Duro comunicato della Santa sede dopo le rivelazioni di pentiti e testimoni sul
coinvolgimento dell’ex presidente dello Ior nel rapimento di Emanuela
Il Vaticano: "Su Marcinkus-Orlandi
accuse infamanti verso un morto"
Nuove rivelazioni: la ragazza sequestrata perché il padre aveva visto documenti scottanti
Gli inquirenti potrebbero chiedere di ispezionare la tomba di De Pedis a Sant’Apollinare
CITTA’ DEL VATICANO - ’’Infamanti’’ e ’’senza fondamento’’. Così la Santa sede definisce le accuse contro monsignor Paul Marcinkus in relazione al caso Orlandi, fatte da pentiti e super testimoni della Banda della Magliana. Ed emergono nuovi dettagli dell’interrogatorio di Sabrina Minardi: la ragazza sarebbe stata sequestrata perché il padre Ercole, commesso della prefettura della Casa pontificia, avrebbe avuto tra le mani documenti scottanti. Gli inquirenti potrebbero chiedere al Vaticano di ispezionare la tomba di Renatino De Pedis, sepolto nella chiesa romana di Sant’Apollinare.
La Santa Sede. In una dichiarazione il direttore della Sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha commentato le notizie relative al rapimento di Emanuela Orlandi e all’ipotesi di un diretto coinvolgimento dell’allora presidente dello Ior. ’’La tragica vicenda della scomparsa della giovane Emanuela Orlandi è tornata di attualità nel mondo della informazione italiana. Colpisce il modo in cui ciò avviene, con l’amplissima divulgazione giornalistica di informazioni riservate, non sottoposte a verifica alcuna, provenienti da una testimonianza di valore estremamente dubbio. Si ravviva così il profondissimo dolore della famiglia Orlandi, senza dimostrare rispetto e umanità nei confronti di persone che già tanto hanno sofferto".
"Accuse infamanti". Secondo padre Federico Lombardi, si tratta di "accuse infamanti senza fondamento nei confronti di monsignor Marcinkus, morto da tempo e impossibilitato a difendersi. Non si vuole in alcun modo interferire con i compiti della magistratura nella sua doverosa verifica rigorosa di fatti e responsabilità - sottolinea il direttore della sala stampa vaticana -. Ma allo stesso tempo non si può non esprimere un vivo rammarico e biasimo per modi di informazione più debitori al sensazionalismo che alle esigenze della serietà e dell’etica professionale’’.
I motivi del rapimento. Intanto emergono altri particolari dell’interrogatorio di Sabrina Minardi, ex amante del boss della banda della Magliana Enrico De Pedis, detto Renatino. Emanuela Orlandi, secondo la donna, sarebbe stata sequestrata perché il padre Ercole, commesso della prefettura della Casa pontificia, avrebbe avuto tra le mani alcuni documenti che non avrebbe dovuto vedere. La testimone delle indagini sul rapimento della ragazza riferisce confidenze che le avrebbe fatto il suo compagno di allora sotto l’effetto di cocaina. De Pedis le avrebbe ripetuto più volte che si trattava di un gioco di potere.
L’ispezione alla tomba. Gli inquirenti romani titolari dell’inchiesta su Emanuela Orlandi potrebbero prendere in esame la possibilità di chiedere al Vaticano di ispezionare la tomba di De Pedis. A piazzale Clodio potrebbe essere valutata a breve la possibilità di verificare se la chiesa romana di Sant’Apollinare, dove si trovano i resti di "Renatino", ucciso nel febbraio 1990, sia o meno sotto la giurisdizione dello Stato Vaticano. L’eventuale ispezione della tomba, che comunque dovrebbe essere autorizzata dalla Santa Sede, è stata più volte sollecitata dai familiari di Emanuela Orlandi.
Tra l’altro, in una puntata del programma "Chi l’ha visto" di qualche anno fa andò in onda la telefonata di un uomo il quale sosteneva che per scoprire la verità sulla ragazza scomparsa 25 anni fa si doveva "andare a vedere nella tomba di De Pedis". In passato, alla richiesta di notizie sui motivi della sepoltura di "Renatino" a Sant’Apollinare, il Vaticano non ha mai risposto agli inquirenti. Nel 2005 inoltre il Vicariato di Roma non autorizzò la riesumazione del cadavere di De Pedis.