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COSTITUZIONE, EVANGELO, e NOTTE DELLA REPUBBLICA (1994-2016): PERDERE LA COSCIENZA DELLA LINGUA ("LOGOS") COSTITUZIONALE ED EVANGELICA GENERA MOSTRI ATEI E DEVOTI ...

VIVA L’ITALIA!!! LA QUESTIONE "CATTOLICA" E LO SPIRITO DEI NOSTRI PADRI E DELLE NOSTRE MADRI COSTITUENTI. Per un ri-orientamento antropologico e teologico-politico. Una nota (del 2006) - di Federico La Sala

La Costituzione è (...) la nostra “Bibbia civile”, la Legge e il Patto di Alleanza dei nostri ’Padri’ e delle nostre ’Madri’ Costituenti (21 cittadine-sovrane presero parte ai lavori dell’Assemblea).
domenica 31 gennaio 2016 di Maria Paola Falchinelli
[...] Il messaggio del patto costituzionale, come quello del patto eu-angelico ...e della montagna è ben-altro!!! La Costituzione è - ripetiamo: come ha detto e testimoniato con il lavoro di tutto il suo settennato il nostro Presidente, Carlo A. Ciampi - la nostra “Bibbia civile”, la Legge e il Patto di Alleanza dei nostri ’Padri’ e delle nostre ’Madri’ Costituenti (21 cittadine-sovrane presero parte ai lavori dell’Assemblea), e non la ’Legge’ di “mammasantissima” e (...)

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> VIVA L’ITALIA!!! LA QUESTIONE "CATTOLICA" --- Omaggi e amarezze, Napolitano si inchina al papa (di Marco Politi)

venerdì 15 novembre 2013

Omaggi e amarezze, Napolitano si inchina al papa

di Marco Politi (il Fatto Quotidiano, 15 novembre 2013)

Papa Francesco arriva al Quirinale e il presidente si confessa. È una visita singolare e segna una pagina completamente nuova nel modo di rapportarsi tra i due sovrani, che convivono nella città Roma. Il pontefice archivia i “principi non negoziabili”, chiodo fisso del suo predecessore, e si presenta col desiderio di “bussare idealmente alla porta di ogni abitante l’Italia”. Compito primario della Chiesa, annuncia, è “testimoniare la misericordia di Dio” e generare solidarietà per dar speranza al futuro.

Giorgio Napolitano, rappresentante di un Paese in ginocchio quanto a diffusione di valori, non può fare altro che rendere ripetutamente “omaggio” (due volte impiega la parola) alla personalità del nuovo papa. E non potendo presentare un’Italia, che abbia qualcosa da dire, si abbandona a uno sfogo, quasi una confessione. Ammette di essere immerso in una “faticosa quotidianità... stravolta da esasperazioni di parte in un clima avvelenato e destabilizzante” . Lamenta una politica marcata dalla drammatica necessità di “liberarsi dalla piaga della corruzione e dai più meschini particolarismi”.

Il clima tra i due è cordialissimo. Chiacchierano e conversano praticamente per due ore. A quattr’occhi restano a colloquio per circa 40 minuti, mentre le delegazioni ufficiali - Letta, Alfano, Bonino da una parte, mons. Sostituto Becciu e i cardinali Bagnasco e Vallini dall’altra - si incontrano in un’altra sala.

Tra le due parti non ci sono contenziosi, sia Bergoglio che Napolitano si compiacciono dell’esistenza del concordato. Francesco mette in luce questioni di comune preoccupazione: la crisi economica, la ferita dell’ “insufficiente disponibilità di lavoro”, il sostegno alla famiglia. Temi su cui la Cei è particolarmente impegnata. Colpisce nelle parole di Francesco, che invita a “valorizzare e tutelare” la famiglia, l’assenza di qualsiasi accenno a “minacce” contro l’istituto familiare, qualsiasi deprecazione di forze oscure nella società moderna che vorrebbero disgregarlo: le geremiadi tipiche delle passate stagioni ecclesiastiche di colpo sono svanite.

Colpisce anche che Francesco non invochi ossessivamente le radici cristiane, mentre augura all’Italia di riprendere slancio con creatività e concordia, basandosi sul suo “ricco patrimonio di valori civili e spirituali”. Certo che l’eredità cristiana segna l’Italia, ma non c’è bisogno - sembra far capire - di ricordarlo in tono ammonitorio.

Il presidente si lascia andare all’elogio del nuovo corso bergogliano, in cui tutti avvertono l’“assenza di ogni dogmatismo, la presa di distanza da ‘posizioni non sfiorate da un margine di incertezza’, il richiamo a quel ‘lasciare spazio al dubbio’ proprio delle grandi guide del popolo di Dio”. (Certo, veniva da osservare, sarebbe stato bello se in altre rigide stagioni il capo dello Stato avesse espresso l’elogio del dubbio anti-dogmatico ai suoi interlocutori ecclesiastici).

Appaiono stanchi il pontefice e il presidente. Napolitano evidentemente sfibrato da una situazione in cui non vede quella lungimiranza e quella capacità di dialogo che descrive nel suo interlocutore. Bergoglio con profonde occhiaie, dovute a 8 mesi di lavoro continuo, senza vacanze, e di tensioni padroneggiate con l’attivismo.

Al Quirinale Francesco è arrivato nella solita Ford Focus nera senza scorta di corazzieri a cavallo e nel cortile d’onore osservava con rispettosa estraneità lo schieramento di armati, riservato ai capi di stato. Non portava il mantello porpora come Wojtyla nelle sue prime visite né la mantellina rossa con stola com’era abituato Benedetto XVI. Indossava solo la tonaca bianca e già gli dava fastidio la grande fascia con le frange d’oro. A sua agio è stato pienamente solo con i bambini e le famiglie dei dipendenti, salutate dopo i colloqui ufficiali. Perché gli piacciono le persone in carne e ossa e non le cerimonie.


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