Gli azzurri migliorano rispetto alla partita con l’Olanda: arbitro, sfortuna e imprecisione ci negano la vittoria. Ma Buffon ci salva sul rigore di Mutu
Italia: tanto cuore e un po’ di gioco
Pari emozionante, serve Cassano
Perrotta da rivedere. Nel finale la Nazionale si sblocca e Fantantonio svetta
dall’inviato VALERIO GUALERZI *
Ora va battuta la Francia. Bene gli inserti in difesa, ma De Rossi e Pirlo si pestano i piedi
ZURIGO - Doveva essere una partita noiosa, tra la più grande delusione del primo match e una squadra specializzata nell’uccidere il gioco. Difficilmente in questo Europeo ci sarà una gara più emozionante di Italia-Romania. Due gol nel giro di pochi secondi, un rigore che significava eliminazione certa parato da Buffon a dieci minuti dalla fine, un gol regolare annullato, un palo e occasioni da rete come se piovesse. Alla fine l’1-1 ci regala un filo di speranza di riuscire ad andare avanti, ma contro la Francia bisognerà vincere.
Certo, possiamo recriminare per la rete regolare annullata a Toni allo scadere del primo tempo, con il numero 3 rumeno Rat che tarda ad uscire e lo tiene in gioco, ma se alla fine la sfida contro la nazionale di Domenech ha ancora un senso è grazie a Buffon che con mano e piede insieme ferma il rigore di Mutu del possibile 2-1. Non solo, il portierone azzurro nel primo tempo è decisivo in almeno altre tre circostanze. Prima al 16’, quando Pirlo sbaglia in mezzo al campo, Panucci si fa saltare e lui va a chiudere la botta di Mutu. Qualche minuto vola a togliere dall’angolino una punizione calciata da Tamas direttamente in porta malgrado la posizioine impossibile. Al 20’ a salvare Buffon è il palo, quando una deviazione di fianco di Panucci su punizione di Chivu lo mette fuori causa.
Anche l’Italia ha comunque le sue chance, più volte nel primo tempo con Toni che è però spesso impreciso e in ritardo, e nel secondo tempo con De Rossi che di testa in tuffo obbliga Lobont a un grande intervento. In avanti insomma si crea di più rispetto alla sterilità mostrata con l’Olanda, ma dietro si balla non poco. La rivoluzione voluta da Donadoni dà solo in parte i suoi frutti. Del Piero forse non cambia il volto della squadra quanto ci si poteva aspettare, ma qualche spunto lo crea. Grosso a sinistra semina il panico e dietro in almeno tre circostanze è protagonista di recuperi decisivi. Fallisce invece l’esperimento di schierare insieme Pirlo e De Rossi. I due tendono a limitarsi a vicenda e alla fine il milanista è uno dei peggiori in campo. Chiellini appare più brillante e reattivo di Barzagli, ma non è che regali questa grande sensazione di sicurezza. Perrotta offre sempre una soluzione in più, ma poi una volta sulla palla pecca spesso di imprecisione. Panucci, gol a parte, malgrado la "cravatta" a Niculae che ci costa il rigore, sembra di gran lunga il miglior centrale a disposizione nella rosa e divide con Buffon il merito di tenerci in corsa grazie al tocco sulla sponda aerea di Chiellini.
Se la Nazionale dà l’impressione di esserci di più rispetto all’esordio, la squadra cambia davvero solo all’undicesimo della ripresa, quando Panucci butta finalmente dentro la palla dell’1-1. Dall’errore di Zambrotta che ha mandato Mutu in gol con un avventato passaggio di testa a Buffon è passata appena una manciata di secondi. E’ una liberazione, il tappo psicologico salta e l’Italia ritrova convinzione. A completare la rivoluzione ci pensa l’entrara di Cassano per Perrotta. Il barese regala all’attacco geometrie e imprevidibilità, grazie alla capacità di saltare l’uomo. Sbaglia solo a non cercare mai il tiro, come gli urla anche Donadoni dalla panchina. Con lui l’Italia sembra comunque un’altra cosa, anche perché la porta per Toni sembra davvero stregata. Contro la Francia forse conviene ripartire da lui, aggiungendo un sesto cambio ai cinque già fatti oggi dal ct.
* la Repubblica, 13 giugno 2008.