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ALLARME SCUOLA. Italia, 2008 ... 2010

PRECARI. DAL MONDO DELLA SCUOLA, A GRAN VOCE, UN "BASTA!" AL DISASTRO SOCIALE!!! Una lettera al governo passato e al governo presente (e al governo futuro).

(...) il popolo precario è composto da una moltitudine eterogenea di giovani e meno giovani, è uno spazio generazionale che si estende dai 23 ai 55 anni e che la politica quotidianamente, con il proprio silenzio e l’inerzia, contribuisce ad estendere (...)
mercoledì 4 settembre 1996 di Maria Paola Falchinelli
[...] Grazie alla servitù mediatica, si cerca a tutti i costi di insinuare nella popolazione l’idea che l’intera Pubblica Amministrazione sia la disgrazia primaria del paese. Il consenso guidato, se facesse presa, faciliterebbe la sostituzione di servizi pubblici essenziali, come la Sanità e la Scuola, con altri servizi privati, offerti dai mercanti della politica, erogati in ex edifici del demanio svenduti da quei mercanti a loro stessi.
Nulla si è fatto contro la precarietà e nulla di (...)

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> PRECARI. ---- RIDATECI IL LAVORO E LA SCUOLA. A Benevento come a Salerno. A Pordenone come a Milano. Il digiuno monta tra i precari della scuola. La protesta si sta diffondando come un contagio in tutta Italia. La riforma Gelmini ha messo in ginocchio la Scuola.

mercoledì 1 settembre 2010


-   La protesta dei precari è iniziata a Palermo e si è trasferita a Roma. Uno di loro è finito in ospedale
-  Ma altri si stanno aggiungendo in tutta Italia. Il sostegno dei parlamentari di opposizione

-  L’ultima spiaggia dei prof: lo sciopero della fame

-  A Benevento come a Salerno. A Pordenone come a Milano. Il digiuno monta tra i precari della scuola. La protesta si sta diffondando come un contagio in tutta Italia. La riforma Gelmini ha messo in ginocchio la Scuola.

di Mariagrazia Gerina (l’Unità, 01.09.2010)

Sono saliti sui tetti. Sono scesi in piazza, con studenti e genitori. Si sono incatenati. Adesso, la nuova frontiera della scuola, alle prese con la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro, è lo sciopero della fame. I primi a varcarla sono stati tre insegnanti palermitani. Ma la protesta a colpi di digiuno si sta diffondendo come un contagio in tutta Italia tra i precari della scuola che si preparano a un anno di disoccupazione annunciata.

A Benevento, dove gli insegnanti hanno occupato un asilo abbandonato. E due di loro, Daniela Basile e Monica Sateriale, sono già al settimo giorno di sciopero della fame. A Pordenone. A Salerno, dove i precari, insegnanti e non, stanno organizzando i pullman per andare a contestare oggi il ministro in visita ad Ariano Irpino. Il 14 settembre, proveranno a riconsegnare in massa al presidente della Repubblica, in visita a Salerno, le loro tessere elettorali, in segno di protesta. «Non ci importa di votare se lo stato non si accorge di noi». E poi lo sciopero della fame: «A staffetta per coinvolgere tutti».

Come a Milano, dove i precari di vari coordinamenti si sono dati appuntamento davanti al Provveditorato per questa mattina. Ce ne sono già cinque pronti a iniziare il digiuno. Un tam tam che si moltiplica proprio nel giorno in cui uno dei pionieri palermitani, Giacomo Russo, 31 anni, al suo quattordicesimo giorno di digiuno, ieri, ha mostrato i primi segni di cedimento. Un calo di pressione, che lo ha colto durante il presidio, che va avanti ad oltranza davanti a Montecitorio.

RIDATECI IL LAVORO E LA SCUOLA

Mentre al Santo Spirito cercano di reidratarlo con le flebo, lo spreco e la rabbia che sta montando in tutta Italia, li racconta Caterina Altamore, 37 anni, palermitana anche lei, al quinto giorno di digiuno e di presidio davanti a Montecitorio: «Ho studiato, credo nel mio lavoro e nella scuola pubblica, quattordici anni fa, quando ho ricevuto il mio primo incarico, in una scuola elementare del Capo, quartiere difficile di Palermo, mi sono detta “finalmente faccio la maestra” e poi “vedrai, fatica qualche anno ti assumeranno”, ecco, adesso, 14 anni dopo, lo Stato non mi può dire “non mi servi più”», Caterina non è una che si arrende, Il lavoro non c’è, Ma lei si aggrappa a quello che resta. Lo scorso anno ha fatto le valigie e se ne è andata a prendere supplenza a Brescia, lasciando a Palermo, il marito e i tre figli. E farà così anche quest’anno. Destinazione, Palazzolo sull’Oglio. «In Sicilia mi offrivano solo con il salvaprecari di stare a casa a fare la casalinga in attesa di una chiamata che non verrà, ma io non voglio l’elemosina, voglio la scuola per cui abbiamo lottato, non quella che è costretta a rinunciare a tutto, al tempo pieno, alle ore di insegnamento e anche alla carta igienica. In Sicilia come a Brescia».

Montecitorio è deserta. Solo i parlamentari di opposizione fanno la spola tra il presidio e l’ospedale dove è ricoverato Giacomo, che, nel pomeriggio si fa dimettere per tornare a protestare: «Nessuno vuole passare per protagonista ma se ci mettiamo tutti insieme il paese reale siamo noi». Arriva Ignazio Marino. Arrivano Francesca Puglisi e Vincenzo Vita. Iparlamentari del Pd sono pronti a iniziare lo sciopero della fame a staffetta. Anche Di Pietro porta il sostegno dell’Idv. Come gli altri firma la pergamena dei precari. Contiene l’impegno a battersi per due cose. La restituzione di 8 miliardi di tagli decisi con la legge 133. E l’assunzione dei precari già in graduatoria. «Siamo di fronte al più grande licenziamento di massa della storia italiana, la scuola sarà al primo posto del nostro porta a porta», dà voce alla protesta Bersani dalla Festa del Pd. I precari della scuola sono arrivati anche lì. Solo la Gelmini non si accorge di loro. È lei che Giacomo e Caterina chiedono di incontrare in un confronto pubblico sulla riforma e sulla scuola. «Basta autoritarismo. il ministro li ascolti», rilancia il loro appello anche la Cgil: «Il governo non può mostrare solo disprezzo e disinteresse».


I precari della scuola all’opposizione: unitevi per noi

di Caterina Perniconi (il Fatto, 01.09.2010)

“Se non siete uniti non ci aiutate”. Una richiesta disperata all’opposizione è quella partita ieri dai precari che protestano davanti a Montecitorio con lo sciopero della fame. “Avete firmato tutti il documento a nostro favore, dai Comunisti italiani all’Udc, allora si può sapere come mai sulle cose importanti, su cui siete tutti d’accordo, non vi mettete insieme? A noi servite tutti, la maggiore opposizione possibile”. Seduto davanti a loro c’è il leader dell’Idv Antonio Di Pietro. Cerca di spiegare che lui si opporrà con tutti i mezzi ai tagli indiscriminati alla scuola fatti dal governo Berlusconi. Ma a loro non basta. Chiedono di più: “Se non si realizza un fronte comune, non otterremo risultati”. Gli scioperi della fame contro i tagli che quest’anno lasceranno a casa circa 20 mila docenti e personale tecnico-amministrativo continuano in tutta Italia. Ieri Giacomo Russo, uno dei precari palermitani che animano il presidio romano è stato ricoverato all’ospedale Santo Spirito di Roma a causa del grave stato di disidratazione riscontrato dal medico in visita alla tenda. “Ho trovato Giacomo Russo gravemente disidratato - ha dichiarato il deputato del Pd Ignazio Marino dopo una visita in ospedale - ma fortemente motivato a non desistere. É inaccettabile che questo governo volti la testa dall’altra parte di fronte a chi ha nelle sue mani la formazione dei nostri figli e chiede solo lavoro e dignità”.

NIENTE CIBO anche per cinque precari lombardi che protestano contro il taglio di 3 mila cattedre, di cui 1.200 a Milano. Stessa situazione a Benevento, dove la figlia di una precaria della scuola, che sta proseguendo lo sciopero della fame da sei giorni, ha preso carta e penna per raccontare la sua disperazione: “Mia madre - scrive Gaia Russo - sta rischiando per voi, perchè toccherà anche agli altri impieghi di lavoro, e i tagli non ci saranno solo sulla scuola. Una lettera di una ragazzina non credo farà molto notizia, ma per me conta, perchè io lascio mia madre a dormire in una tenda ogni notte, e mi sento impotente. Vedo la sua fiamma ancora viva dentro di se, leggo la sua determinazione negli occhi, ma la stanchezza sta prendendo il comando e nessuno si interessa di lei, viene trattata come una criminale”. Perché ci sono figlie e figlie. Quella di Mariastella Gelmini, nata il 10 aprile scorso “immagino che avrà una lavagna interattiva multimediale. Il grembiule. L’e-book. Un maestro unico preparatissimo” dice la mamma ministro. Parlando probabilmente di una scuola privata costosissima. Perché negli istituti italiani mancano i soldi anche per la carta igienica, figuriamoci per l’e-book.

“NON SI PUÒ rischiare la vita per questo governo - ha dichiarato la responsabile Scuola del Pd, Francesca Puglisi - siamo disponibili a iniziare uno sciopero a staffetta con i nostri parlamentari e amministratori a sostegno della battaglia dei precari per una scuola pubblica di qualità. Chiediamo che il governo ritiri i tagli della legge 133 e assuma gli insegnanti che servono per coprire le cattedre vacanti, per dare le risposte di sostegno ai bambini con disabilità e per garantire il tempo pieno. I precari della scuola scioperano non solo per difendere il proprio posto di lavoro, ma per salvare la scuola che è un baluardo per la difesa della democrazia nel nostro Paese”.


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