetta non ha una maggioranza autosufficiente all’Assemblea regionale: «Ora noi, qui in Sicilia - ha aggiunto sua eminenza - saremo governati da chi è andato al governo col 10% dell’elettorato. Ora in un momento di crisi così grave credo che sia impensabile poter governare col 10%, perché si ha bisogno di una partecipazione ampia. Oggi sempre più quando c’è da spartire, tutti sono disponibili ma quando c’è da fare dei sacrifici tutti si chiamano fuori. Ma se tutti non facciamo dei sacrifici la realtà della quale ci lamentiamo non cambierà mai».
La replica di Crocetta, sostenuto da una coalizione Pd e Udc, non si è fatta attendere, ma da cattolico praticante quale è, benché omosessule dichiarato - - fosse questo il vero motivo delle ostilità vaticane nei suoi confronti? - ha risposto al cardinale con fin troppa pacatezza: «Le parole di Romeo sono al centro del mio programma per realizzare in Sicilia quella che ritengo la rivoluzione della dignità e che consiste innanzi tutto nella lotta agli sprechi e alle ingiustizie sociali. Su queste questioni, interverremo fin dal primo giorno della mia proclamazione».
Intanto, a proposito delle difficoltà sulla governabilità che Crocetta si troverà effettivamente davanti dopo la procamazione a governatore, che potrebbe avvenire la prossima settimana, la folla di "volenterosi" si allarga sempre di più. Ieri, dopo quella di Gianfranco Micciche, «pronto a dare una mano a Crocetta per il bene comuneld ella Sicilia», è arrivata anche l’offerta di «collaborazione» di Francesco Cascio, presidente uscente dell’Assemblea regionale, capolista del Pdl alle recenti elezioni, in guerra aperta proprio contro il suo ex compagno di partito Micchichè, ora leadere di Grande sud, arrivato quarto nella sfida per la presidenza. Cascio propone a Crocetta un governo di «responsabilità regionale, ma la proposta dovrà arrivare da lui», dice con toni che vorrebbero sembrare minacciosi: «Se Crocetta si alleasse con Micchiché e Lombardo, diventeremmo tutti grillini...».
Dal fronte del Movimento 5 Stelle, dopo tiepide aperture del terzo classificato Giancarlo Cancelleri
«Il dialogo è aperto ma Crocetta deve avere la capacità di sedurci» - la linea ufficiale la darà
Beppe Grillo, che potrebbe tornare di nuovo il Sicilia il 10 novembre prossimo per una kermesse di
«ringraziamento» ai siciliani nell’Autodromo di Pergusa, in provincia di Enna, città di Cancelleri.