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ALLARME SCUOLA. Italia, 2008 ... 2010

PRECARI. DAL MONDO DELLA SCUOLA, A GRAN VOCE, UN "BASTA!" AL DISASTRO SOCIALE!!! Una lettera al governo passato e al governo presente (e al governo futuro).

(...) il popolo precario è composto da una moltitudine eterogenea di giovani e meno giovani, è uno spazio generazionale che si estende dai 23 ai 55 anni e che la politica quotidianamente, con il proprio silenzio e l’inerzia, contribuisce ad estendere (...)
mercoledì 4 settembre 1996 di Maria Paola Falchinelli
[...] Grazie alla servitù mediatica, si cerca a tutti i costi di insinuare nella popolazione l’idea che l’intera Pubblica Amministrazione sia la disgrazia primaria del paese. Il consenso guidato, se facesse presa, faciliterebbe la sostituzione di servizi pubblici essenziali, come la Sanità e la Scuola, con altri servizi privati, offerti dai mercanti della politica, erogati in ex edifici del demanio svenduti da quei mercanti a loro stessi.
Nulla si è fatto contro la precarietà e nulla di (...)

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> PRECARI. --- Ridotti alla fame per la scuola. Digiuno volontario a Palermo, Pordenone e Pisa (i Michele De Gennaro e Caterina Perniconi).

giovedì 26 agosto 2010


-  Ridotti alla fame per la scuola, la protesta silenziosa dei precari
-  Digiuno volontario a Palermo, Pordenone e Pisa

di Michele De Gennaro e Caterina Perniconi (il Fatto, 26.08.2010)

“Il mio corpo è la mia unica arma. Sono già un uomo morto, senza la dignità di un lavoro”. Pietro Di Grusa è un docente precario della scuola in sciopero della fame, che protesta da dieci giorni davanti al provveditorato di Palermo. Ieri ha avuto un altro collasso. E’ intervenuto il 118 e c’è voluta una flebo per tirarlo su, ma ha rifiutato, seppur cardiopatico, il secondo ricovero ospedaliero in una settimana. L’insegnante è voluto restare presente al presidio per incontrare il presidente della regione, Raffaele Lombardo. Vive sotto un gazebo, cammina molto lentamente, affaticato, trascinando i piedi e sostenendosi ai due colleghi che protestano insieme a lui, Salvo Altadonna e Giacomo Russo.

DI GRUSA, 49 anni, brizzolato, scavato in volto e indignato, è un precario della scuola da 25 anni. “Pietro - racconta Giacomo Russo - è uno dei tanti lavoratori precari che non ha raggiunto i requisiti per la disoccupazione, dunque non gode di alcun ammortizzatore sociale e si trova in una situazione economica disastrosa: ha uno sfratto esecutivo, una moglie anch’essa precaria e due figli da mantenere. L’unico aiuto che riceve proviene dalla Caritas. A confronto io, che non ho una famiglia, sono fortunato. Ma mi chiedo: che razza di Stato è quello in cui un cittadino si può dire fortunato perché non ha ancora messo su famiglia?” . I tre docenti in sciopero della fame non sanno se la loro protesta servirà a convincere il governo a una modifica della legge Gelmini, sperano almeno di sensibilizzare l’opinione pubblica. In Sicilia, secondo Giusto Scozzato, segretario regionale Flc Cgil, il tempo pieno occupa appena il 3 per cento dei docenti, contro il 90 per cento della Lombardia. “Vogliamo che i cittadini si sveglino da questo torpore - dichiarano i precari - che scendano in strada con noi, perché questa è una lotta di tutti per il futuro di tutti”. E forse ci sono riusciti. Perché l’eco del loro caso ha spinto molti precari italiani ad emularli per protestare contro i tagli agli organici della scuola, imposti dal ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini, che quest’anno lascerà a casa quasi 20mila insegnanti supplenti dei 135 mila in attesa d’incarico.

IL DIGIUNO volontario verrà presto attuato, infatti, anche a Pordenone e a Pisa. Maria Carmela Salvo, supplente di 55 anni abilitata ad insegnare nella scuola d’infanzia e primaria, è una delle migliaia di precari che rischia di non vedersi confermata la supplenza annuale a causa delle riduzioni di organico disposte dal Miur. Per la maestra di Pordenone, il cui compagno è stato licenziato da poco, le chance di essere convocata per firmare un contratto di lunga durata sarebbero davvero minime: “Dal primo setembre - ha dichiarato - inizierò lo sciopero della fame fino a quando non riceverò l’incarico”. Infatti il problema, oltre ai posti, sono i tempi. Molti dei 120 mila supplenti che avranno una cattedra non saranno nominati fino alla seconda settimana di settembre. Buona parte di loro quindi, non riuscirà ad essere in classe all’avvio delle lezioni.

Sotto la torre pendente Rocco Altieri, insegnante di diritto ed economia al corso serale di un istituto professionale, protesta invece contro la decisione del ministero dell’Istruzione di non formare una classe prima, coordinata secondo gli indirizzi economico-aziendale e alberghiero. “In questo modo - spiega Altieri - malgrado sia stata appurata negli anni la funzione sociale dell’istituto superiore nei confronti dei lavoratori immigrati, viene improvvisamente cancellato un diritto, sebbene vi siano state diverse richieste di iscrizione”.

PERCHÉ I TAGLI non riducono solo gli organici, ma anche le classi. Sono sempre più numerose le aule che ospiteranno 30 bambini, nonostante una circolare del ministero che ne impone al massimo 20 in presenza di alunni disabili o disagi. Eppure il numero dei professori di sostegno è confermato a 90 mila nonostante il trend di iscrizioni indichi un aumento di necessità. “Dopo aver contrastato in ogni modo l’approvazione della legge in Parlamento è arrivato il momento di ulteriori iniziative - ha dichiarato il senatore del Partito democratico, Giuseppe Lumia, in visita ai precari in sciopero della fame a Palermo - questa è una battaglia di civiltà che bisogna combattere tutti insieme: forze politiche, sindacali, economiche e sociali, operatori scolastici e i cittadini. Il diritto all’istruzione è una conquista preziosa per lo sviluppo e il progresso”.


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