Il britannico della High Road si impone con una volata regale sul tedesco Forster e su Bennati, che stavolta anticipa troppo Cavendish, sprint a Catanzaro Pellizotti resta leader della corsa
di LUIGI PANELLA *
STESSO COPIONE, epilogo diverso. Tra Daniele Bennati ed il bis al Giro c’è un emergente. Vince Mark Cavendish, miscela esplosiva di gioventù ed esperienza. Sembra un paradosso, non lo è: 23 anni da compiere il 21 maggio, ma già la capacità di trovare il varco giusto in volate difficili come quella del Lungomare di Catanzaro. Una abilità mutuata da una carriera da consumato pistard: due titoli mondiali nella specialità dell’americana, l’ultimo nel marzo scorso in coppia con Bradley Wiggins. Accennavamo al copione di Bennati dopo il successo a Milazzo: il treno della Milram di Zabel che si organizza senza che però ’Herr Sanremo’ piazzi la stoccata, la partenza di Bennati - con una volata sotto ritmo - ai 200 metri, l’uscita inesorabile di Cavendish che passa il toscano insieme al tedesco Forster.
’’Sono partito troppo presto - conferma Bennati -, c’era molto vento ed ho dovuto anche rallentare quando uno della High Road (Martin, ndr) è passato tra me e le transenne. Aspettavo che Zabel partisse, non lo ha fatto ed a quel punto ho provato a prendere la situazione in mano’’. La consolazione della Liquigas arriva dal Pellizotti, che si fa un altro giorno in maglia rosa. L’epilogo dei 187 km in terra calabrese avrebbe comunque potuto essere una sorta di celebrazione d’altri tempi. Merito dell’eroe sfortunato, ma tutt’altro che scontato, di giornata: Rik Verbrugghe. Il belga inventa una fuga partendo dal km 0, magari non avrà lo smalto di un tempo, ma la sua è un’azione di grande qualità. Verbrugghe del resto è una vecchia conoscenza del Giro: in passato 3 giorni in rosa volando a quasi 60 km/h nel prologo a Pescara.
Un tipo ’poco raccomandabile’, guai a dargli troppa confidenza. Vero, il gruppo lascia fare, ma quando a 45 km dal traguardo si ritrova a dover recuperare 9’ di margine, le squadre degli sprinter temono di non farcela. Cosa divide Rik Verbrugghe dall’essere paragonato ad un altro Rik (Van Steenbergen, fuga record nel ’54)? Sostanzialmente una salitella dalle pendenze insignificanti nel centro di Catanzaro: Verbrugghe la inizia con quasi 4’ di vantaggio sul plotone, ma quel cavalcavia per uno che si è fatto quasi 170 km da solo sembra il Gavia. Se aggiungiamo che le squadre di alcuni velocisti (soprattutto la Quick Step) si coalizzano per scremare il lotto dei pretendenti, la frittata è fatta e proprio in cima Verbrugghe viene ripreso.
Nella discesa verso l’arrivo, interessante un tentativo di Paolo Bettini: scatto alla sua maniera, ma dietro ovviamente non lasciano spazio al campione del mondo. E’ dunque ancora volata, su un rettilineo interminabile. La strada è ampia, rischi ridotti eppure non manca un’altra caduta rovinosa: quello messo peggio è il belga Nick Nuyens, costretto a salire sull’ambulanza. Il resto è appannaggio di questo giovane dell’Isola di Man, che coglie la più preziosa perla stagionale su strada dopo gli exploit alla Tre Giorni di La Panne e nel prologo del Romandia. Finora lo sportivo più famoso dell’isola (dove aveva la residenza) era l’ex asso della Formula uno Nigel Mansell. Se Cavendish continua così rischia di scippargli tale primato
Ordine d’arrivo
1 Mark Cavendish (GBr) Team High Road 4.49.09
2 Robert Förster (Ger) Gerolsteiner
3 Daniele Bennati (Ita) Liquigas
4 Assan Bazayev (Kaz) Astana
5 Mirco Lorenzetto (Ita) Lampre
6 Erik Zabel (Ger) Team Milram
7 Robbie McEwen (Aus) Silence - Lotto
8 Tony Martin (Ger) Team High Road
9 Paolo Bettini (Ita) Quick Step
10 Koldo Fernandez De Larrea (Spa) Euskaltel - Euskadi
* la Repubblica, 13 maggio 2008.