Scienza e pensiero.
Il Cosmo visto con gli occhi di Spinoza
Le scimmie intelligenti alla scoperta dell’universo
-di Giulio Giorello (Corriere della Sera, 11.09.2008)
«La scimmia senza sforzo diventò uomo, che un po’ più tardi disgregò l’atomo». Così Raymond Queneau nel 1950. Ma qualche scimmia un po’ più intelligente è andata oltre, scoprendo tutto uno zoo di particelle elementari che, nella loro piccolezza, dovrebbero spiegare l’origine del grande Universo!
I fisici non si sono accontentati, però, di studiare le interazioni fondamentali che fanno sì che il mondo sia quello che è: sono alla ricerca, con una passione intellettuale degna di Spinoza, della Grande Unificazione per cui nelle condizioni primordiali del Cosmo tutte le forze erano una sola. Il tassello mancante è la massa (detto in breve, la materia), in quanto le teorie correnti non spiegano perché certe particelle sono molto più massive di altre. Queste differenze potrebbero venir spiegate introducendo, un nuovo campo in cui sarebbe immerso, come in un grande oceano, l’intero Universo; le particelle che «nuotano in questo mare » acquistano apparentemente massa, un po’ come i corpi immersi nell’acqua sembrano acquisire inerzia, e tutto dipende dall’intensità di tale interazione.
Speculazioni... non molto diverse da quelle di Newton, che immaginava che il corpo di Dio pervadesse il Tutto! Ma adesso possono essere controllate: come i campi elettromagnetici sono format i da fotoni (i «quanti di luce» di Einstein), così i campi di Higgs sarebbero formati da particelle battezzate «bosoni di Higgs »; e queste potrebbero venire osservate nei detriti delle collisioni prodotte appunto dall’Lhc. Se le cose andassero così, l’evento sarebbe festeggiato da grandissima parte della comunità scientifica.
Stephen Hawking spera invece che l’impresa non riesca. Come Pascal, è pronto a scommettere sulla capacità della natura di sorprenderci; come Popper, è convinto che impariamo soprattutto dalle sconfitte. Poiché si tratta di tecnologie ipersofisticate, l’impresa porterà comunque a importanti ricadute, anche a costo di qualche timore che compaia un «buco nero » che ci inghiotta tutti. Ma credo che per l’ennesima volta i profeti di sventura dovranno ammettere che l’Apocalisse è rimandata... «a data da destinarsi».