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ALLARME SCUOLA. Italia, 2008 ... 2010

PRECARI. DAL MONDO DELLA SCUOLA, A GRAN VOCE, UN "BASTA!" AL DISASTRO SOCIALE!!! Una lettera al governo passato e al governo presente (e al governo futuro).

(...) il popolo precario è composto da una moltitudine eterogenea di giovani e meno giovani, è uno spazio generazionale che si estende dai 23 ai 55 anni e che la politica quotidianamente, con il proprio silenzio e l’inerzia, contribuisce ad estendere (...)
mercoledì 4 settembre 1996 di Maria Paola Falchinelli
[...] Grazie alla servitù mediatica, si cerca a tutti i costi di insinuare nella popolazione l’idea che l’intera Pubblica Amministrazione sia la disgrazia primaria del paese. Il consenso guidato, se facesse presa, faciliterebbe la sostituzione di servizi pubblici essenziali, come la Sanità e la Scuola, con altri servizi privati, offerti dai mercanti della politica, erogati in ex edifici del demanio svenduti da quei mercanti a loro stessi.
Nulla si è fatto contro la precarietà e nulla di (...)

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> PRECARI. DAL MONDO DELLA SCUOLA, A GRAN VOCE, UN "BASTA!" ---- Il monito di Napolitano alla cerimonia di inizio dell’anno scolastico: "Tagli non colpiscano l’Istruzione".

martedì 21 settembre 2010

QUIRINALE

-  Scuola, il monito di Napolitano
-  "Tagli non colpiscano l’Istruzione"
Il capo dello Stato alla cerimonia di inizio dell’anno scolastico chiede di riformare "sanando squilibri, disparità, disuguaglianze". "Servono investimenti per motivare gli insegnanti" *

ROMA - Il rigore non può privare la scuola del sostegno necessario. Giorgio Napolitano lo ricorda di fronte a 1600 studenti provenienti da ogni parte d’Italia che, con i loro docenti, hanno affollato oggi pomeriggio il cortile d’onore del Quirinale per la festa di inizio dell’anno scolastico. Tra i presenti anche il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini. "Sapete che sostengo con convinzione che, nel portare avanti l’impegno comune e categorico per la riduzione del debito pubblico - ha ribadito il capo dello Stato - bisogna riconoscere la priorità della ricerca e dell’istruzione nella ripartizione delle risorse disponibili si deve riformare con giudizio e non solo allo scopo di raggiungere buoni risultati complessivi. Se vogliamo che la scuola funzioni come un efficace motore di uguaglianza e come un fattore di crescita, bisogna che si irrobustisca".

Occorre quindi "riformare con giudizio, sanare squilibri, disparità, disuguaglianze che - ha aggiunto - si presentano anche nell’Istruzione". Inoltre, ha detto Napolitano, servono investimenti per motivare gli insegnanti e occorre "riqualificare coloro che aspirano a un contratto a tempo indeterminato".

L’apertura di questo anno scolastico cade in occasione dell’anniversario dei 150 anni dell’unità d’Italia, ricorda Napolitano, e sottolinea "gli enormi progressi" compiuti anche nel campo dell’istruzione. Negli ultimi decenni, rileva, "abbiamo conseguito notevoli passi avanti anche in termini di percentuale di diplomati e di laureati. Questo ci ha consentito di avvicinarci alla media dei paesi sviluppati, e tuttavia - nota il capo dello Stato - anche se stiamo correndo più in fretta di altri non abbiamo raggiunto i Paesi più avanzati".

Pertanto, prosegue il presidente, "siamo rimasti ancora indietro rispetto a una risorsa fondamentale per affrontare una dura competizione globale". Bisogna agire presto, perché "se in Parlamento e in altre sedi è giusto verificare quel che possa essere fatto" di fronte a una crisi economica che non si sa ancora se sia finita, "allo stesso tempo occorre spingere lo sguardo più lontano, pensare soprattutto all’Italia nella quale voi giovani vi troverete a vivere e vi porrete il problema del lavoro".

Sia chiaro, "di cambiamento c’era e c’è bisogno" ma ci vuole "più qualità, un rapporto più stretto tra istruzione e mondo del lavoro, un maggiore spazio alle competenmze necessarie nelle società contemporanee". Questa, comunque, resta uno dei due aspetti fondamentali della funzione della scuola. L’altro è "essere un luogo di incontro e integrazione", come lo è stato nel corso dei 150 anni dell’Unità d’Italia. "L’Italia unita in cui crediamo", sottolinea con forza Napolitano, alzando il tono della voce.

Nella riforma, ha proseguito Napolitano, "occorre sanare squilibri, disparità, disuguaglianze". Infatti, "la condizione sociale incide ancora sulla possibilità che i ragazzi progrediscano nell’istruzione". Anche se il pericolo più subdolo è un altro: "il vero svantaggio insuperabile è una famiglia che non crede nello studio, che non crede nel merito". E questo può accadere anche nelle classi più agiate. Al contrario, "va costruita in tutti i campi una cultura e una pratica del merito".

Per gli studenti, ma anche per i docenti. "Per elevare la qualità dell’insegnamento - spiega Napolitano - occorre motivare gli insegnanti e chiedere, vero, che abbiano un’adeguata formazione, ma anche offrire loro validi strumenti formativi e di riqualificazione. E su questo, ovviamente, è necessario investire". Nel passato non lo si è fatto, oggi "occorre qualificare e riqualificare coloro che aspirano a un’assunzione a tempo indeterminato". Un accenno, questo, alla questione spinosa dei precari. Non l’unico alla situazione più generale dei docenti. "Mi auguro che gli insegnanti e i dirigenti che abbiano voglia di fare - ce ne sono tanti - trovino il sostegno necessario". Per creare eccellenti studenti che sappiano vincere la competizione internazionale, ma anche "i valori della Costituzione, della storia patria e della crescita civile".

* la Repubblica, 21 settembre 2010


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