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CRISI COSTITUZIONALE (1994-2010): L’ITALIA E IL "POPOLO DELLA LIBERTA’’?! DUE PRESIDENTI GRIDANO: FORZA ITALIA!!! LA DOMANDA E’: CHI E’ "PULCINELLA"? CHI IL MENTITORE ISTITUZIONALE?!

NUOVO GOVERNO. FEDELTA’ ALLA REPUBBLICA E ALLA COSTITUZIONE. Giuramento di Berlusconi, Bossi e tutti gli altri Ministri. In Parlamento un solo partito e un solo urlo: "Forza Italia"!!! - a cura di Federico La Sala

Costituzione, art. 54 - Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.
domenica 3 ottobre 2010 di Maria Paola Falchinelli
PER L’ITALIA E PER LA COSTITUZIONE. CARO PRESIDENTE NAPOLITANO, CREDO CHE SIA ORA DI FARE CHIAREZZA. PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI ...
"PUBBLICITA’ PROGRESSO": L’ITALIA E LA FORZA DI UN MARCHIO REGISTRATO!!! NEL 1994 UN CITTADINO REGISTRA IL NOME DEL SUO PARTITO E COMINCIA A FARE IL "PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA" DEL "POPOLO DELLA LIBERTA’": "FORZA ITALIA" (2010)!!! Per i posteri, alcune note per ricordare
ROMA, PARLAMENTO DELLA REPUBBLICA ITALIANA. CAMERA DEI DEPUTATI, 29 settembre 2010: Di (...)

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> NUOVO GOVERNO. FEDELTA’ ALLA REPUBBLICA E ALLA COSTITUZIONE. --- «Non è che un inizio». Questo cantavamo, un po’ più giovani e pieni di speranze nel maggio del 1968. Dopo quarant’anni la stessa frase ci torna in mente, ma come l’annuncio di un futuro denso di incognite e preoccupazioni, in cui tutto sembra stravolgersi, mettendo in discussione persino quelli che ritenevamo i princìpi intangibili dei diritti individuali delle persone. Questo il senso del primo pacchetto di provvedimenti di Berlusconi tornato trionfalmente a occupare Palazzo Chigi (di Valentino Parlato).

venerdì 23 maggio 2008

Il dissenso è fuorilegge

di Valentino Parlato (il manifesto, 23.05.2008)

«Non è che un inizio». Questo cantavamo, un po’ più giovani e pieni di speranze nel maggio del 1968. Dopo quarant’anni la stessa frase ci torna in mente, ma come l’annuncio di un futuro denso di incognite e preoccupazioni, in cui tutto sembra stravolgersi, mettendo in discussione persino quelli che ritenevamo i princìpi intangibili dei diritti individuali delle persone. Questo il senso del primo pacchetto di provvedimenti di Berlusconi tornato trionfalmente a occupare Palazzo Chigi.

I titoli dei primi commenti apparsi sui giornali di ieri sono eloquenti: «Lo scempio del diritto» di Giuseppe Di Lello sul manifesto, «L’uguaglianza calpestata» di Stefano Rodotà su la Repubblica. La condanna di questa prima uscita del governo è radicale, ma - ripeto - quel che è andato in scena a Napoli è solo un inizio. L’inizio di un’offensiva autoritaria, anticostituzionale. Questo dobbiamo avere bene in testa, e dovrebbe avercelo bene in testa anche quel fantasma di governo ombra, che nelle intenzioni dei suoi autori dovrebbe coinvolgersi e partecipare al governo del paese. In positiva dialettica con la brigata di Berlusconi, Bossi e gli uomini di Fini e Alemanno.

Tutto questo si inquadra perfettamente e minacciosamente nel quadro attuale delle economie capitalistiche. Non solo in Italia e in Europa, ma in tutto il mondo. La situazione attuale è - lo leggiamo su tutti i giornali - è di grave crisi della finanza e dell’economia e, quindi, della politica e della democrazia. Le situazioni di crisi quasi sempre hanno spinto a destra: a monte del fascismo e del nazismo ci sono crisi economiche, inflazione galoppante, rabbie di popolo. Quando tanti anni fa, lavoravo a Botteghe Oscure e mi entusiasmavo anche per i più piccoli sintomi di una crisi del capitalismo italiano, Giorgio Amendola mi ammoniva, dall’alto della sua figura, dicendo che in mancanza di una grande forza, veramente grande, della sinistra, l’esito «naturale» delle crisi è il fascismo, o quasi.

La domanda inevitabile è: «ma il partito democratico, quel che resta della sinistra arcobaleno, i sindacati, Cgil in testa, hanno coscienza di questo sperimentato pericolo? Si rendono conto che la condanna a cinque anni per chi crea disordini (per ora) nella gestione dei rifiuti o semplicemente si oppone a una discarica sotto casa (che mette a repentaglio la sua salute) è solo un’anticipazione di quel che già sta nel nostro orizzonte? Capiscono che in nome delle emergenze (a volte gonfiandole e usandole) si arriva a mettere in pericolo i diritti fondamentali, le libertà personali, la possibilità di dissentire dalle misure che il potere prende e impone?

La prospettiva è questa e quel che resta della sinistra direi anche della democrazia deve attrezzarsi per fronteggiare questo pericolo autoritario, direi fascisteggiante. E innanzitutto prenderne coscienza e reagire. «Non è che un inizio».


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