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ALLARME SCUOLA. Italia, 2008 ... 2010

PRECARI. DAL MONDO DELLA SCUOLA, A GRAN VOCE, UN "BASTA!" AL DISASTRO SOCIALE!!! Una lettera al governo passato e al governo presente (e al governo futuro).

(...) il popolo precario è composto da una moltitudine eterogenea di giovani e meno giovani, è uno spazio generazionale che si estende dai 23 ai 55 anni e che la politica quotidianamente, con il proprio silenzio e l’inerzia, contribuisce ad estendere (...)
mercoledì 4 settembre 1996 di Maria Paola Falchinelli
[...] Grazie alla servitù mediatica, si cerca a tutti i costi di insinuare nella popolazione l’idea che l’intera Pubblica Amministrazione sia la disgrazia primaria del paese. Il consenso guidato, se facesse presa, faciliterebbe la sostituzione di servizi pubblici essenziali, come la Sanità e la Scuola, con altri servizi privati, offerti dai mercanti della politica, erogati in ex edifici del demanio svenduti da quei mercanti a loro stessi.
Nulla si è fatto contro la precarietà e nulla di (...)

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> PRECARI. DAL MONDO DELLA SCUOLA, A GRAN VOCE, UN "BASTA!" AL DISASTRO SOCIALE!!! ---- Affamati di lavoro. Da 15 giorni in sciopero della fame davanti a Montecitorio (di Caterina Perniconi)

giovedì 2 settembre 2010


-  Affamati di lavoro
-  Senza cibo i precari della scuola
-  Da 15 giorni in sciopero della fame davanti a Montecitorio

di Caterina Perniconi (il Fatto, 02.09.2010)

La cosa peggiore non è la fame, ma la notte”. Dormono in tre in una piccola tenda davanti a Montecitorio. Forse domani arriverà un camper dove potranno riposare meglio. I precari della scuola di Palermo che hanno dato il via a una forma di protesta estrema, che sta contagiando i loro colleghi in tutt’Italia, sono al 15esimo giorno di sciopero della fame. Giacomo Russo, dopo il ricovero di ieri, è di nuovo in piazza. Ha il volto scavato, ma non demorde: “La mia residenza è questa per ora. Voglio avere delle risposte, sapere secondo loro come dovremmo campare tutti noi che abbiamo investito più di dieci anni nella scuola. Stiamo cercando di formare un coordinamento stabile di precari. Perché se precario significa ‘prima di’, il dopo non può non arrivare mai. Mi vergogno di essere contento di non avere ancora una famiglia da campare”. Cinque giorni fa a Giacomo Russo e Salvo Altadonna, si è aggiunta Caterina Altamore. Lei una famiglia ce l’ha eccome. Trentasette anni, precaria da 14, tre figli, viso da bambina incorniciato da lunghi capelli ricci. Lo scorso anno ha dovuto lasciare la famiglia in Sicilia, dove non avrebbe avuto un incarico annuale, per andare ad insegnare in una scuola primaria di Brescia. Lì, dove è stata inserita al fondo della graduatoria, ha preso comunque una cattedra sulle sponde del lago d’Iseo. Ha vissuto per un anno nella stanza di un residence, a 450 euro al mese, perché gli appartamenti in quella zona sono troppo cari per lei. “Ho deciso in viaggio, venendo a Roma, di fare lo sciopero della fame. Ho una patologia che me lo impedirebbe. Ma secondo il medico non dovrei nemmeno affaticarmi e stressarmi. E siccome è un anno che non faccio altro, allora tanto vale che la mia salute sia al servizio della scuola pubblica italiana”.

Trascorrono la giornata in piazza Montecitorio. La polizia passa continuamente, li osserva, li capisce. Transitano anche gli uomini della questura: “Siamo insegnanti, non siamo pericolosi” dicono i precari. “Forse siete pericolosi proprio perché siete insegnanti” rispondono loro. Hanno ragione. “Un popolo istruito e in grado di fare delle scelte spaventa - dicono i precari - noi siamo qui per avere delle risposte, non vogliamo aggredire nessuno, neanche il ministro, vogliamo solo dialogare. La Gelmini dice di aver fatto una buona riforma, ecco venisse a spiegarci dove lo è, siamo disposti ad ascoltarla”.

INTANTO OGNI giorno a piazza Montecitorio arrivano nuovi precari che portano la loro solidarietà, ma anche studenti e professori. Lasciano messaggi su un quaderno verde, il colore della speranza. E poi arrivano i politici. Tutta l’opposizione ha firmato un documento a sostegno dei precari dove s’impegna ad atti concreti per ridurre i tagli fatti con la 133. In calce i nomi di Antonio Di Pietro, Vincenzo Vita, Mario Barbi, Marco Rizzo, Cesare Salvi, Alba Sasso, Stefano Pedica e molti altri. “Lo vedete? C’è tutto il centrosinistra. É per questo che vorremmo vederli uniti a lottare per la nostra causa”.

NEL FRATTEMPO le procedure di assegnazione delle cattedre sono in ritardo, e 35 mila persone quest’anno non avranno un incarico, tra docenti e personale tecnico-amministrativo. “A una manciata di giorni dall’apertura delle scuole, migliaia di cattedre sono vuote e decine di migliaia di precari sono senza contratto - spiega Francesca Puglisi, responsabile Scuola del Partito democratico - mentre il governo pensa solo a leggi ‘ad personam’ e agli interessi del premier. Se la scuola pubblica è, come hanno immaginato i nostri padri costituenti, strumento di uguaglianza e libertà del nostro Paese, le forze democratiche che siedono in Parlamento, alla riapertura delle aule, concentrino la loro azione politica per salvarla dal massacro del governo”.

Lo stesso che chiedono i precari in piazza, disperati. Consapevoli però di aver aperto un processo a catena che sta coinvolgendo i loro colleghi in tutt’Italia. Da Pordenone a Benevento sono ormai decine i lavoratori della scuola che hanno deciso di rinunciare al cibo e alla salute in nome di un diritto, sotto lo slogan: “Affamati di cultura e di dignità”.


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