Domani il via al Giro 2008. I due grandi favoriti sfidano anche i sospetti
Loro però guardano avanti. L’abruzzese: "Avversari fortissimi: gara vera"
Ecco Di Luca e Contador
i duellanti contro le ombre
di EUGENIO CAPODACQUA*
PALERMO - A vederla così, sul palcoscenico allestito fra le palme di piazza Politeama davanti ad un pubblico numeroso, ma non caldissimo, la sfida sembra di quelle accattivanti. E, se ci si ferma all’aspetto agonistico lo è senz’altro. Scalatori contro: il massimo per il ciclismo e un Giro in cerca di immagine e credibilità dopo gli anni degli scandali. Da una parte il "killer", al secolo Danilo Di Luca, 32 anni da Spoltore, Abruzzo, il vincitore del Giro 2007, riemerso da infinite traversie legate alla solita farmacia; dall’altra "Pantani", soprannome senza equivoci dietro cui si cela Alberto Contador, spagnolo di 26 anni da Madrid, anche lui con ombre non del tutto chiarite sulla "fedina penale" del doping (coinvolgimento nell’Operacion Puerto spagnola) . Il colpo a sorpresa degli organizzatori, che per averlo hanno sfidato chiacchiere e malignità di ogni tipo.
Cacciato dal Tour, Contador trova braccia aperte alla corsa rosa. In barba al tanto decantato codice etico, approvato da squadre e organizzatori, che ormai vale come il due di briscola. "Serve il campione", osserva Pietro Algeri, uno dei direttori sportivi più arguti. "Serve qualcuno che riconquisti la gente perché questo sport è ancora molto amato".
Ti guardi intorno e la folla acclamante ti convince. Ma se Contador serve per lo spettacolo, perché parlare di etica? Sono le solite strane cose del ciclismo attuale che si specchia in due immagini opposte. Un mondo che vive come sospeso a mezz’aria, in una realtà tutta sua con atleti osannati come eroi, ma che devi aver timore a chiamare "campioni" perché non sai mai se quello che fanno vedere è frutto del loro valore tecnico oppure della chimica. E l’altro, più terreno, alle prese con i continui richiami delle regole violate, degli scandali e delle sentenze clamorose. Un contrasto che stride , anche se tutti si affannano a dire che le cose sono cambiate, che finalmente questo sarà un Giro che più pulito non si può.
Mentre la musica accompagna il carosello di colori e di maglie sul podio palermitano della presentazione, sogni le grandi salite: Pampeago prima della Marmolada e il terribile Plan de Corones con i suoi cinque chilometri di sterrato all’insù, dove presumibilmente si giocherà gran parte della corsa rosa.
Giro di salita, Giro di scalatori. Di Luca che sulle pendenze si difende come un assassino, contro Contador, l’arrampicatore che ha già fatto vedere mirabilia vincendo, proprio in montagna, il Tour 2007. "Quando la strada va all’insù - dice lo spagnolo - mi sento a casa mia. Da sempre, da quando ero bambino. Per questo mi chiamano Pantani". Unico rimpianto: non potersi essere preparato a dovere per questo Giro. Aveva puntato tutto sulla difesa della maglia gialla in Francia, ma i francesi gli hanno sbattuto la porta in faccia perché quest’anno appartiene ad una squadra, l’Astana, che ha inanellato una lunga serie di casi doping. Uci e organizzatori del Giro adesso certificano il massimo della limpidezza, ma in Francia, evidentemente non si sono fidati. "Sono orgoglioso di partecipare a questa corsa, ma non ci arrivo preparato come avrei voluto. La prima settimana sarà molto difficile. Ho una grande opportunità, ma nella nostra squadra chi sta meglio di tutti è Kloden (recente vincitore del "Romandia", n. d. r.)".
E Di Luca? "Con Contador, Kloden e Leipheimer è un Giro vero. Anzi, è meglio del Tour. Gli avversari non mancheranno, ma non mi spavento. Non mi fanno paura". Domani il via alle ostilità.
* la Repubblica, 9 maggio 2008.
GIRO D’ITALIA: PRIMO CASO DI DOPING, POSITIVO RICHEZE (CSF) *
* Ansa» 2008-05-09 17:41
Ansa» 2008-05-17 19:44
8/A TAPPA: RICCO’ CONCEDE BIS, BETTINI A MANI VUOTE
(dell’inviato Adolfo Fantaccini)
TIVOLI (ROMA) - E’ un Giro d’Italia grandi firme, quello che oggi ha varcato il traguardo della prima settimana. Tutti i big gareggiano a carte scoperte, si danno battaglia, attaccano e contrattaccano. Sono sempre in mezzo alla bagarre, altrimenti rischiano di rimanere attardati nella classifica generale, dunque di presentarsi ai tapponi dolomitici con ritardi ragguardevoli. La tappa di oggi, apparentemente ’tranquilla’, con partenza dall’Abruzzo e arrivo alle porte di Roma, è l’emblema di questo Giro d’Italia nevrotico, frenetico, ma anche spettacolare e durissimo, per questo ancor più affascinante: dopo una fuga di cinque ciclisti (fra i quali Daniele Nardello, ottavo della classifica generale), organizzata al km 42 e portata avanti fino a una quindicina di km dal traguardo di Tivoli, la corsa ha offerto il meglio di sé. Esaurito il tentativo dei cinque (Spezialetti, Nardello, Perget, Baliani e Hansen) è scoppiata la bagarre e, dopo una breve fase di stallo, sono cominciati gli attacchi veri. Gli ultimi 5 km sono stati davvero molto intensi, combattuti, con tutti i big a guardarsi in cagnesco (tutti, tranne Alberto Contador, lo spagnolo vincitore del Tour de France e oggi con un atteggiamento piuttosto prudente) e a preparare l’attacco vincente.
Il più accreditato alla vigilia, anche in relazione alle caratteristiche del percorso, alla vigilia, era Paolo Bettini e il campione del mondo non ha tradito le attese. Però, il toscano (che domani sogna il colpaccio nella sua terra) non aveva fatto i conti con Riccardo Riccò, che aveva già trionfato ad Agrigento e che non ha mai fatto mistero di puntare alla corsa rosa. Il primo a scatenarsi, però, è stato Danilo Di Luca: lo aveva già fatto ieri, nella sua terra, si è ripetuto oggi. Non appena la maglia rosa 2007 è partita, in molti avrebbero scommesso sull’efficacia del suo attacco, invece l’impeto dell’abruzzese si è esaurito ed è partito Riccò, con a ruota lo stesso Bettini. Attimi di suspence sul traguardo, perché per un attimo Bettini sembrava poter domare il giovane della Saunier Duval, ma é stata solo pura illusione. Bettini si è arreso e Riccò ha urlato di gioia come ad Agrigento, confermando che questo Giro - oltre ad avergli riservato qualche guaio (la caduta nell’ultima tappa siciliana, che gli ha procurato per giorni forti dolori a una mano) - gli sta anche regalando formidabili sorprese. Giovanni Visconti ha potuto trarre giovamento da quest’arrivo allo sprint, indossando la maglia rosa per il terzo giorno consecutivo. Dire che questo sia il Giro di Riccò è prematuro, però il modenese, che deve ancora compiere 25 anni, appare uno degli uomini più in forma. Sarà però la strada, per dirla alla Chiappucci, a svelare le sue reali ambizioni. Intanto, Riccardo cuor di leone si gode la sua nona vittoria in carriera, la seconda del 2008 e guarda avanti con rinnovata fiducia al futuro immediato della corsa rosa. La sua forma è straripante, ma lui stesso ha ammesso di possedere determinati margini di miglioramento.
Lo stesso vale per Pellizotti, sempre nel vivo della corsa, e per Di Luca, che oggi ha commesso l’errore (su sua stessa ammissione) di essere partito in anticipo, quando ancora mancava parecchio al traguardo per rendere il suo graffio deleterio per gli avversari. La grinta, la rabbia, l’esperienza e la determinazione di Di Luca, soprattutto se confermate nelle tappe dolomitiche, possono rappresentare una serie di valori aggiunti con i quali gli avversari dovranno fare i conti. Nell’attesa che Contador entri definitivamente in scena e Gilberto Simoni trovi terreno fertile per le sue scorribande sui pedali. (ANSA).
Ansa» 2008-05-16 18:50
7/A TAPPA: BOSISIO E VISCONTI RIDONO
(dell’inviato Adolfo Fantaccini)
PESCOCOSTANZO (L’AQUILA) - E’ bastata una tappa con una salita dura, ma non durissima, di media difficoltà, che presentava un dislivello di 626 metri, una pendenza media del 6,3 per cento e una massima di 11, per accendere il 91/mo Giro d’Italia. Niente a che vedere con il Gavia, il Pordoi, il Plan de Corones, o con l’Alpe di Pampeago, per carità, ma un primo assaggio di quello che accadrà nella terza e ultima settimana si è avuto oggi sulle montagne del Parco nazionale dell’Abruzzo, a un tiro di schioppo dalle piste di Roccaraso.
Nella settima tappa i "ragazzi di vecchia e nuova generazione", come li ha definiti il presidente della Federciclismo, Renato Di Rocco, si sono dati battaglia, regalando una spruzzata di sana e attesa bagarre negli ultimi km. Danilo Di Luca aveva dato appuntamento ai suoi fan in questa tappa interamente abruzzese, ma la maglia rosa del 2007 non è stato l’unico fra i big a tirare fuori la sciabola: anche Riccò e Piepoli hanno dovuto scoprire le proprie carte, assieme ad Alberto Contador.
Il vincitore del Tour de France, rispondendo con agilità allo scatto di Di Luca, ha dimostrato di possedere la giusta carica agonistica e una forma tutt’altro che approssimativa. Lo spagnolo sarà un osso duro, durissimo, per tutti, da qui a Milano. Nella tappa vinta da Gabriele Bosisio, che è stato bravo e fortunato (a rendergli meno complicata l’affermazione una foratura che ha azzerato le ambizioni di Emanuele Sella della Cs Group-Navigare, quando mancavano solo 8 km alla fine), il palermitano Giovanni Visconti è riuscito a conservare la maglia rosa, facendo lievitare addirittura il proprio vantaggio sul tedesco Matthias Russ: i due adesso non sono più separati dai ’migliori piazzamenti’ conquistati nelle tappe precedenti, cioé da zero secondi, ma da 9". Visconti, se per il secondo giorno consecutivo dormirà con la maglia più ambita sul comodino, deve ringraziare il suo capitano Paolo Bettini.
Il campione del mondo, che gareggia per la Quick Step, è stato un mostro di generosità e ha dato una straordiria dimostrazione di umiltà, spirito di sacrificio, esaltando il gioco di squadra e trainando il ’picciotto’ in rosa sulle ultime rampe che conducevano all’arrivo. E lo ha fatto proprio nel momento in cui Visconti stava per entrare in crisi, perdendo terreno dal gruppo degli inseguitori. Senza Bettini, è inutile negarlo, Visconti, con ogni probabilità, avrebbe perso la leadership 24 ore dopo averla conquistata sul traguardo pugliese di Peschici. Il vero deluso, dopo questo primo assaggio di ’vero’ ciclismo, è Danilo Di Luca, nato a Spoltore (Pescara), vale a dire a una quarantina di km da dove si è conclusa la tappa odierna. Il leader della Lpr aveva dato appuntamento sulle strade di casa e, quando ha visto che la vittoria stava per sfuggirgli, visto il vantaggio dei fuggitivi e la successiva fuga di Leonardo Piepoli, è scattato con rabbia, ha pedalato quasi con disperazione, ma è stato ’agganciato’ tempestivamente da Contador e Riccò.
Di Luca è un po’ rimasto sulle gambe, dimostrando di non essere ancora al top, poi ha visto sfumare la vittoria. E’ apparso in buona forma, invece, lo stesso pugliese Piepoli della Saunier Duval: difficile stabilire se il ’Trullo volante’ volesse testare la gamba, oppure verificare la condizione di alcuni big. Sicuramente lo strappo di Piepoli, che all’arrivo si è detto soddisfatto del suo settimo posto, ha costretto Contador (uno dei più temuti, se non il più temuto) a svelarsi e a svelare che basta poco per scoprire i bluff. La sua condizione? Non induce certo al pessimismo.
Epico Priamo a Peschici
Visconti si prende la rosa
Fuga vincente del 26enne trevigiano alla prima partecipazione al Giro. Sul traguardo, bruciato lo spagnolo Perez Lesaun. Tra i fuggitivi anche la maglia tricolore che nella classifica generale scalza Pellizotti. Gruppo a oltre 11’. Domani salita
PESCHICI (Foggia), 15 maggio 2008 - Matteo Priamo, al debutto nella corsa rosa, ha vinto la 6ª tappa del Giro d’Italia, da Potenza a Peschici per 231 chilometri, la più lunga della corsa anche dopo l’accorciamento di 33 km deciso ieri dagli organizzatori. E’ il 3° successo 2008, dopo i due colti al Giro di Turchia. Il veneto della Csf Group-Navigare, 26 anni, faceva parte degli 11 battistrada che hanno condotto la fuga da lontano: a 15 km dalla fine ha attaccato con lo spagnolo Perez Lezaun (Euskaltel), che poi ha staccato sull’ultima rampa. Ha concluso con 8’’ di vantaggio. Terzo, a 27’’, il russo Trussov (Tinkoff).
POCHI CENTESIMI - Rivoluzione in classifica generale perché il gruppo del leader Franco Pellizotti è arrivato al traguardo staccato di oltre 11 minuti. La nuova maglia rosa è Giovanni Visconti. Il campione italiano della Quick Step-Innergetic, 25 anni, non era il meglio piazzato nella generale dei fuggitivi: 62° a 1’52’’ da Pellizotti, mentre il tedesco Russ (Gerolsteiner) era 56° a 1’39’’. Ma Visconti prima ha conquistato un abbuono di 6’’ lungo il percorso e poi, al traguardo, ha preceduto Russ di 7’’. I due si sono trovati così a pari tempo, e il calcolo dei tempi nella cronosquadre d’apertura (decisivi in caso di parità) ha premiato Visconti. Nella nuova classifica generale, terzo è Daniele Nardello (Diquigiovanni) a 1’22’’.
LA CRONACA - La prima ora va via veloce: 46,8 di media. Dopo 53 km attaccano Mandri, Perez Lezaun e Ochoa. Al km 60 c’è un contrattacco di altri nove: Priamo, Iglinsky, Russ, Gavazzi, Visconti, Nardello, Backstedt, Martens, Trusov. Dopo 76 km Mandri cade ed è costretto al ritiro, così davanti restano in 11. L’andatura resta molto elevata: dopo 4 ore la media supera i 44 all’ora. Il gruppo lascia fare e i battistrada arrivano ad avere fino a quasi 16’, poco dopo Manfredonia. Dopo 184 km tra i fuggitivi tentano l’affondo Priamo, Nardello e Visconti, ma vengono ripresi. Poi l’affondo di Priamo e Perez, decisivo, ai meno 15.
AVANTI COSI’ - Venerdì la corsa rosa continua con la 7ª frazione: Vasto-Pescocostanzo, 180 chilometri. Ci sono tre Gpm - Valico di Macerone, Rionero Sannitico e Pietransieri - e poi l’arrivo in quota ai 1454 metri di Pescocostanzo.
Ciro Scognamiglio
* La Gazzetta dello Sport, 15.05.2008
Brutt, fuga per la vittoria
Il russo della Tinkoff scatta ai 1100 metri e beffa i quattro compagni di giornata, in avanscoperta dal 19° chilometro. Rabbia Millar, appiedato dalla bici. Pellizotti resta in rosa, a Bettini lo sprint del gruppo staccato di 31’’. Domani tappa accorciata di 34 chilometri
CONTURSI TERME (Salerno), 14 maggio 2008 - Pavel Brutt ha vinto la 5ª tappa del Giro, da Belvedere Marittimo a Contursi Terme per 203 chilometri. Il russo della Tinkoff, 25 anni, con un attacco ai 1100 metri ha staccato i compagni di fuga Perez, Laverde e Frohlinger e si è imposto per distacco. Secondo posto per Frohlinger (Ger, Gerolsteiner), poi Laverde e Perez. Per Brutt, professionista dal 2001, si tratta del 17° successo in carriera, 1° del 2008. RABBIA - In fuga c’era anche David Millar: ma il britannico della Cofidis poco prima dello striscione dell’ultimo chilometro ha avuto un problema tecnico ed è dovuto scendere di sella. Per la rabbia, ha scagliato la bicicletta oltre le transenne. Il gruppo dei migliori è arrivato a 31’’, regolato da Bettini, 5°. Franco Pellizotti (Liquigas) ha conservato la maglia rosa.
LA CRONACA - Non parte Nick Nuyens, caduto nel finale: per il belga della Cofidis frattura della clavicola. Dopo diversi scatti e controscatti, al 19 km vanno via Laverde, Frohlinger, Brutt, Millar. Su di loro si porta Perez Sanchez e dopo 116 km i cinque hanno 9’10’’. Sono soprattutto i Liquigas e i Quick Step a condurre l’inseguimento. Nel finale, sotto la pioggia, si vede davanti al plotone anche la Lpr ma il braccio di ferro, stavolta, lo hanno vinto i fuggitivi della prima ora.
AVANTI COSI’ - Giovedì c’è la 6ª tappa: da Potenza a Peschici, 234 km (accorciata di 34 per decisione organizzatori-corridori). E’ comunque la frazione più lunga della corsa rosa: all’inizio si attraversa l’appennino lucano (Gpm di Rionero in Vulture). Poi pianura fino a Manfredonia, dove si incontra il Gargano. Gli ultimi 1330 metri sono in salita, con pendenze fino al 10%. Dopo Domani ci sarà il primo vero arrivo in quota, a Pescocostanzo.
Ciro Scognamiglio
Lo strappo di Contursi chiama Di Luca e Bettini
Lo strappo finale della 5ª tappa, con punte fino al 9%, sembra adatto alle caratteristiche del vincitore del Giro 2007. Ma anche il campione del mondo non si nasconde: "Sto arrivando..."
BELVEDERE MARITTIMO (Cosenza), 14 maggio 2008 - E se su quello strappo finale con punte fino al 9% Di Luca si aprisse la strada per entrare in Abruzzo con la maglia rosa? Il sospetto s’insinua ascoltando il commento di Franco Pellizotti sul movimentato arrivo della quinta tappa, da Belvedere Marittimo a Contursi Terme. "E’ impegnativo, sembra la fotocopia di quello di Agrigento. Mi aspetto di vedere in azione i migliori: Danilo, Rebellin, Bettini, Riccò...".
BETTINI C’E’ - Del resto lo aveva detto al primo giorno in rosa: non farebbe un dramma se qualcuno gli sfilasse temporaneamente la maglia prima di metà Giro. Probabilmente martedì sera, scorrendo il film della tappa di Catanzaro andata a Cavendish, con gli Lpr a controllare la corsa prima delle manovre per i velocisti, anche il friulano ha fiutato il pericolo. C’è però un corridore in gruppo che può cambiare il finale, conquistando la prima vittoria stagionale e i 20 secondi di abbuono che fanno gola. E’ Paolo Bettini, che è a 1’27" di ritardo da Pellizotti e dopo aver visto vincere Cavendish ha avvisato la compagnia: "Sto arrivando anch’io, il Giro è lungo, vedrete che ci sarà spazio anche per noi vecchietti". L’occasione è quella giusta.
PROGRAMMA - Il menu di oggi: 203 chilometri con pendenze lievi (Gpm a quota 783 metri) e strade prevalentemente dritte fino ai - 40, quando comincia la serie di saliscendi che apre la corsa allo strappo finale. C’è il Gpm di Fortino (terza categoria) dopo 88 chilometri, mentre gli ultimi tre verso Contursi sono al 5,9% di ascesa media. Si parte alle 11.45 dal Parco nazionale del Pollino con arrivo tra le 17 e le 17.15 a Contursi Terme, nel salernitano.
dal nostro inviato Antonino Morici (www.gazzetta.it, 14.05.2008)
DOPO LE CADUTE, PROTESTE PER I TRASFERIMENTI
Giro? No, tour de force
e il gruppo si spacca
Pellizzotti: «Così non va», Bettini : «Io non sciopero»
di GIORGIO VIBERTI, INVIATO A CATANZARO LIDO (Corriere della Sera, 14/5/2008)
Mark Cavendish, 22enne inglese dell’Isola di Man, iridato quest’anno su pista, ha bruciato il tedesco Forster e Bennati nella volatona della 4ª tappa conclusasi con un’altra maxicaduta a 300 metri dal traguardo di Catanzaro Lido (sospetta frattura di una clavicola per il belga Nuyens). Questa volta però nessuno ha parlato di pericolosità del percorso. Eppure le polemiche al Giro sono continuate per il trasferimento che lunedì aveva portato i corridori dalla Sicilia alla Calabria fino a Pizzo, sede di partenza della tappa di ieri.
Franco Pellizotti, sempre leader della classifica, ha sintetizzato il problema: «Così non va. Lunedì mattina avevamo fatto 130 km in pullman per raggiungere Catania, poi ci siamo sciroppati 220 km in bici e alla fine della tappa alcuni di noi non hanno nemmeno fatto la doccia per raggiungere in tempo l’imbarco. Ci avevano detto che la traversata in aliscafo fino a Vibo Valentia sarebbe durata un’ora e mezza, invece abbiamo raggiunto l’hotel alle 22,45 e siamo andati a dormire a mezzanotte e mezza, senza neanche poter fare i massaggi. Siamo stati trattati male e dovremmo farci sentire di più, dare un segnale perché i corridori ormai sono l’ultima ruota del carro e non contano più nulla». Simili sono stati i commenti di Savoldelli, Rebellin, Contador, Noé, Bruseghin, Bennati e Gasparotto, appena più morbida la posizione di Di Luca.
Dalla protesta si sono invece dissociati Simoni («L’importante è che i disagi siano uguali per tutti») e Bettini («Alzare la voce adesso non serve, dovevamo farlo a dicembre quando presentarono il Giro. Nel ciclismo ci sono motivi ben più seri per fare uno sciopero»). Addirittura fuori dal coro il belga Rik Verbrugghe, che ieri subito dopo il via è andato in fuga (restandoci per 164 km) trasgredendo il tacito accordo del gruppo di non forzare l’andatura per cercare di recuperare energie.
«Il trasferimento da e per la Sicilia è un problema del nostro Paese, non del ciclismo - ha invece sottolineato Angelo Zomegnan, patron del Giro -. Non è colpa mia se lunedì sera c’era mare mosso e i traghetti sono stati più lenti. Il percorso era stato discusso anche con Amedeo Colombo, rappresentante dei corridori, e allora nessuno aveva detto nulla. Per noi i ciclisti sono il bene più prezioso, da tutelare a tutti i costi. Le critiche servono, ma non se diventano solo uno strumento per fomentare inutili polemiche». Intanto però ieri sera i corridori hanno viaggiato per altri 140 km verso Belvedere, ennesimo faticoso trasferimento.
Il britannico della High Road si impone con una volata regale sul tedesco Forster e su Bennati, che stavolta anticipa troppo Cavendish, sprint a Catanzaro Pellizotti resta leader della corsa
di LUIGI PANELLA *
STESSO COPIONE, epilogo diverso. Tra Daniele Bennati ed il bis al Giro c’è un emergente. Vince Mark Cavendish, miscela esplosiva di gioventù ed esperienza. Sembra un paradosso, non lo è: 23 anni da compiere il 21 maggio, ma già la capacità di trovare il varco giusto in volate difficili come quella del Lungomare di Catanzaro. Una abilità mutuata da una carriera da consumato pistard: due titoli mondiali nella specialità dell’americana, l’ultimo nel marzo scorso in coppia con Bradley Wiggins. Accennavamo al copione di Bennati dopo il successo a Milazzo: il treno della Milram di Zabel che si organizza senza che però ’Herr Sanremo’ piazzi la stoccata, la partenza di Bennati - con una volata sotto ritmo - ai 200 metri, l’uscita inesorabile di Cavendish che passa il toscano insieme al tedesco Forster.
’’Sono partito troppo presto - conferma Bennati -, c’era molto vento ed ho dovuto anche rallentare quando uno della High Road (Martin, ndr) è passato tra me e le transenne. Aspettavo che Zabel partisse, non lo ha fatto ed a quel punto ho provato a prendere la situazione in mano’’. La consolazione della Liquigas arriva dal Pellizotti, che si fa un altro giorno in maglia rosa. L’epilogo dei 187 km in terra calabrese avrebbe comunque potuto essere una sorta di celebrazione d’altri tempi. Merito dell’eroe sfortunato, ma tutt’altro che scontato, di giornata: Rik Verbrugghe. Il belga inventa una fuga partendo dal km 0, magari non avrà lo smalto di un tempo, ma la sua è un’azione di grande qualità. Verbrugghe del resto è una vecchia conoscenza del Giro: in passato 3 giorni in rosa volando a quasi 60 km/h nel prologo a Pescara.
Un tipo ’poco raccomandabile’, guai a dargli troppa confidenza. Vero, il gruppo lascia fare, ma quando a 45 km dal traguardo si ritrova a dover recuperare 9’ di margine, le squadre degli sprinter temono di non farcela. Cosa divide Rik Verbrugghe dall’essere paragonato ad un altro Rik (Van Steenbergen, fuga record nel ’54)? Sostanzialmente una salitella dalle pendenze insignificanti nel centro di Catanzaro: Verbrugghe la inizia con quasi 4’ di vantaggio sul plotone, ma quel cavalcavia per uno che si è fatto quasi 170 km da solo sembra il Gavia. Se aggiungiamo che le squadre di alcuni velocisti (soprattutto la Quick Step) si coalizzano per scremare il lotto dei pretendenti, la frittata è fatta e proprio in cima Verbrugghe viene ripreso.
Nella discesa verso l’arrivo, interessante un tentativo di Paolo Bettini: scatto alla sua maniera, ma dietro ovviamente non lasciano spazio al campione del mondo. E’ dunque ancora volata, su un rettilineo interminabile. La strada è ampia, rischi ridotti eppure non manca un’altra caduta rovinosa: quello messo peggio è il belga Nick Nuyens, costretto a salire sull’ambulanza. Il resto è appannaggio di questo giovane dell’Isola di Man, che coglie la più preziosa perla stagionale su strada dopo gli exploit alla Tre Giorni di La Panne e nel prologo del Romandia. Finora lo sportivo più famoso dell’isola (dove aveva la residenza) era l’ex asso della Formula uno Nigel Mansell. Se Cavendish continua così rischia di scippargli tale primato
Ordine d’arrivo
1 Mark Cavendish (GBr) Team High Road 4.49.09
2 Robert Förster (Ger) Gerolsteiner
3 Daniele Bennati (Ita) Liquigas
4 Assan Bazayev (Kaz) Astana
5 Mirco Lorenzetto (Ita) Lampre
6 Erik Zabel (Ger) Team Milram
7 Robbie McEwen (Aus) Silence - Lotto
8 Tony Martin (Ger) Team High Road
9 Paolo Bettini (Ita) Quick Step
10 Koldo Fernandez De Larrea (Spa) Euskaltel - Euskadi
* la Repubblica, 13 maggio 2008.
Giro: Bennati vince la terza tappa
Pelizotti conserva la maglia rosa *
(ANSA) - MILAZZO (MESSINA), 12 MAG - Daniele Bennati ha vinto allo sprint la terza tappa del Giro d’Italia, la Catania-Milazzo, di 221 km. Pelizzotti sempre in rosa.Bennati ha preceduto sul traguardo posto sul Lungomare Giuseppe Garibaldi tre tedeschi: Zabel, Hondo e Fothen, con Loddo al quinto posto. Per Bennati e’ la prima vittoria in carriera al Giro d’Italia. Tappa caratterizzata da molte cadute una delle quali, intorno al 150/o km, ha coinvolto una ventina di corridori.
* Ansa » 2008-05-12 18:00
Nella seconda tappa del Giro d’Italia, da Cefalù ad Agrigento,
il corridore della Saunier ha preceduto sul traguardo Di Luca
Agrigento, Riccò vince in volata
Pellizotti è la nuova maglia rosa
di LUIGI PANELLA *
AGRIGENTO - Non avrà il carattere dell’impresa epica dello scorso anno alle Tre Cime di Lavaredo, ma per Riccardo Riccò la vittoria dopo l’ascesa finale verso Agrigento ha un valore psicologico enorme. Per due motivi. Il primo è personale, lo spiega lui stesso: ’’Ci voleva proprio, dopo la sfortuna di inizio stagione finalmente la prima vittoria dell’anno. E’ un successo molto importante, per me e per i compagni di squadra’’. Il secondo è trasversale, un messaggio chiarissimo ai principali rivali: per la vittoria finale del Giro c’è anche il talento modenese. Frazione molto spettacolare la Cefalù-Agrigento, splendida soprattutto nella parte finale, con il passaggio nella Valle dei Templi ed il circuito finale, con salita verso un arrivo che sapeva tanto di classica delle Ardenne.
Oltre a Riccò, anche un altro corridore per tutta la serata porterà stampato in volto un sorriso. E’ Franco Pellizotti: il soprannome di Delfino di Bibbione così calzante, quella corazza di eterna promessa mai definitivamente scrollata di dosso. Oggi il veneto è cresciuto, ha trenta anni, la maglia rosa, strappata per un solo secondo allo statunitense Vandevelde potrebbe essere il simbolo di una acquisita maturità. Riccò, Pellizotti, sono le due più piacevoli indicazioni del secondo viaggio in Sicilia. Ma ce ne sono altre: Di Luca ad esempio è molto brillante, Simoni - non era un arrivo per lui - sta molto attento a rimanere davanti per concedere il meno possibile, Contador, non ancora al meglio, acquista condizione pedalata dopo pedalata. Questo tanto per citarne alcuni.
Detto della lunga ma infruttuosa fuga dell’elvetico Loosli e del francese Roy, che accumulano un vantaggio importante (quasi 9’ a una sessantina di km dall’arrivo), ma che hanno il torto di rialzarsi un po’ troppo presto, l’elettricità giornaliera è concentrata tutta nell’erta finale. Qui, qualora ce ne fosse bisogno, viene ribadita l’importanza fondamentale delle squadre per ottenere risultati. Il ricordo del mondiale di 14 anni or sono, corso sullo stesso circuito finale, aiuta a spiegare meglio. Allora se ne andò Luc Leblanc, e gli azzurri Chiappucci e Ghirotto si fecero sorprendere non riuscendo a cucire lo strappo. Stavolta la Saunier Duval di Riccò e la LPR di Di Luca non concedono nulla ai finisseur. Joaquim Rodriguez, perfetto per colpi di mano su strappi insidiosi, cerca il replay della bella impresa di Montelupone, salita molto dura della tappa simbolo della recente Tirreno-Adriatico.
Lo spagnolo agli 800 metri, sul punto di maggiore pendenza, parte fortissimo e guadagna 50 metri. Probabilmente avrebbe partita vinta, ma prima Piepoli è bravissimo nel pilotare Riccò davanti, poi è straordinario lo spunto di Paolo Savoldelli, che inventa una breve ma intensissima cronometro per portare Di Luca in posizione di ’sparo’. Dicevamo della salita in stile Ardenne: sembra il muro di Huy della Freccia o il Cauberg dell’Amstel. Anche Rebellin sente aria di casa, si inserisce nella lotta (Bettini, altro molto atteso, molla ai 1500 metri). Riccò, Di Luca, Rebellin, Pellizotti, Savoldelli: un poverissimo per giocarsi la tappa. Come è andata lo abbiamo detto, circa quello che sarà in seguito, registriamo una dichiarazione di Franco Pellizotti: ’Nella crono abbiamo cercato di andare più forte possibile proprio per prendere la rosa, il Giro è lunghissimo ma voglio fare classifica, il mio pensiero è in prospettiva Milano’’.
Ordine d’arrivo della 2/a tappa
da Cefalù ad Agrigento, di 207 chilometri
1. Riccardo Riccò in 5h48’35" (media 35,629 km/h)
2. Danilo Di Luca (Ita) s. t.
3. Davide Rebellin (Ita) s. t.
4. Franco Pelizotti (Ita) s. t.
5. Paolo Savoldelli (Ita) s. t.
6. Oliver Joaquin Rodriguez (Spa) s. t.
7. Jussi Veikkanen (Fin) a 0’04"
8. Vincenzo Nibali (Ita) a 0’08"
9. Leonardo Piepoli (Ita) s. t.
10. Andreas Kloden (Ger) s. t.
11. Juan Manuel Garate (Spa) a 0’10"
12. Chris Soerensen (Dan) s. t.
13. Morris Possoni (Ita) s. t.
14. Marzio Bruseghin (Ita) s. t.
15. Matthew Lloyd (Aus) s. t.
16. Van Den Broeck (Bel) s. t.
17. Denis Menchov (Rus) s. t.
18. Alberto Coontador (Spa) s. t.
19. Christian Vandevelde (Usa) s. t.
20. Luca Mazzanti (Ita) a 0’20"
* la Repubblica, 11 maggio 2008
Il ciclista di origine belga porta alla vittoria la Splipstream
nella crono a squadre. Seconda la CSC, terza la High Road
Vandevelde in maglia rosa
un americano a Palermo
Tra le squadre dei favoriti, bene la Liquigas di Nibali,
buona difesa anche di Astana (Contador) ed Lpr (Di Luca)
di LUIGI PANELLA *
NEI TRATTI somatici Christian Valdevelde somiglia vagamente a Greg Lemond, ma vedere la maglia rosa indosso ad uno statunitense riporta alla mente soprattutto un’altra gloria del ciclismo a stelle e strisce: richiamo ad Andy Hampsten, vincitore del Giro d’Italia di 20 anni fa, rimasto famoso per l’epica tappa del Gavia innevato, una delle più drammatiche del ciclismo moderno. Stavolta ovviamente il discorso è diverso: gli Usa tornano in testa alla generale, ma Vandevelde non ha alcuna chance di classifica. Merito comunque alla maglia rosa, il cui cognome tradisce chiara origine belga - nonno nativo di Gand -, merito soprattutto della Slipstream, capace di imporsi nella crono a squadre in virtù di una condotta di gara pressoché perfetta.
Una vittoria che è anche un inno - almeno si spera - al ciclismo pulito. A sostegno della tesi, la presenza nella Slipstream di David Millar, un presente da simbolo della lotta antidoping dopo un passato pieno di contraddizioni, e la volontà dello sponsor di dare una immagine limpida. La compagine statunitense è infatti all’avanguardia nella lotta al doping, con il miglior sistema di controlli tra tutte le squadre professionistiche. Basta citare un dato: rosa di 25 atleti, 700 controlli previsti. Tornando a quanto offerto dalla prima sfida in terra siciliana, si può cominciare a giocare sui distacchi tra i favoriti. Nel podio della cronometro c’è l’assenza di corridori di classifica: tra Slipstream, CSC e High Road, proprio a volerne trovare uno, indichiamo il bielorusso Siutsou.
Discorso che cambia con la Liquigas, quarta a 9’ dalla vetta. Qui c’è Vincenzo Nibali, da molti indicato come la possibile sorpresa di questo Giro. Il team lombardo regala al messinese una ventina di secondi di vantaggio su Danilo Di Luca, maglia rosa uscente e pedalata brillante con una LPR all’altezza. ’’Sono molto soddisfatto di come si è comportata la squadra - ha detto l’abruzzese -, sono in crescita ed ora cercherò di stare tranquillo per queste prime tappe, almeno fino all’arrivo di Pescocostanzo (settima frazione, ndr)’’. Sulla stessa linea dell’Lpr, il trio dell’Astana Contador-Kloeden-Leipheimer. Non dispiace neanche le Diquigiovanni di Gilberto Simoni, poco adatta per una prova di questo tipo, mentre la Saunier Duval di Riccardo Riccò e la Rabobank di Denis Menchov accusano un ritardo più consistente.
Uno sguardo all’andamento della tappa. Dicevamo di una gestione perfetta della Slipstream, che ’sfrutta’ a turno le proprie potenzialità. La prima parte dei 23,6 km senza spingere al massimo, tanto che CSC, High Road e la sorprendente Barloworld fanno meglio, poi un crescendo irresistibile. In pratica, nonostante tre uomini - quelli che tirano nei primi km - si siano persi per strada, il team americano riesce a mantenere la giusta brillantezza anche dopo una fase di leggera ma insidiosa salita, rilanciando sapientemente l’azione dopo le tante curve presenti. Il testa a testa più interessante è con la CSC: danesi avanti al primo rilevamento, sotto di 2’’ al secondo (km 19), impegnati in un vano sprint nel rettilineo finale.
Ordine d’arrivo della 1/ma tappa del Giro d’Italia, cronometro a squadre Palermo-Palermo Grazie al piazzamento della sua squadra, Christian Vandevelde, che ha tagliato il traguardo per primo, è la prima maglia rosa della corsa.
1. Slipstream-Chipotle, km 23,6 in 26’32" alla media oraria di km. 53,366
2. Team Csc a 00’06"
3. High Road a 00’07"
4. Liquigas a 00’09"
5. Barloworld a 00’14"
6. Lpr Brakes-Ballan a 00’28"
7. Astana a 00’29"
8. Tinkoff Credit Systems a 00’33"
9. Quick Step a 00’42"
10. Lampre a 00’45"
11. Team Milram a 00’45"
12. S. Diquigiovanni-Androni G. a 00’51"
13. Gerolsteiner a 00’54"
14. Caisse d’Epargne a 00’54"
15. Saunier Duval-Scott a 01’02"
16. Rabobank a 01’04"
17. Ag2r La Mondiale a 01’05"
18. Cofidis, Le Credit P. Telephone a 01’05"
19. Csf Group-Navigare a 01’15"
20. Euskaltel-Euskadi a 01’17"
21. Silence-Lotto a 01’18"
22. Francaise des Jeux a 01’26".
* la Repubblica, 10 maggio 2008.