A Ginevra
Cern: ripartito il superacceleratore
Alla caccia della materia oscura
Dopo due anni di lavori per arrivare a una potenza doppia di quella che ha permesso di scoprire il bosone di Higgs
di Paolo Virtuani (Corriere della Sera, 05.03.2015 - ripresa parziale).)
Dopo due anni di lavori di potenziamento, a Pasqua è stato riacceso l’Lhc (Large Hadron Collider), il superacceleratore del Cern di Ginevra che ha già al suo attivo la scoperta del bosone di Higgs. «Sono contentissimo, come lo sono tutti qui al centro di controllo del Cern», ha commentato il direttore generale Rolf Heuer, che il 31 dicembre lascerà il posto a Fabiola Gianotti. «Ora si apre la porta su un universo sconosciuto e imprevedibile», ha spiegato Fernando Ferroni, presidente dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn).
Due anni di pausa
I due anni di intervallo sono serviti per una manutenzione della complicatissima macchina e per interventi necessari a ottenere la garanzia di poterla spingere ai limiti per i quali è stata costruita. L’obiettivo è ora quello di arrivare - prima dell’estate - alla potenza di 13 mila miliardi di elettronvolt (TeV), circa il doppio della potenza raggiunta nella prima fase di lavoro. Intanto nei mesi scorsi, dopo il raffreddamento a meno 271 gradi sotto zero, sono state effettuate accensioni parziali facendo scorrere i protoni solo in alcuni settori dell’anello sotterraneo di 27 chilometri a cento metri di profondità. Nel dicembre scorso sono entrati in azione fasci di particelle a 6,5 TeV e all’inizio di marzo si sono condotti test con gli esperimenti Lhcb e Alice.
Materia oscura
Ora l’obiettivo degli scienziati è arrivare ai limiti del cosiddetto Modello standard, ossia la teoria che spiega l’origine dell’universo. In modo particolare cercare di comprende cosa sia la materia oscura, che occupa il 25% dell’universo, e l’energia oscura che ne costituisce il 70%. «La materia oscura è stata ipotizzata per spiegare le anomalie del Modello standard, cioè il modello che spiega l’origine dell’universo. La scoperta della natura della materia oscura è il fronte più attivo sul quale punta l’Lhc», aveva detto nei giorni scorsi lo scienziato italiano Luciano Maiani, che è stato tra i padri dell’Lhc .«Con la ripartenza di Lhc l’avventura ricomincia, ci stiamo lasciando alle spalle il bosone di Higgs e ora si apre per noi una porta su un mondo che non conosciamo», ha affermato Ferroni. «Confidiamo che questa nuova esplorazione possa aiutarci a gettare un po’ di luce sulle componenti oscure dell’universo, ma speriamo anche in sorprese inaspettate».