RIVOLUZIONE DONADONI: IRA CI FARA’ VINCERE
dell’inviato Piercarlo Presutti *
ZURIGO - Roberto Donadoni cambia. La formazione, ed anche l’atteggiamento personale nei confronti del resto del mondo. Potenza della batosta subita con l’Olanda e conseguenza presumibile anche di qualche mugugno partito da uno spogliatoio non più disposto a tollerare snervanti avvicinamenti alla gara, fatto sta che il ct azzurro per la prima volta nella sua gestione ha regalato sorrisi e certezze alla vigilia di una partita: domani con la Romania a giocarsi l’europeo in una gara che non si può perdere ci saranno sicuramente Alessandro Del Piero e Giorgio Chiellini. E, più in generale, rispetto alla formazione iniziale con gli arancioni i cambi saranno tre-quattro. "E’ un modo di dare respiro a chi ha faticato nella prima gara, un modo per mettere in campo energie fresche", la vende così il ct: difficile per lui abiurare completamente ed ammettere che il disastro di Berna è figlio soprattutto delle sue scelte iniziali. Il suo giorno più lungo, come è comprensibile, Donadoni ha scelto di viverlo molto in privato e poco in pubblico. In mattinata, appena arrivato da Baden a Zurigo, la decisione di svolgere solo un quarto d’ora di allenamento aperto alla stampa, il resto precluso agli sguardi di chiunque (e non è stata solo una scelta dettata dall’antispionaggio, pure motivo importante in una logorante guerra fredda con i romeni).
Mentre l’appuntamento con la partita contro la Romania si andava avvicinando, un faccia a faccia ’soft’ e però veloce con i giornalisti, negli occhi la voglia di rientrare al più presto al ritiro azzurro. Tra luoghi comuni come "per vincere di solito occorre fare gol, loro sono un’ottima squadra non a caso hanno pareggiato con la Francia" e mezze verità come quella sulle motivazioni del turn over, un fatto è emerso chiaramente: Donadoni ha preso atto che dal risultato di domani dipende molto del suo futuro azzurro. Infatti ha scisso responsabilità e destini: "La mia figura, pure importante sul piano delle responsabilità, non c’entra con quella loro. Sono gli attori, e sanno benissimo come interpretare la parte". Ma ci sarà un propellente? Il ct lo individua nella "rabbia, aspetto psicologico importante: se gestita bene, rende più lucidi". Ammicca ai giornalisti italiani ricordando che quelli romeni spalleggiano Piturca anche nel motivare i giocatori. "Hanno scritto apposta che io ho parlato male della loro squadra, era un modo di stimolare il gruppo della nazionale. Certi giochetti potreste farli pure voi...".
Chiarisce di non avere dato la formazione ("ho parlato di 4-5 cambi ed ho detto che giocheranno Del Piero, capitano per numero di presenze, e Chiellini. Su questi due potete stare tranquilli, se poi sbagliate il resto non prendetevela con me". In realtà però la squadra rivoluzionata dovrebbe vedere davanti a Buffon Zambrotta, Chiellini e Barzagli (o Panucci), Grosso a sinistra. De Rossi e Pirlo centrali di centrocampo, Camoranesi e probabilmente Perrotta larghi più avanti, Del Piero al centro alle spalle dell’inamovibile Toni: un 4-2-3-1 che può con facilità diventare 4-4-2. Nega, il ct, di soffrire in maniera particolare le critiche. "Sono abituato, non mi creano turbe particolari. Non vivo in funzione di critiche o elogi. C’é stata una partita persa male con un risultato che ci fa male, noi dobbiamo prendere coscienza di questo. Ma oggi ho visto una squadra pimpante, vogliosa, tonica. Attenzione, questo non garantisce il risultato positivo". E comunque non dobbiamo pensare che se non segniamo subito è un guaio, dobbiamo saper gestire la partita". Chiude con un messaggio a Del Piero: "C’é bisogno del meglio e del massimo, quelli che stanno fuori devono sapere essere determinanti quando vengono chiamati in causa. Domani sarà una grande fatica, chi ha più carisma deve trasmettere anche questo".