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COSTITUZIONE, EVANGELO, e NOTTE DELLA REPUBBLICA (1994-2016): PERDERE LA COSCIENZA DELLA LINGUA ("LOGOS") COSTITUZIONALE ED EVANGELICA GENERA MOSTRI ATEI E DEVOTI ...

VIVA L’ITALIA!!! LA QUESTIONE "CATTOLICA" E LO SPIRITO DEI NOSTRI PADRI E DELLE NOSTRE MADRI COSTITUENTI. Per un ri-orientamento antropologico e teologico-politico. Una nota (del 2006) - di Federico La Sala

La Costituzione è (...) la nostra “Bibbia civile”, la Legge e il Patto di Alleanza dei nostri ’Padri’ e delle nostre ’Madri’ Costituenti (21 cittadine-sovrane presero parte ai lavori dell’Assemblea).
domenica 31 gennaio 2016 di Maria Paola Falchinelli
[...] Il messaggio del patto costituzionale, come quello del patto eu-angelico ...e della montagna è ben-altro!!! La Costituzione è - ripetiamo: come ha detto e testimoniato con il lavoro di tutto il suo settennato il nostro Presidente, Carlo A. Ciampi - la nostra “Bibbia civile”, la Legge e il Patto di Alleanza dei nostri ’Padri’ e delle nostre ’Madri’ Costituenti (21 cittadine-sovrane presero parte ai lavori dell’Assemblea), e non la ’Legge’ di “mammasantissima” e (...)

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> VIVA L’ITALIA!!! LA QUESTIONE "CATTOLICA" ---- La Chiesa nel dopo Berlusconi (di Massimo Faggioli)

venerdì 18 novembre 2011

La Chiesa nel dopo Berlusconi

di Massimo Faggioli

-  “The Tablet” del 19 novembre 2011 (traduzione: www.finesettimana.org)

La Chiesa in Italia è arrivata alla fine di un periodo critico delle sue relazioni con i politici italiani con le dimissioni di colui che è stato per tre volte primo ministro, Silvio Berlusconi. Quando il magnate dei media andò al potere per la prima volta, ereditò la maggior parte dei voti e degli elettori della Democrazia Cristiana, dissoltasi all’inizio degli anni ’90, presentando se stesso come l’erede del suo fondatore, Alcide De Gasperi, che fu Primo Ministro di otto successive coalizioni di governo tra il 1945 e il 1953.

Ma Berlusconi, che è stato premier dal 1994 al 1995, poi di nuovo dal 2001 al 2006, ed infine dal 2008 fino alle dimissioni della scorsa settimana, ha offerto alla Chiesa cattolica qualcosa di più del nostalgico appello all’anticomunismo, promettendo di usare il suo potere di veto contro provvedimenti riguardanti “valori non negoziabili” come quelli relativi alle coppie di fatto, etero sessuali ed omosessuali, provvedimenti relativi al fine vita riguardanti le “dichiarazioni anticipate di trattamento” e il suicidio assistito.

La Chiesa cattolica ed il Vaticano trovarono impossibile resistere a questa offerta durante il lungo incarico del Cardinale Camillo Ruini (1986-2007) come segretario generale e poi come presidente della Conferenza episcopale italiana. Il cattolicesimo italiano divenne un prigioniero volontario di un’imbarazzante alleanza con Berlusconi fino all’inizio del 2011, finché i vescovi sotto la guida del Cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, diedero voce alle loro preoccupazioni nei confronti dei comportamenti del Primo ministro, in particolare dei suoi incontri con ragazze più giovani della più giovane delle sue figlie.

Berlusconi creò il suo partito, Forza Italia, in poche settimane prima delle elezioni del 1994 grazie alle ingenti disponibilità economiche. Riuscì nel miracolo di unire il volto rassicurante del Partito popolare europeo al suo più importante alleato, la Lega Nord, con il suo progetto xenofobo per il futuro dell’Italia.

Berlusconi si mostrò capace di mantenere le sue vecchie abitudini di donnaiolo e di uomo d’affari volgare e senza scrupoli, con la sua cinica alleanza al cattolicesimo, come entità puramente politica. La mancanza di coerenza tra il suo affermato cattolicesimo e la sua ideologia materialistica - “berlusconismo” - divenne un problema per la grande maggioranza dei cattolici italiani solo negli ultimi due anni del suo “premierato”.

Per lungo tempo i cosiddetti atei devoti - un gruppo di intellettuali conservatori con forti legami con il Vaticano - furono i maggiori difensori delle credenziali cattoliche di Berlusconi, presentandolo come un uomo capace di difendere l’Italia e la Chiesa dalla secolarizzazione e l’Europa dall’islam. Essi comprendono l’ex comunista ed ora direttore del quotidiano Il Foglio, Giuliano Ferrara, e l’ex presidente del Senato, il filosofo Marcello Pera, coautore con il cardinal Joseph Ratzinger nel 2004 di Senza radici, sul futuro della cristianità in Europa.

Il volto cattolico del dominio di Berlusconi sull’Italia era quello dei membri di “Comunione e Liberazione” che detenevano posizioni chiave a livello nazionale e locale del movimento laicale ecclesiale. La stessa Curia romana di Benedetto XVI si dimostrò più permeabile di quella di Giovanni Paolo II, specialmente grazie a certi monsignori come Rino Fisichella, per molti anni cappellano al parlamento italiano ed ora arcivescovo e presidente del recentemente creato Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione.

Inoltre, Berlusconi potè sfruttare a proprio favore la situazione nella Chiesa in Italia e nel Vaticano fin dall’elezione di Benedetto XVI. Funzionari curiali politicamente esperti furono sostituiti dagli uomini del nuovo papa, uomini che erano meno esperti ed interessati di politica in generale e della ingarbugliata politica italiana in particolare. Ad esempio, benché il nuovo segretario di stato di Benedetto XVI, cardinale Tarcisio Bertone, reclamasse l’agenda politica italiana come affare della Curia, non mostrò mai l’abilità politica necessaria per trattare con Berlusconi, mentre la Conferenzaepiscopale italiana non accettò mai i diktat del segretario di stato.

Berlusconi capitalizzò su queste divisioni interne alla Chiesa e ancor di più sul disagio dei vescovi italiani e della curia romana nel trattare con un “cattolico del Vaticano II” come Romano Prodi (Primo ministro dal 1996 al 1998 e di nuovo dal 2006 al 2008), l’ex leader della coalizione di contro-sinistra ed unico candidato in grado di battere Berlusconi alle elezioni.

La Chiesa e i vescovi italiani temevano Prodi, che si autodefiniva “cattolico adulto” e preferivano trattare con Berlusconi. Benché fosse notoriamente corrotto, si inginocchiava di fronte alle richieste della chiesa in termini di “valori non negoziabili” e sovvenzioni di stato alle scuole cattoliche. D’altro canto, la coalizione di centro sinistra non si mostrò mai capace di entrare in un reale dialogo con il cattolicesimo italiano e tentò di risolvere la “questione cattolica” unicamente dando a politici cattolici una sovrarappresentazione nel Partito Democratico fondato nel 2007.

La reputazione di Berlusconi tra i cattolici cominciò a soffrire solo grazie al disgusto dei fedeli delle parrocchie, e i vescovi sembrarono seguire l’umore di cattolici laici, preti e suore. L’assordante silenzio delle associazioni cattoliche e dei movimenti di laici durante il governo Berlusconi tra il 1994 e il 2011 sta ancora aspettando una spiegazione. La parte che il cattolicesimo svolgerà nel futuro dell’Italia è uno dei maggiori problemi che deve affrontare la Chiesa, che sembra sentire molto la mancanza del “bel tempo passato” della Democrazia Cristiana.


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