ITALIA - ROMANIA: FORZA ITALIA!!!
FEDERICO LA SALA *
PER AFFRONTARE AL MEGLIO LA PARTITA UN CONSIGLIO A DONADONI E A TUTTA LA SQUADRA. RIMEDITARE LA LEZIONE DEL FILM "IL GLADIATORE". "SPQR": "SERVIRE ROMA"!!! E, POI, CHE VINCA LA SQUADRA MIGLIORE!!!
EUROPEI 2008: FORZA ITALIA, ALTRO CHE "Forza Italia"!!! UNA GRANDE NAZIONALE: L’ITALIA VINCE LA SCOZIA 2 a 1. Un gol di Toni all’inizio e uno di Panucci allo scadere ci hanno portato alle finali europee
CALCIO. EUROPEI 2008 .... A BERNA, UNA NAZIONALE ADDORMENTATA. L’ITALIA "SOGNA" DI ESSERE LA SPLENDIDA OLANDA E "VINCE" TRE A ZERO!!! "Forza Italia"! Continuiamo a "sognare"!!!
RESTITUITEMI IL MIO URLO!!! FORZA ITALIA!!!
FEDERICO LA SALA
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Sul tema, in rete e nel sito, si cfr.:
SANDRO PERTINI E BEARZOT (Wikipedia)
SANDRO PERTINI (Wikipedia)
Gli azzurri migliorano rispetto alla partita con l’Olanda: arbitro, sfortuna e imprecisione ci negano la vittoria. Ma Buffon ci salva sul rigore di Mutu
Italia: tanto cuore e un po’ di gioco
Pari emozionante, serve Cassano
Perrotta da rivedere. Nel finale la Nazionale si sblocca e Fantantonio svetta
dall’inviato VALERIO GUALERZI *
Ora va battuta la Francia. Bene gli inserti in difesa, ma De Rossi e Pirlo si pestano i piedi
ZURIGO - Doveva essere una partita noiosa, tra la più grande delusione del primo match e una squadra specializzata nell’uccidere il gioco. Difficilmente in questo Europeo ci sarà una gara più emozionante di Italia-Romania. Due gol nel giro di pochi secondi, un rigore che significava eliminazione certa parato da Buffon a dieci minuti dalla fine, un gol regolare annullato, un palo e occasioni da rete come se piovesse. Alla fine l’1-1 ci regala un filo di speranza di riuscire ad andare avanti, ma contro la Francia bisognerà vincere.
Certo, possiamo recriminare per la rete regolare annullata a Toni allo scadere del primo tempo, con il numero 3 rumeno Rat che tarda ad uscire e lo tiene in gioco, ma se alla fine la sfida contro la nazionale di Domenech ha ancora un senso è grazie a Buffon che con mano e piede insieme ferma il rigore di Mutu del possibile 2-1. Non solo, il portierone azzurro nel primo tempo è decisivo in almeno altre tre circostanze. Prima al 16’, quando Pirlo sbaglia in mezzo al campo, Panucci si fa saltare e lui va a chiudere la botta di Mutu. Qualche minuto vola a togliere dall’angolino una punizione calciata da Tamas direttamente in porta malgrado la posizioine impossibile. Al 20’ a salvare Buffon è il palo, quando una deviazione di fianco di Panucci su punizione di Chivu lo mette fuori causa.
Anche l’Italia ha comunque le sue chance, più volte nel primo tempo con Toni che è però spesso impreciso e in ritardo, e nel secondo tempo con De Rossi che di testa in tuffo obbliga Lobont a un grande intervento. In avanti insomma si crea di più rispetto alla sterilità mostrata con l’Olanda, ma dietro si balla non poco. La rivoluzione voluta da Donadoni dà solo in parte i suoi frutti. Del Piero forse non cambia il volto della squadra quanto ci si poteva aspettare, ma qualche spunto lo crea. Grosso a sinistra semina il panico e dietro in almeno tre circostanze è protagonista di recuperi decisivi. Fallisce invece l’esperimento di schierare insieme Pirlo e De Rossi. I due tendono a limitarsi a vicenda e alla fine il milanista è uno dei peggiori in campo. Chiellini appare più brillante e reattivo di Barzagli, ma non è che regali questa grande sensazione di sicurezza. Perrotta offre sempre una soluzione in più, ma poi una volta sulla palla pecca spesso di imprecisione. Panucci, gol a parte, malgrado la "cravatta" a Niculae che ci costa il rigore, sembra di gran lunga il miglior centrale a disposizione nella rosa e divide con Buffon il merito di tenerci in corsa grazie al tocco sulla sponda aerea di Chiellini.
Se la Nazionale dà l’impressione di esserci di più rispetto all’esordio, la squadra cambia davvero solo all’undicesimo della ripresa, quando Panucci butta finalmente dentro la palla dell’1-1. Dall’errore di Zambrotta che ha mandato Mutu in gol con un avventato passaggio di testa a Buffon è passata appena una manciata di secondi. E’ una liberazione, il tappo psicologico salta e l’Italia ritrova convinzione. A completare la rivoluzione ci pensa l’entrara di Cassano per Perrotta. Il barese regala all’attacco geometrie e imprevidibilità, grazie alla capacità di saltare l’uomo. Sbaglia solo a non cercare mai il tiro, come gli urla anche Donadoni dalla panchina. Con lui l’Italia sembra comunque un’altra cosa, anche perché la porta per Toni sembra davvero stregata. Contro la Francia forse conviene ripartire da lui, aggiungendo un sesto cambio ai cinque già fatti oggi dal ct.
* la Repubblica, 13 giugno 2008.
Ansa» 2008-06-13 21:03
EURO 2008: PER GLI AZZURRI SOLO PARI CON ROMANIA
ZURIGO - Italia e Romania hanno pareggiato 1-1 (0-0) in una gara della seconda giornata del gruppo C di Euro 2008. Le reti: al 10’ della ripresa Mutu e pareggio un minuto dopo di Panucci.
(dell’inviato Piercarlo Presutti)
Un pomeriggio di brividi e rimpianti, ma alla fine l’Italia spera ancora. L’ l-1 conclusivo di una gara piena di emozioni contro la Romania (botta e risposta Mutu-Panucci) la tiene ancora in gioco: dopo avere sperato nel riscatto immediato e temuto il disastro definitivo, gli azzurri puntano tutto sulla partita di martedì, ancora qui a Zurigo, con l’avversario di sempre, la Francia. Avrebbe potuto essere molto più comoda, la terza delle gare in questo europeo: se l’arbitro norvegese Henning Ovrebo oggi non avesse annullato per un fuorigioco inesistente un gol di Toni in chiusura di primo tempo. Ma avrebbe anche potuto essere la partita più inutile e triste, un mesto addio all’Europa da parte dei campioni del mondo, se Buffon non avesse parato a pochi minuti dalla fine a Mutu un rigore concesso per fallo di Panucci su Niculae.
E così Donadoni, ct sempre più in bilico, per il momento si deve accontentare del male minore e di un’Italia nettamente cresciuta rispetto alla gara con l’Olanda. Frutto dell’abiura tattica del ct (oggi in campo gli azzurri erano schierati in un 4-2-3-1 simile a quello lippiano del mondiale di Germania) e soprattutto di scelte diverse. La rivoluzione annunciata di fatto da Donadoni e puntualmente realizzata, cinque uomini nuovi rispetto all’ 11 iniziale di Berna, ha infatti dato i suoi frutti. Sulla sinistra Grosso ha imperversato, al fianco di Panucci in difesa Chiellini è stato puntuale e positivo, a centrocampo De Rossi ha giganteggiato. Meno brillanti, Del Piero e soprattutto Perrotta, gli altri innesti.
Ma in generale la squadra è apparsa viva, in particolare in un secondo tempo in cui, dopo che Panucci aveva immediatamente riequilibrato il risultato a seguire il vantaggio di Mutu, Cassano ha regalato prodezze ed assist facendo capire di essere pronto per l’assalto finale ai francesi. Già in avvio si era capito dalla fiammata azzurra che era un’altra Italia: l’assetto prudente dei romeni (4-1-4-1, a dirlo con i numeri, un catenaccio mascherato forse la definizione migliore) spingeva De Rossi e Pirlo alla pressione in avanti, sulle fasce le percussioni di Grosso (soprattutto) e Zambrotta si facevano sentire. E così per un quarto d’ora era Italia da applausi con tanto gioco ed all’occhiello una grande opportunità al 9’: cross ravvicinato di Perrotta dalla destra, colpo di testa di Del Piero fuori di poco. La Romania, per attitudine ed in forza del pareggio nella gara iniziale con la Francia, si limitava al contropiede: che partiva la prima volta al 16’, con Mutu lanciato in profondità e Buffon bravo a respingere sul suo gran tiro. Anche su calcio piazzato i romeni pungevano: una punizione di Tamas al 18’ costringeva Buffon alla parata in tuffo, una botta di Chivu al 20’ deviata da Panucci impattava sul palo prima che Zambrotta sbrogliasse.
Ma l’Italia riprendeva a lavorare tutto sommato bene il suo gioco all’uncinetto, prima di affondare sulle corsie laterali: al 39’ partiva Zambrotta sulla destra, su sponda di testa di Toni la difesa romena liberava con affanno in angolo. Soluzione che la formazione di Piturca era costretta a replicare altre due volte, perché in area davanti a Lobont piovevano palloni pericolosi: sul più nitido, un colpo di testa di Toni, era davvero bravo il portiere a deviare. Ma gli azzurri chiudevano il primo tempo recriminando soprattutto per l’ennesimo errore arbitrale: un gol annullato a Toni per fuorigioco inesistente: Pirlo su angolo toccava indietro a Zambrotta, bravo a mettere al centro: in mezzo all’area tre azzurri erano tenuti in gioco da Contra, in ritardo nell’uscire, e Toni insaccava di testa. Inutilmente, perché per Henning Ovrebo era fuorigioco. Nella ripresa partiva all’assalto l’Italia, mentre a bordo campo cominciava a scaldarsi Cassano: al 2’ Pirlo insisteva in dribbling e crossava, Toni non approfittava dell’uscita a vuoto del portiere. I romeni alleggerivano all’ 8’ con un destro di Pirlo parato a terra da Buffon, e colpivano negli spazi in maniera beffarda al 10’: su punizione lunghissima dalle retrovie Zambrotta in netto anticipo su Mutu appoggiava male di testa indietro a Buffon, il romeno ne approfittava e insaccava sull’uscita disperata di Buffon. Gelo e terrore sulla panchina azzurra, ma per fortuna di Donadoni un minuto dopo su angolo di De Rossi, Chiellini toccava e davanti alla porta sbucava Panucci bravo a mettere in rete. Entrava Cassano per Perrotta, la gara si scaldava molto: volavano calci ed insulti e al 14’ era Grosso a salvare su una botta ravvicinata di Petre.
Entrava anche il rom Nicolita e costringeva subito al fallo da ammonizione Pirlo. Al 17’ Cassano accendeva la luce, superava due avversari ed appoggiava a Del Piero, sul cui cross arrivava in ritardo di pochissimo Toni. Al 30’ tocco profondo di Cassano, sponda di Toni e in volo testa di De Rossi in torsione: parata in tuffo. Mentre Cassano incantava, usciva Del Piero ed entrava Quagliarella. Su tacco del samporiano e cross di Zambrotta, speravano gli azzurri al 31’. Ed al 33’, con azione fotocopia. Ma il colpo di scena sembrava arrivare al 36’, quando su cross dalla sinistra Panucci prendeva per la spalla Niculae e lo metteva giù: rigore, giusto stavolta, calciato da Mutu che Buffon parava. Ancora una gran giocata di Cassano, con giravolta sulla sinistra e palla in mezzo per Toni, e la partita finita tra gli interrogativi azzurri.
Tra i quali spiccava quello sugli arbitraggi dopo gli errori dello svedese Froejdfeldt e del norvegese Henning Ovrebo: finiranno prima i direttori di gara scandinavi o l’europeo azzurro?
L’ITALIA NON SFONDA
Botta e risposta con la Romania
Mutu e Panucci fissano il risultato,
Buffon stellare: serve un’impresa
ZURIGO. Nel primo incontro del secondo turno del girone C degli Europei, Italia e Romania hanno pareggiato 1-1 grazie alle reti messe a segno nella ripresa da Mutu e Panucci. Nel primo tempo gara equilibrata, caratterizzata da diverse occasioni da gol da una parte e dall’altra con Buffon e Lobont in grande evidenza. Al 20’ palo della Romania sugli sviluppi di una punizione deviata da Panucci, al 47’ Toni segna di testa ma la rete viene annullata per sospetta posizione di fuorigioco del giocatore azzurro.
Nella ripresa, Romania in vantaggio al 10’ con Mutu che approfitta di un corto passaggio all’indietro di Zambrotta verso Buffon ma 1’ più tardi arriva il pari azzurro con Panucci che mette alle spalle di Lobont da due passi su assist di testa di Chiellini a seguito di un angolo. Al 30’ gran parata di Lobont su testa di De Rossi da due passi, poi al 36’ Buffon para un rigore calciato da Mutu e concesso per fallo in area di Panucci. In virtù di questo pareggio, in attesa di Olanda-Francia di questa sera, la Romania va a quota 2 punti e l’Italia a 1.
* La Stampa, 13/6/2008 (19:51)
STASERA ITALIA-ROMANIA
QUELLA STRETTA DI MANO SUL CAMPO VERDE
di UMBERTO FOLENA (Avvenire, 13.06.2008)
È una vigilia tragica, da dentro o fuori, da ultima spiaggia, da estremo sacrificio e bla bla? È una vigilia normale, da tante che ne abbiamo vissute di simili. Ma Italia-Romania, alle 18 di stasera a Zurigo, non sarà una partita di calcio ’normale’. Troppo spesso i romeni sono entrati in cronaca, negli ultimi mesi, perché possa esserlo.
Potrebbe essere una festa, come sempre dovrebbero essere le partite di calcio, anche quando gli sfidanti sono acerrimi rivali o hanno conti in sospeso. Il duello viene ritualizzato, ridimensionato, ricondotto a un fatto simbolico in cui lo sconfitto perde soltanto una coppa e sa che prima o poi potrà avere la rivincita. Nei migliori dei casi è una festa, come quando a sfidarsi sono, a fine anno scolastico, professori e alunni, genitori e studenti, perfino scapoli e ammogliati.
Potrebbe e dovrebbe essere una festa da seguire tutti insieme nei bar e nelle piazze, casacche azzurro cielo noi e giallo limone loro, allegramente mescolati in un tripudio cromatico. Sarebbe perfino l’occasione per chiederci scusa. E di scuse da farci ne avremmo a iosa. Loro, i romeni, per i pochi connazionali che sono venuti in Italia non per lavorare ma per arraffare. E soprattutto noi italiani, che mentre i romeni (non solo loro, s’intende) svolgono le mansioni che noi non abbiamo voglia di fare, contribuendo alla ricchezza del nostro Paese, abbiamo preso a trattarli con aperta diffidenza, facendo di tutta l’erba un fascio perché discernere con intelligenza pare sia diventato un esercizio irrisorio, da buonisti e ingenui (tra gli ingenui buonisti pare che i cattolici siano larga maggioranza).
La cronaca, sempre lei, sottolinea i crimini commessi da cittadini romeni; evita però con cura di enfatizzare i crimini commessi dagli italiani nei confronti dei romeni. E se ieri un editoriale in prima pagina sul Corsera andava gagliardamente contro corrente, di eccezionale eccezione si è trattato. Invece dovremmo dire: bentornati, amici romeni, voi latini dell’est, orgogliosi delle vostre radici. Forse lavoriamo troppo di fantasia, ma pur sempre di discendenti dei legionari romani (e di orgogliosi daci) si tratta. Scommettiamo che un’attenta analisi del Dna scoverebbe più latinitas nell’attaccante di Calinesti, che di nome fa Adrian come l’imperatore, che nel terzino di Savona che potrebbe marcarlo e di nome fa Christian, o dell’ala nata a Tandil, Argentina? Il nostro mitico Rino Gattuso da Corigliano Calabro non c’entra, lui è Magna Grecia doc. Ascolti Mutu (l’Adrian di cui sopra), Chivu, Codrea e Contra mettere in fila congiuntivi e articoli (perfino ’lo’ davanti a pn, gn ed esse impura), osservi i loro volti larghi da antico romano, e ti convinci che i romeni sono gli immigrati perfetti, i cugini, quelli con cui legare più facilmente. Invece ne stiamo facendo carne da rotativa per alimentare insicurezza a tutto vantaggio delle polemiche di basso profilo e dell’informazione un tanto al chilo.
Quando gli azzurri e i gialli si stringeranno la mano, stasera alle 18 (se la stringeranno? Ma sì che se la stringeranno!) ci piace pensare che rappresenteranno entrambi i nostri popoli. Il risultato conta poco. Conta giocare. Conta il grande fatto simbolico e catartico. Una grande sfida sul prato verde per liberarci di veleni, rancori e paure. Allora avremmo vinto entrambi.
RIVOLUZIONE DONADONI: IRA CI FARA’ VINCERE
dell’inviato Piercarlo Presutti *
ZURIGO - Roberto Donadoni cambia. La formazione, ed anche l’atteggiamento personale nei confronti del resto del mondo. Potenza della batosta subita con l’Olanda e conseguenza presumibile anche di qualche mugugno partito da uno spogliatoio non più disposto a tollerare snervanti avvicinamenti alla gara, fatto sta che il ct azzurro per la prima volta nella sua gestione ha regalato sorrisi e certezze alla vigilia di una partita: domani con la Romania a giocarsi l’europeo in una gara che non si può perdere ci saranno sicuramente Alessandro Del Piero e Giorgio Chiellini. E, più in generale, rispetto alla formazione iniziale con gli arancioni i cambi saranno tre-quattro. "E’ un modo di dare respiro a chi ha faticato nella prima gara, un modo per mettere in campo energie fresche", la vende così il ct: difficile per lui abiurare completamente ed ammettere che il disastro di Berna è figlio soprattutto delle sue scelte iniziali. Il suo giorno più lungo, come è comprensibile, Donadoni ha scelto di viverlo molto in privato e poco in pubblico. In mattinata, appena arrivato da Baden a Zurigo, la decisione di svolgere solo un quarto d’ora di allenamento aperto alla stampa, il resto precluso agli sguardi di chiunque (e non è stata solo una scelta dettata dall’antispionaggio, pure motivo importante in una logorante guerra fredda con i romeni).
Mentre l’appuntamento con la partita contro la Romania si andava avvicinando, un faccia a faccia ’soft’ e però veloce con i giornalisti, negli occhi la voglia di rientrare al più presto al ritiro azzurro. Tra luoghi comuni come "per vincere di solito occorre fare gol, loro sono un’ottima squadra non a caso hanno pareggiato con la Francia" e mezze verità come quella sulle motivazioni del turn over, un fatto è emerso chiaramente: Donadoni ha preso atto che dal risultato di domani dipende molto del suo futuro azzurro. Infatti ha scisso responsabilità e destini: "La mia figura, pure importante sul piano delle responsabilità, non c’entra con quella loro. Sono gli attori, e sanno benissimo come interpretare la parte". Ma ci sarà un propellente? Il ct lo individua nella "rabbia, aspetto psicologico importante: se gestita bene, rende più lucidi". Ammicca ai giornalisti italiani ricordando che quelli romeni spalleggiano Piturca anche nel motivare i giocatori. "Hanno scritto apposta che io ho parlato male della loro squadra, era un modo di stimolare il gruppo della nazionale. Certi giochetti potreste farli pure voi...".
Chiarisce di non avere dato la formazione ("ho parlato di 4-5 cambi ed ho detto che giocheranno Del Piero, capitano per numero di presenze, e Chiellini. Su questi due potete stare tranquilli, se poi sbagliate il resto non prendetevela con me". In realtà però la squadra rivoluzionata dovrebbe vedere davanti a Buffon Zambrotta, Chiellini e Barzagli (o Panucci), Grosso a sinistra. De Rossi e Pirlo centrali di centrocampo, Camoranesi e probabilmente Perrotta larghi più avanti, Del Piero al centro alle spalle dell’inamovibile Toni: un 4-2-3-1 che può con facilità diventare 4-4-2. Nega, il ct, di soffrire in maniera particolare le critiche. "Sono abituato, non mi creano turbe particolari. Non vivo in funzione di critiche o elogi. C’é stata una partita persa male con un risultato che ci fa male, noi dobbiamo prendere coscienza di questo. Ma oggi ho visto una squadra pimpante, vogliosa, tonica. Attenzione, questo non garantisce il risultato positivo". E comunque non dobbiamo pensare che se non segniamo subito è un guaio, dobbiamo saper gestire la partita". Chiude con un messaggio a Del Piero: "C’é bisogno del meglio e del massimo, quelli che stanno fuori devono sapere essere determinanti quando vengono chiamati in causa. Domani sarà una grande fatica, chi ha più carisma deve trasmettere anche questo".
"Persa una battaglia non la guerra"
Luca Toni è ottimista per l’impegno con la Romania
Così Toni in conferernza stampa. Zambrotta: «Sappiamo che l’unico risultato utile è la vittoria». Grosso: «Risultato non rispecchia i valori»
OBERWALTERSDORF (AUSTRIA) Solo 48 ore. A Donadoni restano poco più di due giorni per trovare «la quadra» di una compagine da rigenerare per salvare, con la vittoria sulla Romania, la faccia dell’Italia e non solo. Prima di tutto il morale: oggi in conferenza stampa Luca Toni è stato chiaro: «Ci sentiamo ancora campioni del mondo e se rigiocassimo subito la gara con l’Olanda non finirebbe certo 3-0». «L’importante con la Romania è vincere - spiega l’attaccante - anche se segna Buffon. Con l’Olanda sono stati commessi errori ma nel secondo tempo, con l’innesto di giocatori più offensivi, abbiamo fatto molto meglio. Abbiamo perso una battaglia ma non le guerra, ci sono ancora due gare per rifarsi».
Sulla stessa linea Fabio Grosso: «Il risultato è pesante e non rispecchia del tutto quello che si è visto sul campo. È comunque un verdetto da accettare e da trasformare in energia positiva per la prossima partita con la Romania». A sostegno di Donadoni è intervenuto il presidente del Coni, Gianni Pterucci: «Dopo aver letto i giornali ho avuto la conferma che in Italia nel calcio non c’è il diritto a perdere. Un allenatore viene messo in discussione già dopo la prima sconfitta. Mi sembra un tiro a segno esagerato nei confronti di Donadoni che continuo a difendere perchè è un bravo allenatore ed ha tutta la mia stima e il mio sostegno».
Zambrotta però lancia l’avvertimento di rito:«Con la Romania è la classica partita da dentro o fuori, sappiamo che l’unico risultato utile è la vittoria e nulla di più». Proprio la tensione per il risultato potrebbe far scattare episodi di intolleranza che hanno portato il presidente dell’associazione dei romeni in Italia, Eugen Tertelac, a invitare i suoi connazionali a non seguire la sfida di venerdì nelle piazze italiane. Ma Gianluca richiama ai valori dello Sport: «il calcio, così come lo sport in generale, è bello perchè avvicina e unisce tutti i popoli, questo succede soprattutto quando scendono in campo le nazionali, quindi non vedo perchè debbano esserci tutti questi timori». Nella nazionale romena i quattro «italiani», Chivu dell’Inter, Mutu della Fiorentina, Radu della Lazio e Codrea del Siena chiedono una sola cosa «non generalizzate su di noi».
* La Stampa, 11/6/2008
Tra calcio e politica la vigilia del match vista da chi è emigrato nel nostro paese
Attesa, sogni e paure dei romeni d’Italia
"Riscatto in una notte"
La comunità: ma domani state in casa
di Marco Mensurati (la Repubblica, 12.06.2008)
ROMA. Puoi ripeterlo quanto ti pare che è solo una partita di pallone, quella di domani. Non ti darà retta nessuno, al massimo ti faranno dietro un sorriso bonario. Oppure ti diranno «vatti a fare un giro a Monterotondo, sulla Salaria e chiedi di padre Bogdan, te lo spiega lui per quale motivo non sarà una partita come le altre».
E la spiegazione più che rabbiosa è rassegnata. A Monterotondo c’è una comunità di seimila romeni. Vivono qui e lavorano nei dintorni. Il loro punto di riferimento è la piccola chiesa ortodossa. Anzi: era. Perché da ieri quella chiesa è chiusa. Sbarrata, come fosse un ristorante trovato fuori norma dai vigili urbani. Il vicariato e il comune hanno revocato il permesso di utilizzare i locali promettendo in cambio di trasformare in chiesa ortodossa il magazzino di un ex mobilificio. Forse. Se arriveranno tutti i permessi. «Vorremmo che i nostri ragazzi venerdì giocassero anche per i romeni di Monterotondo - dice Giancarlo Germani, presidente del neonato partito dei romeni d’Italia - E per tutti quelli che da qualche mese a questa parte, da quando è stato deciso di utilizzare politicamente la questione sicurezza, subiscono piccole e grandi discriminazioni».
Per ragioni come questa, Italia-Romania, la gara in cui la zattera azzurra rischia il naufragio, sarà una gara speciale. Seicentomila ottime ragioni, per l’esattezza. Tante quante sono le persone appartenenti alla comunità romena nel nostro paese. Che hanno eletto la seconda partita del girone C degli Europei come la partita dell’Orgoglio romeno.
Orgoglio che gonfia le parole di tutti, in questa vigilia. Ramona Badescu interrompe le prove di uno show per spiegare i «reali contenuti» dell’appuntamento di venerdì. Dice la showgirl-politica: «Non è la prima volta che Italia e Romania si incontrano in competizioni ufficiali. Ma stavolta la sfida ha un significato particolare. Abbiamo un’ottima squadra che farà capire a tutti che la Romania non è solo violenza e cronaca nera ma anche un paese che ama il calcio e con il calcio la cultura e le tradizioni». Orgoglio che però non potrà essere ostentato. «Se fossimo a casa nostra allora ci riverseremmo nelle piazze e nei bar a seguire tutti insieme la partita e a fare il tifo - spiega Adrian German leader della squadra della comunità romena in Italia - Invece siamo ospiti e visti i recenti fatti di cronaca sarà meglio evitare. La partita la vedremo da casa insieme agli amici. Quello che abbiamo da dire lo diranno per noi i nostri ragazzi, sul campo. Del resto da noi in Romania si dice sempre che i calciatori e gli sportivi in genere sono come gli ambasciatori. Sono certo che loro ci rappresenteranno al meglio». Come? «Magari con un bel pareggio. Un risultato che a noi potrebbe anche andare bene...»
Di evitare raduni pubblici è stato richiesto ufficialmente anche da Eugen Tertelac, presidente dell’associazione dei romeni in Italia: «In seguito ai problemi che ci sono stati negli ultimi tempi non ci sentiamo molto tranquilli - dice - per questo invito tutti i miei connazionali a guardare la partita da casa propria. La situazione non è delle migliori e non possiamo ignorare che Amnesty International ha parlato di rischio xenofobia in Italia contro romeni e rom».
Da Mutu a Chivu, a Contra al portiere Lobont: squadra "ostica"
"Del Piero è un giocatore speciale, sappiamo come trattarlo"
La Romania sa come fermare l’Italia
"A noi un pareggio va bene, a voi no"
dal nostro inviato VALERIO GUALERZI *
ZURIGO - Se davvero il diavolo non è così brutto come lo si dipinge, chissà, magari anche di Satana-Piturca si può avere un po’ meno paura. Il commissario tecnico della Romania si è conquistato questo soprannome non per il carattere, ma perché veste spesso di nero. Di certo non è però un tipo tenero. Ne sanno qualcosa anche le star della sua nazionale, Mutu, Tamas e Lobont, messi tutti in riga in passato per lo scarso impegno dimostrato in alcune partite. "Chi gioca con questa maglia - ama ripetere il ct - deve essere concentrato dal primo all’ultimo momento".
Eppure la Romania, per quanto temibile, non è certo fenomenale. Per descrivere il suo modo di giocare bisogna recuperare dall’archivio di "90° Minuto" l’aggettivo di squadra "ostica". Da Mutu a Chivu, dall’ex milanista Contra al portiere Lobont, i giocatori di peso ed esperienza non mancano, ma l’insieme è di medio livello, abituato a palcoscenici di secondo piano. La dote migliore sembra essere quella di saper chiudere le gare in cui parte favorita e impedire all’avversario di giocare quando ha il pronostico contro. Così per Del Piero, che Piturca è convinto verrà schierato dal primo minuto insieme a De Rossi, è già pronto un trattamento speciale. "E’ un giocatore molto pericoloso - anticipa l’allenatore - e noi avremo una strategia per bloccarlo".
Stesso approccio mostrato contro la Francia, giudicata unanimente la partita più brutta vista sino ad oggi in Austria e Svizzera. Pur di fermare la temuta squadra di Domenech, Piturca non ha esitato a chiedere a Mutu di sacrificarsi e trasformare il preferito 4-3-3 in un più prudente 4-4-2. Se è vero che il talento viola è uno in grado di far male in qualsiasi momento, a questo Europeo è arrivato con più di un problema, dai lutti in famiglia alle pendenze economiche con il Chelsea. "Ha bisogno di giocare per ritrovare la forma migliore", spiega Piturca dopo l’ultimo allenamento nel ritiro di San Gallo. Diversamente dal solito programma previsto dall’Uefa, la Romania non ha svolto infatti la classica seduta nello stadio del match. Colpa della pioggia, che ha messo a rischio la tenuta del campo, anche se oggi a Zurigo il tempo è discreto.
Più che arginare Mutu, il problema per l’Italia sarà trovare il grimaldello per scardinare una difesa che nel girone di qualificazione ha subito solo sette reti in dodici partite. "Sono campioni del mondo e favoriti - dice Piturca - è normale che ci sia molta aspettativa su di loro, ma non credo a un’Italia votata all’attacco, a testa bassa". Nel complesso i rumeni sono comunque un ostacolo alla portata di una Nazionale in grado di esprimere il suo potenziale. Chivu, che il tecnico preferisce schierare a centrocampo anziché in difesa, ci mette però in guardia: "Dicevano tutti che la Romania era l’ultima del girone, ma vedrete che sarà difficile per tutti batterci". I nostri avversari tutto sommato possono fare anche qualche calcolo. "Il pareggio? A noi sta bene - aggiunge l’interista - Sono gli italiani che avranno più pressione, sono loro che devono assolutamente vincere". Ma per noi, si sa, questo avere le spalle al muro, spesso si trasforma in un vantaggio. Sugli spalti inoltre la presenza dei tifosi rumeni, tra i più temuti dalla polizie di mezza Europa, è attesa massiccia. "C’erano 15 mila romeni a vedere la partita contro la Francia - dice ancora Chivu - ma il loro comportamento è stato esemplare". Contro l’Italia, che in questi giorni sta vivendo un momento difficile nei rapporti con Bucarest, potrebbe essere diverso, ma l’interista non la pensa così. "Romeni in Italia o italiani in Romania - afferma - qui siamo tutti in Svizzera, quindi se vinco contro l’Italia sono soddisfatto unicamente perché vado avanti nel girone e non per altri motivi".
* la Repubblica, 12 giugno 2008.