Tutti ai piedi di Bertone
di Massimo Calandri e Marco Preve
Amicizie e "aiuti", il cardinale è il più gettonato
Riprendiamo l’articolo dal sito: http://genova.repubblica.it/dettaglio/Tutti-ai-piedi-di-Bertone/1463330 *
Una raccomandazione per la Sacra Rota, un aiuto per diventare presidente dell’ospedale di Padre Pio. Sarà stato per quei suoi modi gioviali, per quelle passioni popolari come il calcio e quelle piccole vanità come trasformarsi in telecronista. Fatto sta che alla porta del cardinale Tarcisio Bertone, ex vescovo del capoluogo ligure e oggi potente segretario di stato del Vaticano, hanno bussato tanti genovesi. Per favori piccoli e grandi. L’inchiesta sugli appalti per le mense ha svelato che su di lui contava l’imprenditore Roberto Alessio per fare un favore ad un magistrato, e ottenere da questi l’aiuto decisivo per una causa da 15 milioni di euro.
Ma c’è una seconda indagine, di pochi mesi fa, che racconta di un altro favore, o presunto tale, perché in tutti questi casi, sia chiaro parlano gli indagati e ognuno di loro potrebbe aver millantato l’interessamento dell’alto prelato. E’ Giovanni Novi, ex presidente dell’Autorità Portuale coinvolto nella bufera giudiziaria sulla spartizione del Multipurpose, a raccontare al telefono di aver chiesto e ottenuto un aiuto per il Tribunale della Santa Sede.
Il 25 novembre, Novi, intercettato, spiega all’avvocato Sergio Maria Carbone di essere stato a Roma da Bagnasco in occasione della sua nomina a cardinale: «ero invitato solamente la mattina... perché se no non facevo a tempo ad andare da Bertone che ci tenevo... eh sì che tra l’altro gli ho parlato della pratica di mia figlia, è stato gentilissimo guarda... si, si ha detto che lui ha dato una... ha dato un’accelerata al processo, che è 10 anni che dura non è possibile, che l’ha data e difatti ne abbiamo avuto riscontro e poi mi ha detto mi informo di come vanno le cose, quindi...».
Se Novi non si è inventato tutto, quello ricevuto è stato un "aiutino", un’"accelerata" appena. Nella vicenda di mensopoli, invece, il segretario di stato vaticano viene tirato in ballo per una vicenda ben più importante. Roberto Alessio, attraverso il costruttore Paolo Ambrosini - anche lui indagato - promette a Mario D’Antino, presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti della Liguria un canale preferenziale per diventare presidente della Casa Sollievo della Sofferenza, cioè il policlinico intitolato a Padre Pio di San Giovanni Rotondo. In cambio, D’Antino, che per ora non è indagato, fa da consulente ad Alessio e - così sostiene lo stesso magistrato nelle telefonate intercettate - si attiva, presso un giudice suo amico del Consiglio di Stato, per intercedere a favore dell’azienda di Vercelli. La causa andrà a sentenza nel gennaio 2009.
Ambrosini e Alessio al telefono scherzano chiamandosi "barone " e Principe". Alessio però spiega a Casagrande che Bertone «con Ambrosini sia molto diciamo, ci sia un rapporto diretto, perché loro si scrivono tramite il Ca... il segretario, però... il segretario personale che è don Lec, una volta alla settimana loro si scrivono via mail, però... per essere chiari, è che... ormai Sua Eminenza è a un livello tale che neanche noi ci sentiamo di... cioè, andiamo quando ci chiama come si dice, nel senso che anche noi ci sentiamo di pressarlo più di tanto... diciamo che Ambrosini riesce ad essere ricevuto generalmente in... in quin... nel giro di venti giorni, cosa che altri ci vogliono sei mesi.. cioè...».
Paolo Ambrosini, per Roberto Alessio, è il trait d’union con le alte sfere della curia. L’imprenditore di Vercelli è bipartisan, anzi il suo intento è quello di creare un orizzonte comune per la "Casagrande band" come chiama il gruppo di politici di sinistra capitanati da Massimo Casagrande, e per l’ala "curiale". In questa ultima categoria, almeno secondo l’impostazione della procura, si trova sicuramente Giuseppe Profiti, il presidente dell’ospedale Bambin Gesù di Roma, che da ieri è difeso anche da Franco Coppi, uno dei migliori penalisti italiani.
Una scelta che sembra essere anche un segnale di vicinanza della Santa Sede al suo manager. E un’altra figura che compare spesso nelle intercettazioni e alla quale viene riconosciuto un ruolo importante nel collegamento con le autorità religiose romane è Carlo Boccotti,, commercialista genovese che qualche anno fa venne coinvolto in un’inchiesta in cui una tossicodipendente era stata ingaggiata come prestanome per una presunta società di comodo, e che nel tempo ha avuto ruoli e partecipazioni in numerose società operanti in vari settori.