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SCIENZA.Cosmologia e Fisica delle particelle....

L’UNIVERSO E LA NOSTRA SCONFINATA IGNORANZA. Al CERN di Ginevra sta per essere avviato l’Lhc (Large Hadron Collider). Vedremo che cosa è successo immediatamente dopo il Big Bang. Il resoconto di una visita sul posto di Fabrizio Ravelli - a cura di pfls

È un momento storico per la scienza, e quel che scopriremo potrebbe cambiare i libri di testo. Fra un anno o due, c’è la possibilità che si scopra l’origine della materia oscura che costituisce il venticinque per cento dell’universo.
mercoledì 10 settembre 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] Vedremo l’origine dell’universo, che cosa è successo un decimo di miliardesimo di secondo dopo il Big Bang, perché quelle sono le condizioni che verranno ricreate. Un progetto simile non è mai stato tentato, ed è il più ambizioso al mondo. Non poteva succedere che qui al Cern, il più importante laboratorio planetario per la fisica delle particelle, l’impresa che (dal 1954) tiene insieme venti stati membri europei, e circa sessanta di tutto il mondo, impegnando ogni giorno ottomila (...)

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> L’UNIVERSO E LA NOSTRA SCONFINATA IGNORANZA. --- “Il mio 2016 di nuove particelle e collaborazione tra i popoli”. Fabiola Gianotti a capo del Cern

venerdì 1 gennaio 2016

Fabiola Gianotti a capo del Cern

’Non vedo l’ora di scoprire che cosa la Natura ci riserva’ *

Eccellenza e innovazione, attenzione alla formazione dei giovani e l’emozione di trovarsi sulla soglia di qualcosa di nuovo e imprevisto: Fabiola Gianotti è da oggi la prima donna alla guida del Cern nei 61 anni di storia del laboratorio europeo di fisica delle particelle. "Non vedo l’ora di scoprire che cosa la Natura ci riserva", ha detto all’ANSA il nuovo direttore generale del Cern.

Con Fabiola Gianotti per la terza volta un italiano è a capo del più importante laboratorio di fisica delle particelle a livello internazionale. Il primo era stato il Nobel Carlo Rubbia, dal 1989 al 1994, seguito da Luciano Maiani (dal 1999 al 2003). Un altro italiano, Edoardo Amaldi, era stato tra i fondatori del Cern. Al momento della sua nomina, annunciata nel novembre 2014, Gianotti aveva detto di voler lavorare in nome di scienza e pace, ed ora è pronta a realizzare il suo programma: "mi adopererò - ha detto - per espandere l’eccellenza del Cern nella ricerca scientifica in fisica fondamentale e nello sviluppo di tecnologie innovative. La formazione dei giovani e la collaborazione pacifica di migliaia di scienziati di tutto il mondo sono altri aspetti cruciali della missione del Cern".

Nata a Roma 53 anni fa, Fabiola Gianotti ha studiato a Milano ed è stata fra i protagonisti della scoperta del bosone di Higgs, annunciata nel luglio 2012. E’ stata un’avventura indimenticabile, ma il periodo che si sta aprendo al Cern promette di non essere da meno. Il più grande acceleratore di particelle del mondo, il Large Hadron Collider (Lhc) ha infatti cominciato a funzionare all’energia record di di 13.000 miliardi di elettronvolt (13 TeV), aprendo territori inesplorati della fisica. Le attese sono grandissime, come dimostra il fermento che sollevato dai dati preliminari che sembrerebbero indicare una nuova particella, ma tutti da confermare. "La prudenza è d’obbligo - ha rilevato Gianotti - perché le indicazioni che abbiamo finora sono estremamente deboli; potrebbero essere il primo vagito di una nuova particella o semplicemente una fluttuazione statistica. Ne sapremo di più a metà del 2016".

Al di là di questi indizi, i dati dell’Lhc potranno rispondere a molte domande cruciali della fisica. "L’Lhc - ha osservato Gianotti - è stato concepito e costruito per affrontare numerose questioni aperte nella nostra comprensione della fisica fondamentale. La scoperta del bosone di Higgs ci ha permesso di far luce su uno dei misteri che ci hanno accompagnato per decenni: l’origine delle masse delle particelle elementari.

Altre domande importanti e affascinanti attendono risposte. Fra queste la composizione della materia oscura, che costituisce circa il 23% dell’universo. E poi: perché l’universo è fatto prevalentemente di materia, mentre l’antimateria é scarsissima. Ma ce ne sono molte altre, ed è difficile dire a quali fra queste domande saremo in grado di rispondere più rapidamente, perchè le risposte sono nelle mani della Natura". Senza contare che "l’Lhc potrebbe anche aprire nuovi quesiti di cui oggi non siamo consapevoli".

C’è moltissimo da scoprire, tanto che ormai si parla di una ’nuova fisica’ alle porte: di che cosa si tratta? "Ci sono molte teorie di nuova fisica e fra queste la Supersimmetria è fra le più affascinanti", ha detto la direttrice del Cern riferendosi alla teoria secondo la quale ogni particella ha una particella speculare e nascosta. "Ma uno scienziato - ha concluso - deve porsi di fronte alla Natura senza idee preconcette. E la sorpresa, scoprire qualcosa di veramente inatteso e non previsto, è la più bella ricompensa per chi fa ricerca. Non vedo l’ora quindi di scoprire che cosa la Natura ci riserva".

* ANSA, 31 dicembre 2015, 18:11


Gianotti dal primo gennaio alla guida del Cern

Tra attese ed entusiasmi per le nuove ’sorprese’ della Natura *

Da domani Fabiola Gianotti sarà alla guida del Cern, il centro che si è affermato come il cuore internazionale della fisica delle particelle, e lo fa sulla spinta di una grandissima curiosità, un forte entusiasmo, tanta voglia di innovazione e una grande attenzione alla formazione dei giovani ricercatori.

’’Mi adopererò per espandere l’eccellenza del Cern nella ricerca scientifica in fisica fondamentale e nello sviluppo di tecnologie innovative’’, ha detto all’ANSA la prima donna alla direzione generale del laboratorio europeo di fisica delle particelle negli oltre 60 anni di storia del Cern. Nata a Roma 53 anni fa, ha studiato a Milano ed è stata fra i protagonisti della scoperta del bosone di Higgs. Tra i suoi programmi per il Cern: "la formazione dei giovani e la collaborazione pacifica di migliaia di scienziati di tutto il mondo".

Al Cern si sta vivendo un momento di grandi attese grazie ai dati prodotti dalle collisioni avvenute all’energia record di 13.000 miliardi di elettronvolt (13 TeV), tanto che si sospetta di aver intravisto una nuova particella. "La prudenza è d’obbligo - ha rilevato Gianotti - perché le indicazioni che abbiamo finora sono estremamente deboli; potrebbero essere il primo vagito di una nuova particella o semplicemente una fluttuazione statistica. Ne sapremo di più a metà del 2016". Al di là della particella ’intravista’, le attese sono tantissime in molti campi: "scoprire qualcosa di veramente inatteso e non previsto è la più bella ricompensa per chi fa ricerca".

* ANSA 31 dicembre 2015, 13:42


Fabiola Gianotti

“Il mio 2016 di nuove particelle e collaborazione tra i popoli”

La scienziata italiana sarà dal 1° gennaio alla guida del Cern

“Dopo la scoperta dell’Higgs, la sfida è la materia oscura”

-  Figlia di un geologo astigiano e di una letterata siciliana, Fabiola Gianotti è nata a Milano. Nella foto è accanto alla gigantesca macchina del test «Atlas» di cui è stata leader

intervista di Gabriele Beccaria (La Stampa, 29.12.2015)

Le particelle invisibili che corrono e si scontrano nel suo mega-laboratorio, l’anello sotterraneo di 27 chilometri al Cern di Ginevra, raggiungono velocità che sfidano l’immaginazione. Sono prossime a quelle della luce, vale a dire 300 mila chilometri al secondo. Fabiola Gianotti, dal 1° gennaio 2016 direttore generale del più grande laboratorio di fisica del mondo (e probabilmente non solo di fisica), le conosce così bene da sembrare di volerle eguagliare: parla rapidamente, come se i pensieri sopravanzassero le parole, e si muove tra un impegno e l’altro con altrettanta disinvoltura.

Strapparle un’intervista è difficile, quasi impossibile. Significa sottrarle istanti preziosi, per lei che è in corsa contro il tempo, e infliggerle domande che ha già sentito troppe volte. Ieri, in uno dei suoi blitz, si è materializzata (per poco) ad Asti e a Isola d’Asti, che l’hanno celebrata con la cittadinanza onoraria: suo padre, Agostino, era nato nel piccolo centro di Isola. E lei, tra gli scienziati più famosi al mondo, ha raccontato la propria emozione: «Erano anni che non tornavo qui, nei luoghi della mia infanzia e che hanno contribuito alla mia formazione».

Professoressa, lei è nota per non fermarsi mai: quante ore lavora al giorno?

«È difficile dirlo, perché il nostro è un lavoro che non ha orari. Dipende dai giorni, comunque, sì, dedico molto tempo alla ricerca».

Tra i suoi impegni, c’è la gestione della celebrità: ha guidato l’esperimento «Atlas», che ha contribuito alla scoperta del Bosone di Higgs, e «Time» le ha dedicato la copertina.

«È vero che c’è grande interesse da parte della società, ma è positivo: vuol dire che c’è interesse nei confronti della ricerca. Soprattutto da parte dei giovani. Ma per fortuna la mia attività principale resta sempre quella scientifica. Al Cern».

È vero che lei al Cern si sente come «una bambina in un negozio di dolci»?

«Sì. Il Cern è per un fisico un grande negozio di dolci . È un paradiso per qualunque fisico delle particelle».

Pochi giorni e sarà direttore: qual è la parola d’ordine che dirà ai colleghi o - come dite in gergo - la «mission» per le prossime ricerche?

«Continuare a inseguire l’eccellenza in campo scientifico prima di tutto, ma anche nello sviluppo tecnologico, nell’educazione dei giovani e nella collaborazione pacifica tra i popoli e tra gli scienziati che provengono da tutto il mondo».

Mentre si aspetta la ripartenza dell’acceleratore «Lhc» in primavera, c’è eccitazione per la possibile individuazione di una nuova particella che cambierebbe le nostre idee sull’Universo: siete sull’orlo di un’altra clamorosa scoperta?

«Diciamo che al momento c’è solo qualche piccola indicazione che potrebbe consolidarsi nel segnale di una nuova particella, ma tutto potrebbe anche scomparire ed essere semplicemente una fluttuazione statistica».

«Lhc» dà vita a quattro mega-esperimenti che studiano problemi immensi, dai mattoni della materia alle origini del cosmo, ma c’è una domanda-chiave che lei preferisce tra tutte?

«In realtà, no. Noi abbiamo di fronte l’intero spettro delle domande aperte, dalle caratteristiche della materia oscura alla prevalenza nell’Universo della materia sull’antimateria. Affronteremo tutte le domande e vedremo se è possibile trovare delle soluzioni. Speriamo!».

Intanto il numero dei ricercatori al Cern non smette di crescere: quanti siete ora?

«Siamo quasi 12 mila scienziati di 100 nazionalità».

È vero che siete diventati l’icona della «Big Science», la scienza dei grandi numeri, dalle persone impegnate alle macchine in funzione?

«Senz’altro la nostra è una scienza globale, che coinvolge ricercatori da tutto il mondo, ma non è l’unico esempio. Anche la fisica astroparticellare è un altro caso: coinvolge collaborazioni di tipo globale e richiede strumenti talmente complessi che non possono essere realizzati in un solo Paese o addirittura in un solo continente».

Lei è la prima donna a dirigere il Cern: si sente un po’ sola o le sue colleghe stanno aumentando?

«Siamo all’incirca il 20%».

È tanto o poco?

«È un grande passo avanti: ormai sono molte le donne che hanno posizioni di responsabilità: ci sono capo progetto e leader di gruppi di ricerca».

Un attimo di pausa, quasi impercettibile, e poi l’arrivederci. «Ora, mi scusi, ma devo proprio andare».


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