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Filosofia, Antropologia ed Economia dell’ Amore ("Charitas"), non del Caro-prezzo (Benedetto XVI, "Deus caritas est", 2006).

IL DONO E L’INTERESSE PER GLI ALTRI. Contro l’antropologia e la teologia utilitaristica del Dio Denaro, Alain Caillé rilancia l’importante questione. Un’intervista di Luigi Dell’Aglio - a cura di Federico La Sala

Lo studioso, che partecipa al summit in Vaticano sul bene comune: «Ormai è chiaro che i gesti gratuiti sono un dato decisivo nello sviluppo delle società. Bisogna uscire dall’utilitarismo esasperato»
domenica 4 maggio 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] L’individuo obbedisce automaticamente al sempre più pervasivo modello dell’homo
oeconomicus, imposto da certa pubblicità: massimizzare utilità e piacere, respingere senza indugio non solo ciò che fa soffrire ma anche, e soprattutto, ciò che non è utile. Eppure - obietta Caillé - uomini e donne non sono venuti sulla terra per agire da «animali interessati», che desiderano soltanto avere sempre più cose; anche se non lo sanno, l’oggetto principale della loro brama non è comunque la (...)

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> IL DONO E L’INTERESSE PER GLI ALTRI. Contro l’antropologia e la teologia utilitaristica del Dio Denaro, Alain Caillé rilancia l’importante questione. --- Il Papa: 4 principi fondamentali per fare un mondo più giusto. Dignità della persona umana, bene comune, sussidiarietà, solidarietà. Sono i quattro «principi fondamentali della dottrina socia­le cattolica», da riaffermare per affrontare «gli imperativi dell’umanità all’alba del XXI secolo». È quanto ha ribadito ieri Benedetto XVI, nel discorso rivolto ai partecipanti alla Sessione plenaria della Pontificia Accade­mia delle Scienze Sociali.

lunedì 5 maggio 2008


-  il richiamo

-  Nel discorso rivolto ai partecipanti alla plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, il Pontefice ha ricordato che, «quando i responsabili del bene comune rispettano il naturale desiderio umano di autogoverno, lasciano spazio alla responsabilità

-  Benedetto XVI ha indicato in dignità della persona umana, bene comune, sussidiarietà e solidarietà, le realtà chiave della dottrina sociale per affrontare gli imperativi dell’umanità nel XXI secolo «Una società che onora il principio di sussidiarietà libera le persone dal senso di sconforto e di disperazione, garantendo loro la libertà di impegnarsi reciprocamente nelle sfere del commercio, della politica e della cultura»

-  Il Papa: 4 principi fondamentali per fare un mondo più giusto

-  Dignità della persona umana, bene comune, sussidiarietà, solidarietà. Sono i quattro «principi fondamentali della dottrina socia­le cattolica», da riaffermare per affrontare «gli imperativi dell’umanità all’alba del XXI secolo». È quanto ha ribadito ieri Benedetto XVI, nel discorso rivolto ai partecipanti alla Sessione plenaria della Pontificia Accade­mia delle Scienze Sociali, del quale pubbli­chiamo di seguito ampi stralci. *

Nella scelta del tema «Perseguire il be­ne comune: come solidarietà e sus­sidiarietà possono operare insieme» avete deciso di esaminare l’interrelazione fra quattro principi fondamentali della dottrina sociale cattolica (...). Queste realtà chiave, che emergono dal contatto diretto fra il Vangelo e le concrete circostanze sociali, costituisco­no una base per individuare e affrontare gli imperativi dell’umanità all’alba del XXI se­colo, come la riduzione delle ineguaglianze nella distribuzione dei beni, l’estensione del­le opportunità di educazione, la promozione di una crescita e di uno sviluppo sostenibili e la tutela dell’ambiente.

In che modo la solidarietà e la sussidiarietà possono operare insieme nella ricerca del bene comune in un modo che non solo rispetti la dignità umana, ma le permetta an­che di prosperare? Questo è il fulcro del pro­blema che vi interessa. Come hanno già di­mostrato i vostri dibattiti preliminari, una ri­sposta soddisfacente potrà emergere solo do­po un attento esame del significato dei ter­mini (cfr Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, capitolo 4). La dignità umana è un valore intrinseco della persona creata a immagine e somiglianza di Dio e redenta in Cristo.

L’insieme delle condizioni sociali che permettono alle persone di realizzarsi collet­tivamente e individualmente è il bene co­mune. La solidarietà è la virtù che permette alla famiglia umana di condividere in pie- nezza il tesoro dei beni materiali e spirituali e la sussidiarietà è il coordinamento delle at­tività della società a sostegno della vita inter­na delle comunità locali.

Tuttavia, queste definizioni non sono che l’inizio e possono essere compre­se adeguatamente solo se vengono collegate organicamente le une alle altre e considerate di sostegno reciproco. All’inizio possiamo tratteggiare le interconnessioni fra questi quattro principi ponendo la dignità della persona nel punto di intersezione di due assi, uno orizzontale, che rappresenta la «so­lidarietà » e la «sussidiarietà», e uno verticale, che rappresenta il «bene comune». Ciò crea un campo su cui possiamo tracciare i vari punti della dottrina sociale cattolica che for­mano il bene comune.

Sebbene questa analogia grafica ci offra un’immagine approssimativa di come questi principi siano imprescindibili gli uni dagli altri e necessariamente intercon­nessi, sappiamo che la realtà è più comples­sa. Infatti, le profondità insondabili della per­sona umana e la meravigliosa capacità del­l’umanità di comunione spirituale, realtà que­ste pienamente dischiuse solo attraverso la ri­velazione divina, superano di molto la possi­bilità di rappresentazione schematica. In o­gni caso, la solidarietà che unisce la famiglia umana e i livelli di sussidiarietà che la raffor­zano dal di dentro devono essere posti sem­pre entro l’orizzonte della vita misteriosa del Dio Uno e Trino (cfr Gv 5, 26; 6, 57) (...) Amici, vi invito a permettere a que­sta verità fondamentale di per­meare le vostre riflessioni: non solo nel senso che i principi di solidarietà e di sussidiarietà sono indubbiamente arricchiti dal nostro credere nella Trinità, ma in particolare nel senso che tali principi hanno la po­tenzialità di porre uomini e donne lungo il cammino che conduce alla scoperta del loro destino ultimo e soprannaturale (...) Quando esaminiamo i principi di soli­darietà e di sussidiarietà alla luce del Vangelo, comprendiamo che non so­no semplicemente «orizzontali»: en­trambi possiedono un’essenziale dimensio­ne verticale. Gesù ci esorta a fare agli altri ciò che vorremmo fosse fatto a noi (cfr Lc 6, 31), ad amare il nostro prossimo come noi stessi (cfr Mt 22, 35). Questi comandamenti sono i­scritti dal Creatore nella natura stessa uma­na (cfr Deus caritas est, n. 31). Gesù insegna che questo amore ci esorta a dedicare la no­stra vita al bene degli altri (cfr Gv 15, 12-13). In questo senso la solidarietà autentica, seb­bene cominci con il riconoscimento del pa­ri valore dell’altro, si compie solo quando met­to volontariamente la mia vita al servizio del­l’altro (cfr Ef 6, 21). Questa è la dimensione «verticale» della solidarietà: sono spinto a far­mi meno dell’altro per soddisfare le sue ne­cessità (cfr Gv 13, 14-15), proprio come Gesù ’si è umiliato’ per permettere agli uomini e alle donne di partecipare alla sua vita divina con il Padre e lo Spirito (cfr Fil 2, 8; Mt 23, 12).

Parimenti, la sussidiarietà, che incorag­gia uomini e donne a instaurare libe­ramente rapporti donatori di vita con quanti sono loro più vicini e dai quali sono più direttamente dipendenti, e che esige dalle più alte autorità il rispetto di tali rapporti, mani­festa una dimensione «verticale» rivolta al Creatore dell’ordine sociale (cfr Rm 12, 16, 18). Una società che onora il principio di sus­sidiarietà libera le persone dal senso di sconforto e di disperazione, garantendo loro la libertà di impegnarsi reciprocamente nel­le sfere del commercio, della politica e della cultura (cfr Quadragesimo anno, n. 80).

Quan­do i responsabili del bene comune rispetta­no il naturale desiderio umano di autogo­verno basato sulla sussidiarietà, lasciano spa­zio alla responsabilità e all’iniziativa indivi­duali, ma, soprattutto, lasciano spazio all’a­more (cfr Rm 13, 8; Deus caritas est, n. 28), che resta sempre la «via migliore di tutte» (1 Cor 12, 31).

Nel rivelare l’amore del Padre, Gesù ci ha insegnato non solo come vivere da fratelli e sorelle qui, sulla terra, ma anche che egli stesso è la via verso la co­munione perfetta fra noi e con Dio nel mon­do che verrà (...). Mentre vi adoperate per e­laborare modi in cui uomini e donne possa­no promuovere al meglio il bene comune, vi incoraggio a sondare le dimensioni «vertica­le » e «orizzontale» della solidarietà e della sus­sidiarietà. In tal modo, potrete proporre mo­dalità più efficaci per risolvere i molteplici problemi che affliggono l’umanità alla soglia del terzo millennio, testimoniando anche il primato dell’amore, che trascende e realizza la giustizia in quanto orienta l’umanità ver­so la vita autentica di Dio (cfr Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2004).

* Avvenire, 04.05.2008


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