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SCIENZA.Cosmologia e Fisica delle particelle....

L’UNIVERSO E LA NOSTRA SCONFINATA IGNORANZA. Al CERN di Ginevra sta per essere avviato l’Lhc (Large Hadron Collider). Vedremo che cosa è successo immediatamente dopo il Big Bang. Il resoconto di una visita sul posto di Fabrizio Ravelli - a cura di pfls

È un momento storico per la scienza, e quel che scopriremo potrebbe cambiare i libri di testo. Fra un anno o due, c’è la possibilità che si scopra l’origine della materia oscura che costituisce il venticinque per cento dell’universo.
mercoledì 10 settembre 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] Vedremo l’origine dell’universo, che cosa è successo un decimo di miliardesimo di secondo dopo il Big Bang, perché quelle sono le condizioni che verranno ricreate. Un progetto simile non è mai stato tentato, ed è il più ambizioso al mondo. Non poteva succedere che qui al Cern, il più importante laboratorio planetario per la fisica delle particelle, l’impresa che (dal 1954) tiene insieme venti stati membri europei, e circa sessanta di tutto il mondo, impegnando ogni giorno ottomila (...)

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> L’UNIVERSO E LA NOSTRA SCONFINATA IGNORANZA. --- Cern, la conferma è arrivata: quella particella è il bosone di Higgs. Resi pubblici i dati preliminari dei fisici protagonisti della scoperta del 2012: adesso sono sicuri al 100%.

mercoledì 6 marzo 2013

Cern, la conferma è arrivata: quella particella è il bosone di Higgs

      • Resi pubblici i dati preliminari dei fisici protagonisti della scoperta del 2012: adesso sono sicuri al 100%. E oltre a determinare la massa delle particelle, il bosone potrebbe aver dato il primo impulso all’espansione dell’universo

di ELENA DUSI *

ROMA - La particella che tanto assomiglia al bosone di Higgs è proprio il bosone di Higgs. Dopo averla osservata in ogni suoi aspetto, gli scienziati del Cern battezzano ufficialmente la loro scoperta, annunciata per la prima volta il 4 luglio del 2012. Da allora, l’acceleratore di particelle Lhc ha continuato a lavorare a pieno ritmo. Gli scienziati di Ginevra hanno raccolto il triplo delle informazioni che avevano otto mesi fa e oggi, alla conferenza in corso a Le Thuile, vicino Aosta, hanno tolto ogni condizionale dalle loro dichiarazioni. Il fatto che il bosone sia stato ufficialmente chiamato con il nome di Peter Higgs potrebbe anche spianare la strada del premio Nobel al fisico inglese che nel 1964 predisse a tavolino l’esistenza del bosone.

"Non è escluso però che ci siano altre sorprese", mette in guardia da Ginevra Sergio Bertolucci, che al Cern svolge il ruolo di direttore della ricerca. "Quello che abbiamo trovato è un bosone di Higgs: ne ha chiaramente tutte le caratteristiche. Ma potrebbe non essere l’unico bosone di Higgs esistente. Le teorie ci suggeriscono che potrebbero esistere cinque particelle di questa famiglia. Nulla vieta che nelle nostre mani ne sia finita una diversa rispetto a quella prevista dal Modello Standard".

Il Modello Standard della fisica è l’insieme delle teorie che, al momento, meglio descrivono la composizione della materia a noi nota e le forze che fanno interagire le particelle fondamentali. In base a questo modello, nel 1964 Peter Higgs si mise a tavolino e teorizzò l’esistenza di un nuovo bosone. La sua presenza era necessaria per spiegare come mai le particelle fondamentali hanno una massa, e anziché schizzare nell’universo alla velocità della luce interagiscono, si attraggono l’una con l’altra e formano la materia così come la vediamo sulla Terra e negli astri.

Il bosone di Higgs era l’ultima delle particelle del Modello Standard teorizzate ma non ancora osservate in un esperimento. L’acceleratore di particelle Lhc (Large Hadron Collider) l’anno scorso ha colmato questa lacuna. Ma il fatto che la materia a noi nota formi solo il 4 per cento dell’universo indica che la strada per superare il Modello Standard è ancora lunga. Una delle ipotesi avanzate dai fisici teorici si chiama "supersimmetria" e potrebbe spiegare dove si trova il 96% della materia e dell’energia che pervadono l’universo ma restano invisibili ai nostri occhi. Secondo la nuova ipotesi, ognuna delle particelle note avrebbe una compagna più pesante nel regno misterioso della "supersimmetria".

Per Guido Tonelli, fisico del Cern e dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, che insieme a Fabiola Gianotti ha guidato una squadra di quasi 10mila fisici (molti dei quali italiani) alla scoperta del bosone di Higgs "oggi comincia una lunga avventura, all’insegna di una collaborazione tra fisici e astrofisici. Abbiamo capito il meccanismo con il quale le particelle acquistano la massa. Il prossimo passo sarà studiare il ruolo che il bosone di Higgs potrebbe aver giocato nei primi istanti dell’universo". Il 14 marzo all’Auditorium di Roma Fabiola Gianotti, Guido Tonelli, l’ex direttore generale del Cern Luciano Maiani e il direttore de Le Scienze Marco Cattaneo presenteranno il libro di Maiani sulla storia di Lhc e parleranno delle ultime novità delle ricerche di Ginevra.

Che cos’è il bosone di Higgs

* la Repubblica, 06 marzo 2013


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